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Sito archeologico in Provincia di Teramo: Area Archeologica di Atri – Atri (Te) - Abruzzo - Info Point Regione Abruzzo

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Sito archeologico in Provincia di Teramo: Area Archeologica di Atri – Atri (Te) - Abruzzo

Le meraviglie > Archeologia in Abruzzo > Archeologia TE
I principali siti archeologici nella Provincia di Teramo - Abruzzo

L'Area Archeologica di Atri, situata nel comune omonimo in provincia di Teramo, è uno dei siti più affascinanti dell'Abruzzo, ricco di testimonianze che raccontano la storia di una città che ha radici profonde nell'antichità. Fondata dai popoli illirici o piceni, come suggeriscono le evidenze archeologiche, Atri fu un importante centro commerciale e culturale, sia in epoca pre-romana che durante la romanizzazione. Il sito, che si estende nella parte centrale della città moderna, conserva tracce di abitazioni, strutture pubbliche e monumenti che testimoniano la vivacità e la prosperità della città antica. Gli abitanti dell'antica Hatria, così come veniva chiamata la città, erano strettamente legati alle tradizioni locali e alle influenze di altre culture del Mediterraneo, come quella etrusca e greca. Atri era un punto di passaggio per importanti vie di comunicazione, il che favoriva lo scambio commerciale di beni come vino e olio, prodotti tipici dell'area. L'area archeologica rivela anche la presenza di edifici pubblici, come templi e luoghi di culto, che dimostrano come gli atriani praticassero una religiosità legata alle divinità locali, ma anche quelle importate dalle culture vicine, come il culto di divinità etrusche. Con l'arrivo dei Romani, Atri divenne parte integrante del tessuto amministrativo e culturale dell'Impero. La città fu inserita nell'Ager Hatrianus, un territorio che si estendeva su una vasta area tra il fiume Tordino e il Vomano. Gli abitanti atriani beneficiarono della romanizzazione, testimoniata dalla costruzione di infrastrutture come strade, templi e teatri, che hanno lasciato tracce evidenti nel sito archeologico. L'integrazione di Atri nella rete di comunicazione dell'Impero facilitò anche lo sviluppo di nuove attività economiche, consolidando la sua importanza nel panorama regionale. Oggi, l'Area Archeologica di Atri è un'importante risorsa per lo studio della storia antica dell'Abruzzo. I reperti rinvenuti, come monili e oggetti di oreficeria, molti dei quali sono conservati in musei locali e internazionali, raccontano la raffinatezza e il lusso della popolazione atriana. La città, infatti, era conosciuta per la produzione di gioielli di alta qualità, che venivano esportati in altre zone dell'Impero. L'area archeologica è oggi un luogo di grande interesse per archeologi, storici e visitatori, che possono così immergersi nella storia di Atri, una città che ha svolto un ruolo cruciale nell'evoluzione della regione e delle sue tradizioni culturali.Siti Archeologici in Abruzzo:
Area Archeologica di Atri (Te). Hatria, oggi Atri, è una città posta in provincia di Teramo, anche se più vicina e meglio collegata con Pescara e la sua area metropolitana, nel comprensorio delle Terre del Cerrano, in Abruzzo. Secondo una leggenda vanne fondata da Diomede il quale, essendovi giunto in inverno ed avendovi tuttavia trovato una giornata di sole, la chiamò Haithria, cioè sereno, nome poi corrotto in Hatria. Secondo altri le sue origini leggendarie risalirebbero alle migrazioni dalla Dalmazia del X sec. a. C., degli Illiri che, attraversato l'Adriatico, si stabilirono anche sulle opposte sponde del Piceno, spingendosi pure nelle valli interne e integrandosi con le primitive popolazioni indigene. Questa impronta illirico-sicula si evincerebbe anche dal nome Hatria, caratterizzata dalla stessa radice di Hatranus o Hadranus, divinità sicula raffigurata insieme al cane, animale ad essa sacro, sulle monete cittadine coniate, secondo molti studiosi, anteriormente ai primi contatti con Roma. Atri si contende con Adria veneta l'onore di aver dato il nome al mare Adriatico. Il territorio su cui era sorta Atri fu sottoposto successivamente alle migrazioni delle genti umbro-sabelliche, a loro volta soppiantate dai Piceni. In antico la città ebbe floridi commerci con gli Etruschi, gli Umbri e con la Grecia alla quale esportava vino e olio. L'Ager Hatrianus si estendeva a nord dal fiume Tordino, comprendeva il Vomano, e finiva a sud fino al fiume Saline, dove aveva inizio il territorio dei Vestini, mentre il confine occidentale coincideva con le pendici del Gran Sasso. Ad Hatria era molto viva anche l'oreficeria, segno del lusso della sua popolazione, ma pure oggetto di grande esportazione. Ad Hatria sono stati rinvenuti splendidi monili (secondo alcuni etruschi, secondo altri locali), conservati oggi nel museo archeologico nazionale di Campli o museo Paludi di Celano, qui rinvenuti oppure sono conservati al British Museum di Londra. Area Archeologica di Atri (Te)

