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Collezione Acerbo - Loreto Aprutino (Pe) - Info Point Regione Abruzzo

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Collezione Acerbo - Loreto Aprutino (Pe)

Le meraviglie > Musei d'Abruzzo > Musei nel pescarese
I principali Musei, Mostre, Pinacoteche e Raccolte nella Provincia di Pescara - Abruzzo

La Collezione Acerbo di Loreto Aprutino è un'importante testimonianza della tradizione ceramica di Castelli, ospitata in un museo che raccoglie una delle più prestigiose collezioni di maioliche della zona. La collezione, donata dal barone Giacomo Acerbo, è composta da circa 570 ceramiche, quasi tutte prodotte a Castelli tra la metà del XVI e il XIX secolo. Questo nucleo di opere rappresenta una straordinaria evoluzione dello stile ceramico di Castelli, dal Manierismo al Neoclassicismo, ed è una delle più complete testimonianze di questo tipo di arte nella regione. Un aspetto particolarmente interessante della collezione è il focus sul periodo barocco, quando Castelli raggiunse il culmine della sua produzione ceramica. Durante questa fase, la città diventò uno dei principali centri di produzione di maiolica del Regno di Napoli, con la sua arte che si diffuse anche nei centri ceramici italiani più importanti. Le opere esposte evidenziano l’eccellenza artistica dei più noti ceramisti castellani dell’epoca, tra cui le dinastie dei Grue, dei Gentili, dei Cappelletti e dei Fuina, che contribuirono a rendere Castelli famoso in tutta Italia e all'estero. Il percorso espositivo, che si snoda su più sale, non solo esplora la produzione di Castelli, ma presenta anche opere provenienti da altri importanti centri ceramici italiani come Faenza, Deruta, Roma e Napoli. Questi oggetti arricchiscono la raccolta, evidenziando l'influenza reciproca tra le diverse scuole ceramiche italiane. Tra le opere più significative, si trovano calamai, piatti istoriati, vasi da console e mattonelle che raccontano l'evoluzione del gusto e delle tecniche decorative dall'epoca rinascimentale al periodo barocco e neoclassico. Tra le opere più pregevoli, si distingue un calamaio del 1588, dipinto nello stile compendiario tipico di Castelli, e alcuni grandi piatti decorati con scene istoriate da Francesco Grue. Inoltre, il museo ospita il rinfrescatoio del XVII secolo decorato con episodi della vita del re David, realizzato nella bottega Grue, una delle opere di maggior valore della collezione. Il museo custodisce anche esempi significativi della maiolica di Gesulda Fuina, una ceramista che, nel XVIII e XIX secolo, innovò la tradizione ceramica castellana introducendo l'uso di colori vivaci, ottenuti con una terza cottura.Musei e Mostre in Abruzzo:
La Collezione Acerbo a Loreto Aprutino (Pe). È composto da 6 sale espositive, all’interno delle quali si trova la collezione del barone Giacomo Acerbo, che annovera una delle più importanti raccolte di antiche maioliche di Castelli. In particolare, la collezione è composta da 570 ceramiche quasi esclusivamente di produzione castellana, databili fra la metà del XVI secolo e il XIX secolo, che offrono una interessante testimonianza dell’evolversi dello stile castellano dal Manierismo al Neoclassicismo. Il nucleo di maioliche artistiche prodotte a Castelli in età barocca è il più pregevole della raccolta e presenta molte opere importanti, dipinte all’epoca in cui il centro ceramico abruzzese da leader delle produzioni di maiolica del Regno di Napoli diventa uno dei centri ceramici italiani di maggior successo. Colpiscono le diverse opere rappresentative delle principali dinastie di decoratori castellani attivi tra il Barocco e il Neoclassicismo, quali i Grue, i Gentili, i Cappelletti, i Fuina. Inoltre, vi è una ricca rappresentanza di opere di autori minori e di maestranze di origine castellana attive nei centri di Bussi, Torre de Passeri, Rapino ed Atri. Per queste caratteristiche, il museo Acerbo è un luogo ideale in cui poter apprezzare la bellezza e la varietà dei repertori decorativi in uso a Castelli tra il Sei e il Settecento. Infine, lungo il percorso espositivo sono presenti antiche maioliche di altri rinomati centri ceramici italiani quali Faenza, Deruta, Roma e Napoli, che completano l’offerta museale. L’allestimento fu curato dall’architetto Leonardo Palladini e il museo fu inaugurato nel 1957 nell’edificio che lo ospita ancora oggi. Da non perdere: nella prima sala del museo un grande calamaio realizzato nello stile compendiario di Castelli, datato 1588, unico per forma e dimensioni, nonché alcuni grandi piatti decorativi dipinti in stile istoriato da Francesco Grue verso la metà del XVII secolo. Inoltre, è pregevole la rappresentanza di fastosi vasi barocchi da console, istoriati da ben noti esponenti delle famiglie Grue e de Martinis. Nella due sale successive si segnalano altre suggestive testimonianze di istoriati della prima metà del Settecento, dipinti da alcuni dei più apprezzati ceramisti castellani del tempo, tra cui due ben noti mattoni decorativi dipinti da Carmine Gentili e varie opere dei Grue Aurelio, Liborio e Francesco Saverio. La quarta sala conserva l’esemplare di maggior pregio del museo: il rinfrescatoio decorato con episodi della vita di re David, realizzato nel XVII secolo nella bottega Grue e impreziosito da lumeggiature in oro. Inoltre, si segnalano una mattonella devozionale istoriata con la Sacra Famiglia e San Giovannino, opera di Carlo Antonio Grue – uno dei massimi pittori di maiolica dell’età barocca – e varie pregevoli maioliche dipinte dal più celebre dei suoi figli, il dott. Francesco Antonio Saverio Grue. Nella quinta sala meritano attenzione le opere esposte di Gesulda Fuina, ceramista innovatore che fra XVIII e XIX secolo introduce nella maiolica castellana l’uso di colori vivaci, quali il rosso, ottenuti con una terza cottura. Collezione Acerbo - Loreto Aprutino (Pe)
Via Giacomo Acerbo, Loreto Aprutino
Te.: + 39 085.8291589.

