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Parco territoriale delle Gole del Salinello in Abruzzo - Info Point Regione Abruzzo

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Parco territoriale delle Gole del Salinello in Abruzzo

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L’Oasi delle Gole del Salinello. Il punto di riferimento è Ripe di Civitella, una frazione di Civitella del Tronto. Da qui, bastano pochi minuti di cammino per ritrovarsi immersi nella natura più selvaggia e incontaminata, percorrendo un'escursione che porta prima alle grotte degli Eremiti, poi giù nel suggestivo canyon delle gole del Salinello, passando accanto alla cascata e risalendo fino ai ruderi di Castel Manfrino. La strada sterrata in discesa si trasforma rapidamente in un sentiero stretto che si arrampica lungo il fianco della montagna, e in circa dieci minuti ci si trova di fronte a una ripida parete di roccia. Sulla destra, un breve percorso conduce alle grotte, visibili qualche decina di metri più in alto. Due delle grotte sono allo stato naturale, semplici cavità nella roccia; la terza, invece, è una grande caverna chiusa da un muraglione di blocchi di pietra, accessibile attraverso una stretta porta. L’eremo, dedicato a San Michele Arcangelo, è stato restaurato negli ultimi anni e dotato di una discutibile passerella di ferro zincato. Nella prima caverna sono ancora visibili i resti delle migliorie apportate dagli antichi abitanti, mentre oltre un passaggio stretto si trova un’altra sala, dove gli eremiti trascorrevano gran parte del loro tempo in preghiera. La grotta venne usata fin dalla preistoria come luogo sacro per cerimonie rituali, di cui gli archeologi hanno scoperto numerose tracce, tra cui la tomba di una donna di dimensioni eccezionali, ritenuta una sacerdotessa. Nel Medioevo, l’area fu occupata da eremiti che costruirono un bellissimo altare in pietra, decorato con una misteriosa iscrizione lungo tutto il bordo. Fino a pochi anni fa, sopra l'altare si trovava una grande statua di San Michele, oggi custodita nella chiesa del paese. In alto a destra nella caverna, una scalinata conduce a una sorta di finestra naturale con una splendida vista sulla valle. Uscendo, si nota come l’eremo domini lo sbocco delle gole selvagge che separano la Montagna di Campli dalla Montagna dei Fiori. Quest’area, oggi parte del Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga, è protetta dal 1990, quando venne istituita una Riserva Naturale Regionale. Usciti dalle grotte, si riprende il sentiero e si raggiunge rapidamente la discesa che, sulla sinistra, porta alla cascata, un vero gioiello naturale. La discesa è abbastanza ripida ma non problematica, e in pochi minuti si arriva di fronte a una splendida cascata che scorre dentro una vasca naturale formata da roccia stratificata. Il percorso può essere impegnativo se il terreno è inzuppato d’acqua a causa di recenti piogge. Proseguendo invece a destra verso il bosco, si supera la testa della cascata e ci si addentra nella gola, che diventa sempre più stretta (il sentiero è segnato dalle indicazioni CAI, in vernice gialla e rossa, dipinte su sassi e alberi). Il panorama è mozzafiato: man mano che si avanza, le alte pareti rocciose si avvicinano, dando l’impressione di voler avvolgere l’escursionista. Durante le estati torride, la gola è completamente secca e il letto del torrente offre uno spettacolo suggestivo. Superata la strettoia finale, la gola si apre improvvisamente; si può decidere se tornare indietro lungo lo stesso percorso o proseguire fino ai ruderi di Castel Manfrino con un’escursione facile ma abbastanza lunga, di circa tre ore.L’Oasi delle Gole del Salinello

Info e caratteristiche della riserva:
Tipologia: Parco territoriale Oasi delle Gole del Salinello
- Superficie complessiva: 800 ha
- Istituita: Anno 1990 (L.R. n. 84 del 13 novembre 1990)
- Comuni all’interno della riserva: Civitella del Tronto, Valle Castellana
- Provincia: Teramo
- Regione: Abruzzo
- Gestione: Associazione Verdelaga
- Contatti: +39 0862.60521

