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Sito archeologico in Provincia di Chieti: Teate Marrucinorum – Chieti (Ch) - Abruzzo - Info Point Regione Abruzzo

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Sito archeologico in Provincia di Chieti: Teate Marrucinorum – Chieti (Ch) - Abruzzo

Le meraviglie > Archeologia in Abruzzo > Archeologia CH
I principali siti archeologici nella Provincia di Chieti - Abruzzo

Chieti, antica Teate Marrucinorum, sorge a 330 metri sul livello del mare, su una collina che offre un panorama spettacolare che spazia dalla Maiella al Morrone, fino alla catena del Gran Sasso, i Monti della Laga e i Monti Gemelli. La città domina sia la Valle della Pescara a nord-ovest che quella dell'Alento a sud-est, abbracciando in questo modo un vasto territorio che giunge fino al mare Adriatico, in direzione di Pescara e Francavilla al Mare. Teate fu un importante centro del popolo italico dei Marrucini, ed è stata definita la "res publica" della loro comunità. Durante la Seconda Guerra Punica, la città fu alleata di Roma, mentre si oppose a essa durante la Guerra Sociale, aderendo alla Lega Italica di Corfinio. In seguito, divenne un centro di rilievo all'interno della Regio IV di Augusto, tra il I secolo a.C. e il II secolo d.C., ricoprendo un ruolo di fondamentale importanza nel panorama politico e culturale dell'epoca. L'evoluzione di Teate è testimoniata dai numerosi monumenti che ancora oggi caratterizzano la città. La crescita della città fu particolarmente significativa dopo la Guerra Sociale, quando importanti famiglie locali, come i Pollioni e i Vezii, contribuirono alla realizzazione di edifici pubblici e monumenti. Templi, un teatro romano, un anfiteatro e un ampio complesso termale sono alcuni dei principali esempi che testimoniano il massimo splendore della città. Questi edifici sono ora custoditi nel Museo Nazionale Archeologico alla Villa Comunale e nel Museo della città alla Civitella, insieme all'anfiteatro che è stato recentemente recuperato. I reperti archeologici attestano che la collina di Chieti è stata abitata sin dall'età del ferro, con un primo nucleo di insediamento che risale al 1500 a.C., mentre la tradizione locale fa risalire la fondazione della città al 1181 a.C., con leggende che la collegano a figure mitologiche come Achille e alla dea Teti. Il Teatro Romano di Teate, che risale probabilmente al I secolo d.C., è uno degli esempi più importanti dell'architettura della città antica. Il teatro, di forma circolare e con una capienza di circa 5.000 spettatori, conserva ancora parte della sua cavea, che misura oltre 80 metri di diametro. La struttura, che sfruttava in parte il pendio naturale della collina, era costruita con calcestruzzo e rivestita con pietra e mattoni disposti secondo la tecnica dell'opus reticulatum. L'ingresso principale al teatro era accessibile tramite una ripida salita, che portava i visitatori a un corridoio che si collegava alla cavea. Questo impianto testimonia non solo l'importanza del teatro come luogo di intrattenimento, ma anche la grandezza e la vitalità della città romana di Teate. Accanto al teatro, sono stati riportati alla luce i tempietti romani, noti anche come tempietti di S. Paolo. Scoperti nel 1935, questi monumenti sono costituiti da tre tempietti affiancati, di cui i primi due presentano una cella, un pronao e una cripta, mentre il terzo, più piccolo, è privo di pronao e presenta solo la cella e la cripta. La struttura muraria dei templi, costruita in calcestruzzo e rivestita in opus reticulatum, riflette il periodo di massimo splendore della città, che corrisponde al regno dell'imperatore Claudio. I resti di questi templi, insieme ai numerosi reperti rinvenuti, tra cui monete, lapidi e frammenti scultorei, dimostrano l'importanza religiosa della città e il suo continuo sviluppo nel corso dei secoli. La presenza di un quarto tempio romano nelle vicinanze, con fondamenta in tufo e pietra calcarea, conferma ulteriormente il ruolo centrale di Chieti nell'ambito religioso e civile dell'Italia antica.Siti Archeologici in Abruzzo:
Teate Marrucinorum (Chieti). Chieti, l’antica Teate Marrucinorum (Touta Marouca del popolo italico dei Marrucini), sorge a m.330 s.l.m. su un crinale collinare che domina la Valle della Pescara, a Nord-Ovest e la Valle dell’Alento a Sud-Est, con un largo panorama che abbraccia, in uno spettacolare anfiteatro di orizzonti e di cime, la Maiella, il Morrone, la catena del Gran Sasso, i Monti della Laga, i Monti Gemelli e il mare Adriatico, verso Pescara e Francavilla al Mare. Era chiamata originariamente Teate o Teate Marrucinorum, con riferimento al popolo italico dei Marrucini, di cui era la “touta marouca” (res publica, in latino), il principale centro abitato. Così la denominarono i Romani, dei quali fu alleata nella II guerra punica (219.201 a.C.) e avversaria nella guerra sociale (90-89 a.C.), quando aderì alla Lega Italica di Corfinio, divenendone poi uno dei principali