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I Boschi nella Regione Abruzzo: La Faggeta di Fonte Novello - Info Point Regione Abruzzo

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I Boschi nella Regione Abruzzo: La Faggeta di Fonte Novello

Le meraviglie > I Boschi in Abruzzo
I Boschi d'Abruzzo

Il bosco in Abruzzo ospita una fauna straordinariamente diversificata, che arricchisce il paesaggio naturale con la sua presenza silenziosa e sfuggente. Tra le montagne e le valli abruzzesi, molte specie trovano rifugio in un habitat ancora intatto e protetto, lontano dalle pressioni della modernità. Tra i mammiferi più iconici, il lupo appenninico è uno degli emblemi della regione. Il suo ritorno nelle aree montuose e boschive è segno di una natura che sta lentamente recuperando i suoi spazi. I lupi, pur essendo animali elusive, contribuiscono al mantenimento dell'equilibrio ecologico, controllando la popolazione di ungulati e aiutando la conservazione della biodiversità. Altra figura predominante nel bosco è l'orso bruno marsicano, una delle sottospecie più minacciate del continente. Questo enorme mammifero, purtroppo in via di estinzione, trova nei boschi abruzzesi un rifugio sicuro, dove poter vivere lontano da pericoli e in un ambiente ricco di risorse naturali. La sua presenza è un segnale della qualità dell'habitat che il Parco Nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise, offre, contribuendo anche alla ricerca e alla conservazione di specie rare e vulnerabili. Mentre l'orso si aggira nelle fitte faggete e nelle radure boschive, altri animali come il capriolo, il cervo e il cinghiale completano il quadro della fauna di questa regione montuosa. Nel sottobosco, invece, la fauna è altrettanto ricca, seppur meno visibile. In questo ambiente, tra arbusti e piante erbacee, vivono numerosi roditori, come il topo selvatico e lo scoiattolo, che si spostano agilmente tra i rami degli alberi. Questi piccoli mammiferi sono una risorsa importante per predatori più grandi come il falco pellegrino, che li caccia con la sua straordinaria velocità, e il rapace notturno, come l'allocco o la civetta, che approfitta dell’oscurità per cacciare. Le piccole specie contribuiscono a mantenere l’equilibrio dell’ecosistema forestale, dando nutrimento a molte specie carnivore. I boschi abruzzesi sono anche un rifugio per numerosi uccelli migratori che, durante i loro spostamenti, si fermano per riposarsi e rifocillarsi. La varietà di alberi e piante presenti, dai faggi agli abeti, dalle querce ai pini, offre loro una vasta gamma di nidi e ripari naturali. Tra i picchi, il picchio rosso maggiore e il picchio dorsobianco sono particolarmente numerosi in queste aree, mentre tra i rapaci, il gheppio e il nibbio reale sono facili da avvistare. La presenza di questi uccelli è indice di un ecosistema sano e di un territorio che riesce a sostenere una fauna complessa e interconnessa. Inoltre, il bosco abruzzese è anche la casa di numerosi insetti, alcuni dei quali sono essenziali per il processo di decomposizione e il ciclo vitale delle piante. Tra di essi, si trovano diverse specie di coleotteri, farfalle e api, che giocano un ruolo fondamentale nella pollinizzazione e nella cura dell'habitat. La presenza della Rosalia alpina, un cerambicide di interesse comunitario, è solo uno degli esempi di come anche il legno marcescente e la necromassa siano fondamentali per la biodiversità del bosco. La fauna che popola questi boschi è una risorsa ecologica che va tutelata con attenzione, affinché l'ecosistema continui a prosperare e rimanere integro nel tempo.La Faggeta di Fonte Novello

