La fauna in Abruzzo: Il cervo
Le meraviglie > Flora e Fauna > La Fauna in Abruzzo > I Mammiferi ungulati

La biodiversità è davvero sorprendente, e in effetti le specie animali spesso meno visibili o meno note tendono a essere oscurate da quelle che sono più iconiche. In Abruzzo, così come nelle grandi savane africane, molte specie rare o peculiari si trovano in secondo piano, come il caso degli orsi marsicani, dei lupi appenninici e delle aquile reali, che dominano l'immaginario collettivo. Questo fenomeno fa sì che animali meno conosciuti ma straordinari, come il capovaccaio o il gatto selvatico europeo, rimangano quasi invisibili agli occhi di molti, nonostante la loro bellezza e unicità.
Abruzzo ospita anche altre specie peculiari di rettili, anfibi e insetti, che abitano ecosistemi unici come le faggete vetuste, patrimonio dell'UNESCO, o le aree umide e montane. È un esempio di come la diversità ecologica non si concentri solo su specie emblematiche ma includa una varietà di esseri viventi che costituiscono un patrimonio naturale eccezionale.

Categoria: Mammiferi ungulati
Se si esclude il cinghiale, sono localizzati quasi esclusivamente all’interno del parco Nazionale d’Abruzzo. Fino al secolo scorso il Cervo e soprattutto il Capriolo erano ancora presenti nelle aree montane più integre della Regione. L’incontrollata pressione venatoria esercitata prima dell’ultima guerra e il degrado ambientale ne hanno provocato la scomparsa in tutta la Regione. La reintroduzione di queste specie è di fondamentale importanza per il riequilibrio ecologico delle nostre montagne. La presenza di questi ungulati infatti è utile per la sopravvivenza degli ultimi lupi appenninici, che svolgono una importante selezione di dette specie, nonché per “distoglierli” dall’attaccare il bestiame domestico. In Abruzzo tutti gli ungulati non sono attualmente cacciabili, ad eccezione del Cinghiale.
Reintrodotto con varie immissioni successive a partire dal 1969 nel territorio del Parco Nazionale d’Abruzzo, dal quale mancava completamente, sterminato dalla caccia e dall’avanzare degli insediamenti umani nel suo areale di distribuzione, il cervo (Cervus elaphus) può oggi vantare un contingente di 350-400 capi, in equilibrio con l’ambiente e regolarmente riproducentisi. Il cervo è un animale che trascorre la maggior parte del suo tempo a nutrirsi e a ruminare l’alimento ingerito, si mostra particolarmente attivo soprattutto all’ora del tramonto e nelle prime ore del mattino, quando è più facile osservarlo.
Chi ha avuto la ventura (neanche troppo rara in verità) di sorprendere un paio di femmine sbucando improvvisamente in una radura o di sentire il bramito del maschio echeggiare da un versante all’altro di qualche valle, non può non rimanere affascinato da questo nobile animale la cui presenza rende il bosco più vero, più simile a quello delle favole… e di certo più conforme a un modello di civiltà. L’escursionista che da anni è abituato a camminare lungo i sentieri senza che un fruscio lo induca a fermarsi, aspettando in silenzio l’apparire fugace di un animale selvatico, riscopre nel Parco tutta una serie di emozioni (finalmente scevre di ogni interesse venatorio) di cui proprio il cervo e il capriolo sono protagonisti. Il cervo è un animale di grossa mole: il maschio può essere alto fino a un metro e mezzo al garrese con un peso che può raggiungere i 200 chilogrammi, mentre le femmine sono leggermente più piccole. Ciò che maggiormente differenzia i sessi sono però le vistose ramificazioni che ornano il capo dei maschi. Le corna iniziano il loro sviluppo in inverno per raggiungere le dimensioni massime nella stagione degli amori, che cade in settembre-ottobre, dopo di che si staccano e vengono abbandonate, dal momento che la loro presenza è in rapporto diretto con la riproduzione e con le lotte dei maschi per il possesso delle femmine, I maschi vivono in gruppo, separati dalle femmine che vivono a loro volta in branchi insieme con i giovani di 1-2 anni; nel periodo degli amori i maschi si muovono in cerca delle femmine e il loro richiamo risuona alto nella foresta; le lotte tra maschi si susseguono finché il vincitore si crea un proprio harem di femmine e si accoppia fino ad esaurire le forze. È evidente che il fiero maschio, con il suo ingombrante ornamento sul capo, non può avere altro habitat che la foresta d’alto fusto, ove può spostarsi anche velocemente senza che le corna si impiglino nella vegetazione, e i pianori erbosi che si aprono al limite del bosco, spingendosi anche oltre i 2000 metri di quota. In inverno i cervi giovani troppo deboli, i vecchi e i soggetti malati costituiscono la preda naturale dei branchi di lupi che, unendo le loro forze, riescono ad avere ragione di un animale cosi grosso che fornirà loro cibo per qualche giorno; nello stesso tempo, selezionando la popolazione di cervi, i lupi fanno si che giungano alla stagione degli amori solo gli individui forti e sani: una nuova conferma del complesso gioco di equilibri naturali in atto nel Parco.
I Mammiferi | ||
Mammiferi ungulati | ||
Mammiferi carnivori | ||
Mammiferi roditori | ||
Mammiferi erbivori | ||
Gli insettivori e i pipistrelli | ||
I Cetacei |
Gli Uccelli | ||
I rapaci diurni | ||
Gli anatidi e i ralladi | ||
I galliformi | ||
I columbiformi | ||
I rapaci notturni | ||
I trampolieri | ||
I passeriformi e i piciformi | ||
Le specie migratorie |
Rettili e Anfibi | ||


L'Enogastronomia
Una cucina, quella abruzzese, che ha molte anime, per la varietà del territorio e delle culture che in essa convivono. C’è l’evoluzione della cucina, quella dei “poveri”, fatta di piatti semplici, di carni ovine, zuppe e minestre, formaggi ed erbe aromatiche e quella “colta e borghese”, i "macceroni alla chitarra" e le "Crispelle mbusse" della provincia di Teramo, e capace di valorizzare sapori con preparazioni...

L'ospitalità in Abruzzo
Da maggio a settembre centinaia di alberghi, pensioni, campeggi, residence, B&B e appartamenti privati sono pronti ad accogliere i turisti, offrendo un ventaglio di proposte e possibilità, in grado di soddisfare gusti ed esigenze, anche le più esigenti.
Le capacità ricettive della riviera abruzzese sono davvero notevoli: in grado di sostenere flussi turistici fatti di grandi numeri nei periodi...

L’Abruzzo montano
Con numerosi centri sciistici con impianti di avanguardia, comprende i maggiori massicci dell’Appennino (il Gran Sasso d’Italia e la Majella), numerosi rilievi che raggiungono anch’essi notevole altitudine e altipiani intervallati dalle conche dell’Aquila e di Sulmona, mentre verso il confine con il Lazio si stende la fertile conca del Fucino, risultante dal prosciugamento del lago omonimo portato...

Museo all’aperto
Noto in tutto il mondo per la sua natura, l’Abruzzo espone, come un grande museo all’aperto, opere d’arte e monumenti nel suo peculiare e intatto paesaggio.
Accanto a luoghi celeberrimi come la rocca di Calascio, il centro storico di Pescocostanzo, il Museo Archeologico Nazionale di Chieti, il poderoso castello dell’Aquila e altre di meraviglie sparse in ogni angolo.