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Altri siti archeologici in Provincia di Pescara

Le meraviglie > Archeologia in Abruzzo > Archeologia PE
Altri siti archeologici minori in Provincia di Pescara - Abruzzo

L'archeologia in Abruzzo rappresenta una delle espressioni più affascinanti e variegate della storia antica d'Italia. La regione, situata nel cuore della penisola, è un crocevia di culture e civiltà che si sono susseguite nel corso dei secoli, lasciando tracce indelebili nel paesaggio e nel patrimonio archeologico. Dalla preistoria fino all'epoca romana, passando per la dominazione greca e longobarda, ogni periodo ha contribuito a costruire l'identità di questa terra. I primi segni di insediamenti umani in Abruzzo risalgono al Paleolitico, con numerosi ritrovamenti in grotte e cavità naturali, come la Grotta del Cavallone e la Grotta di San Michele, dove sono stati rinvenuti utensili in pietra e resti di animali. Durante il Neolitico, la regione vide lo sviluppo di comunità agricole stanziali, come testimoniano i siti di Campovalano e Fossa, con resti di villaggi e importanti reperti funerari. Nel periodo preromano, la regione era abitata da popolazioni italiche, tra cui i Sabini, i Vestini, i Marsi e gli Equi, che lasciarono numerosi siti fortificati, templi e santuari, come quello di Ercole a Corfinium (oggi Corfinio) e il santuario di S. Maria di Collemaggio a L'Aquila, famoso per le sue origini romane. Con la conquista romana, l'Abruzzo si integrò pienamente nell'Impero, e numerosi sono i resti di ville romane, anfiteatri, terme e altre strutture pubbliche. Uno degli esempi più significativi è l'antica città di Alba Fucens, situata nell'odierno comune di Massa d'Albe, che conserva un vasto teatro e le rovine di templi e abitazioni. Un altro importante sito archeologico è la città di Amiternum, vicino a L'Aquila, con il suo anfiteatro e le terme romane, mentre la città di Teramo, antica Interamna, offre testimonianze di epoca romana, tra cui il famoso ponte sul fiume Tordino. Infine, l'architettura medievale lascia tracce evidenti nel patrimonio abruzzese, con castelli, abbazie e fortificazioni che raccontano la storia di un periodo segnato dalla presenza dei Longobardi e dal feudalesimo. Il castello di Rocca Calascio, uno dei più famosi della regione, è un esempio emblematico di queste costruzioni. L'archeologia in Abruzzo non è solo un viaggio nel passato, ma anche una risorsa fondamentale per la comprensione delle radici culturali e storiche di una regione che, pur nelle sue tradizioni, è stata sempre al centro di interazioni e scambi tra le diverse civiltà che hanno attraversato l'Italia.La provincia di Pescara, situata nella regione Abruzzo, ospita anche una serie di siti archeologici minori che, sebbene meno noti, offrono uno spaccato significativo della vita antica. Questi luoghi, spesso immersi in contesti naturali suggestivi, raccontano storie di insediamenti rurali, culti locali e piccole comunità che hanno lasciato tracce indelebili nella storia del territorio. Tra i ritrovamenti più interessanti vi sono i resti di abitati sparsi, dove sono emersi frammenti di ceramiche e utensili domestici. Questi reperti suggeriscono l'esistenza di piccoli villaggi agricoli, fondamentali per l'economia locale. Le testimonianze archeologiche mostrano come la vita quotidiana si svolgesse in armonia con l'ambiente circostante, in una relazione stretta con le risorse naturali. Alcuni luoghi sacri di dimensioni ridotte, come altari votivi o aree di culto rupestri, confermano la diffusione di pratiche religiose legate alle divinità locali.