centri nella Regio IV (Abruzzo e Sannio) della ripartizione territoriale italiana di Augusto, tra il I a. C. e il II secolo d.C. La presenza di templi, di un teatro greco-romano, di un anfiteatro e di un importante complesso termale, testimonia l’importanza assunta dal capoluogo soprattutto dopo la guerra sociale, quando esponenti di Chieti, come le famiglie Pollione e Vezia, la arricchirono di monumenti che oggi costituiscono il suo patrimonio archeologico, valorizzato nel Museo Nazionale Archeologico alla Villa Comunale e nel Museo della città alla Civitella, a fianco al recuperato Anfiteatro. Dai reperti archeologici è attestato che la collina di Chieti conserva tracce di vita umana da almeno 3.500 anni, con un primo nucleo abitato di maggior interesse, che risale al 1500, all’età del ferro. Se si potesse dar credito alle narrazioni di scrittori di storia locale come Girolamo Nicolino (“Historia della città di Chieti”, Napoli, 1657, rist. anast. Bologna 1967), la nascita di Chieti viene fatta risalire al 1181 a.C., richiamandosi ad altre fonti precedenti. Viene anche specificata l’inverosimile data dell’11 maggio, come giorno di fondazione da parte di emigranti di origine greca e che la leggenda ha collegata al mitico Achille, figlio di Peleo e Teti, il piè veloce omerico, rappresentato chissà perché a cavallo nell’emblema cittadino, così come il 21 aprile del 753 a.C. viene indicato il giorno di nascita di Roma. E in onore della dea Teti la città avrebbe avuto la sua denominazione Teate. Teatro Romano. Il Teatro romano fu costruito probabilmente nel I secolo d.C., nel periodo di maggior rigoglio della città antica. Dell'antica costruzione, che aveva forma circolare, rimane in piedi l'ala sinistra della cavea nella quale si conservano alcuni corridoi interni; la grande cavea consentiva un numero grandissimo di spettatori (circa 5.000) in quanto il teatro misurava oltre m 80 di diametro. La possente struttura, adatta al carattere del terreno, in parte era addossata al pendio della collina adiacente, in parte era costruita in calcestruzzo con rivestimento in pietra e mattoni a filari, ad opus reticolatum. Si accedeva all'ingresso principale mediante una ampia salita a gradoni, attualmente formata dalla salita vico II Porta Reale. Si entrava così nel corridoio soprastante la cavea: corridoio che doveva concludersi con un potente giochi di archi, formando un insieme architettonico che certamente costituiva il maggior centro di attrazione della Teate romana. Tempietti Romani: Tempietti romani, comunemente detti di S. Paolo, sono stati riportati alla luce nel 1935 durante il risanamento del quartiere e il ripristino dell'antica Chiesetta di San Paolo, per l'interessamento del prof. Desiderato Scenna. L'insieme del monumento è formato da tre tempietti affiancati; i primi due hanno cella pronao e cripta, mentre il terzo, che subì' trasformazioni posteriori, presenta soltanto la cella e la cripta. Quello quasi intero, che corrisponde all' antica chiesa di San Paolo (foto 13), già conosciuta come sede originaria di un tempio pagano, manca della scalinata che si estendeva nella zona anteriore, dei pronai con le colonne e dei frontoni soprastanti. Che sia stato costruito nel periodo romano risulta da molti elementi, primi fra tutti la struttura muraria in calcestruzzo del primo e secondo tempio, solidissima e rivestita con tasselli alternati in pietra e in laterizio ad opus reticulatum . Tali testimonianze rivelano un periodo di massimo splendore che, con ogni probabilità, deve riferirsi a quello dell' Imperatore Claudio, come risulta anche da alcuni frammenti lapidari e scultorei. La rozzezza della muratura e la poca finitezza delle parti fanno supporre che il terzo tempietto, cioè il più piccolo, sia stato costruito in epoca tarda, nel III secolo, quando a Teate fu fondata una colonia romana e si rese necessaria la costruzione del Capitolium col conseguente culto delle tre divinità tradizionali, Giove, Giunone e Minerva. Le fondamenta rivelano un periodo anteriore, per la presenza di mura formate da grandi blocchi poligonali di tufo appartenuti indubbiamente a un grande tempio del IV o V secolo a.C., perché nel primo vano della seconda cripta si apre un pozzo circolare della profondità di 38 metri, che, secondo un' ipotesi di Edoardo Galli, deve aver preceduto il tempio italico nel recinto del quale si inserisce, e deve aver avuto sin dalle origini carattere sacro. Nei vani dei tempietti e nelle cripte sottostanti si conserva una importante raccolta di monete, frammenti scultorei, busti, lapidi, iscrizioni, tutti provenienti dalla città e dalla provincia di Chieti. Nella stessa piazza vi è il Palazzo delle Poste, costruito nel 1927 su progetto del Genio Civile; a fianco di questo palazzo vi sono i ruderi di un quarto tempio romano, nelle cui fondamenta appaiono pezzi d'opera in tufo e in pietra calcarea regolarmente squadrati, provenienti da costruzioni italiche. Teate Marrucinorum (Chieti)

