L’Ittiofauna d’acqua dolce in Abruzzo: La Scardola
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La Scardola
La scardola (“Scardinius erythrophthalmus”), appartenente alla famiglia dei Ciprinidi, è una specie ittica molto diffusa nelle acque interne dell’Abruzzo, sia nei fiumi che nei laghi della regione. Conosciuta per la sua robustezza e la capacità di adattamento a diversi tipi di ambienti acquatici, la scardola rappresenta una delle specie più comuni e importanti per la biodiversità delle acque dolci abruzzesi.
Habitat e Distribuzione
La scardola preferisce acque calme e poco profonde, tipiche dei fiumi con corrente moderata e dei laghi e stagni con fondali fangosi o sabbiosi. In Abruzzo, è possibile trovarla in numerosi corsi d'acqua, tra cui il fiume Pescara, il fiume Sangro e il fiume Tordino, così come nei laghi montani come il Lago di Campotosto e il Lago di Scanno. La scardola è una specie che si adatta a diverse condizioni ambientali, dai fiumi di bassa montagna a quelli di media collina, e può sopravvivere in acque con livelli di ossigeno moderati, ma preferisce le acque ricche di vegetazione sommersa che le forniscono riparo e nutrimento.
Alimentazione e Ruolo Ecologico
La scardola è un pesce onnivoro, che si nutre principalmente di piante acquatiche, ma anche di piccoli invertebrati acquatici e plancton. La sua dieta varia a seconda delle stagioni e della disponibilità di cibo nell’ambiente. La scardola si nutre anche di semi, foglie e radici di piante acquatiche, svolgendo un ruolo importante nel controllo delle piante sommerse, contribuendo al mantenimento dell’equilibrio ecologico nei corpi idrici.
Ecologicamente, la scardola è una specie di "prey" nella catena alimentare, ed è cacciata da pesci predatori più grandi come il luccio, il persico trota o il siluro. In questo modo, contribuisce al bilanciamento delle popolazioni ittiche e al flusso energetico nei sistemi acquatici. Inoltre, la scardola svolge un ruolo cruciale nel mantenimento della qualità dell'acqua, in quanto le sue abitudini alimentari aiutano a controllare la proliferazione di alghe e microorganismi.
Riproduzione e Ciclo Vitale
La scardola è una specie che depone le uova in primavera, generalmente tra aprile e maggio, quando le temperature dell'acqua sono più elevate. La riproduzione avviene in acque poco profonde, dove le femmine depongono le uova tra la vegetazione sommersa o su fondali ghiaiosi. Le uova sono fecondate esternamente dai maschi, e la schiusa avviene dopo circa 1-2 settimane, in funzione della temperatura dell’acqua.
I piccoli, chiamati avannotti, si nutrono inizialmente di plancton e di piccole particelle organiche presenti nell’acqua. Man mano che crescono, iniziano a nutrirsi di vegetazione acquatica, adottando una dieta simile a quella degli adulti. La scardola raggiunge la maturità sessuale tra i 2 e i 3 anni, ma può vivere anche fino a 7-8 anni, sebbene la durata media della sua vita sia inferiore.
Minacce e Conservazione
La scardola, pur essendo una specie resistente, è minacciata da vari fattori legati all’impatto umano sull’ambiente acquatico. L'inquinamento delle acque è una delle principali cause di declino delle popolazioni di scardola. Le attività industriali, agricole e urbane, che comportano il rilascio di sostanze chimiche e inquinanti nei fiumi e nei laghi, riducono la qualità dell’acqua e la disponibilità di cibo per le specie ittiche, inclusa la scardola. Inoltre, la costruzione di dighe e altre infrastrutture idrauliche può ostacolare la migrazione della scardola e alterare i suoi cicli riproduttivi.
L’introduzione di specie invasive, come il persico trota o il siluro, può anche competere con la scardola per risorse alimentari e spazi vitali, riducendo ulteriormente le sue popolazioni. Tuttavia, la scardola è una specie abbastanza adattabile e può riuscire a sopravvivere in ambienti con moderate alterazioni, purché l’acqua rimanga pulita e l’habitat rimanga relativamente intatto.
Conclusioni
La scardola è una delle specie ittica di maggiore importanza per gli ecosistemi acquatici abruzzesi. La sua capacità di adattarsi a diverse condizioni ambientali e la sua dieta onnivora le permettono di prosperare in numerosi habitat fluviali e lacustri della regione. La protezione di questa specie è fondamentale non solo per preservare la biodiversità acquatica, ma anche per mantenere l’equilibrio ecologico dei fiumi e dei laghi abruzzesi.
Per garantire la sopravvivenza della scardola e delle altre specie ittiche, è essenziale promuovere una gestione sostenibile delle risorse idriche, monitorare la qualità delle acque e proteggere gli habitat naturali dalle minacce derivanti dall'inquinamento e dalla costruzione di infrastrutture idrauliche. In questo modo, si potrà preservare la ricchezza biologica delle acque interne dell'Abruzzo, contribuendo alla salute degli ecosistemi fluviali e lacustri della regione.
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