Grotte nella Regione Abruzzo: Grotta a Male
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La Grotta a Male, anticamente nota come Grotta Amare, si trova nella Valle del Vasto, nei pressi di Assergi, in provincia dell’Aquila, all'interno del Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga. Con un'estensione di circa 500 metri e una profondità massima di 84 metri, è la cavità più vasta del massiccio del Gran Sasso. Il suo nome attuale deriva dalla sua posizione sulle pendici delle Malecoste, sebbene potrebbe avere origine dal termine dialettale "amare" (amaro), forse a indicare le difficoltà di accesso alla grotta.
Considerata la prima grotta in Italia ad essere esplorata con un approccio speleologico, fu visitata da Francesco De Marchi il 20 agosto 1573, il giorno dopo la sua ascensione al Corno Grande del Gran Sasso. La sua descrizione è riportata nel Trattato di Architettura Militare, dove De Marchi racconta di essersi avventurato all’interno della grotta, già nota in epoca preistorica, ma mai documentata prima. Nel suo resoconto, descrive figure naturali che evocano forme umane e animali, oltre a stalattiti e stalagmiti, testimonianza dell'azione millenaria dell'acqua sulla roccia.
Nel XX secolo, numerose campagne di scavo hanno portato alla luce reperti risalenti al Neolitico, all’Eneolitico e all’Età del Bronzo, confermando l’utilizzo della grotta sia come luogo di culto e sepoltura in epoca preistorica, sia come fornace per la lavorazione dei metalli. Tra le scoperte più significative vi è un forno per la fusione del bronzo. Grazie agli studi condotti dal professor Sergio Pannuti e al ritrovamento di manufatti, frammenti di vasellame e resti umani, nacque l’idea di realizzare una mostra dedicata alla Grotta a Male e alla speleologia, contribuendo alla creazione del Museo di Speleologia “V. Rivera”.
L’interno della grotta presenta una temperatura costante di circa 12 °C e un’umidità relativa superiore al 90%, mentre l’acqua del Lago De Marchi registra una temperatura media di 7 °C. Dopo l’ampio androne iniziale, si accede alla Sala del Tronco, da cui si diramano vari cunicoli, tra cui il passaggio che conduce alla Sala dei Colossi, la più grande della grotta, lunga oltre 55 metri. Proseguendo lungo la parete inferiore sinistra si giunge a un pozzo di 15 metri che porta a un'altra sala, da cui si sviluppano il Ramo delle Pannocchie e il Ramo dei Laghi, quest'ultimo caratterizzato dalla presenza di una sorgente attiva. Percorrendo invece la parete inferiore destra della Sala dei Colossi, si raggiunge la Sala della Croce, dove De Marchi incise un segno cristiano. L'esplorazione subacquea del Lago De Marchi si è spinta fino a circa 30 metri di profondità, ma è stata interrotta a causa della ristrettezza dei passaggi sommersi. Negli anni ‘90, il Gruppo Speleologico Aquilano ha aperto un nuovo passaggio, denominato Ramo del Morto, dove fu rinvenuto uno scheletro umano, successivamente recuperato dalla Soprintendenza Archeologica dell’Abruzzo. Per motivi di sicurezza, l’accesso alla grotta è consentito solo con guide speleologiche autorizzate, mentre l’ultima sezione, che conduce al fondo attraverso una serie di pozzi verticali, è riservata esclusivamente a speleologi esperti con attrezzatura adeguata.


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