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Borghi Medievali e Archeologia in Abruzzo: Castrovalva, il Borgo di Escher - Info Point Regione Abruzzo

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Borghi Medievali e Archeologia in Abruzzo: Castrovalva, il Borgo di Escher

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Scoprire i tesori nascosti, i luoghi affascinanti e le meraviglie naturali dell'Abruzzo

Castrovalva, il Borgo di Escher. Castrovalva è un piccolo borgo che si erge solitario su una cresta rocciosa, nel cuore delle montagne abruzzesi. Situato tra Pratola Peligna e Cocullo, questo paese sembra quasi sfidare la gravità, con le sue case strette e aggrappate alla montagna, a strapiombo sul fiume Sagittario. Raggiungerlo non è semplice: la strada si arrampica tortuosa lungo il fianco della montagna, facendo di Castrovalva un luogo che non si visita per caso, ma solo dopo averlo cercato e desiderato. La sua posizione isolata lo rende un angolo nascosto della regione, lontano dalle rotte turistiche più battute, ma proprio per questo il suo fascino rimane intatto, lontano dal caos della modernità. Il nome Castrovalva deriva dal latino Castrum de Valva, un chiaro riferimento alla sua natura di borgo fortificato, che affonda le radici nell’antica diocesi di Valva. Oggi, il borgo conserva ancora tracce della sua struttura difensiva, visibili nelle case costruite con muri spessi e compattezza tipica dei luoghi destinati alla protezione. La strada che conduce al borgo, stretta e tortuosa, attraversa paesaggi mozzafiato, offrendo uno spettacolo di natura selvaggia. Chi arriva a Castrovalva non può fare a meno di percepire l'energia di un luogo che ha resistito al passare del tempo, rimanendo praticamente immutato nei secoli. Un grande protagonista della storia di Castrovalva è l’artista olandese Maurits Cornelius Escher, che più di ottant’anni fa visitò il borgo e ne rimase profondamente colpito. La sua visita portò alla creazione di una delle sue litografie più celebri, che ritrae Castrovalva con una prospettiva impossibile e vertiginosa, in cui le case sembrano emergere dalla montagna come se fossero parte integrante della roccia. Escher non si limitò a rappresentare il luogo, ma lo trasformò in un’idea, usando la sua tecnica unica per esaltare il contrasto tra realtà e percezione, un tema ricorrente nella sua arte. La sua visione del borgo è un gioco tra il reale e il surreale, dove la montagna diventa metafora di una dimensione intangibile e misteriosa. Oggi, Castrovalva è molto più di un luogo famoso per la sua bellezza scenografica e la sua storia legata a Escher. Il borgo, con la sua posizione isolata, offre anche un senso di pace e tranquillità che invita alla riflessione. Camminando per le sue strade, si respira una quiete che ricorda gli eremi nascosti della Majella o le abbazie benedettine immerse nel verde. Castrovalva non è solo un angolo remoto e affascinante del nostro passato, ma un luogo che porta con sé un’atmosfera di sacralità e di ritorno a un tempo più semplice, dove la natura e l’uomo sembrano ancora convivere in armonia.Borghi Medievali e Archeologia in Abruzzo:
Castrovalva, il Borgo di Escher. Viaggiando sull’autostrada A25, nel tratto tra Pratola Peligna e Cocullo, è possibile scorgere verso meridione, in cima a una cresta rocciosa, un paesino di poche case aggrappate alla montagna. In tanti si saranno chiesti se quelle case avessero un nome e chi poteva pensare di vivere lassù. Il nome di quel borgo è Castrovalva, e come è facile intuire deriva da Castrum de Valva; questo ne testimonia sia l’appartenenza all’antica diocesi di Valva, che aveva sede nella basilica di San Pelino a Corfinio, sia la realtà, peraltro molto evidente, di borgo fortificato, dal latino castrum. La stretta strada per arrivarci è costretta ad arrampicarsi, tornante dopo tornante, lungo il fianco della montagna a strapiombo sul fiume Sagittario, e poi a penetrare il crinale con una stretta galleria. Forse per questo Castrovalva è esclusa dai più battuti percorsi turistici, nonostante la sua vicinanza con la