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Museo Civico Archeologico Francesco Antonini - Campli (Te) - Info Point Regione Abruzzo

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Museo Civico Archeologico Francesco Antonini - Campli (Te)

Le meraviglie > Musei d'Abruzzo > Musei nel teramano
I principali Musei, Mostre, Pinacoteche e Raccolte nella Provincia di Teramo in Abruzzo

Il Museo Civico Archeologico Francesco Antonini, situato a Campli in provincia di Teramo, è un luogo di grande importanza per la valorizzazione del patrimonio archeologico del territorio. Fondato nel 1999, il museo raccoglie una vasta collezione di reperti che raccontano la storia millenaria della regione. La sua missione è quella di preservare e promuovere la conoscenza delle culture che si sono succedute nell'area teramana, offrendo ai visitatori un affascinante viaggio nel passato attraverso testimonianze di grande valore storico e culturale. Le collezioni del museo sono il frutto di scavi e ricerche archeologiche effettuate sul territorio, con particolare attenzione agli scavi di epoca pre-romana e romana. Grazie al lavoro di esperti archeologi, il museo è riuscito a ricostruire la vita quotidiana delle antiche popolazioni che abitavano l’area, con oggetti e reperti che vanno dalla preistoria fino al periodo medievale. Tra i reperti più significativi ci sono utensili, ceramiche, monete e gioielli, che offrono uno spaccato preciso delle abitudini, delle tradizioni e delle pratiche artigianali delle popolazioni del passato. Il percorso museale si sviluppa in un ambiente moderno e ben strutturato, che permette ai visitatori di esplorare le diverse epoche storiche attraverso una serie di sale tematiche. Ogni sala è dedicata a un particolare periodo storico, e le informazioni vengono presentate in modo chiaro e coinvolgente, grazie anche a pannelli didattici che arricchiscono l'esperienza di visita. Le ricostruzioni di ambienti e oggetti, unite a una cura dei dettagli espositivi, rendono il museo un punto di riferimento per chi è interessato a conoscere più a fondo la storia della provincia di Teramo. Oltre a essere un centro di conservazione e studio, il museo è anche un polo culturale dinamico, che ospita eventi, mostre temporanee e attività educative rivolte a un pubblico di tutte le età. La sua offerta didattica è pensata per coinvolgere scuole e famiglie, favorendo l'approfondimento della storia attraverso laboratori e visite guidate. In questo modo, il Museo Civico Archeologico Francesco Antonini diventa non solo un luogo di apprendimento, ma anche un centro di aggregazione culturale per la comunità locale e per i turisti che visitano Campli e l'intera provincia di Teramo.Musei e Mostre in Abruzzo:
Museo Civico Archeologico Francesco Antonini – Campli. Se state per partire per il Perù, o avete in programma un viaggio in questo splendido paese, una tappa che davvero non potete perdere è quella della visita al Museo Antonini, un vero gioiello nascosto nel deserto della famosa Piana archeologica di Nazca, il cui staff da anni si dedica danni con una inesauribile passione allo studio, alla scoperta, ma al tempo stesso anche all'accoglienza, grazie ad una bellissima Foresteria interna dove i viaggiatori più consapevoli e che capiscono l'importanza di pernottare, finanziandola, in una struttura così speciale e meritevole. Il museo, la cui costruzione iniziò prima degli anni ’90, è stato inaugurato nel luglio del 1999 e raccoglie nella sua struttura i risultati delle varie campagne di scavo archeologico nella regione di Nasca, dirette dal dott. Giuseppe Orefici fin dal 1982. Grazie ad un accordo con lo Stato peruviano e il Ministerio de Cultura, oggi il Museo Antonini, sede peruviana del Centro Italiano di Studi e Ricerche Archeologiche Precolombiane (CISRAP), rappresenta una delle attrazioni maggiori della regione, ed è una attività facilmente abbinabile alla visita più popolare che tutti i viaggiatori desiderano realizzare in zona, ovvero il sorvolo delle famose "linee di Nazca", ovvero i misteriosi "Geoglifi" che ogni anno attirano centinaia di migliaia di turisti! Le collezioni esposte con cura e dedizione dal team degli archeologi guidati dal Prof. Orefici provengono da una campagna di scavi pluriennale nel centro cerimoniale di Cahuachi, nonché dagli scavi di altri siti come Pueblo Viejo (valle del Río Nasca, tra Nasca e Cahuachi), San José (valle del Río Ingenio), Huayurí (Valle di Santa Cruz, vicino a Palpa), Jumana, Santa Clara, Usaka, Pacheco. Oltre a conservare questi reperti di inestimabile valore, il museo è anche sede delle successive fasi di studio, analisi e catalogazione successivi agli scavi archeologici, attività che il dott. Orefici continua a dirigere a Cahuachi. Qui, ogni viaggiatore ha la possibilità di vivere una esperienza straordinaria di conoscenza ed approfondimento, grazie alla presenza di guide specializzate e ad un percorso didattico di pannelli esplicativi che guidano il visitatore nelle sei sale del museo consentendo di acquisire una maggiore consapevolezza ed una conoscenza di base delle culture sviluppatesi nel deserto di Nasca. Il complesso museale si sviluppa su una superficie interna di 750 m2 e comprende un parco archeologico all’aperto di 1600 m2, dove peraltro si può ammirare anche parte dell’Acquedotto di Bisambra, vestigia del talento degli antichi abitanti nel campo dell’ingegneria idraulica. Nel complesso sono visibili ricostruzioni di tombe, in dimensione reale, con imitazioni delle sepolture e del relativo corredo funerario, ed alcune riproduzioni delle micropitture rupestri di Huayhua e un fedele modello, in scala ridotta, dei geoglifi della Pampa di Nasca. Il percorso segue un criterio che tiene in considerazione i diversi fattori che condizionarono lo sviluppo delle società che s’insediarono nella Valle di Nasca e nel territorio confinante. Fra questi, uno dei più importanti fu l’ambiente, nel quale l’uomo del Bacino del Río Grande di Nasca apprese a impiegare le risorse naturali. Un altro, fu il modo di utilizzare e trasformare lo spazio fisico disponibile, con finalità economiche e di controllo, sia politico, sia religioso. Museo Civico Archeologico Francesco Antonini - Campli (Te)
Piazza San Francesco, 6 - 64012 Campli (Te)
Tel.: +039 0861.569158
E-Mail:

