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La fauna in Abruzzo: Il capriolo

Le meraviglie > Flora e Fauna > La Fauna in Abruzzo > I Mammiferi ungulati
La  fauna in Abruzzo

La biodiversità è davvero sorprendente, e in effetti le specie animali spesso meno visibili o meno note tendono a essere oscurate da quelle che sono più iconiche. In Abruzzo, così come nelle grandi savane africane, molte specie rare o peculiari si trovano in secondo piano, come il caso degli orsi marsicani, dei lupi appenninici e delle aquile reali, che dominano l'immaginario collettivo. Questo fenomeno fa sì che animali meno conosciuti ma straordinari, come il capovaccaio o il gatto selvatico europeo, rimangano quasi invisibili agli occhi di molti, nonostante la loro bellezza e unicità.

Abruzzo ospita anche altre specie peculiari di rettili, anfibi e insetti, che abitano ecosistemi unici come le faggete vetuste, patrimonio dell'UNESCO, o le aree umide e montane. È un esempio di come la diversità ecologica non si concentri solo su specie emblematiche ma includa una varietà di esseri viventi che costituiscono un patrimonio naturale eccezionale.
La fauna in Abruzzo: Il capriolo
Categoria: Mammiferi ungulati
 
Gli Ungulati nel Parco Nazionale d’Abruzzo
Se si esclude il cinghiale, gli ungulati sono localizzati quasi esclusivamente all'interno del Parco Nazionale d’Abruzzo. Fino al secolo scorso, cervi e caprioli erano ancora presenti nelle aree montane più integre della regione, ma la pressione venatoria incontrollata prima dell'ultima guerra e il degrado ambientale ne hanno causato la scomparsa. La reintroduzione di queste specie è fondamentale per il riequilibrio ecologico delle nostre montagne. La presenza di questi ungulati, infatti, è essenziale per la sopravvivenza degli ultimi lupi appenninici, che svolgono una funzione di selezione naturale su tali specie e sono così dissuasi dall'attaccare il bestiame domestico. Attualmente, in Abruzzo tutti gli ungulati sono protetti dalla caccia, tranne il cinghiale.
 
Il Capriolo
Sebbene localmente ancora presente, e talvolta abbondante, nelle Alpi Orientali, il capriolo (Capreolus capreolus) era quasi scomparso dai boschi dell’Appennino, sopravvivendo solo nelle aree protette e nelle riserve di caccia in Toscana, Lazio, Calabria e Puglia. Nel 1977, il capriolo era considerato estinto nel territorio del Parco Nazionale d’Abruzzo, dove un tempo era presente in gran numero, a causa soprattutto del bracconaggio e della caccia nelle aree limitrofe.
Nel dopoguerra, si tentarono alcune reintroduzioni, ma senza successo. Tuttavia, per ricostituire un ecosistema equilibrato, era indispensabile ripopolare l'area con i caprioli. A partire dal 1979, un'équipe di specialisti sviluppò un piano di ripopolamento su un periodo di dieci anni. Oggi, questo periodo è trascorso con successo e il capriolo è stato felicemente reinserito nel Parco, con una popolazione di circa un centinaio di esemplari. Gli sforzi dell'Ente Parco e dei ricercatori hanno dato i risultati sperati.
La presenza di una popolazione di caprioli è importante sia per il “consumo” della vegetazione del sottobosco, sia per l’equilibrio tra prede e predatori, dato che il capriolo è una preda naturale del lupo (e occasionalmente dell’orso). Questi due predatori selezionano naturalmente gli individui deboli o malati, mantenendo sana la popolazione di erbivori. Inoltre, quando i carnivori trovano prede selvatiche nel loro territorio, riducono la pressione predatoria sul bestiame allevato.
I caprioli sono stati reimmessi nel Parco Nazionale d’Abruzzo dopo un periodo di acclimatazione in un'ampia area cintata in condizioni di semilibertà, dimostrando un ottimo adattamento ai boschi abruzzesi. Per l’escursionista, il capriolo non è difficile da avvistare nelle radure e faggete, anche se diventa più arduo individuarlo nella boscaglia, il suo ambiente preferito. Alto poco più di 70 cm alla spalla, questo ruminante corre con agilità, lasciando spesso intravedere una sagoma bruna e una caratteristica macchia bianca sul posteriore, nota come "specchio anale", formata da due zone di pelo candido ai lati e sotto la coda.
Il maschio porta corna simmetriche non molto sviluppate, formate ciascuna da un'asta piegata all’indietro e ramificata in tre punte, che raggiungono il massimo sviluppo nel periodo riproduttivo. Le corna cadono in novembre-dicembre, per ricrescere subito dopo. La modesta dimensione delle corna è direttamente legata al tipo di ambiente boschivo, spesso intricato, in cui il capriolo vive; la vera foresta rimane il regno del cervo, con cui il capriolo non compete grazie alla differenziazione dell’habitat.

L'Enogastronomia
Una cucina, quella abruzzese, che ha molte anime, per la varietà del territorio e delle culture che in essa convivono. C’è l’evoluzione della cucina, quella dei “poveri”, fatta di piatti semplici, di carni ovine, zuppe e minestre, formaggi ed erbe aromatiche e quella “colta e borghese”, i "macceroni alla chitarra" e le "Crispelle mbusse" della provincia di Teramo, e capace di valorizzare sapori con preparazioni...

L'ospitalità in Abruzzo
Da maggio a settembre centinaia di alberghi, pensioni, campeggi, residence, B&B e appartamenti privati sono pronti ad accogliere i turisti, offrendo un ventaglio di proposte e possibilità, in grado di soddisfare gusti ed esigenze, anche le più esigenti.
Le capacità ricettive della riviera abruzzese sono davvero notevoli: in grado di sostenere flussi turistici fatti di grandi numeri nei periodi...


L’Abruzzo montano
Con numerosi centri sciistici con impianti di avanguardia, comprende i maggiori massicci dell’Appennino (il Gran Sasso d’Italia e la Majella), numerosi rilievi che raggiungono anch’essi notevole altitudine e altipiani intervallati dalle conche dell’Aquila e di Sulmona, mentre verso il confine con il Lazio si stende la fertile conca del Fucino, risultante dal prosciugamento del lago omonimo portato...


Museo all’aperto
Noto in tutto il mondo per la sua natura, l’Abruzzo espone, come un grande museo all’aperto, opere d’arte e monumenti nel suo peculiare e intatto paesaggio.
Accanto a luoghi celeberrimi come la rocca di Calascio, il centro storico di Pescocostanzo, il Museo Archeologico Nazionale di Chieti, il poderoso castello dell’Aquila e altre di meraviglie sparse in ogni angolo.
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