La Faggeta di Fonte Novello, si trova nel comprensorio di Intermesoli di Pietracamela (Te). La faggeta, è ubicata nell'alta Valle del Venacquaro, la faggeta di Fonte Novello rappresenta un biotopo di particolare rilevanza ambientale. La prolungata assenza di significativi interventi di utilizzazione, a seguito di un contenzioso per la proprietà del bosco tra due Comuni limitrofi (Fano Adriano e Pietracamela) ha permesso la conservazione di esemplari di faggio (Fagus selvatica L.) ultracentenari (età media 250 anni) di dimensioni colossali (diametri oltre il metro e altezze oltre i 40 m) e lo sviluppo di una struttura prevalentemente disetaneiforme assimilabile a quella delle foreste vetuste. La necromassa, uno dei principali attributi delle foreste vetuste, costituisce un carattere peculiare di tutta l'area non solo in termini quantitativi ma anche qualitativi: si riscontra infatti un'ampia diversificazione del legno morto con elementi a terra e in piedi, in diversi stadi di decomposizione. L'eterogeneità strutturale del bosco, sia verticale che orizzontale, modula i fattori ecologici a cui sono esposte le specie del sottobosco e crea una maggiore diversità a livello di popolamento rispetto a foreste regolarmente gestite. Le particolari condizioni riscontrate nel bosco vetusto di Fonte Novello favoriscono una fauna ricca e diversificata per la presenza di mammiferi (Cervus elephus, Sus scrofa, Canis lupus, Meles meles, Capreolus capreolus) e di specie ornitiche che trovano nei soprassuoli vetusti un habitat particolarmente idoneo: individui arborei senescenti o morti, di dimensioni almeno superiori a 15 cm di diametro, rappresentano un fattore condizionante la presenza delle specie più esigenti quali picchio rosso minore, picchio dorsobianco, picchio muratore, balia dal collare, rampichino alpestre. Inoltre, nella faggeta di Fonte Novello anche la presenza della Rosalia alpina, cerambicide di interesse prioritario a livello comunitario, è dovuta alla disponibilità di fusti di enormi dimensioni marcescenti o deperienti ai quali è legato il ciclo biologico di questa specie. Nell’alta Valle del Venacquaro, nella frazione d’Intemesoli, si trova il vetusto Bosco di Fonte Novello. Alcune decine di ettari di faggeta tra le più antiche e meglio conservate dell’intero arco appenninico. Sin dal 1600, il bosco è riuscito ad evitare impieghi forestali grazie alla lunga contesa tra il comune di Pietracamela e quello confinante di Fano Adriano, entrambi intenti ad impossessarsene. Ciò ha permesso lo sviluppo di alberi secolari di dimensioni colossali (oltre il metro di diametro dei fusti e oltre i quaranta metri di altezza delle chiome). La grande quantità di legno in decomposizione crea nel sottobosco un micro ambiente altamente diversificato e ricco; allo stesso tempo le particolari condizioni riscontrate nel bosco vetusto di Fonte Novello favoriscono una fauna ricca ed eterogenea con la presenza di mammiferi e di specie ornitiche che trovano nei soprassuoli vetusti un habitat particolarmente idoneo. Oggi il bosco è sotto la tutela del Parco Nazionale d’Abruzzo e Monti della Laga ed è raggiungibile partendo dal sentiero sterrato che dal paese d’Intermesoli si inerpica verso l’alta Valle del Venacquaro.La Faggeta di Fonte Novello, situata nell'alta Valle del Venacquaro, è un luogo di straordinaria importanza ecologica. Questo biotopo, che si estende nel territorio della frazione di Intermesoli, nel comune di Pietracamela, rappresenta uno degli ambienti naturali più preservati dell'Abruzzo, grazie alla prolungata assenza di interventi di sfruttamento dovuti a un contenzioso tra i comuni di Fano Adriano e Pietracamela. La faggeta ospita esemplari di faggio (Fagus sylvatica) ultracentenari, alcuni dei quali superano i 40 metri di altezza e i 100 cm di diametro, creando un paesaggio maestoso e silenzioso che si fa riserva naturale di biodiversità.
Il bosco si caratterizza per la sua struttura vetusta, con una composizione eterogenea che riflette la sua evoluzione naturale nel tempo. Le piante di faggio, ormai mature, creano uno scenario che ricorda quello delle foreste primordiali, con una ricca presenza di necromassa, ovvero legno morto in vari stadi di decomposizione, che arricchisce il terreno e favorisce una diversità biologica unica. Questa varietà di materiali, dai tronchi a terra a quelli ancora in piedi, crea microhabitat ideali per numerosi organismi, contribuendo alla stabilità ecologica dell’area. L’eterogeneità della struttura del bosco, sia verticale che orizzontale, regola i fattori ecologici, favorendo un ecosistema più complesso rispetto a boschi gestiti regolarmente.
La biodiversità della Faggeta di Fonte Novello si estende anche alla fauna, grazie all’ambiente incontaminato che ospita numerosi mammiferi, tra cui cervi, cinghiali, lupi, tassi e caprioli. Questi animali trovano un habitat ideale nella foresta, dove la presenza di vegetazione matura e di legno morto offre riparo e nutrimento. La zona è anche un importante rifugio per molte specie ornitiche, in particolare i picchi, che approfittano degli alberi senescenti e dei tronchi morti per nidificare e cercare cibo. Tra le specie più rare e significative troviamo il picchio rosso minore, il picchio dorsobianco e il picchio muratore, che traggono vantaggio dalla presenza di alberi con diametri superiori ai 15 cm.
La fauna del sottobosco è altrettanto ricca e varia, con diverse specie che si nascondono tra le fitte radici e la vegetazione che cresce rigogliosa sotto le fronde degli alberi. L’ambiente di Fonte Novello, con la sua relativa oscurità e umidità, è perfetto per una fauna diversificata che si nutre di insetti, funghi e altre piccole forme di vita. La continua interazione tra il legno in decomposizione, le piante erbacee e la fauna che le popola crea un equilibrio perfetto per la conservazione della biodiversità.
Una delle presenze più affascinanti e significative di questa faggeta è la Rosalia alpina, una specie di cerambicide di interesse comunitario che trova nel legno marcescente dei faggi il suo habitat ideale. La disponibilità di tronchi di grandi dimensioni e la decomposizione del legno forniscono il nutrimento necessario al ciclo biologico di questo raro coleottero, il cui habitat è ormai limitato a poche aree protette. La sua presenza testimonia la salubrità dell’ambiente di Fonte Novello e l’importanza di preservare questo luogo come un tesoro naturale da tutelare per le generazioni future.
Fare trekking ai piedi del Gran Sasso d’Italia è un'esperienza unica che permette di immergersi nella bellezza incontaminata di uno dei massicci montuosi più affascinanti dell’Appennino. L'area circostante offre una vasta gamma di itinerari, adatti a tutti i livelli di difficoltà, che si snodano tra vallate, prati fioriti e boschi di faggio, regalando panorami spettacolari sulle vette imponenti e sulle distese verdi sottostanti. Percorrendo i sentieri che partono dalla Piana di Campo Imperatore, uno degli altopiani più vasti d’Italia, si ha l’opportunità di godere di un paesaggio quasi surreale, dominato dalle cime del Corno Grande e del Corno Piccolo. Qui, tra pascoli e panorami mozzafiato, è possibile immergersi in una tranquillità unica, a pochi passi dai rifugi alpini dove trovare riparo e ristoro. I percorsi non sono solo un piacere per gli occhi, ma anche un'opportunità per avvicinarsi alla fauna locale: dai camosci che scalano ripide pareti rocciose alle aquile reali che sorvolano le valli, la biodiversità del Gran Sasso è un richiamo irresistibile per chi ama la natura selvaggia. I sentieri sono ben segnalati e consentono di percorrere sia tratti più brevi, ideali per una passeggiata pomeridiana, che itinerari più impegnativi che si avvicinano alle cime, regalando una sfida entusiasmante agli escursionisti più esperti. Tra gli angoli più suggestivi della zona, il borgo di Santo Stefano di Sessanio, con le sue case in pietra, rappresenta il punto di partenza ideale per escursioni che conducono a Rocca Calascio, una delle fortezze più affascinanti d’Italia, che spunta sopra il paesaggio come un’antica sentinella. Da questo punto, lo sguardo si perde a 360 gradi sulle valli e sulla maestosità del Gran Sasso, creando un ricordo indelebile di un’esperienza di trekking. Nonostante l'altezza, il trekking ai piedi del Gran Sasso è praticabile anche in primavera e autunno, quando il clima è più mite e la natura offre spettacolari colori autunnali o fioriture primaverili. Sia che si scelga di avventurarsi lungo sentieri noti o di esplorare i percorsi meno battuti, ogni passo sui monti del Gran Sasso è una possibilità di scoprire la tranquillità, la storia e la biodiversità di questa regione dell'Appennino, lontana dalla frenesia della vita quotidiana.

