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Sito archeologico in Provincia de L’Aquila: Bazzano - Fraz. Bazzano (Aq) - Abruzzo - Info Point Regione Abruzzo

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Sito archeologico in Provincia de L’Aquila: Bazzano - Fraz. Bazzano (Aq) - Abruzzo

Le meraviglie > Archeologia in Abruzzo > Archeologia AQ
I principali siti archeologici in Provincia de L'Aquila - Abruzzo

Il sito archeologico di Bazzano, situato nella frazione omonima de L'Aquila, è una delle necropoli più importanti e vaste della regione Abruzzo. Scoperta alla fine degli anni '80 e oggetto di scavi sistematici dal 1992, la necropoli ha rivelato oltre 1600 tombe che coprono un ampio arco temporale, dal IX secolo a.C. fino al I secolo d.C. L’area degli scavi, che si trova sotto l'attuale nucleo industriale di Bazzano, è stata indagata principalmente a causa dei lavori di costruzione degli edifici industriali, che hanno richiesto sondaggi archeologici preventivi. La necropoli non sembra essere associata a un insediamento specifico, ma rappresenta un importante centro funerario per diverse comunità che abitavano la regione nel corso dei secoli. Le prime testimonianze rinvenute nella necropoli di Bazzano risalgono alla prima età del Ferro, con sepolture a tumulo che conservano corredi funerari significativi, come vasi in ceramica, fibule in bronzo e cinturoni ornamentali. Le tombe di questa fase sono visibili in superficie e spesso danneggiate dalle lavorazioni agricole, ma alcune, come la tomba 690, sono ben conservate e offrono dettagli preziosi sulla cultura funeraria del periodo. In particolare, la tomba 690, che conteneva il corpo di un bambino, è un esempio emblematico delle sepolture a tumulo, che avevano una struttura a grande diametro, arricchita da stele di pietra. Queste tombe riflettono una società che già a partire dalla prima età del Ferro aveva sviluppato una cultura materiale complessa. L'area funeraria di Bazzano ha restituito anche sepolture databili alla metà del VIII secolo a.C., periodo in cui si osserva una particolare organizzazione delle tombe. Le sepolture di questa fase sono distribuite in modo ordinato e delimitate da una palizzata lignea, un elemento che è stato successivamente riscontrato anche in altre necropoli vestine, come quella di Cinturelli a Caporciano. Tra i ritrovamenti più significativi di questo periodo vi è la tomba 953, che ha restituito il cosiddetto "Principe di Bazzano", un individuo adulto sepolto con un ricco corredo di armi e vasellame in bronzo. L'influenza culturale dei Pretuzi, popolazione che abitava l'attuale provincia di Teramo, è evidente in alcuni oggetti, come il calice in impasto bucchero ritrovato nella stessa tomba, che testimonia gli scambi tra le diverse tribù italiche. Nel corso dei secoli successivi, la necropoli di Bazzano ha continuato a essere un luogo di sepoltura per le comunità locali, come testimoniato dalle tombe ellenistiche databili tra il IV e il I secolo a.C. Tra le sepolture di questo periodo si trovano corredi di grande pregio, come quello della tomba 833, che include ornamenti in bronzo, argento e pasta vitrea, con pendenti di origine cartaginese. In aggiunta alle tombe a fossa tradizionali, sono state rinvenute sepolture particolari, come quelle in grandi casse lignee con cerniere angolari in ferro, e tombe a camera, all’interno delle quali sono stati trovati letti funerari decorati con appliques in osso. La necropoli di Bazzano si conclude con una testimonianza della fase imperiale-romana: un asse stradale rivestito di basoli litici, su cui sorse una mansio, struttura che ospitava i viandanti e che rimase in funzione fino all’età alto-medievale.Siti Archeologici in Abruzzo:
