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Sito archeologico in Provincia de L’Aquila: Area Archeologica di Amiternum - San Vittorino (Aq) - Abruzzo - Info Point Regione Abruzzo

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Sito archeologico in Provincia de L’Aquila: Area Archeologica di Amiternum - San Vittorino (Aq) - Abruzzo

Le meraviglie > Archeologia in Abruzzo > Archeologia AQ
I principali siti archeologici in Provincia de L'Aquila - Abruzzo

L'Area Archeologica di Amiternum, situata nella località di San Vittorino nei pressi dell'Aquila, rappresenta uno dei siti più importanti dell'Abruzzo. Fondata dalla tribù dei Sabini, la città prende il nome dal vicino fiume Aterno, come riportato da Strabone. Conquistata dai Romani nel 293 a.C. al termine delle Guerre sannitiche, Amiternum divenne prima una prefettura e successivamente un municipium in età augustea. Grazie alla sua posizione strategica lungo le principali vie di comunicazione, come la Via Cecilia e la Via Claudia Nova, la città conobbe un periodo di grande sviluppo economico e demografico. Durante il dominio romano, Amiternum divenne un centro urbano fiorente con una popolazione numerosa e una vivace attività commerciale. La città era dotata di infrastrutture all'avanguardia, come teatri, anfiteatri, terme e acquedotti, che testimoniano il livello di civiltà raggiunto. Il forum costituiva il cuore pulsante della vita sociale e politica, mentre le terme pubbliche rappresentavano un punto di incontro e svago per la comunità. La città mantenne la sua importanza fino al Medioevo, quando, dopo l'annessione alla diocesi di Rieti, iniziò il suo progressivo declino. Amiternum diede i natali a importanti personaggi della storia romana, tra cui il console Appio Claudio Cieco, promotore della costruzione della Via Appia, e lo storico Sallustio, celebre per le sue opere. Secondo alcune tradizioni, anche Ponzio Pilato, il prefetto della Giudea noto per il processo a Gesù Cristo, sarebbe nato ad Amiternum. La leggenda narra che il corpo di Pilato fu lasciato insepolto presso il lago omonimo e che possedesse una villa nella Montagna di Pilato, nei pressi di Fontecchio, conferendo alla zona un'aura di mistero e sacralità. I resti archeologici di Amiternum sono ancora oggi ben conservati e rappresentano una preziosa testimonianza della vita nell'antica città. L'anfiteatro, risalente al I secolo d.C., poteva ospitare fino a 6.000 spettatori ed è uno degli edifici meglio preservati del sito. Il teatro di età augustea, con una capienza di 2.000 persone, offriva spettacoli e rappresentazioni per la popolazione. La villa di tarda età imperiale, con i suoi mosaici e affreschi, insieme alle terme e all'acquedotto, completano il quadro di una città che ha saputo coniugare funzionalità e bellezza. Le epigrafi, le sculture e i reperti architettonici rinvenuti nell'area arricchiscono il patrimonio culturale di Amiternum, permettendo di ricostruire la vita quotidiana di questa antica comunità.Siti Archeologici in Abruzzo:
Area Archeologica di Amiternum - San Vittorino (Aq). Amiternum fu un'antica città italica in Abruzzo fondata dalla tribù dei Sabini, le cui rovine sorgono oggi a 9 km dalL'Aquila. Il suo nome deriva dal vicino fiume Aterno (Strabone).Durante la loro espansione nel Centro-Sud Italia, al termine delle Guerre sannitiche, i romani conquistarono la città (293 a.C.) che divenne una prefettura, per essere promossa poi a municipium in età augustea. Sotto il dominio di Roma fu un'importante centro urbano (si contavano decine di migliaia di abitanti) perché importante nodo stradale: situata lungo l'antica Via Cecilia che arrivava fino ad Hatria, dalla città partivano inoltre la Via Claudia Nova e due diramazioni della Via Salaria. Ancora presente nel medioevo con una serie di vescovi fino a circa l'anno mille, dopo di che venne unita alla diocesi di Rieti e da quel periodo cessò anche la sua già evanescente esistenza. Diversi personaggi di rilievo nella storia romana nacquero ad Amiternum; il più antico che si ricordi è il console Appio Claudio Cieco, importante figura nel periodo delle guerre di Roma contro i Sanniti e ricordato soprattutto per aver avviato la costruzione della Via Appia nel 312 a.C. Nel 86 a.C. nacque nella città lo storico Sallustio, e circa un secolo dopo vi nacque Ponzio Pilato, futuro prefetto della Giudea noto per aver processato e condannato Gesù Cristo, ed in seguito condannato a morte da Tiberio . La regione circostante sarebbe legata anche all'ultima parte della vita di Pilato secondo alcune leggende: il corpo del procuratore sarebbe stato lasciato insepolto nei dintorni presso il lago di Pilato, come ulteriore punizione. Inoltre sembra che possedesse una villa nel luogo detto oggi montagna di Pilato, presso Fontecchio. I resti di Aminternum sono diversi e ben conservati, situati in località San Vittorino. Tra i più interessanti vi è un anfiteatro del I secolo d.C. che poteva contenere fino a 6000 persone, i cui due piani sono in buone condizioni; un teatro di età augustea di 80 metri di diametro e posti per 2000 persone; una villa di tarda età imperiale, con mosaici e affreschi. Vi sono inoltre resti di terme e di un acquedotto risalenti anch'essi all'età di Augusto; diverse sono poi le epigrafi ed il materiale scultoreo ed architettonico conservato nell'area. Area Archeologica di Amiternum - San Vittorino (Aq)