Montagna d'estate
Al crescente sviluppo del turismo attivo, sportivo e d’avventura l’Abruzzo risponde giocando le carte vincenti della sua natura forte, dei suoi territori incontaminati, dei suoi mille sentieri fra laghi, gole, torrenti e fiumi, castelli, eremi, vette, altipiani, boschi, antichi borghi: un mix emozionante per vacanze fuori dai luoghi comuni. Chi conquista una qualsiasi delle vette abruzzesi, e gira lo sguardo tutt’attorno, capisce quanto siano vere le parole del famoso orientalista Giuseppe Tucci, secondo il quale nessun altro paesaggio del mondo assomiglia tanto al Tibet come l’Abruzzo montano. Agli appassionati degli sport alpini più impegnativi, i massicci...
La Valle Peligna è una delle aree più affascinanti dell'Abruzzo, situata nel cuore della regione, tra le catene montuose della Maiella, del Sirente e del Morrone. Questo territorio, caratterizzato da un'ampia conca pianeggiante a circa 400 metri di altitudine, ha una storia ricca e un panorama unico che mescola bellezza naturale e cultura millenaria. Nota per essere stata un antico lago prosciugatosi nel corso dei millenni, la valle presenta oggi un paesaggio vario e fertile, attraversato dal fiume Aterno-Pescara e costellato di oliveti, vigneti e piccoli borghi. È un luogo ideale per chi ama la natura e vuole esplorare la cultura abruzzese, grazie alla varietà di esperienze offerte, che spaziano dall'escursionismo alle visite storiche. Sulmona, la città principale della valle, è famosa per essere la patria del poeta latino Ovidio e per la tradizione dei confetti, ancora oggi realizzati con tecniche artigianali. Il centro storico di Sulmona conserva tesori architettonici come la Cattedrale di San Panfilo, il Complesso dell'Annunziata e il maestoso acquedotto medievale, rendendo la città un punto di riferimento culturale nella regione. La Valle Peligna è anche una porta d’accesso a paesaggi spettacolari, grazie alla vicinanza con parchi naturali come il Parco Nazionale della Maiella. Escursionisti e amanti dell’outdoor possono esplorare i sentieri che conducono al monte Morrone o alle Gole di San Venanzio, mentre gli appassionati di storia possono visitare siti come gli eremi celestiniani e il sito archeologico di Corfinium, antica capitale della Lega Italica. Rinomata anche per i suoi prodotti tipici, come l’olio extravergine d’oliva e i vini Montepulciano d'Abruzzo e Trebbiano, la Valle Peligna offre una combinazione perfetta di natura, storia e gastronomia. Un viaggio in questa valle è un’esperienza completa, che regala ai visitatori un assaggio dell'autenticità e della bellezza dell’Abruzzo.