Il Museo Civico Archeologico Francesco Antonini, situato a Campli, in provincia di Teramo, è un autentico tesoro per gli appassionati di archeologia e cultura. Fondato nel 1999, il museo si è dedicato da subito alla raccolta e alla valorizzazione dei reperti provenienti dalle importanti campagne di scavo archeologico condotte nella regione di Nazca, in Perù. L’edificio ospita una delle collezioni più ricche e variegate relative alla civiltà precolombiana, grazie al lavoro pionieristico del dott. Giuseppe Orefici e del suo team di archeologi.
Il museo non è solo un luogo di esposizione, ma anche di studio e ricerca. Grazie alla collaborazione con il Ministero della Cultura peruviano e al Centro Italiano di Studi e Ricerche Archeologiche Precolombiane (CISRAP), il Museo Antonini è oggi un punto di riferimento per gli studiosi e per i turisti che vogliono approfondire le straordinarie scoperte effettuate a Cahuachi, un antico centro cerimoniale situato nella regione di Nasca. Le collezioni esposte provengono dagli scavi pluriennali in vari siti archeologici, tra cui Cahuachi, Pueblo Viejo e Huayurí, offrendo uno spaccato unico delle culture precolombiane e delle loro incredibili realizzazioni artistiche e ingegneristiche.
Una visita al Museo Antonini è un'esperienza immersiva che permette di scoprire la vita e le tradizioni di una delle civiltà più affascinanti del Perù. Il percorso museale si sviluppa attraverso sei sale tematiche, corredate da pannelli esplicativi e guide specializzate, che raccontano la storia di questi popoli, delle loro pratiche religiose e delle tecniche ingegneristiche avanzate, come l'acquedotto di Bisambra, che è visibile anche all'esterno, nel parco archeologico. Le ricostruzioni di tombe, la replica dei geoglifi di Nasca e le riproduzioni delle micropitture rupestri di Huayhua offrono ai visitatori un’esperienza visiva unica e coinvolgente.
Il complesso museale, che si estende su 750 m² di spazio espositivo al chiuso e 1600 m² di parco archeologico all’aperto, è un vero e proprio viaggio nel tempo. Oltre alla possibilità di esplorare i reperti, i visitatori possono ammirare le ricostruzioni delle sepolture e dei corredi funerari, e approfondire la conoscenza dei geoglifi, quei misteriosi disegni tracciati nel deserto che attirano ogni anno migliaia di turisti. La visita si collega idealmente al famoso sorvolo delle “linee di Nazca”, rendendo il museo una tappa obbligata per chi vuole conoscere a fondo la storia di questa affascinante regione.
I musei d'Abruzzo rappresentano una sintesi affascinante e spettacolare del ricchissimo patrimonio storico e artistico della regione. Attraverso una rete variegata e ben articolata, il territorio offre un panorama culturale di straordinaria ampiezza: dalle grandi collezioni archeologiche all’arte classica, dai musei dedicati alla vita quotidiana di contadini e pastori alle molteplici espressioni dell’arte moderna e contemporanea. All’interno di questo sistema spiccano realtà di rilievo nazionale, come il Museo Nazionale d’Abruzzo all’Aquila, il Museo Archeologico Nazionale di Chieti e il Museo delle Genti d’Abruzzo di Pescara. Particolarmente suggestivi anche i due musei che custodiscono le celebri maioliche di Castelli, uno nel borgo stesso e l’altro a Loreto Aprutino, sede della prestigiosa Collezione Acerbo. Tuttavia, è soprattutto grazie alla presenza diffusa di musei locali, spesso sorprendentemente ricchi e curati, che l’Abruzzo si configura come un autentico “museo diffuso”. Piccoli gioielli come il Museo Capitolare di Atri, il Museo Archeologico Francesco Savini di Teramo, il Museo della Civitella a Chieti, il Museo dello Splendore a Giulianova, quello della Civiltà Contadina a Picciano, il Museo Civico di Sulmona o il Castello-Museo di Crecchio contribuiscono a disegnare una mappa culturale viva, densa di storia e di bellezza, capace di raccontare l’identità profonda della regione.I musei d’Abruzzo offrono uno straordinario viaggio attraverso la storia, l’arte e le tradizioni di una regione ricca di cultura. La loro varietà riflette la complessità e la profondità del territorio: dalle testimonianze dell’antichità ai linguaggi dell’arte contemporanea, passando per le espressioni della vita rurale e pastorale che da sempre caratterizzano l’identità abruzzese. Nelle principali città, ma anche nei piccoli centri, i musei raccontano storie affascinanti, custodendo reperti archeologici, opere d’arte, documenti, oggetti del quotidiano e manufatti artigianali che restituiscono un’immagine viva e autentica della regione. Alcuni musei si distinguono per il loro valore nazionale e internazionale, ma ciò che rende unico il sistema museale abruzzese è la sua capillarità. Anche i musei locali, spesso meno noti, sorprendono per la ricchezza delle collezioni e per la cura degli allestimenti, contribuendo a creare un vero e proprio “museo diffuso” che abbraccia l’intero territorio. Visitare i musei d’Abruzzo significa immergersi in un patrimonio culturale stratificato, dove ogni luogo conserva e racconta un frammento prezioso della memoria collettiva. I Musei d'Abruzzo. Una sintesi efficace e spettacolare del patrimonio storico e artistico dell’Abruzzo è offerta dalla sua ricca e variegata rete di musei. Dalle ampie raccolte dedicate all’archeologia ai musei di arte classica, dai musei che celebrano il folklore e la vita dei contadini e dei pastori ai numerosi spazi espositivi di arte moderna e contemporanea, il sistema museale abruzzese vanta eccellenze assolute, come il grande Museo Nazionale d’Abruzzo a L’Aquila, il Museo Archeologico Nazionale di Chieti, il Museo delle Genti d’Abruzzo di Pescara, e i due splendidi musei dedicati alle prestigiose Maioliche di Castelli, a Castelli e Loreto Aprutino (la famosa Collezione Acerbo). Ma sono soprattutto i numerosi musei locali, spesso di sorprendente bellezza e ricchezza, a qualificare in modo capillare il territorio, trasformandolo in un vero e proprio “museo diffuso”. Il Museo Capitolare di Atri, il Museo Archeologico Francesco Savini di Teramo, il Museo della Civitella di Chieti, il Museo dello Splendore di Giulianova, il Museo della Civiltà Contadina di Picciano, il Museo Civico di Sulmona, il Castello-Museo di Crecchio sono solo alcune delle perle museali che arricchiscono il paesaggio culturale abruzzese.