Nel cuore del Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga, ai piedi dei Monti Gemelli, si apre lo scenario suggestivo delle Gole del Salinello, una riserva naturale di straordinaria bellezza. Questo vallone spettacolare dell’Appennino è modellato dal fiume Salinello, che scorre tra alte pareti rocciose creando un paesaggio incontaminato e percorsi escursionistici di grande fascino. Lungo i sentieri si incontrano luoghi di profondo interesse storico e spirituale, come l’eremo di Santa Maria Scalena, la Grotta di San Marco e la Grotta di Sant’Angelo, che conserva testimonianze risalenti al Neolitico e all’età del Bronzo. La fauna è ricca e diversificata: lupi, cinghiali, volpi e tassi lasciano tracce del loro passaggio, mentre sulle alte pareti nidificano rapaci come l’aquila e il corvo reale; nelle limpide acque del fiume, invece, vive la trota fario. Gli accessi alla riserva si trovano a Ripe, frazione di Civitella del Tronto, e a Macchia da Sole, nei pressi di Castel Manfrino. Qui l’acqua del fiume ha scolpito la roccia per millenni, dando vita a spettacolari gole che in alcuni tratti si restringono fino a duecento metri di altezza. Tra i punti più affascinanti si trova la cascata del Salinello, conosciuta come Cascata del Caccamo (“lu Caccheme”), che con un salto di 35 metri si getta in una piscina naturale dalle acque fredde e trasparenti, che in estate non superano i 16 gradi. Questo luogo, incorniciato da un ambiente selvaggio e intatto, rappresenta una delle mete più suggestive dell’intero percorso, facilmente raggiungibile con un cammino accessibile anche ai meno esperti. All’inizio del sentiero, presso la frazione Ripe, è presente un’area attrezzata con fontana, spazi per il pic-nic, giochi per bambini, un chiosco aperto nella stagione estiva e una piazzola per campeggiatori. Il percorso è ben segnalato con vernice bianco-rossa e giallo-rossa e, pur non presentando tratti esposti, può risultare scivoloso in alcuni punti; per questo motivo è consigliabile affrontarlo con scarpe adeguate, preferibilmente nei mesi di maggio e giugno. L’escursione alle Gole del Salinello unisce natura, storia e avventura, offrendo un’esperienza completa nel cuore dell’Abruzzo più autentico.L’Oasi delle Gole del Salinello. L’Oasi delle Gole del Salinello è uno degli scenari naturali più suggestivi dell’Abruzzo, incastonata tra i Monti Gemelli, al confine tra i comuni di Civitella del Tronto e Ripe di Civitella. Qui il fiume Salinello ha scavato nel corso dei millenni gole profonde e spettacolari, creando un paesaggio di grande fascino dove si alternano pareti rocciose imponenti, grotte naturali e scorci panoramici. L’area, ricca di percorsi escursionistici, unisce la bellezza incontaminata della natura al valore storico e spirituale, grazie alla presenza di eremi rupestri, come le grotte degli eremiti, di San Michele Arcangelo e testimonianze antiche come i ruderi di Castel Manfrino.
 
La Flora. All’interno dell’Oasi, la flora si presenta estremamente varia grazie alla particolare posizione geografica che unisce ambienti appenninici e mediterranei. Lungo i versanti assolati prosperano lecci, corbezzoli e arbusti tipici della macchia, mentre nelle zone più fresche e ombreggiate trovano spazio carpini, roverelle e faggi. Nei prati e lungo le rive del fiume, la vegetazione si arricchisce di felci, muschi e piante erbacee che creano un mosaico di colori stagionali. Questa biodiversità botanica contribuisce a rendere l’Oasi un luogo ideale per chi desidera scoprire la varietà del paesaggio vegetale abruzzese.
 