Le valli in Abruzzo
Le valli dell'Abruzzo rappresentano uno degli aspetti più affascinanti del suo paesaggio naturale, incorniciate tra le maestose cime dell'Appennino e ricche di storia, cultura e biodiversità. Tra le più importanti si trovano la Valle Peligna, la Valle del Sagittario, la Valle del Vomano e la Valle Roveto, ciascuna con caratteristiche uniche che raccontano la complessità e la bellezza di questa regione.
La Valle Peligna, situata al centro dell'Abruzzo, è nota per la sua storia antica, essendo stata un importante centro della civiltà italica dei Peligni. Qui si trova Sulmona, patria del poeta Ovidio e celebre per la produzione dei confetti. La valle è circondata da montagne imponenti...
L'Altopiano delle Cinquemiglia è un suggestivo altopiano dell'Abruzzo, situato a circa 1.200 metri di altitudine tra i comuni di Roccaraso, Rivisondoli e Pescocostanzo. Questa vasta area pianeggiante si estende per circa 7 chilometri di lunghezza e 2 chilometri di larghezza, incastonata tra le imponenti montagne dell'Appennino centrale. Caratterizzato da paesaggi incantevoli e da una natura incontaminata, l'altopiano è una destinazione ideale per escursionisti, appassionati di natura e amanti della storia. La zona è nota per i suoi contrasti stagionali: in estate, i prati si tingono di verde e accolgono animali al pascolo, mentre in inverno, l'intero altopiano è spesso ricoperto da una coltre di neve che crea panorami fiabeschi. Grazie alla sua altitudine, l'area è famosa anche per essere tra le più fredde d'Abruzzo, tanto da essere ricordata storicamente come un passaggio impervio per i viandanti e le greggi durante i mesi invernali. Dal punto di vista naturalistico, l'Altopiano delle Cinquemiglia offre una ricca biodiversità. È un luogo ideale per passeggiate e trekking, con sentieri che attraversano dolci pendii e regalano viste spettacolari sulle catene montuose circostanti, tra cui il Gran Sasso e la Maiella. In primavera e in estate, l'area si popola di una colorata varietà di fiori selvatici, mentre i cieli sono spesso attraversati da rapaci, come falchi e aquile. La visita all'altopiano può essere arricchita dalla scoperta dei vicini borghi medievali, come Rivisondoli, Roccaraso e Pescocostanzo, noti per il loro fascino storico, le tradizioni artigianali e la gastronomia tipica. L'Altopiano delle Cinquemiglia non è solo un luogo di straordinaria bellezza naturale, ma anche un simbolo dell'Abruzzo autentico, dove cultura, storia e natura si intrecciano in un’armonia perfetta.

