Personaggi illustri dell’Abruzzo: Celestino V
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I Personaggi che hanno portato lustro all'Abruzzo

(Nato a Isernia nel 1215)
Celestino V, nato Pietro Angelerio (o secondo alcuni Angeleri) nel 1215 a Isernia, è stato il 192º Papa della Chiesa cattolica, regnando per un breve periodo dal 29 agosto al 13 dicembre 1294. Conosciuto come Pietro da Morrone, è stato una figura mistica e umile, profondamente legata alla spiritualità e alla vita monastica. La sua elezione al papato avvenne dopo un lungo Conclave segnato da ostacoli, tra cui la peste, e avvenne quando Celestino aveva già superato gli ottant'anni. Nel suo pontificato, che durò appena tre mesi, promosse importanti iniziative, tra cui la Perdonanza, una celebrazione giubilare che ancora oggi viene celebrata annualmente a L'Aquila, dove fu anche incoronato nella basilica di Santa Maria di Collemaggio, che lui stesso aveva contribuito a costruire.
Celestino V rimase una figura misteriosa per la sua breve esperienza al vertice della Chiesa, ma la sua abdicazione spontanea lo ha reso celebre. Il 13 dicembre 1294, dopo soli tre mesi di pontificato, decise di rinunciare al ruolo di Papa in una cerimonia plateale: si tolse la tiara, l'anello e il mantello papale e, con grande umiltà, si rivestì con la tonaca della sua congregazione. Sedendosi a terra, invitò i cardinali a scegliere un nuovo Papa per il bene della Chiesa. Questo gesto di "gran rifiuto", descritto da Dante nella Divina Commedia come un atto di viltà, ha reso Celestino V una figura controversa, ma la sua decisione rimane un mistero, legato probabilmente alla sua inadeguatezza alla vita pubblica e alle pressioni politiche del tempo, come quelle del re di Napoli Carlo II d'Angiò.
La figura di Celestino V è diventata immortale grazie a Dante Alighieri, che lo collocò nell'Antinferno della Divina Commedia tra gli ignavi, coloro che, per paura o debolezza, non presero mai una posizione decisa nella vita. Dante lo descrisse come colui che "fece per viltade il gran rifiuto", un’etichetta che ha segnato la sua reputazione nei secoli. Se non fosse stato per i versi immortali del Sommo Poeta, Celestino V rischiava di essere dimenticato come tanti altri papi medievali che non lasciarono un segno duraturo nella storia della Chiesa. Eppure, la sua vita e le sue scelte continuano a suscitare domande, alimentando la curiosità sul vero motivo che lo spinse a rinunciare a un ruolo così prestigioso e influente.
Pietro del Morrone, figlio di una famiglia contadina, scelse fin da giovane una vita di ascetismo e solitudine tra le montagne. Divenne monaco benedettino e fondò la congregazione dei Celestini, che portò il suo nome. La sua vita contemplativa e la sua fama di uomo santo lo portarono a essere scelto come Papa in un periodo di grande incertezza per la Chiesa. Nonostante la sua fede profonda e il suo spirito di sacrificio, Celestino V si trovò sopraffatto dalle difficoltà politiche e dall'inesperienza nella gestione degli affari pubblici, che lo portarono a un rapido allontanamento dal papato. Abdicò e tornò alla vita eremitica, ma non senza portarsi dietro le insegne papali, un gesto che aggiunse mistero alla sua decisione.
Dopo l'abdicazione di Celestino V, la via fu spianata per l'elezione di Bonifacio VIII, che temeva la possibile rivolta del suo predecessore. Bonifacio VIII fece arrestare Celestino, che stava tentando di fuggire in Grecia, e lo rinchiuse nel castello di Fumone, in Ciociaria, dove visse in isolamento fino alla sua morte, avvenuta nel maggio del 1296. Celestino V fu venerato come santo dalla Chiesa cattolica, che ne celebra la festa liturgica il 19 maggio, e viene considerato patrono di Isernia, della città dell'Aquila e di altre località. La sua figura, pur segnata da un gesto controverso, continua a rappresentare un simbolo di umiltà e di coraggio nella ricerca della propria vocazione, rimanendo un mistero che affascina la storia della Chiesa e dell'umanità.


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