Atri, anticamente conosciuta come Hatria, è una città situata nella provincia di Teramo, sebbene sia più facilmente raggiungibile da Pescara e dalla sua area metropolitana, nel comprensorio delle Terre del Cerrano, in Abruzzo. Secondo una leggenda, la città fu fondata da Diomede, il quale, giunto in inverno, trovò una giornata di sole che lo ispirò a chiamarla Haithria, un nome che significa "sereno", successivamente corrotto in Hatria. Altri studi fanno risalire le origini di Atri a migrazioni illiriche dal X secolo a.C., quando i popoli Illiri attraversarono l'Adriatico e si stabilirono sulle sponde del Piceno, spingendosi anche nelle valli interne dove si integrarono con le popolazioni indigene.
Questa origine illirica e sicula è ben visibile anche nel nome Hatria, che condivide la radice con Hatranus o Hadranus, una divinità sicula spesso raffigurata con un cane, animale a lei sacro. Monete con l'effigie di questa divinità sono state coniate, secondo molti studiosi, ancor prima dei contatti con Roma. Atri si contende con Adria, in Veneto, l'onore di aver dato il nome al mare Adriatico. Nel corso dei secoli, il territorio di Atri fu teatro di varie migrazioni, a partire dai popoli illirici, seguiti dalle genti umbro-sabelliche e infine dai Piceni, che dominarono l'area.
In epoca antica, Atri fu un centro di fiorenti scambi commerciali con popolazioni come gli Etruschi, gli Umbri e la Grecia. Esportava principalmente vino e olio, e l'Ager Hatrianus si estendeva dal fiume Tordino a nord, comprendendo il Vomano, fino al fiume Saline a sud, dove iniziava il territorio dei Vestini. A ovest, il confine della città era segnato dalle pendici del Gran Sasso. Questi scambi commerciali hanno contribuito alla crescita della città e alla sua prosperità, rendendo Atri un importante nodo commerciale nel mondo antico.
Atri era anche famosa per la sua tradizione di oreficeria, simbolo del lusso e della raffinatezza della sua popolazione. La città divenne un importante centro di produzione e esportazione di gioielli, alcuni dei quali, di origine etrusca o locale, sono stati rinvenuti durante gli scavi archeologici. Questi reperti sono oggi esposti in vari musei, tra cui il Museo Archeologico Nazionale di Campli, il Museo Paludi di Celano e il British Museum di Londra. Questi straordinari monili testimoniano non solo l’abilità artigianale della popolazione atriana, ma anche il suo stretto legame con le altre culture del Mediterraneo.
L’Abruzzo medievale e rinascimentale
Splendide chiese medievali al centro di solitari altopiani ed eremi nascosti negli anfratti delle montagne, imponenti abbazie e poderosi castelli, sono gli elementi che più originalmente qualificano il paesaggio abruzzese. Il Medioevo è infatti l’epoca che ha lasciato sul territorio le tracce più evidenti e suggestive, capaci di imprimersi per sempre negli occhi e nel cuore dei visitatori. La montagna abruzzese ebbe nel Medioevo una grande importanza militare ed economica, e fu quindi interessata da una straordinaria fioritura di opere d’arte. Lungo tutta la dorsale appenninica e nei suoi centri abitati, grandi e piccoli, i palazzi, i castelli e le chiese romaniche, gotiche e rinascimentali d’Abruzzo fiorirono con grande rigoglio, spesso abbellite dall’apporto di artisti di grande valore: gli enormi capitali prodotti in regione dalla grande stagione della pastorizia produssero infatti in quest’epoca i loro frutti più ricchi e duraturi.