Bazzano (Aquila - Frazione di Bazzano). La necropoli di Bazzano a L’Aquila. Nella zona sottostante il nucleo industriale dell’Aquila di Bazzano è stata portata alla luce la più grande necropoli dell’Abruzzo. Infatti a partire dal 1992 la Soprintendenza dei Beni Archeologici dell’Abruzzo ha esplorato oltre 1600 tombe cronologicamente distribuite tra il IX sec. a.C. e il I sec. d.C. L’ampiezza dello scavo è dovuto proprio all’esistenza dei diversi edifici industriali che, per essere costruiti, hanno imposto la necessità di sondaggi preventivi. La necropoli di Bazzano, che non sembra essere riferibile a uno specifico insediamento, ha inizio nel corso della prima età del Ferro con gruppi tra loro diversi e distanziati di tombe a tumulo. Tale fase cronologica è testimoniata dalla tomba 690, relativa a un individuo defunto in età infantile, scavata nell’anno 200 nel lotto Otefal. Si tratta di un tumulo di 8,50 m. di diametro, che conservava quattro stele a lastra delle otto originariamente presenti. Bisogna sottolineare che le tombe della prima età del Ferro sporgevano dal terreno e appaiono oggi le più superficiali; pertanto, fatta eccezione per casi particolari come la necropoli di Fossa, esse hanno maggiormente risentito delle lavorazioni agricole. Tra le tombe femminili di questa fase particolarmente interessanti sono i corredi delle tombe 1006 e 1316, con i loro vasi in ceramica, il cinturone in bronzo, le fibule e gli ornamenti. Nei pressi dei tumuli si sono rinvenute piccole fosse di individui infantili coperte da un’unica lastra di pietre. Prerogativa di quest’area cimiteriale è stata l’identificazione di due nuclei di sepolture riferibili a età orientalizzante-arcaica (metà VIII-VII sec. a.C.) che si distribuiscono in un’area rettangolare, forse delimitata originariamente da una palizzata lignea. Tale particolare raggruppamento sepolcrale, individuato per la prima volta a Bazzano, è stato poi riscontrato durante gli scavi effettuati nel 2005 nella necropoli di Cinturelli a Caporciano, ovvero sempre in area vestina. Una situazione analoga si verifica nella necropoli di Campo Consolino ad Alfedena tra i Pentri. Tra le tombe di questo periodo si segnala la tomba 953, relativa a un uomo adulto defunto tra 47 e 53 anni di età, il cosiddetto “Principe di Bazzano”, sepolto con il suo ricco corredo formato da armi e da vasellame in bronzo e in impasto. Tra i vasi colpisce la presenza di un calice a corolla in impasto bucchero ide che rimanda all’ambiente dei Pretuzi, che occupano l’attuale provincia di Teramo. Una delle fasi più testimoniate nella necropoli di Bazzano è quella Ellenistica (metà IV-I sec. a .C.). Tra le più antiche sepolture di questa fase è la tomba maschile 1411 con un particolare corredo composto da un cinturone in bronzo di tipo sannitico e da una lunga spada in ferro di provenienza celtica. Un corredo femminile di pregio è quello della tomba 833 con gli ornamenti in bronzo, argento pasta vitrea tra i quali spicca un pendente in pasta vitrea raffigurante un volto maschile proveniente da Cartagine. Oltre alle normali tombe a fossa scavate nella breccia, a Bazzano sono state rinvenute sepolture molto particolari: si compongono di una grande cassa lignea munita di cerniere angolari in ferro deposta all’interno di un’ampia e profonda fossa. Di analoghe dimensioni sono le tombe a camera, anch’esse riservate a un'unica deposizione, all’interno delle quali sono stati rinvenuti alcuni esempi di letti funerari rivestiti di appliques lavorate in osso. I neonati, come nella necropoli di Fossa, vengono deposti all’interno di coppi contrapposti. L’ultima testimonianza archeologica del sito è rappresentata da un asse stradale in parte rivestito di basoli litici, sui cui margini, in età imperiale-romana, venne edificata una mansio, atta ad accogliere i viandanti e utilizzata sino a età alto-medievale. Bazzano (Aquila - Frazione di Bazzano)