Sito archeologico di via Saline a Spoltore (Pe)
Sito archeologico di via Saline a Spoltore (Pe) Questo luogo, nel quale sono nascoste alcune delle nostre radici, diventa di proprietà dei cittadini di Spoltore e questo vuol dire che sarà il Comune ad autorizzare gli accessi: si potranno così riprendere gli scavi anche in funzione della convenzione firmata con Soprintendenza e università. Il mio augurio è che la prossima amministrazione investa ancora energie su questo luogo». Le prime campagne di scavo sono state condotte in questa località negli anni 2000 e 2001 dalla Soprintedenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le province di Chieti e Pescara, dirette dal funzionario archeologo Andrea Staffa con il contribuito logistico e finanziario dell'amministrazione comunale, guidata allora dal sindaco Donato Renzetti, e della Fondazione Pescarabruzzo. Secondo la relazione di Enrico Siena del Dipartimento di Storia dell'Univaq, gli scavi hanno permesso l'esatta perimetrazione di un impianto produttivo costituito da diverse fornaci riferibili cronologicamente al II-III secolo d.c. Grazie al lavoro dei volontari della sede di Pescara dell'Archeoclub d'Italia è stato possibile lo scavo integrale di un complesso per la produzione di ceramica, costituito da due fornaci, e la sua sistemazione sotto una bassa tettoia di protezione. Durante la campagna di scavi del 2001 è stata rinvenuta, a un paio di metri dalla fornace più piccola, una tomba dell'eneolitico (databile nella seconda metà del III  a.c.): al suo interno lo scheletro di uomo, morto a circa trent'anni, e una coppia di vasi a corredo. La tomba, complessivamente in ottimo stato di conservazione, è stata integralmente asportata con un'elaborata e costosa "scatola di gesso" e restaurata. Attualmente è esposta nel museo universitario di Chieti. Nel biennio 2011-2012 l'area delle fornaci è stata oggetto di una concessione di scavo alla cattedra di archeologia classica dell'università D'Annunzio di Chieti e Pescara diretta da Oliva Menozzi. L'importanza dei rinvenimenti fanno dell'area archeologica di Santa Teresa la principale della provincia di Pescara e una delle più importanti della costa abruzzese, anche se dall'interruzione degli scavi è inevitabilmente in stato di abbandono millennio.
Il sito archeologico di via Saline a Spoltore (Pe), rappresenta un'importante testimonianza del nostro passato, dove sono conservate alcune delle radici storiche della regione. Nel corso degli anni, questo luogo è diventato di proprietà dei cittadini di Spoltore, con il Comune che ora ha la responsabilità di autorizzare gli accessi. Questa gestione diretta offre la possibilità di riprendere gli scavi, in base a una convenzione stipulata con la Soprintendenza Archeologica e le università locali. Un auspicio comune è che la futura amministrazione investa nuove energie su questo sito, favorendo il suo sviluppo e la valorizzazione.
Le prime campagne di scavo, condotte tra il 2000 e il 2001 dalla Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le province di Chieti e Pescara, hanno portato alla luce un impianto produttivo risalente al II-III secolo d.C. Gli scavi, diretti dall'archeologo Andrea Staffa, hanno rivelato l'esistenza di diverse fornaci, utilizzate per la produzione di ceramica. Grazie al supporto logistico e finanziario del Comune di Spoltore e della Fondazione Pescarabruzzo, è stato possibile esplorare un complesso dedicato alla produzione ceramica, composto da due fornaci, che è stato successivamente protetto con una tettoia di bassa costruzione. Le scoperte sono state di grande valore, contribuendo in modo significativo alla comprensione delle attività artigianali nell'antica regione.
Nel corso degli scavi, è emersa una scoperta particolarmente significativa: nel 2001, a pochi metri dalla fornace più piccola, è stata rinvenuta una tomba eneolitica, risalente alla seconda metà del III millennio a.C. All'interno della tomba era presente lo scheletro di un uomo di circa trent'anni, accompagnato da una coppia di vasi funerari. La tomba, in ottimo stato di conservazione, è stata rimosso con una sofisticata tecnica di "scatola di gesso" e successivamente restaurata. Attualmente, il reperto è esposto nel Museo Universitario di Chieti. Tra il 2011 e il 2012, l'area delle fornaci è stata oggetto di un ulteriore scavo sotto la direzione della cattedra di archeologia classica dell'Università D'Annunzio di Chieti e Pescara, guidata da Oliva Menozzi. Nonostante l'interruzione degli scavi, che ha portato a uno stato di abbandono del sito, l'area di Santa Teresa rimane uno dei luoghi archeologici più importanti della provincia di Pescara e della costa abruzzese.
Parco Archeologico Rampigna a Pescara (Pe)
Il sito archeologico di "Rampigna", situato sulla sponda nord del fiume Pescara, di fronte al centro storico della città, è un luogo di grande importanza storica e archeologica. Le recenti indagini hanno rivelato una stratificazione che copre diverse epoche, testimoniando la presenza di una vasta necropoli italica, romana e medievale legata all'insediamento di Ostia Aterni. Il sito, spesso confuso con l'ex campo Rampigna, si estende in realtà lungo tutta la sponda nord del fiume, delimitata dal rilevato ferroviario e da via Pesaro. Sotto la superficie si nascondono antiche strutture, alcune ancora non identificate, e lunghe tratte di mura appartenenti alla piazzaforte spagnola di Pescara, costruita nel XVI secolo e in gran parte distrutta nel XIX secolo.