La Collezione Acerbo di Loreto Aprutino, ospitata in un edificio inaugurato nel 1957, presenta una delle più prestigiose raccolte di antiche maioliche di Castelli, frutto della passione del barone Giacomo Acerbo. La collezione è composta da oltre 570 ceramiche, quasi tutte di produzione castellana, databili tra la metà del XVI e il XIX secolo. Queste opere offrono una testimonianza unica dell’evoluzione dello stile ceramico di Castelli, che passa dal Manierismo al Neoclassicismo, e riflettono i cambiamenti stilistici e decorativi del periodo.
Particolarmente rilevante è il nucleo di ceramiche prodotte a Castelli durante il periodo barocco, che rappresenta il culmine della maestria artigianale del centro ceramico abruzzese. All'epoca, Castelli era uno dei principali centri di produzione di maioliche nel Regno di Napoli e raggiunse un successo tale da essere considerato uno dei punti di riferimento della ceramica italiana. La collezione include opere straordinarie, molte delle quali realizzate dalle più importanti dinastie di decoratori castellani del Barocco e Neoclassicismo, come i Grue, i Gentili, i Cappelletti e i Fuina, che testimoniano l’eccellenza artistica di Castelli in quel periodo.
Il museo offre anche una panoramica sull’influenza di Castelli su altri centri ceramici italiani, come Faenza, Deruta, Roma e Napoli, con l’esposizione di opere provenienti da queste città che arricchiscono l’offerta museale. La varietà dei reperti esposti consente di apprezzare la bellezza e la ricchezza dei repertori decorativi castellani, dai piatti istoriati ai vasi da console, passando per calamai e mattonelle. Ogni pezzo racconta una storia di innovazione e tradizione, mostrando la capacità dei maestri ceramisti di adattarsi e arricchire le forme artistiche locali.
Tra le opere di maggior valore, spicca un calamaio realizzato nello stile compendiario di Castelli, datato 1588, e alcuni grandi piatti decorati in stile istoriato da Francesco Grue, risalenti alla metà del XVII secolo. Inoltre, il museo conserva un pregiato rinfrescatoio del XVII secolo, dipinto con episodi della vita del re David dalla bottega dei Grue, e diverse opere di Carlo Antonio Grue, uno dei più celebri pittori di maiolica del periodo barocco. Particolare attenzione meritano anche le opere di Gesulda Fuina, innovatrice che introdusse l’uso di colori vivaci nella maiolica castellana, segnando una transizione stilistica tra il XVIII e il XIX secolo.
I musei d'Abruzzo rappresentano una sintesi affascinante e spettacolare del ricchissimo patrimonio storico e artistico della regione. Attraverso una rete variegata e ben articolata, il territorio offre un panorama culturale di straordinaria ampiezza: dalle grandi collezioni archeologiche all’arte classica, dai musei dedicati alla vita quotidiana di contadini e pastori alle molteplici espressioni dell’arte moderna e contemporanea. All’interno di questo sistema spiccano realtà di rilievo nazionale, come il Museo Nazionale d’Abruzzo all’Aquila, il Museo Archeologico Nazionale di Chieti e il Museo delle Genti d’Abruzzo di Pescara. Particolarmente suggestivi anche i due musei che custodiscono le celebri maioliche di Castelli, uno nel borgo stesso e l’altro a Loreto Aprutino, sede della prestigiosa Collezione Acerbo. Tuttavia, è soprattutto grazie alla presenza diffusa di musei locali, spesso sorprendentemente ricchi e curati, che l’Abruzzo si configura come un autentico “museo diffuso”. Piccoli gioielli come il Museo Capitolare di Atri, il Museo Archeologico Francesco Savini di Teramo, il Museo della Civitella a Chieti, il Museo dello Splendore a Giulianova, quello della Civiltà Contadina a Picciano, il Museo Civico di Sulmona o il Castello-Museo di Crecchio contribuiscono a disegnare una mappa culturale viva, densa di storia e di bellezza, capace di raccontare l’identità profonda della regione.I musei d’Abruzzo offrono uno straordinario viaggio attraverso la storia, l’arte e le tradizioni di una regione ricca di cultura. La loro varietà riflette la complessità e la profondità del territorio: dalle testimonianze dell’antichità ai linguaggi dell’arte contemporanea, passando per le espressioni della vita rurale e pastorale che da sempre caratterizzano l’identità abruzzese. Nelle principali città, ma anche nei piccoli centri, i musei raccontano storie affascinanti, custodendo reperti archeologici, opere d’arte, documenti, oggetti del quotidiano e manufatti artigianali che restituiscono un’immagine viva e autentica della regione. Alcuni musei si distinguono per il loro valore nazionale e internazionale, ma ciò che rende unico il sistema museale abruzzese è la sua capillarità. Anche i musei locali, spesso meno noti, sorprendono per la ricchezza delle collezioni e per la cura degli allestimenti, contribuendo a creare un vero e proprio “museo diffuso” che abbraccia l’intero territorio. Visitare i musei d’Abruzzo significa immergersi in un patrimonio culturale stratificato, dove ogni luogo conserva e racconta un frammento prezioso della memoria collettiva. I Musei d'Abruzzo. Una sintesi efficace e spettacolare del patrimonio storico e artistico dell’Abruzzo è offerta dalla sua ricca e variegata rete di musei. Dalle ampie raccolte dedicate all’archeologia ai musei di arte classica, dai musei che celebrano il folklore e la vita dei contadini e dei pastori ai numerosi spazi espositivi di arte moderna e contemporanea, il sistema museale abruzzese vanta eccellenze assolute, come il grande Museo Nazionale d’Abruzzo a L’Aquila, il Museo Archeologico Nazionale di Chieti, il Museo delle Genti d’Abruzzo di Pescara, e i due splendidi musei dedicati alle prestigiose Maioliche di Castelli, a Castelli e Loreto Aprutino (la famosa Collezione Acerbo). Ma sono soprattutto i numerosi musei locali, spesso di sorprendente bellezza e ricchezza, a qualificare in modo capillare il territorio, trasformandolo in un vero e proprio “museo diffuso”. Il Museo Capitolare di Atri, il Museo Archeologico Francesco Savini di Teramo, il Museo della Civitella di Chieti, il Museo dello Splendore di Giulianova, il Museo della Civiltà Contadina di Picciano, il Museo Civico di Sulmona, il Castello-Museo di Crecchio sono solo alcune delle perle museali che arricchiscono il paesaggio culturale abruzzese.