La necropoli di Bazzano, situata nella frazione omonima de L'Aquila, rappresenta uno dei più importanti e vasti siti archeologici dell'Abruzzo. Scoperta alla fine del XX secolo, la necropoli è stata esplorata a partire dal 1992 dalla Soprintendenza dei Beni Archeologici dell'Abruzzo, che ha portato alla luce oltre 1600 tombe, databili tra il IX secolo a.C. e il I secolo d.C. L'ampiezza degli scavi è dovuta all'espansione del nucleo industriale di Bazzano, che ha reso necessari sondaggi archeologici preventivi prima della costruzione degli edifici. La necropoli, che non sembra essere legata a un singolo insediamento, presenta un ampio spettro temporale, con sepolture che spaziano dalla prima età del Ferro fino all'epoca romana. Tra le prime testimonianze, spiccano i tumuli risalenti al IX secolo a.C., le cui sepolture infantili e corredi rituali sono emersi con notevole dettaglio.
La fase più antica della necropoli di Bazzano, quella dell’età del Ferro, è rappresentata principalmente da tombe a tumulo, spesso visibili in superficie e quindi maggiormente danneggiate dalle attività agricole. Tuttavia, alcune tombe, come la tomba 690, datata al IX secolo a.C., hanno restituito corredi interessanti, tra cui stele in pietra e ornamenti in bronzo. La tomba 1006, che appartiene a una donna, ha restituito un ricco corredo con vasi in ceramica, fibule e cinturoni in bronzo. A questa fase seguono altre sepolture, tra cui quelle della metà del VIII secolo a.C., caratterizzate da un particolare tipo di sepoltura, forse delimitata da una palizzata lignea, un elemento che sarà successivamente rinvenuto anche in altre necropoli vestine, come quella di Cinturelli a Caporciano. Questi raggruppamenti sepolcrali indicano una certa organizzazione e un legame tra le diverse comunità italiche della regione.
Un altro periodo significativo per la necropoli di Bazzano è l'età orientalizzante e arcaica, risalente alla metà del VIII secolo a.C. Le sepolture di questo periodo sono particolarmente importanti per la presenza di corredi di grande valore, come quello della tomba 953, che contiene il "Principe di Bazzano", un uomo adulto sepolto con un corredo ricco di armi e vasellame in bronzo. Tra questi, spicca un calice in impasto bucchero, simbolo di collegamenti culturali con la regione dei Pretuzi, l'attuale provincia di Teramo. La necropoli di Bazzano offre anche testimonianze dell’età ellenistica (IV-I sec. a.C.), con tombe di alto rango, come quella della tomba 1411, che custodisce un cinturone sannitico e una spada celtica, segni di scambi culturali e influssi provenienti da diverse aree del Mediterraneo. Inoltre, corredi femminili raffinati, come quello della tomba 833, arricchiti da gioielli in bronzo e argento e da pendenti in pasta vitrea di origine cartaginese, testimoniano l'ampiezza delle connessioni culturali della regione.
Tra le peculiarità della necropoli di Bazzano, si segnalano alcune sepolture particolari, come quelle in grandi casse lignee con cerniere angolari in ferro, e le tombe a camera, destinate a una singola deposizione. In queste sepolture sono stati ritrovati letti funerari decorati con applicazioni in osso, che suggeriscono una particolare attenzione al trattamento dei defunti. Per i neonati, come evidenziato anche nella vicina necropoli di Fossa, si riscontrano sepolture in coppi contrapposti. L'ultima testimonianza di vita del sito è rappresentata da un tratto di strada pavimentato con basoli litici, che, in epoca romana, fu utilizzato per la costruzione di una mansio, una struttura destinata ad accogliere i viandanti. La mansio rimase attiva fino all'epoca alto-medievale, dimostrando la continuità del sito nel tempo e la sua importanza come nodo di comunicazione e scambio.
L’Abruzzo medievale e rinascimentale
Splendide chiese medievali al centro di solitari altopiani ed eremi nascosti negli anfratti delle montagne, imponenti abbazie e poderosi castelli, sono gli elementi che più originalmente qualificano il paesaggio abruzzese. Il Medioevo è infatti l’epoca che ha lasciato sul territorio le tracce più evidenti e suggestive, capaci di imprimersi per sempre negli occhi e nel cuore dei visitatori. La montagna abruzzese ebbe nel Medioevo una grande importanza militare ed economica, e fu quindi interessata da una straordinaria fioritura di opere d’arte. Lungo tutta la dorsale appenninica e nei suoi centri abitati, grandi e piccoli, i palazzi, i castelli e le chiese romaniche, gotiche e rinascimentali d’Abruzzo fiorirono con grande rigoglio, spesso abbellite dall’apporto di artisti di grande valore: gli enormi capitali prodotti in regione dalla grande stagione della pastorizia produssero infatti in quest’epoca i loro frutti più ricchi e duraturi.