Chieti, antica Teate Marrucinorum, sorge a 330 metri sul livello del mare, su un crinale che domina la Valle della Pescara a nord-ovest e la Valle dell'Alento a sud-est. Il sito offre un panorama mozzafiato che si estende fino alla Maiella, al Morrone, alla catena del Gran Sasso, ai Monti della Laga e ai Monti Gemelli, fino a spingersi verso il mare Adriatico, con una vista che abbraccia Pescara e Francavilla al Mare. Fondata dai Marrucini, un popolo italico, Teate divenne il centro principale della loro "res publica". I Romani la conoscevano come Teate, e la città fu un importante alleato durante la Seconda Guerra Punica, mentre si oppose ai Romani durante la Guerra Sociale, aderendo alla Lega Italica di Corfinio. Successivamente, divenne un centro rilevante della Regio IV di Augusto, tra il I secolo a.C. e il II secolo d.C., contribuendo notevolmente al panorama culturale e politico dell'epoca.
L'importanza di Teate si riflette nei numerosi monumenti che caratterizzano la città antica, soprattutto dopo la Guerra Sociale. Templi, un teatro romano, un anfiteatro e un grande complesso termale attestano la prosperità del capoluogo. I monumenti furono arricchiti da famiglie locali come i Pollioni e i Vezii, che contribuirono alla realizzazione di edifici pubblici e religiosi, ora visibili grazie agli scavi archeologici. Il Museo Nazionale Archeologico alla Villa Comunale e il Museo della città alla Civitella conservano gran parte di questi reperti, insieme all'anfiteatro recuperato. I ritrovamenti archeologici dimostrano che la collina di Chieti è stata abitata sin dal 1500 a.C., con tracce di vita umana che risalgono all’età del ferro, ma anche leggende locali fanno risalire la fondazione della città al 1181 a.C., attribuendola alla mitica figura di Achille e collegandola al culto della dea Teti.
Il Teatro Romano, costruito probabilmente nel I secolo d.C., rappresenta uno degli edifici più rilevanti di Teate. Di forma circolare, il teatro poteva ospitare circa 5.000 spettatori ed è parzialmente conservato, con l'ala sinistra della cavea ancora visibile. La cavea, che misurava oltre 80 metri di diametro, era in parte scavata nel terreno e in parte costruita con calcestruzzo, rivestita con pietra e mattoni a filari, tipica tecnica costruttiva dell'epoca. L’ingresso principale, raggiungibile tramite una larga salita, conduceva a un corridoio che univa l'area superiore alla cavea, con un impianto architettonico che testimonia la grandiosità del teatro e la centralità che Teate aveva nella regione.
Accanto al teatro, sono stati riportati alla luce i tempietti romani noti come S. Paolo, un complesso di tre tempietti costruiti probabilmente durante l’Impero Romano. Scoperti nel 1935, i templi sono disposti in sequenza, con il primo e il secondo che presentano cella, pronao e cripta, mentre il terzo è parzialmente trasformato. Questi tempietti, realizzati con calcestruzzo e rivestiti con opus reticulatum, rivelano l’epoca di massimo splendore della città, che si colloca sotto il regno dell’imperatore Claudio. La presenza di fondazioni più antiche e una ricca raccolta di monete, lapidi e frammenti scultorei testimoniano la continuità di culto e l’importanza religiosa di Teate. Nella stessa piazza, si trovano i resti di un quarto tempio romano, confermando il ruolo centrale che Chieti ricopriva nel panorama religioso e civile della regione.
L’Abruzzo medievale e rinascimentale
Splendide chiese medievali al centro di solitari altopiani ed eremi nascosti negli anfratti delle montagne, imponenti abbazie e poderosi castelli, sono gli elementi che più originalmente qualificano il paesaggio abruzzese. Il Medioevo è infatti l’epoca che ha lasciato sul territorio le tracce più evidenti e suggestive, capaci di imprimersi per sempre negli occhi e nel cuore dei visitatori. La montagna abruzzese ebbe nel Medioevo una grande importanza militare ed economica, e fu quindi interessata da una straordinaria fioritura di opere d’arte. Lungo tutta la dorsale appenninica e nei suoi centri abitati, grandi e piccoli, i palazzi, i castelli e le chiese romaniche, gotiche e rinascimentali d’Abruzzo fiorirono con grande rigoglio, spesso abbellite dall’apporto di artisti di grande valore: gli enormi capitali prodotti in regione dalla grande stagione della pastorizia produssero infatti in quest’epoca i loro frutti più ricchi e duraturi.


