Personaggi illustri dell’Abruzzo: Filippo Palizzi
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I Personaggi che hanno portato lustro all'Abruzzo

(Vasto, 16 giugno 1818 – Napoli, 11 settembre 1899)
Filippo Palizzi, è stato uno dei principali pittori italiani della seconda metà del XIX secolo e un rappresentante di spicco del verismo in pittura. Nato in Abruzzo, ma formatosi a Napoli, ha lasciato un'impronta significativa nell'arte italiana, dedicandosi a un'interpretazione minuziosa e realistica della natura e della vita quotidiana.
Biografia
Filippo Palizzi nacque a Vasto, quinto di tredici figli, in una famiglia di idee carbonare. Suo padre, inizialmente avvocato, si era poi impiegato. Nel 1836 raggiunse il fratello Giuseppe a Napoli e l'anno seguente fu ammesso alla Reale Accademia di Belle Arti. Tuttavia, deluso dalla formazione accademica, abbandonò l'istituto per dedicarsi a uno studio personale. Si avvicinò al pittore Giuseppe Bonolis, il quale lo indirizzò allo studio del vero, e iniziò a specializzarsi nel ritrarre animali dal vero.
Nel 1839 Palizzi espose per la prima volta un’opera, uno Studio di animali, che attirò l'attenzione della duchessa di Berry. A partire dagli anni '40 viaggiò all'estero, inclusa un’esperienza come insegnante presso il principe Maronsi in Asia Minore.
Durante i moti risorgimentali del 1848, realizzò opere che documentavano gli eventi, come Sera del 18 febbraio 1848 a Napoli e Barricate del 15 maggio 1848. Negli anni '50 ricevette una medaglia dall'Accademia di Napoli e partecipò al progetto editoriale Usi e costumi di Napoli e contorni descritti e dipinti, contribuendo con numerose illustrazioni.
Influenze artistiche e viaggi
Nel 1855 visitò Parigi, dove fu influenzato dai paesaggisti della Scuola di Barbizon. Tornato in Italia, condivise le tecniche dei Barbizonniers con artisti come Giovanni Fattori, contribuendo indirettamente al movimento dei Macchiaioli. Questi scambi artistici consolidarono il suo approccio realistico, basato sull'osservazione diretta.
Contributi istituzionali
Nel 1864 fondò il giornale L'arte moderna, critico nei confronti dei metodi antiquati della Reale Accademia di Belle Arti. Negli anni successivi, lavorò come presidente dell’Istituto e successivamente come direttore del Museo Artistico Industriale di Napoli, promuovendo riforme innovative come l'introduzione di corsi di anatomia e botanica.
Opere principali e riconoscimenti
Tra i suoi capolavori spicca Dopo il diluvio (1867), esposto all'Esposizione Universale di Parigi e commissionato da Vittorio Emanuele II. Questa opera, emblema della sua dedizione al dettaglio e all'intensità narrativa, riscosse un grande successo.
Nel corso della sua carriera, partecipò come giurato a esposizioni internazionali e ricevette numerosi riconoscimenti. Nel 1891 accettò nuovamente la presidenza dell’Istituto di Belle Arti, un ruolo che mantenne fino al 1896.
Ultimi anni e morte
Gli ultimi decenni della vita di Palizzi furono segnati da lutti personali e dalla scelta di ritirarsi sempre più dalla scena pubblica, pur continuando a dipingere. Morì a Napoli l'11 settembre 1899, all'età di 81 anni, lasciando un'eredità artistica di grande valore.
La sua opera, caratterizzata dalla ricerca della verità e dalla rappresentazione dettagliata del mondo naturale, continua a essere celebrata per la sua modernità e profondità artistica.


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