Personaggi illustri dell’Abruzzo: John Fante
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I Personaggi che hanno portato lustro all'Abruzzo

(8 aprile 1909 – 8 maggio 1983)
John Fante è stato uno scrittore e sceneggiatore statunitense di origini abruzzese (Torricella Peligna -Ch), considerato uno dei maggiori narratori del ventesimo secolo. La sua opera più celebre, Chiedi alla polvere (1939), racconta le vicende di Arturo Bandini, alter ego dell’autore, uno scrittore in difficoltà nella Los Angeles dell’epoca della Grande Depressione. Questo romanzo, insieme agli altri tre che compongono il cosiddetto “Bandini Quartet”, ha consacrato Fante come il cronista per eccellenza della vita degli emigrati italiani in America. Il suo stile diretto e vibrante, capace di trasmettere emozioni profonde, lo ha reso un punto di riferimento per generazioni di scrittori, tra cui il celebre Charles Bukowski, che dichiarò: “Fante era il mio dio.”
Nato a Denver, Colorado, da una famiglia abruzzese originaria di Torricella Peligna, John Fante crebbe in un ambiente segnato dalla povertà e dalle difficoltà dell’emigrazione. I ricordi dell’infanzia, la figura del padre muratore e il rapporto conflittuale con la madre, profondamente cattolica, influenzarono profondamente la sua produzione letteraria. Dopo aver frequentato il Regis High School di Denver, Fante abbandonò l’università per inseguire il sogno di diventare scrittore, trasferendosi in California. Qui, svolse lavori umili per mantenersi, tra cui lavapiatti e operaio, esperienze che confluirono nei suoi racconti e romanzi, permeati da un realismo crudo e una forte vena autobiografica.
La carriera letteraria di Fante decollò con la pubblicazione di Aspetta primavera, Bandini (1938), seguito dal suo capolavoro Chiedi alla polvere. Nonostante il successo critico iniziale, le sue opere non ricevettero immediatamente l’attenzione che meritavano. Per vivere, Fante si dedicò alla scrittura di sceneggiature a Hollywood, lavorando per oltre quarant’anni con registi del calibro di Orson Welles e Dino De Laurentiis. Sebbene l’attività cinematografica gli garantisse stabilità economica, Fante nutrì sempre un rapporto ambivalente con il mondo del cinema, considerandolo una necessità più che una vocazione.
Negli anni ‘50, con la pubblicazione di Full of Life (1952), Fante ritrovò il successo come scrittore. Il romanzo, ispirato alla sua vita familiare, fu adattato per il cinema e segnò una nuova fase nella sua carriera. Tuttavia, solo negli anni ‘70, grazie all’intervento di Charles Bukowski e della Black Sparrow Press, le sue opere conobbero una vera riscoperta. L’entusiasmo di Bukowski per i romanzi di Fante attirò l’attenzione di una nuova generazione di lettori, portando alla ristampa di Chiedi alla polvere e alla pubblicazione postuma di romanzi e racconti come La confraternita dell’uva e Sogni di Bunker Hill.
John Fante, nonostante gli ultimi anni segnati dalla cecità e dalla malattia, continuò a scrivere fino alla fine, dettando il suo ultimo romanzo alla moglie Joyce. Morì l’8 maggio 1983, lasciando un’eredità letteraria che continua a ispirare scrittori e lettori di tutto il mondo. A Torricella Peligna, sua terra d’origine, si tiene ogni anno un festival letterario in suo onore, testimonianza del legame profondo tra Fante e l’Abruzzo, che egli celebrò attraverso i suoi indimenticabili personaggi e le sue storie universali.


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L'Artigianato in Abruzzo. L’artigianato abruzzese rappresenta una delle espressioni più autentiche della cultura e delle tradizioni locali, tramandate di generazione in generazione. Tra le lavorazioni più celebri spiccano quelle della ceramica e della maiolica, con il borgo di Castelli che vanta una fama internazionale per i suoi manufatti decorati con motivi floreali, religiosi e geometrici. Ugualmente significativa è la tradizione orafa, con la creazione di gioielli come la presentosa, simbolo dell’Abruzzo, e di raffinati monili in filigrana, prodotti in centri come Sulmona e Scanno. La tessitura e il merletto trovano la loro massima espressione nei pregiati tomboli di Pescocostanzo e negli arazzi realizzati con telai tradizionali nei piccoli borghi montani...

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Sciare in Abruzzo. L’Abruzzo è terra di montagne e di sciatori. È sufficiente spaziare con lo sguardo lungo l'orizzonte, in qualsiasi angolo della regione ci si trovi, per incontrare filari di cime che, allineate come soldatini di piombo, svettano verso il cielo. Sono i massicci della Majella, del Gran Sasso, della Laga, del gruppo Sirente-Velino, solo per citare i più grandi e noti. Un fantastico mondo di alta quota che costituisce il più formidabile complesso montano dell’Appennino (con caratteristiche a volte alpine), collocato strategicamente nel centro dell’Italia e del Mediterraneo. Grandi complessi montuosi, caratterizzati da un forte e duraturo innevamento, attrezzati con stazioni ed impianti turistici numerosi e qualificati...

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Il mare d'Abruzzo. Dal Tronto a Francavilla al Mare, a sud di Pescara, la costa è una uniforme, regolare e dorata fascia di soffice arenile, larga e accogliente; dalla foce del fiume Foro, a sud di Francavilla, la linea costiera diviene invece alta, portuosa, con scogliere, calette e lunghi tratti di spiaggia a ciottoli, per poi riaprirsi ai larghi arenili solo nel Vastese, al confine col Molise. Il tratto caratteristico di questo paesaggio marino è dunque la varietà, con ambienti e paesaggi per tutti i gusti. Questa particolare bivalenza della riviera, e la stessa conformazione geografica dell’Abruzzo collinare, creano un comprensorio turistico unico nel suo genere che può vantare caratteristiche davvero esclusive: una costa che diventa porta d’accesso all’intero territorio...