frequentatissima Scanno. Per Castrovalva insomma non si passa casualmente, ma ci si arriva soltanto se in qualche modo se ne è già sentito parlare. La difficoltà, solo apparente, della strada può scoraggiare i visitatori meno intraprendenti, ma ai “coraggiosi” riserva il fascino di un luogo intatto, fuori del tempo. A questo borgo lungo e stretto, tagliato dai venti che lo sferzano impietosi per la sua ardua posizione sul crinale, era salito ottant’anni fa un geniale artista olandese, solitario esploratore dei sentieri più impervi dell’Abruzzo, alla ricerca di luoghi magici: Maurits Cornelius Escher. Egli probabilmente scoprì Castrovalva con la meraviglia di chi raggiunge una meta insperata, e a questa vera sorpresa Escher dedicò un’enigmatica litografia che è al tempo stesso rappresentazione realistica del luogo ma anche sua trasposizione metafisica. L’occhio dell’artista la coglie come punto d’arrivo, e non come osservatorio privilegiato per spaziare a volo d’uccello sul paesaggio circostante, nell’intento di esaltare la fatica ma anche l’ansia per arrivarci. La prospettiva è molto ardita, così come appaiono le sottostanti gole del Sagittario, e il paese occupa nel quadro il vertice sinistro, avvolto dalle nubi e facendo presagire il senso di vertigine che si proverà affacciandosi dal belvedere; Anversa degli Abruzzi (di cui Castrovalva è una frazione) si scorge in basso sul fondo della valle, già lontanissima benché la salita sia ancora lunga. Dopo aver abbandonato l’Italia per problemi con il regime fascista, Escher portò alle estreme conseguenze la problematica delle sue tematiche sulla rappresentazione della realtà, inventando quei mondi impossibili, nati giocando sugli effetti distorcenti della prospettiva, che lo hanno reso famoso. Di queste sue astrazioni è emblematico il disegno della doppia loggia dentro la quale un uomo si arrampica rimanendone sempre all’esterno; chissà se alla base dell’enigma non vi fosse il ricordo delle ardue salite ai borghi d’Abruzzo, di Castrovalva soprattutto ma anche di Opi, Alfedena, Goriano Sicoli. Chissà inoltre se a ispirare la serie delle metamorfosi, in cui secondo delle costanti matematiche un oggetto dà continuamente origine a uno nuovo, non vi fosse il gioco a incastro delle case di pietra, l’inestricabile labirinto dei paesi montani abruzzesi. Castrovalva non è però soltanto il luogo surreale, un po’ inquietante, reso famoso da Escher: ci si può ritrovare anche una pace ascetica tutta nostrana, quella dei solitari eremi della Majella o delle abbazie benedettine immerse nel verde. Castrovalva, il Borgo di Escher

Viaggiando lungo l’autostrada A25, nel tratto tra Pratola Peligna e Cocullo, lo sguardo viene catturato da un piccolo borgo arroccato su una cresta rocciosa a sud. Castrovalva si presenta come un grappolo di case aggrappate alla montagna, sospese tra il cielo e il vuoto, in un equilibrio quasi surreale. Molti viandanti si saranno chiesti quale sia la storia di quel luogo remoto e chi possa aver scelto di vivere lassù, in un’epoca in cui il richiamo delle città sembra predominare. Eppure, proprio questa sua posizione isolata ne ha preservato intatto il fascino, rendendolo un gioiello nascosto tra le montagne abruzzesi.
Il nome Castrovalva affonda le radici nel latino Castrum de Valva, a testimonianza della sua appartenenza alla diocesi di Valva, un tempo con sede nella basilica di San Pelino a Corfinio. Il termine castrum ne rivela la natura di borgo fortificato, una caratteristica evidente osservando il profilo compatto delle abitazioni che si stringono le une alle altre per difendersi dai venti impetuosi. Raggiungerlo non è semplice: la strada si arrampica lungo il fianco della montagna, offrendo vedute spettacolari sul fiume Sagittario, per poi attraversare il crinale attraverso una galleria stretta e suggestiva. Questo percorso tortuoso contribuisce a mantenerlo lontano dai circuiti turistici più battuti, nonostante la vicinanza a Scanno. Non si arriva a Castrovalva per caso: è un luogo che si cerca, che si desidera scoprire, e la sua bellezza ricompensa ogni fatica del viaggio.
