Sito archeologico in Provincia di Teramo: Area Archeologica di Atri – Atri (Te) - Abruzzo
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I principali siti archeologici nella Provincia di Teramo - Abruzzo


Questa origine illirica e sicula è ben visibile anche nel nome Hatria, che condivide la radice con Hatranus o Hadranus, una divinità sicula spesso raffigurata con un cane, animale a lei sacro. Monete con l'effigie di questa divinità sono state coniate, secondo molti studiosi, ancor prima dei contatti con Roma. Atri si contende con Adria, in Veneto, l'onore di aver dato il nome al mare Adriatico. Nel corso dei secoli, il territorio di Atri fu teatro di varie migrazioni, a partire dai popoli illirici, seguiti dalle genti umbro-sabelliche e infine dai Piceni, che dominarono l'area.
In epoca antica, Atri fu un centro di fiorenti scambi commerciali con popolazioni come gli Etruschi, gli Umbri e la Grecia. Esportava principalmente vino e olio, e l'Ager Hatrianus si estendeva dal fiume Tordino a nord, comprendendo il Vomano, fino al fiume Saline a sud, dove iniziava il territorio dei Vestini. A ovest, il confine della città era segnato dalle pendici del Gran Sasso. Questi scambi commerciali hanno contribuito alla crescita della città e alla sua prosperità, rendendo Atri un importante nodo commerciale nel mondo antico.
Atri era anche famosa per la sua tradizione di oreficeria, simbolo del lusso e della raffinatezza della sua popolazione. La città divenne un importante centro di produzione e esportazione di gioielli, alcuni dei quali, di origine etrusca o locale, sono stati rinvenuti durante gli scavi archeologici. Questi reperti sono oggi esposti in vari musei, tra cui il Museo Archeologico Nazionale di Campli, il Museo Paludi di Celano e il British Museum di Londra. Questi straordinari monili testimoniano non solo l’abilità artigianale della popolazione atriana, ma anche il suo stretto legame con le altre culture del Mediterraneo.
L’Abruzzo medievale e rinascimentale
Splendide chiese medievali al centro di solitari altopiani ed eremi nascosti negli anfratti delle montagne, imponenti abbazie e poderosi castelli, sono gli elementi che più originalmente qualificano il paesaggio abruzzese. Il Medioevo è infatti l’epoca che ha lasciato sul territorio le tracce più evidenti e suggestive, capaci di imprimersi per sempre negli occhi e nel cuore dei visitatori. La montagna abruzzese ebbe nel Medioevo una grande importanza militare ed economica, e fu quindi interessata da una straordinaria fioritura di opere d’arte. Lungo tutta la dorsale appenninica e nei suoi centri abitati, grandi e piccoli, i palazzi, i castelli e le chiese romaniche, gotiche e rinascimentali d’Abruzzo fiorirono con grande rigoglio, spesso abbellite dall’apporto di artisti di grande valore: gli enormi capitali prodotti in regione dalla grande stagione della pastorizia produssero infatti in quest’epoca i loro frutti più ricchi e duraturi.


L’Abruzzo montano
Con numerosi centri sciistici con impianti di avanguardia, comprende i maggiori massicci dell’Appennino (il Gran Sasso d’Italia e la Majella), numerosi rilievi che raggiungono anch’essi notevole altitudine e altipiani intervallati dalle conche dell’Aquila e di Sulmona, mentre verso il confine con il Lazio si stende la fertile conca del Fucino, risultante dal prosciugamento del lago omonimo portato a termine dal Duca Alessandro Torlonia nel 1875, opera grandiosa, che peraltro era stata più volte programmata fin dall’epoca dell’impero Romano.

L'Enogastronomia
Una cucina, quella abruzzese, che ha molte anime, per la varietà del territorio e delle culture che in essa convivono. C’è l’evoluzione della cucina agropastorale, quella dei contadini e dei pastori “poveri” delle zone montane e pedemontane, fatta di piatti semplici e saporiti, di carni ovine, zuppe e minestre, formaggi ed erbe aromatiche e quella “colta e borghese” di Teramo, capace di valorizzare sapori primari con preparazioni più complesse: timballo di scrippelle, tra cui le “mazzarelle”; “virtù”. Meno evocativa dell’Abruzzo -percepita come regione di montagne...

Un grande museo all’aperto
Noto in tutto il mondo per la sua natura, l’Abruzzo espone, come un grande museo all’aperto senza orari né mura, opere d’arte e monumenti nel suo peculiare e intatto paesaggio. Accanto a luoghi celeberrimi come la rocca di Calascio, lo straordinario centro storico di Pescocostanzo, il Museo Archeologico Nazionale di Chieti, il poderoso castello cinquecentesco dell’Aquila, emozionano il viaggiatore decine e decine di meraviglie meno note, sparse in ogni angolo della regione. I restauri di chiese e castelli, la sistemazione e la valorizzazione dei siti...

Chiese e santuari in Abruzzo
La provincia dell’Aquila, immersa nel cuore dell’Abruzzo, è un territorio ricco di storia e spiritualità, dove chiese e santuari raccontano secoli di fede e tradizioni.
Tra i paesaggi montuosi del Gran Sasso e della Majella, sorgono luoghi di culto che custodiscono tesori artistici e culturali, attirando pellegrini e visitatori da ogni parte del mondo. L’Aquila stessa, capoluogo della provincia, vanta edifici religiosi di grande rilievo. La Basilica di Santa Maria di Collemaggio è un capolavoro del gotico abruzzese, famosa per la sua facciata policroma...