Le fonti storiche suggeriscono la possibile presenza nell'area di monumenti e templi risalenti all'epoca romana, anche se devono ancora essere localizzati. Oltre a queste strutture, il sito ospita la Chiesa della Madonna del Carmine, un tempo cappella della fortezza spagnola, e gli edifici della caserma di cavalleria che facevano parte della piazzaforte. L'area, di grande rilevanza storica, rappresenta un ricco patrimonio che continua a rivelare nuove scoperte, offrendo uno spunto per comprendere meglio la storia e l'evoluzione della città.
Attualmente, il Comune di Pescara è impegnato nella ricerca di finanziamenti per proseguire gli scavi e valorizzare il sito. L’obiettivo è trasformare l’area un tempo occupata dal campo sportivo Rampigna in un parco archeologico, permettendo così di preservare e rendere accessibile a tutti questa straordinaria testimonianza storica, che continua a restituire frammenti del passato della città e della regione.
Area Archeologica di Nocciano - Nocciano (Pe)
Gli abitanti dell'area archeologica di Nocciano, situata nella provincia di Pescara in Abruzzo, erano parte di una comunità che risiedeva nella regione durante l'età romana. Il sito testimonia una presenza umana stabile, probabilmente legata ad attività agricole e produttive, grazie alla fertilità del territorio circostante e alla vicinanza delle vie di comunicazione. La posizione strategica favoriva lo sviluppo di insediamenti rurali, fondamentali per il sostentamento delle comunità locali. Le evidenze archeologiche rinvenute, come frammenti di ceramica, resti di strutture abitative e materiali di uso quotidiano, suggeriscono che la comunità fosse dedita all'agricoltura e all'allevamento. La coltivazione di cereali, viti e ulivi costituiva la base dell'economia locale, con una produzione che probabilmente veniva scambiata con altre popolazioni vicine. L'attività agricola era strettamente legata alla conformazione del territorio, caratterizzato da colline dolci e terreni fertili. L'organizzazione sociale della comunità di Nocciano sembra riflettere il modello tipico delle campagne romane, con piccoli nuclei familiari distribuiti in case sparse o in piccole fattorie. Alcuni resti di edifici lasciano supporre la presenza di strutture destinate alla conservazione e alla trasformazione dei prodotti agricoli, come magazzini o frantoi. Questi elementi confermano il ruolo centrale dell'agricoltura nella vita quotidiana degli abitanti e l'importanza delle risorse naturali locali. La presenza di reperti di epoca romana e tardo-antica indica una continuità di insediamento per diversi secoli, segno di una comunità ben radicata e adattata al territorio. La vita degli abitanti di Nocciano era scandita dai ritmi della natura e delle stagioni, in un equilibrio tra lavoro, tradizioni e legami sociali. Il sito archeologico rappresenta oggi una preziosa testimonianza di come le popolazioni antiche abbiano saputo sfruttare e valorizzare le risorse del territorio abruzzese.L'Area Archeologica di Nocciano, situata nella provincia di Pescara, rappresenta una preziosa testimonianza delle antiche civiltà che hanno abitato l'Abruzzo. Posta nei pressi del centro storico di Nocciano, l'area documenta la continuità dell'insediamento umano dalla fase italica fino all'epoca romana. Le prime tracce di presenza umana risalgono alla popolazione vestina, con evidenti segni di una comunità organizzata in stretto rapporto con il territorio. Gli scavi archeologici hanno restituito reperti significativi, tra cui frammenti di ceramiche e resti di strutture abitative, che illustrano l'evoluzione della vita quotidiana e dell'organizzazione sociale nel corso del tempo.
Durante l'epoca romana, l'area assunse una crescente importanza grazie alla sua posizione strategica lungo le vie di comunicazione che collegavano l'entroterra abruzzese alla costa adriatica. I rinvenimenti di edifici rustici e ville attestano la vocazione agricola del territorio, con produzioni destinate sia al consumo locale sia ai mercati regionali. Particolarmente rilevanti sono i resti di pavimenti a mosaico, che rivelano il livello di ricchezza e raffinatezza raggiunto da alcune famiglie del luogo, offrendo preziose informazioni sulla cultura e sullo stile di vita dell'epoca.