La fauna che abita le Gole del Salinello è altrettanto ricca e diversificata. Tra le specie più comuni si possono osservare rapaci come il falco pellegrino e la poiana, mentre nei boschi vivono volpi, cinghiali e caprioli. Lungo le acque del fiume trovano rifugio anfibi e piccoli rettili, mentre il cielo è animato dal volo di numerosi uccelli canori. Questa presenza di animali selvatici, unita al silenzio e alla bellezza del paesaggio, rende l’Oasi un ecosistema di grande interesse naturalistico, capace di offrire al visitatore un’esperienza autentica di immersione nella natura.
In Abruzzo, la natura si manifesta in tutta la sua varietà attraverso un fitto mosaico di oasi, parchi territoriali e biotopi. Questi ambienti protetti rappresentano veri e propri scrigni di biodiversità, spesso incastonati tra montagne, colline e vallate attraversate da fiumi cristallini. Le oasi, come quelle gestite dal WWF o da enti locali, offrono rifugio a specie rare di flora e fauna e sono spesso luoghi ideali per attività educative e di osservazione naturalistica. I parchi territoriali, invece, si configurano come aree che coniugano la tutela del paesaggio con la valorizzazione delle attività agricole, artigianali e culturali delle comunità locali, rappresentando un modello di convivenza equilibrata tra uomo e ambiente. I biotopi, piccoli ambienti di particolare pregio ecologico, completano il quadro della rete di aree protette regionali, conservando habitat delicati e spesso unici nel loro genere. Tra zone umide, boschi planiziali, sorgenti e torbiere, queste realtà contribuiscono in modo significativo alla salvaguardia della biodiversità abruzzese. La loro presenza è il segno tangibile di un impegno costante nella protezione del patrimonio naturale, offrendo anche ai visitatori la possibilità di scoprire un Abruzzo meno conosciuto ma ricco di fascino, dove la natura è protagonista e custode di un equilibrio millenario.Le altre Oasi, i Parchi territoriali e i biotopi in Abruzzo

Voltigno e la Valle d'Angri, situate nella provincia di Pescara in Abruzzo, sono aree di grande interesse naturalistico inserite nel contesto del Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga, dove il paesaggio si apre tra dolci altopiani e valli boschive ricche di biodiversità. Questi territori, caratterizzati da una vegetazione rigogliosa e da formazioni geologiche suggestive, offrono un ambiente ideale per escursioni e osservazioni naturalistiche, con percorsi che attraversano boschi di faggio, prati e sorgenti, creando un equilibrio armonioso tra natura e tradizione rurale. La Valle d'Angri, in particolare, si distingue per la presenza di antichi insediamenti e testimonianze storiche che raccontano il legame profondo tra uomo e territorio, mentre Voltigno si presenta come un luogo di quiete e contemplazione immerso nella bellezza dell’Appennino abruzzese. Voltigno e Valle d'Angri - Il Voltigno e la Valle d’Angri offrono ampie praterie d’altitudine, faggete secolari e habitat ideali per cervi, lupi e aquile reali.
Il Corno Grande di Pietracamela, nella provincia di Teramo, è la vetta più alta dell’Appennino e dell’intero territorio abruzzese, simbolo imponente del Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga, che domina con la sua maestosità un paesaggio fatto di crinali rocciosi, ghiacciai e vallate incontaminate. Questo monte, meta ambita per escursionisti e alpinisti, rappresenta una sfida affascinante e un luogo dove la natura si mostra nella sua forma più pura e selvaggia, con panorami spettacolari che si estendono fino al mare Adriatico nelle giornate limpide. Intorno al Corno Grande, il territorio di Pietracamela custodisce tradizioni antiche e un patrimonio ambientale di straordinaria ricchezza, dove la flora alpina si alterna a specie rare e gli ambienti naturali si conservano grazie a un equilibrio delicato tra uomo e natura. Corno Grande di Pietracamela - Il Corno Grande di Pietracamela domina il paesaggio con la sua imponenza, tra ghiaioni, pareti verticali e specie alpine rare.

La Valle del fiume Foro, situata nella provincia di Chieti in Abruzzo, si estende lungo il corso di un fiume che attraversa un territorio ricco di boschi, gole e sorgenti, caratterizzato da un ambiente naturale di grande valore all’interno del Parco Nazionale della Majella. Questo paesaggio suggestivo si distingue per la varietà della sua flora e fauna, che prosperano in un contesto di tranquillità e protezione, dove l’acqua limpida del Foro scorre tra pareti rocciose e radure verdeggianti. La valle rappresenta un angolo di natura incontaminata, dove il silenzio e la bellezza dei luoghi invitano a passeggiate immerse nel verde, offrendo al visitatore un’esperienza autentica e profonda nel cuore dell’Abruzzo più selvaggio e genuino. Valle del fiume Foro - La Valle del fiume Foro si snoda tra boschi, radure e corsi d’acqua limpidi, offrendo un rifugio a una ricca biodiversità e percorsi naturalistici.
La Majella Orientale, situata nella provincia di Chieti in Abruzzo, rappresenta una delle zone più affascinanti e selvagge del Parco Nazionale della Majella, caratterizzata da paesaggi montani imponenti, gole profonde e una natura rigogliosa che si estende tra boschi di faggio, prati d’alta quota e pareti rocciose. Questo territorio conserva un patrimonio naturale di straordinaria ricchezza, dove la biodiversità si manifesta attraverso la presenza di specie animali rare e una vegetazione variegata che si adatta ai diversi microclimi. La Majella Orientale è anche custode di antichi sentieri e testimonianze storiche, come eremi e piccoli borghi che raccontano il rapporto millenario tra uomo e montagna, offrendo così ai visitatori un’esperienza unica di contatto con un ambiente autentico e suggestivo, immerso nella quiete e nella maestosità dell’Appennino abruzzese. Majella Orientale - La Majella Orientale si distingue per la sua aspra bellezza, con profonde vallate, eremi rupestri e ambienti montani di grande valore ecologico.