L'area archeologica di Amiternum, situata presso San Vittorino a circa 9 km dall'Aquila, rappresenta uno dei più importanti siti storici dell'Abruzzo. Fondata dalla tribù italica dei Sabini, la città deve il suo nome al vicino fiume Aterno, come riportato da Strabone. Nel 293 a.C., durante l'espansione romana nel Centro-Sud Italia, Amiternum fu conquistata al termine delle Guerre sannitiche. Inizialmente divenne una prefettura romana, per poi essere elevata a municipium in età augustea, consolidando il suo ruolo di centro nevralgico grazie alla posizione strategica lungo importanti vie di comunicazione.
Durante il periodo romano, Amiternum raggiunse il massimo splendore, con una popolazione che contava decine di migliaia di abitanti. La città si trovava lungo la Via Cecilia, che la collegava ad Hatria, e costituiva il punto di partenza della Via Claudia Nova e di due diramazioni della Via Salaria. L'importanza del centro si rifletteva nella sua vivace attività commerciale e nella presenza di edifici pubblici e residenziali di grande pregio. Sebbene la città mantenesse una certa rilevanza nel medioevo, la sua decadenza si concluse con l'annessione alla diocesi di Rieti intorno all'anno mille, portando alla definitiva scomparsa di Amiternum.
Tra le figure di rilievo nate ad Amiternum spicca il console Appio Claudio Cieco, noto per aver avviato la costruzione della Via Appia nel 312 a.C. La città diede i natali anche allo storico Sallustio nell'86 a.C., autore di importanti opere sulla storia romana. Secondo alcune tradizioni, Amiternum sarebbe il luogo di nascita di Ponzio Pilato, il prefetto della Giudea ricordato per aver processato e condannato Gesù Cristo. La leggenda narra che il corpo di Pilato fu lasciato insepolto presso il lago di Pilato e che possedesse una villa nella zona della Montagna di Pilato, presso Fontecchio.
I resti di Amiternum, situati nella località di San Vittorino, offrono una testimonianza straordinaria del passato della città. Tra i monumenti meglio conservati vi è l'anfiteatro del I secolo d.C., con una capienza di circa 6.000 spettatori e i suoi due piani ancora ben visibili. Il teatro di età augustea, con un diametro di 80 metri e una capienza di 2.000 persone, rappresentava un importante luogo di spettacoli. La villa di tarda età imperiale, decorata con mosaici e affreschi, insieme ai resti delle terme e dell'acquedotto di epoca augustea, completano il quadro di una città fiorente. Numerose epigrafi, sculture e reperti architettonici sono conservati nell'area, contribuendo a ricostruire la vita quotidiana e la cultura di Amiternum.
L’Abruzzo medievale e rinascimentale
Splendide chiese medievali al centro di solitari altopiani ed eremi nascosti negli anfratti delle montagne, imponenti abbazie e poderosi castelli, sono gli elementi che più originalmente qualificano il paesaggio abruzzese. Il Medioevo è infatti l’epoca che ha lasciato sul territorio le tracce più evidenti e suggestive, capaci di imprimersi per sempre negli occhi e nel cuore dei visitatori. La montagna abruzzese ebbe nel Medioevo una grande importanza militare ed economica, e fu quindi interessata da una straordinaria fioritura di opere d’arte. Lungo tutta la dorsale appenninica e nei suoi centri abitati, grandi e piccoli, i palazzi, i castelli e le chiese romaniche, gotiche e rinascimentali d’Abruzzo fiorirono con grande rigoglio, spesso abbellite dall’apporto di artisti di grande valore: gli enormi capitali prodotti in regione dalla grande stagione della pastorizia produssero infatti in quest’epoca i loro frutti più ricchi e duraturi.