L’Abruzzo montano
Con numerosi centri sciistici con impianti di avanguardia, comprende i maggiori massicci dell’Appennino (il Gran Sasso d’Italia e la Majella), numerosi rilievi che raggiungono anch’essi notevole altitudine e altipiani intervallati dalle conche dell’Aquila e di Sulmona, mentre verso il confine con il Lazio si stende la fertile conca del Fucino, risultante dal prosciugamento del lago omonimo portato a termine dal Duca Alessandro Torlonia nel 1875, opera grandiosa, che peraltro era stata più volte programmata fin dall’epoca dell’impero Romano.


L'Enogastronomia
Una cucina, quella abruzzese, che ha molte anime, per la varietà del territorio e delle culture che in essa convivono. C’è l’evoluzione della cucina agropastorale, quella dei contadini e dei pastori “poveri” delle zone montane e pedemontane, fatta di piatti semplici e saporiti, di carni ovine, zuppe e minestre, formaggi ed erbe aromatiche e quella “colta e borghese” di Teramo, capace di valorizzare sapori primari con preparazioni più complesse: timballo di scrippelle, tra cui le “mazzarelle”; “virtù”. Meno evocativa dell’Abruzzo -percepita come regione di montagne...


Un grande museo all’aperto
Noto in tutto il mondo per la sua natura, l’Abruzzo espone, come un grande museo all’aperto senza orari né mura, opere d’arte e monumenti nel suo peculiare e intatto paesaggio. Accanto a luoghi celeberrimi come la rocca di Calascio, lo straordinario centro storico di Pescocostanzo, il Museo Archeologico Nazionale di Chieti, il poderoso castello cinquecentesco dell’Aquila, emozionano il viaggiatore decine e decine di meraviglie meno note, sparse in ogni angolo della regione. I restauri di chiese e castelli, la sistemazione e la valorizzazione dei siti...
La Basilica di Santa Maria di Collemaggio, situata a L'Aquila, è uno dei luoghi più significativi e affascinanti della città, nonché un capolavoro dell'architettura romanico-gotica abruzzese. Fondata nel 1287 da Pietro da Morrone, futuro Papa Celestino V, la basilica rappresenta non solo un importante punto di riferimento religioso, ma anche un simbolo della storia di L'Aquila e della sua resilienza. La sua facciata, caratterizzata da un magnifico portale e da decorazioni marmoree, cattura immediatamente l'attenzione dei visitatori, mentre l'interno, ampio e solenne, ospita opere d'arte di grande valore. Nel corso dei secoli, la basilica ha vissuto numerosi eventi storici e spirituali, ma è celebre soprattutto per il suo legame con il Giubileo Celestiniano, una tradizione che richiama i fedeli ogni anno per celebrare il perdono e la pace. La Basilica di Santa Maria di Collemaggio è anche il luogo dove, nel 2009, venne celebrato il funerale delle vittime del devastante terremoto che ha colpito la città. Nonostante i danni subiti dal sisma, la basilica è stata restaurata e riaperta al pubblico, continuando a essere un simbolo di speranza per gli aquilani. Il restauro, che ha visto l'impegno di numerosi esperti e artigiani, ha permesso di recuperare la magnificenza originaria della struttura, rendendo la basilica ancora più maestosa e suggestiva. Oltre alla sua funzione religiosa, la basilica è anche un importante attrattore turistico, grazie alla sua storia, all'architettura e al suo legame indissolubile con la città. Visitando la Basilica di Santa Maria di Collemaggio, i turisti possono immergersi in un'atmosfera di spiritualità e cultura, apprezzando un monumento che ha attraversato i secoli senza mai perdere la sua bellezza e il suo significato.

Chiese e santuari in Abruzzo
La provincia dell’Aquila, immersa nel cuore dell’Abruzzo, è un territorio ricco di storia e spiritualità, dove chiese e santuari raccontano secoli di fede e tradizioni.
Tra i paesaggi montuosi del Gran Sasso e della Majella, sorgono luoghi di culto che custodiscono tesori artistici e culturali, attirando pellegrini e visitatori da ogni parte del mondo. L’Aquila stessa, capoluogo della provincia, vanta edifici religiosi di grande rilievo. La Basilica di Santa Maria di Collemaggio è un capolavoro del gotico abruzzese, famosa per la sua facciata policroma...
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