Forse è stato proprio questo senso di scoperta a colpire il celebre artista olandese Maurits Cornelius Escher quando, circa ottant’anni fa, si spinse tra le montagne dell’Abruzzo in cerca di ispirazione. Escher raggiunse Castrovalva come un esploratore che giunge a una meta inaspettata, trovandosi di fronte a un borgo che sembrava emergere dalla roccia stessa. Affascinato dalla sua posizione estrema, realizzò una litografia che ritrae il paese con una prospettiva ardita, quasi vertiginosa. Il borgo appare avvolto dalle nubi, come sospeso nel vuoto, mentre le gole del Sagittario si aprono in un abisso profondo. In questa rappresentazione, Escher non si limita a riprodurre la realtà, ma la trasforma, elevando Castrovalva a un simbolo della sua poetica visiva, fatta di illusioni prospettiche e spazi impossibili.
Dopo il suo soggiorno in Italia, interrotto a causa delle tensioni con il regime fascista, Escher sviluppò ulteriormente le sue ricerche sulla percezione della realtà, dando vita a celebri opere basate su prospettive paradossali e trasformazioni continue. Chissà se proprio l’ascesa faticosa ai borghi abruzzesi, come Castrovalva, Opi o Alfedena, non abbia ispirato le sue creazioni più enigmatiche, come la loggia in cui un uomo sembra arrampicarsi all’infinito, senza mai raggiungere una meta definitiva. Forse nelle sue metamorfosi geometriche si nasconde l’eco dei vicoli intricati dei paesi montani, con le loro case in pietra che si incastrano perfettamente l’una nell’altra, dando vita a un labirinto senza fine.
Ma Castrovalva non è solo il borgo visionario immortalato da Escher. Oltre al fascino surreale delle sue architetture sospese nel vuoto, offre anche una dimensione più intima e meditativa. Qui si respira la stessa pace austera degli antichi eremi della Majella o delle abbazie benedettine immerse nella natura. Il silenzio, rotto solo dal vento e dal volo degli uccelli, invita alla contemplazione, rendendo Castrovalva un luogo fuori dal tempo, dove la storia, l’arte e la natura si fondono in un equilibrio perfetto.
L'enogastronomia abruzzese è un viaggio tra sapori autentici e tradizioni antiche, una sintesi perfetta di mare e montagna che racconta l'anima profonda della regione. Qui, ogni piatto e ogni vino riflettono l'essenza di un territorio generoso, dove la natura incontaminata e la cultura locale si intrecciano per creare un patrimonio culinario unico. In Abruzzo, il cibo non è solo nutrimento, ma una forma di espressione, un legame con le stagioni e con le radici storiche delle comunità. Dai borghi montani alle località costiere, la cucina si distingue per la semplicità e la genuinità degli ingredienti, spesso prodotti artigianalmente. Le ricette, tramandate di generazione in generazione, portano con sé gesti e sapori che parlano di tempi lontani. La terra abruzzese è nota per prodotti straordinari che vanno dall’oro rosso dello zafferano di Navelli ai tartufi profumati delle montagne. I formaggi di pecora, come il pecorino e la ricotta affumicata, raccontano la maestria dei pastori, mentre la pasta fatta a mano, come i celebri maccheroni alla chitarra, celebra l’arte e la pazienza delle cuoche abruzzesi. Il vino gioca un ruolo fondamentale in questo racconto di gusto. Il Montepulciano d'Abruzzo, robusto e avvolgente, è una delle etichette più amate e apprezzate a livello internazionale, affiancato dal delicato Trebbiano d'Abruzzo. Ogni bicchiere racchiude il carattere di queste colline baciate dal sole, dove i vigneti prosperano tra la brezza del mare e l’aria fresca dei monti. Ma l’enogastronomia abruzzese è anche convivialità, un rito che si consuma attorno a una tavola ricca di sapori e storie. Ogni assaggio è un incontro con una cultura che rispetta la natura e valorizza la tradizione, rivelando un equilibrio perfetto tra semplicità e raffinatezza. È un’esperienza che va oltre il palato, coinvolgendo i sensi e lasciando un ricordo indelebile, un legame profondo con una terra che sa come regalare emozioni.
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L'Enogastronomia. La cucina abruzzese è la tradizionale cucina dell'Abruzzo; essa è molto vasta ed è originaria dalle tradizioni sia pastorali delle zone interne montane che marinare della zona costiera; tra gli alimenti più utilizzati troviamo: il pane, la pasta, la carne, i formaggi e il vino. L'isolamento che per decenni ha caratterizzato la regione ha fatto sì che quest'ultima mantenesse un'arte culinaria viva ed indipendente. Tra i prodotti abruzzesi che sono entrati nell'immaginario collettivo di tutto il mondo troviamo i classici confetti tipici della città di Sulmona, lo zafferano coltivato principalmente nell'altopiano di Navelli, gli arrosticini di pecora, gli spaghetti alla chitarra e il prestigioso vino Montepulciano d'Abruzzo. Altri prodotti...