Un grande museo all’aperto
Noto in tutto il mondo per la sua natura, l’Abruzzo espone, come un grande museo all’aperto senza orari né mura, opere d’arte e monumenti nel suo peculiare e intatto paesaggio. Accanto a luoghi celeberrimi come la rocca di Calascio, lo straordinario centro storico di Pescocostanzo, il Museo Archeologico Nazionale di Chieti, il poderoso castello cinquecentesco dell’Aquila, emozionano il viaggiatore decine e decine di meraviglie meno note, sparse in ogni angolo della regione. I restauri di chiese e castelli, la sistemazione e la valorizzazione dei siti...


Abruzzo, la regione più verde d’Europa
In Abruzzo la natura è una risorsa protetta. Con un terzo del proprio territorio destinato a parchi, la regione non solo esprime un primato culturale e civile nella protezione dell’ambiente, ma si colloca come maggiore area naturalistica d’Europa, vero cuore verde del Mediterraneo.
La funzione che l’Abruzzo dei Parchi svolge a livello nazionale e internazionale nella conservazione dell’ambiente e della biodiversità è difficilmente sottovalutabile, se si pensa che la regione custodisce un grandissimo numero di specie animali e vegetali.


L’Abruzzo montano
Con numerosi centri sciistici con impianti di avanguardia, comprende i maggiori massicci dell’Appennino (il Gran Sasso d’Italia e la Majella), numerosi rilievi che raggiungono anch’essi notevole altitudine e altipiani intervallati dalle conche dell’Aquila e di Sulmona, mentre verso il confine con il Lazio si stende la fertile conca del Fucino, risultante dal prosciugamento del lago omonimo portato a termine dal Duca Alessandro Torlonia nel 1875, opera grandiosa, che peraltro era stata più volte programmata fin dall’epoca dell’impero Romano.


L'Enogastronomia
Una cucina, quella abruzzese, che ha molte anime, per la varietà del territorio e delle culture che in essa convivono. C’è l’evoluzione della cucina agropastorale, quella dei contadini e dei pastori “poveri” delle zone montane e pedemontane, fatta di piatti semplici e saporiti, di carni ovine, zuppe e minestre, formaggi ed erbe aromatiche e quella “colta e borghese” di Teramo, capace di valorizzare sapori primari con preparazioni più complesse: timballo di scrippelle, le “mazzarelle” e le “virtù”.
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