L’Abruzzo montano
Con numerosi centri sciistici con impianti di avanguardia, comprende i maggiori massicci dell’Appennino (il Gran Sasso d’Italia e la Majella), numerosi rilievi che raggiungono anch’essi notevole altitudine e altipiani intervallati dalle conche dell’Aquila e di Sulmona, mentre verso il confine con il Lazio si stende la fertile conca del Fucino, risultante dal prosciugamento del lago omonimo portato a termine dal Duca Alessandro Torlonia nel 1875, opera grandiosa, che peraltro era stata più volte programmata fin dall’epoca dell’impero Romano.


L'Enogastronomia
Una cucina, quella abruzzese, che ha molte anime, per la varietà del territorio e delle culture che in essa convivono. C’è l’evoluzione della cucina agropastorale, quella dei contadini e dei pastori “poveri” delle zone montane e pedemontane, fatta di piatti semplici e saporiti, di carni ovine, zuppe e minestre, formaggi ed erbe aromatiche e quella “colta e borghese” di Teramo, capace di valorizzare sapori primari con preparazioni più complesse: timballo di scrippelle, tra cui le “mazzarelle”; “virtù”. Meno evocativa dell’Abruzzo -percepita come regione di montagne...


Un grande museo all’aperto
Noto in tutto il mondo per la sua natura, l’Abruzzo espone, come un grande museo all’aperto senza orari né mura, opere d’arte e monumenti nel suo peculiare e intatto paesaggio. Accanto a luoghi celeberrimi come la rocca di Calascio, lo straordinario centro storico di Pescocostanzo, il Museo Archeologico Nazionale di Chieti, il poderoso castello cinquecentesco dell’Aquila, emozionano il viaggiatore decine e decine di meraviglie meno note, sparse in ogni angolo della regione. I restauri di chiese e castelli, la sistemazione e la valorizzazione dei siti...
La Basilica di Santa Maria di Collemaggio, situata a L'Aquila, è uno dei luoghi più significativi e affascinanti della città, nonché un capolavoro dell'architettura romanico-gotica abruzzese. Fondata nel 1287 da Pietro da Morrone, futuro Papa Celestino V, la basilica rappresenta non solo un importante punto di riferimento religioso, ma anche un simbolo della storia di L'Aquila e della sua resilienza. La sua facciata, caratterizzata da un magnifico portale e da decorazioni marmoree, cattura immediatamente l'attenzione dei visitatori, mentre l'interno, ampio e solenne, ospita opere d'arte di grande valore. Nel corso dei secoli, la basilica ha vissuto numerosi eventi storici e spirituali, ma è celebre soprattutto per il suo legame con il Giubileo Celestiniano, una tradizione che richiama i fedeli ogni anno per celebrare il perdono e la pace. La Basilica di Santa Maria di Collemaggio è anche il luogo dove, nel 2009, venne celebrato il funerale delle vittime del devastante terremoto che ha colpito la città. Nonostante i danni subiti dal sisma, la basilica è stata restaurata e riaperta al pubblico, continuando a essere un simbolo di speranza per gli aquilani. Il restauro, che ha visto l'impegno di numerosi esperti e artigiani, ha permesso di recuperare la magnificenza originaria della struttura, rendendo la basilica ancora più maestosa e suggestiva. Oltre alla sua funzione religiosa, la basilica è anche un importante attrattore turistico, grazie alla sua storia, all'architettura e al suo legame indissolubile con la città. Visitando la Basilica di Santa Maria di Collemaggio, i turisti possono immergersi in un'atmosfera di spiritualità e cultura, apprezzando un monumento che ha attraversato i secoli senza mai perdere la sua bellezza e il suo significato.

Chiese e santuari in Abruzzo
La provincia dell’Aquila, immersa nel cuore dell’Abruzzo, è un territorio ricco di storia e spiritualità, dove chiese e santuari raccontano secoli di fede e tradizioni.
Tra i paesaggi montuosi del Gran Sasso e della Majella, sorgono luoghi di culto che custodiscono tesori artistici e culturali, attirando pellegrini e visitatori da ogni parte del mondo. L’Aquila stessa, capoluogo della provincia, vanta edifici religiosi di grande rilievo. La Basilica di Santa Maria di Collemaggio è un capolavoro del gotico abruzzese, famosa per la sua facciata policroma...
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