L’Abruzzo montano
Con numerosi centri sciistici con impianti di avanguardia, comprende i maggiori massicci dell’Appennino (il Gran Sasso d’Italia e la Majella), numerosi rilievi che raggiungono anch’essi notevole altitudine e altipiani intervallati dalle conche dell’Aquila e di Sulmona, mentre verso il confine con il Lazio si stende la fertile conca del Fucino, risultante dal prosciugamento del lago omonimo portato a termine dal Duca Alessandro Torlonia nel 1875, opera grandiosa, che peraltro era stata più volte programmata fin dall’epoca dell’impero Romano.


L'Enogastronomia
Una cucina, quella abruzzese, che ha molte anime, per la varietà del territorio e delle culture che in essa convivono. C’è l’evoluzione della cucina agropastorale, quella dei contadini e dei pastori “poveri” delle zone montane e pedemontane, fatta di piatti semplici e saporiti, di carni ovine, zuppe e minestre, formaggi ed erbe aromatiche e quella “colta e borghese” di Teramo, capace di valorizzare sapori primari con preparazioni più complesse: timballo di scrippelle, tra cui le “mazzarelle”; “virtù”. Meno evocativa dell’Abruzzo -percepita come regione di montagne...


Un grande museo all’aperto
Noto in tutto il mondo per la sua natura, l’Abruzzo espone, come un grande museo all’aperto senza orari né mura, opere d’arte e monumenti nel suo peculiare e intatto paesaggio. Accanto a luoghi celeberrimi come la rocca di Calascio, lo straordinario centro storico di Pescocostanzo, il Museo Archeologico Nazionale di Chieti, il poderoso castello cinquecentesco dell’Aquila, emozionano il viaggiatore decine e decine di meraviglie meno note, sparse in ogni angolo della regione. I restauri di chiese e castelli, la sistemazione e la valorizzazione dei siti...
La Basilica di Santa Maria di Collemaggio, situata a L'Aquila, è uno dei luoghi più significativi e affascinanti della città, nonché un capolavoro dell'architettura romanico-gotica abruzzese. Fondata nel 1287 da Pietro da Morrone, futuro Papa Celestino V, la basilica rappresenta non solo un importante punto di riferimento religioso, ma anche un simbolo della storia di L'Aquila e della sua resilienza. La sua facciata, caratterizzata da un magnifico portale e da decorazioni marmoree, cattura immediatamente l'attenzione dei visitatori, mentre l'interno, ampio e solenne, ospita opere d'arte di grande valore. Nel corso dei secoli, la basilica ha vissuto numerosi eventi storici e spirituali, ma è celebre soprattutto per il suo legame con il Giubileo Celestiniano, una tradizione che richiama i fedeli ogni anno per celebrare il perdono e la pace. La Basilica di Santa Maria di Collemaggio è anche il luogo dove, nel 2009, venne celebrato il funerale delle vittime del devastante terremoto che ha colpito la città. Nonostante i danni subiti dal sisma, la basilica è stata restaurata e riaperta al pubblico, continuando a essere un simbolo di speranza per gli aquilani. Il restauro, che ha visto l'impegno di numerosi esperti e artigiani, ha permesso di recuperare la magnificenza originaria della struttura, rendendo la basilica ancora più maestosa e suggestiva. Oltre alla sua funzione religiosa, la basilica è anche un importante attrattore turistico, grazie alla sua storia, all'architettura e al suo legame indissolubile con la città. Visitando la Basilica di Santa Maria di Collemaggio, i turisti possono immergersi in un'atmosfera di spiritualità e cultura, apprezzando un monumento che ha attraversato i secoli senza mai perdere la sua bellezza e il suo significato.

Chiese e santuari in Abruzzo
La provincia dell’Aquila, immersa nel cuore dell’Abruzzo, è un territorio ricco di storia e spiritualità, dove chiese e santuari raccontano secoli di fede e tradizioni.
Tra i paesaggi montuosi del Gran Sasso e della Majella, sorgono luoghi di culto che custodiscono tesori artistici e culturali, attirando pellegrini e visitatori da ogni parte del mondo. L’Aquila stessa, capoluogo della provincia, vanta edifici religiosi di grande rilievo. La Basilica di Santa Maria di Collemaggio è un capolavoro del gotico abruzzese, famosa per la sua facciata policroma...
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