L'Area Archeologica di Nocciano è oggetto di costanti studi e interventi di valorizzazione, finalizzati a preservarne l'importanza storica e culturale. I reperti recuperati arricchiscono le collezioni dei musei regionali, contribuendo a diffondere la conoscenza del patrimonio locale. Immersa in un suggestivo paesaggio collinare, l'area non solo costituisce un'importante fonte di ricerca, ma invita anche alla riflessione sul profondo legame tra uomo e territorio, un rapporto che ha plasmato la storia di questa parte d'Abruzzo nel corso dei secoli.
L’Abruzzo medievale e rinascimentale
Splendide chiese medievali al centro di solitari altopiani ed eremi nascosti negli anfratti delle montagne, imponenti abbazie e poderosi castelli, sono gli elementi che più originalmente qualificano il paesaggio abruzzese. Il Medioevo è infatti l’epoca che ha lasciato sul territorio le tracce più evidenti e suggestive, capaci di imprimersi per sempre negli occhi e nel cuore dei visitatori. La montagna abruzzese ebbe nel Medioevo una grande importanza militare ed economica, e fu quindi interessata da una straordinaria fioritura di opere d’arte. Lungo tutta la dorsale appenninica e nei suoi centri abitati, grandi e piccoli, i palazzi, i castelli e le chiese romaniche, gotiche e rinascimentali d’Abruzzo fiorirono con grande rigoglio, spesso abbellite dall’apporto di artisti di grande valore: gli enormi capitali prodotti in regione dalla grande stagione della pastorizia produssero infatti in quest’epoca i loro frutti più ricchi e duraturi.
L’artigianato abruzzese rappresenta una straordinaria testimonianza della tradizione e dell’ingegno della regione, un legame profondo tra passato e presente. Ogni angolo dell’Abruzzo racconta storie attraverso opere d’arte create da mani esperte che hanno saputo conservare tecniche e saperi antichi. Uno degli ambiti più celebri è la lavorazione della ceramica. Tra i centri più importanti spicca Castelli, rinomata in tutto il mondo per le sue maioliche decorate a mano con motivi floreali, geometrici e scene di vita quotidiana. Gli artigiani locali continuano a utilizzare metodi tramandati di generazione in generazione, valorizzando colori e disegni che rispecchiano il territorio e la sua cultura. Di grande pregio è anche l’arte della lavorazione del ferro battuto, tipica delle aree montane. Fabbri esperti modellano a caldo cancelli, lampade e altri oggetti, dando vita a opere di straordinaria bellezza e resistenza. Questa tradizione, radicata nella vita rurale, trova il suo apice in laboratori che combinano creatività e funzionalità. Un altro settore emblematico è quello della tessitura. La produzione di merletti e ricami, soprattutto quelli di Pescocostanzo, si distingue per l’eleganza e la finezza dei dettagli. I famosi merletti al tombolo rappresentano una delle forme d’arte più delicate e raffinate, simbolo della pazienza e della maestria delle artigiane abruzzesi. Anche il legno è un materiale protagonista nell’artigianato regionale. Gli ebanisti abruzzesi si dedicano alla creazione di mobili e oggetti decorativi, molti dei quali presentano intagli che richiamano motivi religiosi o naturali. Inoltre, l’arte della scultura del legno è strettamente legata alle tradizioni religiose, con la realizzazione di statue sacre e presepi. Di notevole interesse è l’oreficeria, un’attività che affonda le sue radici nel Medioevo. L'Abruzzo vanta gioielli di rara bellezza, come la "Presentosa", un ciondolo femminile di antica tradizione, simbolo di amore e augurio. Le tecniche di lavorazione, come l’incastonatura e la filigrana, mostrano un’altissima competenza tecnica e artistica. L’artigianato abruzzese, dunque, non è solo un insieme di abilità manuali, ma anche un’espressione di identità culturale. Attraverso i materiali, i disegni e le tecniche, gli artigiani raccontano la storia e l’anima di una terra unica, in cui passato e presente si fondono per dare vita a opere di inestimabile valore.