L’Abruzzo montano
Con numerosi centri sciistici con impianti di avanguardia, comprende i maggiori massicci dell’Appennino (il Gran Sasso d’Italia e la Majella), numerosi rilievi che raggiungono anch’essi notevole altitudine e altipiani intervallati dalle conche dell’Aquila e di Sulmona, mentre verso il confine con il Lazio si stende la fertile conca del Fucino, risultante dal prosciugamento del lago omonimo portato a termine dal Duca Alessandro Torlonia nel 1875, opera grandiosa, che peraltro era stata più volte programmata fin dall’epoca dell’impero Romano.


L'Enogastronomia
Una cucina, quella abruzzese, che ha molte anime, per la varietà del territorio e delle culture che in essa convivono. C’è l’evoluzione della cucina agropastorale, quella dei contadini e dei pastori “poveri” delle zone montane e pedemontane, fatta di piatti semplici e saporiti, di carni ovine, zuppe e minestre, formaggi ed erbe aromatiche e quella “colta e borghese” di Teramo, capace di valorizzare sapori primari con preparazioni più complesse: timballo di scrippelle, tra cui le “mazzarelle”; “virtù”. Meno evocativa dell’Abruzzo -percepita come regione di montagne...


Un grande museo all’aperto
Noto in tutto il mondo per la sua natura, l’Abruzzo espone, come un grande museo all’aperto senza orari né mura, opere d’arte e monumenti nel suo peculiare e intatto paesaggio. Accanto a luoghi celeberrimi come la rocca di Calascio, lo straordinario centro storico di Pescocostanzo, il Museo Archeologico Nazionale di Chieti, il poderoso castello cinquecentesco dell’Aquila, emozionano il viaggiatore decine e decine di meraviglie meno note, sparse in ogni angolo della regione. I restauri di chiese e castelli, la sistemazione e la valorizzazione dei siti...
La Basilica di Santa Maria di Collemaggio, situata a L'Aquila, è uno dei luoghi più significativi e affascinanti della città, nonché un capolavoro dell'architettura romanico-gotica abruzzese. Fondata nel 1287 da Pietro da Morrone, futuro Papa Celestino V, la basilica rappresenta non solo un importante punto di riferimento religioso, ma anche un simbolo della storia di L'Aquila e della sua resilienza. La sua facciata, caratterizzata da un magnifico portale e da decorazioni marmoree, cattura immediatamente l'attenzione dei visitatori, mentre l'interno, ampio e solenne, ospita opere d'arte di grande valore. Nel corso dei secoli, la basilica ha vissuto numerosi eventi storici e spirituali, ma è celebre soprattutto per il suo legame con il Giubileo Celestiniano, una tradizione che richiama i fedeli ogni anno per celebrare il perdono e la pace. La Basilica di Santa Maria di Collemaggio è anche il luogo dove, nel 2009, venne celebrato il funerale delle vittime del devastante terremoto che ha colpito la città. Nonostante i danni subiti dal sisma, la basilica è stata restaurata e riaperta al pubblico, continuando a essere un simbolo di speranza per gli aquilani. Il restauro, che ha visto l'impegno di numerosi esperti e artigiani, ha permesso di recuperare la magnificenza originaria della struttura, rendendo la basilica ancora più maestosa e suggestiva. Oltre alla sua funzione religiosa, la basilica è anche un importante attrattore turistico, grazie alla sua storia, all'architettura e al suo legame indissolubile con la città. Visitando la Basilica di Santa Maria di Collemaggio, i turisti possono immergersi in un'atmosfera di spiritualità e cultura, apprezzando un monumento che ha attraversato i secoli senza mai perdere la sua bellezza e il suo significato.

Chiese e santuari in Abruzzo
La provincia dell’Aquila, immersa nel cuore dell’Abruzzo, è un territorio ricco di storia e spiritualità, dove chiese e santuari raccontano secoli di fede e tradizioni.
Tra i paesaggi montuosi del Gran Sasso e della Majella, sorgono luoghi di culto che custodiscono tesori artistici e culturali, attirando pellegrini e visitatori da ogni parte del mondo. L’Aquila stessa, capoluogo della provincia, vanta edifici religiosi di grande rilievo. La Basilica di Santa Maria di Collemaggio è un capolavoro del gotico abruzzese, famosa per la sua facciata policroma...
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