Gli altopiani in Abruzzo
Gli altopiani dell'Abruzzo rappresentano un elemento distintivo del paesaggio naturale di questa regione, caratterizzata da una geografia unica e affascinante. Tra i più noti troviamo l'Altopiano delle Cinquemiglia, il Piano delle Rocche e il celebre Altopiano di Campo Imperatore. Questi altopiani si estendono tra i massicci montuosi dell'Appennino centrale, offrendo panorami mozzafiato e un ambiente naturale straordinariamente ricco, ideale per escursioni, attività all'aria aperta e osservazione della flora e della fauna tipiche della regione. Campo Imperatore, spesso chiamato il "Piccolo Tibet", è probabilmente l'altopiano più famoso d'Abruzzo...




Le gole in Abruzzo
Le gole dell'Abruzzo rappresentano uno degli spettacoli naturali più affascinanti della regione, dove la forza dell'acqua e del tempo ha scolpito profondi canyon e paesaggi suggestivi. Questi luoghi sono spesso immersi in contesti di grande rilevanza naturalistica e storica, offrendo opportunità di esplorazione e avventura. Tra le gole più celebri si trovano le Gole del Sagittario, le Gole di Celano, le Gole del Salinello e la Riserva Naturale delle Gole di San Venanzio. Le Gole del Sagittario, situate nei pressi di Anversa degli Abruzzi, sono un esempio emblematico dell’armonia tra natura e biodiversità. Questo canyon, scavato dal fiume Sagittario, è circondato da...

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