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L'Artigianato in Abruzzo. L’artigianato abruzzese rappresenta una delle espressioni più autentiche della cultura e delle tradizioni locali, tramandate di generazione in generazione. Tra le lavorazioni più celebri spiccano quelle della ceramica e della maiolica, con il borgo di Castelli che vanta una fama internazionale per i suoi manufatti decorati con motivi floreali, religiosi e geometrici. Ugualmente significativa è la tradizione orafa, con la creazione di gioielli come la presentosa, simbolo dell’Abruzzo, e di raffinati monili in filigrana, prodotti in centri come Sulmona e Scanno. La tessitura e il merletto trovano la loro massima espressione nei pregiati tomboli di Pescocostanzo e negli arazzi realizzati con telai tradizionali nei piccoli borghi montani...
Sciare in Abruzzo significa immergersi in panorami mozzafiato, tra montagne maestose e borghi pittoreschi che aggiungono fascino a una giornata trascorsa sulla neve. Questa regione offre un’esperienza unica, grazie a un territorio che alterna cime innevate a spazi naturali intatti, creando l’ambiente ideale per gli appassionati degli sport invernali. L’Appennino abruzzese, con le sue cime imponenti, accoglie numerose stazioni sciistiche ben attrezzate e in grado di soddisfare le esigenze di sciatori di ogni livello. Le piste si snodano tra pendii soleggiati, boschi secolari e paesaggi aperti, garantendo una combinazione perfetta tra sport e natura. Oltre allo sci alpino, la regione è anche un paradiso per il freeride e lo snowboard, con percorsi studiati appositamente per gli amanti delle discese più adrenaliniche. Non manca poi la possibilità di praticare lo sci di fondo, un’attività che consente di esplorare in tranquillità l’Abruzzo innevato. Tra altopiani incantati e vallate suggestive, questa disciplina permette di vivere la montagna in un modo diverso, silenzioso e contemplativo. Anche le famiglie trovano opzioni ideali, con aree dedicate ai bambini e percorsi più facili pensati per i principianti. La neve abruzzese diventa così il pretesto perfetto per scoprire una terra ricca di autenticità, dove i paesaggi innevati si fondono con l’atmosfera calda e accogliente dei borghi montani. Après-ski nei rifugi, sapori tipici e tradizioni locali completano l’esperienza, regalando momenti di relax e convivialità in un contesto che non smette mai di stupire. Sciare in Abruzzo non è solo uno sport, ma un viaggio tra natura, cultura e avventura.
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Sciare in Abruzzo. L’Abruzzo è terra di montagne e di sciatori. È sufficiente spaziare con lo sguardo lungo l'orizzonte, in qualsiasi angolo della regione ci si trovi, per incontrare filari di cime che, allineate come soldatini di piombo, svettano verso il cielo. Sono i massicci della Majella, del Gran Sasso, della Laga, del gruppo Sirente-Velino, solo per citare i più grandi e noti. Un fantastico mondo di alta quota che costituisce il più formidabile complesso montano dell’Appennino (con caratteristiche a volte alpine), collocato strategicamente nel centro dell’Italia e del Mediterraneo. Grandi complessi montuosi, caratterizzati da un forte e duraturo innevamento, attrezzati con stazioni ed impianti turistici numerosi e qualificati...


Il mare d'Abruzzo offre un'esperienza indimenticabile, fatta di acque cristalline, spiagge variegate e panorami che raccontano la bellezza selvaggia e incontaminata della natura. La costa abruzzese, che si estende per oltre 130 chilometri, accoglie chi cerca relax, avventura o la scoperta di angoli nascosti dove il tempo sembra essersi fermato. Le spiagge si alternano tra ampi arenili sabbiosi e tratti rocciosi, ognuno con un fascino unico. Le dolci colline che degradano verso il mare creano scenari pittoreschi, arricchiti dalla presenza di caratteristici trabocchi, antiche macchine da pesca in legno che sembrano sospese tra cielo e acqua. Questi monumenti alla tradizione marinara raccontano un passato fatto di dedizione e rispetto per il mare, ancora oggi visibile nello stile di vita delle comunità costiere. Il mare d'Abruzzo è anche una promessa di divertimento e benessere. Le acque limpide sono ideali per nuotate rinfrescanti e sport acquatici, come il kayak, il windsurf e le immersioni, che rivelano la ricca vita marina dei fondali. Passeggiate lungo i lungomari regalano momenti di quiete, mentre i piccoli porti e le antiche torri costiere narrano storie di un rapporto secolare tra terra e mare. Lungo questa costa, l’esperienza balneare si intreccia con una gastronomia profondamente legata al territorio. I sapori del mare si trasformano in piatti unici, come il celebre brodetto di pesce, che celebra la freschezza e la genuinità degli ingredienti locali. Tra un tuffo e l’altro, è possibile immergersi anche nella cultura, visitando borghi storici affacciati sul mare, dove l’ospitalità abruzzese si manifesta in tutta la sua autenticità. Il mare d'Abruzzo non è solo una destinazione, ma un invito a scoprire un modo di vivere che unisce natura, tradizione e emozioni. Ogni ondeggiare delle acque e ogni tramonto sulla costa lasciano un segno nel cuore, raccontando la storia di un territorio unico, che sa come abbracciare i suoi visitatori con tutta la forza e la bellezza della sua anima.