Un grande museo all’aperto
Noto in tutto il mondo per la sua natura, l’Abruzzo espone, come un grande museo all’aperto senza orari né mura, opere d’arte e monumenti nel suo peculiare e intatto paesaggio. Accanto a luoghi celeberrimi come la rocca di Calascio, lo straordinario centro storico di Pescocostanzo, il Museo Archeologico Nazionale di Chieti, il poderoso castello cinquecentesco dell’Aquila, emozionano il viaggiatore decine e decine di meraviglie meno note, sparse in ogni angolo della regione. I restauri di chiese e castelli, la sistemazione e la valorizzazione dei siti...


Abruzzo, la regione più verde d’Europa
In Abruzzo la natura è una risorsa protetta. Con un terzo del proprio territorio destinato a parchi, la regione non solo esprime un primato culturale e civile nella protezione dell’ambiente, ma si colloca come maggiore area naturalistica d’Europa, vero cuore verde del Mediterraneo.
La funzione che l’Abruzzo dei Parchi svolge a livello nazionale e internazionale nella conservazione dell’ambiente e della biodiversità è difficilmente sottovalutabile, se si pensa che la regione custodisce un grandissimo numero di specie animali e vegetali.


L’Abruzzo montano
Con numerosi centri sciistici con impianti di avanguardia, comprende i maggiori massicci dell’Appennino (il Gran Sasso d’Italia e la Majella), numerosi rilievi che raggiungono anch’essi notevole altitudine e altipiani intervallati dalle conche dell’Aquila e di Sulmona, mentre verso il confine con il Lazio si stende la fertile conca del Fucino, risultante dal prosciugamento del lago omonimo portato a termine dal Duca Alessandro Torlonia nel 1875, opera grandiosa, che peraltro era stata più volte programmata fin dall’epoca dell’impero Romano.


L'Enogastronomia
Una cucina, quella abruzzese, che ha molte anime, per la varietà del territorio e delle culture che in essa convivono. C’è l’evoluzione della cucina agropastorale, quella dei contadini e dei pastori “poveri” delle zone montane e pedemontane, fatta di piatti semplici e saporiti, di carni ovine, zuppe e minestre, formaggi ed erbe aromatiche e quella “colta e borghese” di Teramo, capace di valorizzare sapori primari con preparazioni più complesse: timballo di scrippelle, le “mazzarelle” e le “virtù”.
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