Musei e Raccolte in Abruzzo: Il Museo dell’olio di Loreto Aprutino
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Il borgo di Loreto Aprutino, immerso tra le dolci colline pescaresi, è da oltre duemila anni un punto di riferimento per la produzione olearia in Abruzzo. Sin dall’epoca romana, la coltivazione dell’ulivo e la produzione dell’olio extravergine d’oliva hanno segnato profondamente l’identità economica e culturale del paese, come testimoniano antichi reperti e documenti storici. Nell’Antiquarium Comunale “Antonio Casamarte” sono conservati importanti manufatti vestini e romani, tra cui i resti di un torcularium, un antico trapetum oleario descritto da autori come Catone il Censore e Plinio il Vecchio. Questo antico frantoio rappresenta l’anello di congiunzione tra la tradizione millenaria e i moderni impianti oleari della cittadina, dove ancora oggi l’arte della produzione dell’olio viene tramandata con passione e dedizione. Gli Statuti e i Capitula medievali di Loreto Aprutino attestano l’importanza strategica di questa attività, riconoscendo il valore dell’olio come elemento cardine dell’economia locale e garantendo esenzioni dalle gabelle per favorirne l’esportazione.
Il Museo dell’Olio di Loreto Aprutino, allestito nell’ex frantoio Baldini-Palladini, è una straordinaria testimonianza di questa lunga tradizione. Grazie a un accurato restauro, il museo ha mantenuto intatta l’atmosfera originaria del frantoio ottocentesco, restituendo ai visitatori un’esperienza autentica. Il percorso espositivo è stato progettato seguendo la disposizione originaria delle attrezzature: la grande macina in pietra, perfettamente conservata, è stata riposizionata al centro della sala principale, mentre il monumentale torchio in legno, non più collocabile nella sede originaria, è stato sistemato in un’area strategica per permetterne la piena visibilità. Accanto ad esso si trova l’albero di demoltiplica, un ingegnoso meccanismo che ottimizzava l’ultima spremitura. Il museo non è solo un’esposizione statica, ma un viaggio immersivo che ripercorre il processo di produzione dell’olio, dalle fasi iniziali dell’ammasso delle olive fino alla spremitura e alla conservazione del prodotto finito.
Il percorso museale si articola su due livelli e accompagna il visitatore alla scoperta di strumenti, oggetti e documenti che raccontano l’evoluzione della produzione olearia. Al piano superiore si trovano gli ambienti dedicati alla selezione e alla prima lavorazione delle olive, dove sono esposti orci, latte, bottiglie e friscoli, suddivisi in base a funzione, materiale e tipologia. Un’attenzione particolare è riservata ai manifesti e ai materiali pubblicitari realizzati per la Fiera di Parigi, tra cui spiccano le creazioni del celebre artista Francesco Paolo Michetti, amico di Raffaele Baldini-Palladini. Il piano inferiore, conosciuto come "inferno", introduce il visitatore nel cuore pulsante della produzione: il frantoio vero e proprio. Qui si possono osservare due cicli produttivi distinti, quello ottocentesco a trazione animale, con una mola olearia interamente ricostruita con gli elementi originali in pietra, e il più moderno impianto idraulico del primo Novecento, realizzato nelle fonderie Mari di Lanciano.
A conclusione del percorso espositivo, una sala ricavata nell’antica stalla del palazzo accoglie i visitatori per degustazioni e approfondimenti sul mondo dell’olio extravergine d’oliva. Questo spazio non è solo un punto di degustazione, ma anche un luogo di incontro e conoscenza, dove si possono acquistare prodotti locali e consultare materiale informativo sulla cultura dell’olio. L’attenzione al dettaglio nella progettazione del museo si riflette anche nella scelta delle vetrine espositive, realizzate in cristallo e illuminate per valorizzare le antiche arcate e i soffitti a volta. Il Museo dell’Olio di Loreto Aprutino è molto più di un’esposizione: è un luogo in cui la storia, la cultura e il sapere artigianale si fondono, restituendo al visitatore un’esperienza sensoriale e culturale che esalta il valore inestimabile di questa tradizione millenaria.


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