L’artigianato abruzzese rappresenta una straordinaria testimonianza della tradizione e dell’ingegno della regione, un legame profondo tra passato e presente. Ogni angolo dell’Abruzzo racconta storie attraverso opere d’arte create da mani esperte che hanno saputo conservare tecniche e saperi antichi. Uno degli ambiti più celebri è la lavorazione della ceramica. Tra i centri più importanti spicca Castelli, rinomata in tutto il mondo per le sue maioliche decorate a mano con motivi floreali, geometrici e scene di vita quotidiana. Gli artigiani locali continuano a utilizzare metodi tramandati di generazione in generazione, valorizzando colori e disegni che rispecchiano il territorio e la sua cultura. Di grande pregio è anche l’arte della lavorazione del ferro battuto, tipica delle aree montane. Fabbri esperti modellano a caldo cancelli, lampade e altri oggetti, dando vita a opere di straordinaria bellezza e resistenza. Questa tradizione, radicata nella vita rurale, trova il suo apice in laboratori che combinano creatività e funzionalità. Un altro settore emblematico è quello della tessitura. La produzione di merletti e ricami, soprattutto quelli di Pescocostanzo, si distingue per l’eleganza e la finezza dei dettagli. I famosi merletti al tombolo rappresentano una delle forme d’arte più delicate e raffinate, simbolo della pazienza e della maestria delle artigiane abruzzesi. Anche il legno è un materiale protagonista nell’artigianato regionale. Gli ebanisti abruzzesi si dedicano alla creazione di mobili e oggetti decorativi, molti dei quali presentano intagli che richiamano motivi religiosi o naturali. Inoltre, l’arte della scultura del legno è strettamente legata alle tradizioni religiose, con la realizzazione di statue sacre e presepi. Di notevole interesse è l’oreficeria, un’attività che affonda le sue radici nel Medioevo. L'Abruzzo vanta gioielli di rara bellezza, come la "Presentosa", un ciondolo femminile di antica tradizione, simbolo di amore e augurio. Le tecniche di lavorazione, come l’incastonatura e la filigrana, mostrano un’altissima competenza tecnica e artistica. L’artigianato abruzzese, dunque, non è solo un insieme di abilità manuali, ma anche un’espressione di identità culturale. Attraverso i materiali, i disegni e le tecniche, gli artigiani raccontano la storia e l’anima di una terra unica, in cui passato e presente si fondono per dare vita a opere di inestimabile valore.
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L'Artigianato in Abruzzo. L’artigianato abruzzese rappresenta una delle espressioni più autentiche della cultura e delle tradizioni locali, tramandate di generazione in generazione. Tra le lavorazioni più celebri spiccano quelle della ceramica e della maiolica, con il borgo di Castelli che vanta una fama internazionale per i suoi manufatti decorati con motivi floreali, religiosi e geometrici. Ugualmente significativa è la tradizione orafa, con la creazione di gioielli come la presentosa, simbolo dell’Abruzzo, e di raffinati monili in filigrana, prodotti in centri come Sulmona e Scanno. La tessitura e il merletto trovano la loro massima espressione nei pregiati tomboli di Pescocostanzo e negli arazzi realizzati con telai tradizionali nei piccoli borghi montani...
Sciare in Abruzzo significa immergersi in panorami mozzafiato, tra montagne maestose e borghi pittoreschi che aggiungono fascino a una giornata trascorsa sulla neve. Questa regione offre un’esperienza unica, grazie a un territorio che alterna cime innevate a spazi naturali intatti, creando l’ambiente ideale per gli appassionati degli sport invernali. L’Appennino abruzzese, con le sue cime imponenti, accoglie numerose stazioni sciistiche ben attrezzate e in grado di soddisfare le esigenze di sciatori di ogni livello. Le piste si snodano tra pendii soleggiati, boschi secolari e paesaggi aperti, garantendo una combinazione perfetta tra sport e natura. Oltre allo sci alpino, la regione è anche un paradiso per il freeride e lo snowboard, con percorsi studiati appositamente per gli amanti delle discese più adrenaliniche. Non manca poi la possibilità di praticare lo sci di fondo, un’attività che consente di esplorare in tranquillità l’Abruzzo innevato. Tra altopiani incantati e vallate suggestive, questa disciplina permette di vivere la montagna in un modo diverso, silenzioso e contemplativo. Anche le famiglie trovano opzioni ideali, con aree dedicate ai bambini e percorsi più facili pensati per i principianti. La neve abruzzese diventa così il pretesto perfetto per scoprire una terra ricca di autenticità, dove i paesaggi innevati si fondono con l’atmosfera calda e accogliente dei borghi montani. Après-ski nei rifugi, sapori tipici e tradizioni locali completano l’esperienza, regalando momenti di relax e convivialità in un contesto che non smette mai di stupire. Sciare in Abruzzo non è solo uno sport, ma un viaggio tra natura, cultura e avventura.
