Collezione Acerbo - Loreto Aprutino (Pe)
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La Collezione Acerbo di Loreto Aprutino, ospitata in un edificio inaugurato nel 1957, presenta una delle più prestigiose raccolte di antiche maioliche di Castelli, frutto della passione del barone Giacomo Acerbo. La collezione è composta da oltre 570 ceramiche, quasi tutte di produzione castellana, databili tra la metà del XVI e il XIX secolo. Queste opere offrono una testimonianza unica dell’evoluzione dello stile ceramico di Castelli, che passa dal Manierismo al Neoclassicismo, e riflettono i cambiamenti stilistici e decorativi del periodo.
Particolarmente rilevante è il nucleo di ceramiche prodotte a Castelli durante il periodo barocco, che rappresenta il culmine della maestria artigianale del centro ceramico abruzzese. All'epoca, Castelli era uno dei principali centri di produzione di maioliche nel Regno di Napoli e raggiunse un successo tale da essere considerato uno dei punti di riferimento della ceramica italiana. La collezione include opere straordinarie, molte delle quali realizzate dalle più importanti dinastie di decoratori castellani del Barocco e Neoclassicismo, come i Grue, i Gentili, i Cappelletti e i Fuina, che testimoniano l’eccellenza artistica di Castelli in quel periodo.
Il museo offre anche una panoramica sull’influenza di Castelli su altri centri ceramici italiani, come Faenza, Deruta, Roma e Napoli, con l’esposizione di opere provenienti da queste città che arricchiscono l’offerta museale. La varietà dei reperti esposti consente di apprezzare la bellezza e la ricchezza dei repertori decorativi castellani, dai piatti istoriati ai vasi da console, passando per calamai e mattonelle. Ogni pezzo racconta una storia di innovazione e tradizione, mostrando la capacità dei maestri ceramisti di adattarsi e arricchire le forme artistiche locali.
Tra le opere di maggior valore, spicca un calamaio realizzato nello stile compendiario di Castelli, datato 1588, e alcuni grandi piatti decorati in stile istoriato da Francesco Grue, risalenti alla metà del XVII secolo. Inoltre, il museo conserva un pregiato rinfrescatoio del XVII secolo, dipinto con episodi della vita del re David dalla bottega dei Grue, e diverse opere di Carlo Antonio Grue, uno dei più celebri pittori di maiolica del periodo barocco. Particolare attenzione meritano anche le opere di Gesulda Fuina, innovatrice che introdusse l’uso di colori vivaci nella maiolica castellana, segnando una transizione stilistica tra il XVIII e il XIX secolo.




Un grande museo all’aperto
Noto in tutto il mondo per la sua natura, l’Abruzzo espone, come un grande museo all’aperto senza orari né mura, opere d’arte e monumenti nel suo peculiare e intatto paesaggio. Accanto a luoghi celeberrimi come la rocca di Calascio, lo straordinario centro storico di Pescocostanzo, il Museo Archeologico Nazionale di Chieti, il poderoso castello cinquecentesco dell’Aquila, emozionano il viaggiatore decine e decine di meraviglie meno note, sparse in ogni angolo della regione. I restauri di chiese e castelli, la sistemazione e la valorizzazione dei siti...

Abruzzo, la regione più verde d’Europa
In Abruzzo la natura è una risorsa protetta. Con un terzo del proprio territorio destinato a parchi, la regione non solo esprime un primato culturale e civile nella protezione dell’ambiente, ma si colloca come maggiore area naturalistica d’Europa, vero cuore verde del Mediterraneo.
La funzione che l’Abruzzo dei Parchi svolge a livello nazionale e internazionale nella conservazione dell’ambiente e della biodiversità è difficilmente sottovalutabile, se si pensa che la regione custodisce un grandissimo numero di specie animali e vegetali.

L’Abruzzo montano
Con numerosi centri sciistici con impianti di avanguardia, comprende i maggiori massicci dell’Appennino (il Gran Sasso d’Italia e la Majella), numerosi rilievi che raggiungono anch’essi notevole altitudine e altipiani intervallati dalle conche dell’Aquila e di Sulmona, mentre verso il confine con il Lazio si stende la fertile conca del Fucino, risultante dal prosciugamento del lago omonimo portato a termine dal Duca Alessandro Torlonia nel 1875, opera grandiosa, che peraltro era stata più volte programmata fin dall’epoca dell’impero Romano.

L'Enogastronomia
Una cucina, quella abruzzese, che ha molte anime, per la varietà del territorio e delle culture che in essa convivono. C’è l’evoluzione della cucina agropastorale, quella dei contadini e dei pastori “poveri” delle zone montane e pedemontane, fatta di piatti semplici e saporiti, di carni ovine, zuppe e minestre, formaggi ed erbe aromatiche e quella “colta e borghese” di Teramo, capace di valorizzare sapori primari con preparazioni più complesse: timballo di scrippelle, le “mazzarelle” e le “virtù”.