La montagna in estate
L’Abruzzo è una regione affascinante e sorprendente, capace di incantare per la straordinaria varietà dei suoi paesaggi, che dalle maestose vette del Gran Sasso e della Majella degradano dolcemente fino alle spiagge dorate del mare Adriatico. In questo territorio la natura incontaminata si intreccia armoniosamente con borghi ricchi di storia, dove le tradizioni secolari convivono con una cultura autentica e vitale. I parchi nazionali e le riserve naturali custodiscono una biodiversità unica, mentre città e paesi narrano il loro passato attraverso monumenti, chiese e suggestive manifestazioni popolari. A completare il quadro ci sono la gastronomia, fatta di sapori genuini e profondamente legata al territorio, e l’ospitalità calorosa della sua gente, che rendono ogni viaggio in Abruzzo un’esperienza indimenticabile e ricca di emozioni.
 


La Flora e la Fauna in Abruzzo
L’Abruzzo è una regione che custodisce una straordinaria ricchezza naturale, dove flora e fauna trovano espressione in tutta la loro varietà grazie alla presenza di ambienti che spaziano dalle coste adriatiche fino alle alte vette appenniniche. I paesaggi sono animati da boschi di faggio, querce, cerri e abeti bianchi, alternati a prati, brughiere e zone rupestri che accolgono specie endemiche e piante rare. La fauna è altrettanto affascinante e annovera esemplari simbolo come l’orso marsicano, il lupo appenninico, il camoscio d’Abruzzo e l’aquila reale, insieme a numerosi uccelli, rettili, anfibi e insetti che popolano i diversi ecosistemi della regione. Questo prezioso equilibrio rende l’Abruzzo un autentico scrigno di biodiversità, dove la natura selvaggia si intreccia armoniosamente con tradizioni e culture profondamente radicate nel territorio.
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I Borghi più belli d'Italia
In Abruzzo, i Borghi più Belli d’Italia custodiscono autentici tesori di storia, arte e tradizione, mantenendo intatto il fascino delle epoche passate. Arroccati su colline o incastonati tra le montagne, questi piccoli centri regalano scorci suggestivi fatti di vicoli stretti, piazzette accoglienti e antiche mura che raccontano secoli di vita e cultura. Tra i più noti spiccano Santo Stefano di Sessanio, con le sue caratteristiche case in pietra e l’atmosfera medievale, e Scanno, celebre per il suo lago e per le tradizioni popolari ancora vive. Passeggiare tra le vie di questi borghi significa immergersi nell’Abruzzo più autentico, dove il tempo sembra rallentare e la bellezza del paesaggio si intreccia con un patrimonio architettonico e culturale di grande valore, regalando ai visitatori esperienze indimenticabili e un profondo legame con il territorio.
 


Il passato dell'Abruzzo
In Abruzzo i siti archeologici costituiscono una testimonianza preziosa delle antiche civiltà che hanno abitato la regione, offrendo uno sguardo affascinante su una storia millenaria. Tra i più rilevanti spicca Alba Fucens, antica città romana straordinariamente conservata, dove si possono ammirare resti di anfiteatri, templi e mura ciclopiche che raccontano la vita quotidiana del passato. Accanto a essa, necropoli e insediamenti dei popoli italici, come Vestini e Marrucini, emergono in diversi punti del territorio, arricchendo il panorama archeologico con tracce di epoche preromane. A completare questo patrimonio si aggiungono fortificazioni medievali e chiese rupestri, che testimoniano la continuità storica e culturale dell’Abruzzo. Ogni reperto e ogni monumento diventa così parte di un racconto stratificato, che invita a scoprire le radici profonde di una terra in cui storia e identità si intrecciano in modo unico.
 
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