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Il mare d'Abruzzo. Dal Tronto a Francavilla al Mare, a sud di Pescara, la costa è una uniforme, regolare e dorata fascia di soffice arenile, larga e accogliente; dalla foce del fiume Foro, a sud di Francavilla, la linea costiera diviene invece alta, portuosa, con scogliere, calette e lunghi tratti di spiaggia a ciottoli, per poi riaprirsi ai larghi arenili solo nel Vastese, al confine col Molise. Il tratto caratteristico di questo paesaggio marino è dunque la varietà, con ambienti e paesaggi per tutti i gusti. Questa particolare bivalenza della riviera, e la stessa conformazione geografica dell’Abruzzo collinare, creano un comprensorio turistico unico nel suo genere che può vantare caratteristiche davvero esclusive: una costa che diventa porta d’accesso all’intero territorio...

L'enogastronomia abruzzese è un viaggio tra sapori autentici e tradizioni antiche, una sintesi perfetta di mare e montagna che racconta l'anima profonda della regione. Qui, ogni piatto e ogni vino riflettono l'essenza di un territorio generoso, dove la natura incontaminata e la cultura locale si intrecciano per creare un patrimonio culinario unico. In Abruzzo, il cibo non è solo nutrimento, ma una forma di espressione, un legame con le stagioni e con le radici storiche delle comunità. Dai borghi montani alle località costiere, la cucina si distingue per la semplicità e la genuinità degli ingredienti, spesso prodotti artigianalmente. Le ricette, tramandate di generazione in generazione, portano con sé gesti e sapori che parlano di tempi lontani. La terra abruzzese è nota per prodotti straordinari che vanno dall’oro rosso dello zafferano di Navelli ai tartufi profumati delle montagne. I formaggi di pecora, come il pecorino e la ricotta affumicata, raccontano la maestria dei pastori, mentre la pasta fatta a mano, come i celebri maccheroni alla chitarra, celebra l’arte e la pazienza delle cuoche abruzzesi. Il vino gioca un ruolo fondamentale in questo racconto di gusto. Il Montepulciano d'Abruzzo, robusto e avvolgente, è una delle etichette più amate e apprezzate a livello internazionale, affiancato dal delicato Trebbiano d'Abruzzo. Ogni bicchiere racchiude il carattere di queste colline baciate dal sole, dove i vigneti prosperano tra la brezza del mare e l’aria fresca dei monti. Ma l’enogastronomia abruzzese è anche convivialità, un rito che si consuma attorno a una tavola ricca di sapori e storie. Ogni assaggio è un incontro con una cultura che rispetta la natura e valorizza la tradizione, rivelando un equilibrio perfetto tra semplicità e raffinatezza. È un’esperienza che va oltre il palato, coinvolgendo i sensi e lasciando un ricordo indelebile, un legame profondo con una terra che sa come regalare emozioni.
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L'Enogastronomia. La cucina abruzzese è la tradizionale cucina dell'Abruzzo; essa è molto vasta ed è originaria dalle tradizioni sia pastorali delle zone interne montane che marinare della zona costiera; tra gli alimenti più utilizzati troviamo: il pane, la pasta, la carne, i formaggi e il vino. L'isolamento che per decenni ha caratterizzato la regione ha fatto sì che quest'ultima mantenesse un'arte culinaria viva ed indipendente. Tra i prodotti abruzzesi che sono entrati nell'immaginario collettivo di tutto il mondo troviamo i classici confetti tipici della città di Sulmona, lo zafferano coltivato principalmente nell'altopiano di Navelli, gli arrosticini di pecora, gli spaghetti alla chitarra e il prestigioso vino Montepulciano d'Abruzzo. Altri prodotti...

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