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Sciare in Abruzzo. L’Abruzzo è terra di montagne e di sciatori. È sufficiente spaziare con lo sguardo lungo l'orizzonte, in qualsiasi angolo della regione ci si trovi, per incontrare filari di cime che, allineate come soldatini di piombo, svettano verso il cielo. Sono i massicci della Majella, del Gran Sasso, della Laga, del gruppo Sirente-Velino, solo per citare i più grandi e noti. Un fantastico mondo di alta quota che costituisce il più formidabile complesso montano dell’Appennino (con caratteristiche a volte alpine), collocato strategicamente nel centro dell’Italia e del Mediterraneo. Grandi complessi montuosi, caratterizzati da un forte e duraturo innevamento, attrezzati con stazioni ed impianti turistici numerosi e qualificati...


Il mare d'Abruzzo offre un'esperienza indimenticabile, fatta di acque cristalline, spiagge variegate e panorami che raccontano la bellezza selvaggia e incontaminata della natura. La costa abruzzese, che si estende per oltre 130 chilometri, accoglie chi cerca relax, avventura o la scoperta di angoli nascosti dove il tempo sembra essersi fermato. Le spiagge si alternano tra ampi arenili sabbiosi e tratti rocciosi, ognuno con un fascino unico. Le dolci colline che degradano verso il mare creano scenari pittoreschi, arricchiti dalla presenza di caratteristici trabocchi, antiche macchine da pesca in legno che sembrano sospese tra cielo e acqua. Questi monumenti alla tradizione marinara raccontano un passato fatto di dedizione e rispetto per il mare, ancora oggi visibile nello stile di vita delle comunità costiere. Il mare d'Abruzzo è anche una promessa di divertimento e benessere. Le acque limpide sono ideali per nuotate rinfrescanti e sport acquatici, come il kayak, il windsurf e le immersioni, che rivelano la ricca vita marina dei fondali. Passeggiate lungo i lungomari regalano momenti di quiete, mentre i piccoli porti e le antiche torri costiere narrano storie di un rapporto secolare tra terra e mare. Lungo questa costa, l’esperienza balneare si intreccia con una gastronomia profondamente legata al territorio. I sapori del mare si trasformano in piatti unici, come il celebre brodetto di pesce, che celebra la freschezza e la genuinità degli ingredienti locali. Tra un tuffo e l’altro, è possibile immergersi anche nella cultura, visitando borghi storici affacciati sul mare, dove l’ospitalità abruzzese si manifesta in tutta la sua autenticità. Il mare d'Abruzzo non è solo una destinazione, ma un invito a scoprire un modo di vivere che unisce natura, tradizione e emozioni. Ogni ondeggiare delle acque e ogni tramonto sulla costa lasciano un segno nel cuore, raccontando la storia di un territorio unico, che sa come abbracciare i suoi visitatori con tutta la forza e la bellezza della sua anima.
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Il mare d'Abruzzo. Dal Tronto a Francavilla al Mare, a sud di Pescara, la costa è una uniforme, regolare e dorata fascia di soffice arenile, larga e accogliente; dalla foce del fiume Foro, a sud di Francavilla, la linea costiera diviene invece alta, portuosa, con scogliere, calette e lunghi tratti di spiaggia a ciottoli, per poi riaprirsi ai larghi arenili solo nel Vastese, al confine col Molise. Il tratto caratteristico di questo paesaggio marino è dunque la varietà, con ambienti e paesaggi per tutti i gusti. Questa particolare bivalenza della riviera, e la stessa conformazione geografica dell’Abruzzo collinare, creano un comprensorio turistico unico nel suo genere che può vantare caratteristiche davvero esclusive: una costa che diventa porta d’accesso all’intero territorio...

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