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Sito archeologico in Provincia di Pescara: Area archeologica di Catignano (Pe) - Info Point Regione Abruzzo

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Sito archeologico in Provincia di Pescara: Area archeologica di Catignano (Pe)

Le meraviglie > Archeologia in Abruzzo > Archeologia PE
I principali siti archeologici nella Provincia di Pescara - Abruzzo

Area Archeologica di Catignano (PE). L'area archeologica di Catignano rappresenta uno dei più importanti siti del Neolitico in Abruzzo, situata in località Sterpara-Ponte Rosso, vicino al comune di Catignano, in provincia di Pescara. Il sito, risalente al V millennio a.C., conserva testimonianze di un insediamento stabile che segna il passaggio fondamentale dalla vita nomade alla sedentarietà. Gli scavi archeologici, avviati tra gli anni '60 e '70 del Novecento, hanno riportato alla luce reperti di grande rilevanza, contribuendo alla conoscenza delle prime comunità agricole della regione. Il villaggio sorgeva su un terrazzo fluviale alla confluenza tra il fiume Nora e il Fosso dei Cappuccini, un'area strategica per l'approvvigionamento idrico e la protezione naturale. Le ricerche hanno rivelato la presenza di capanne rettangolari con absidi, fosse di combustione per la cottura della ceramica, pozzetti per la conservazione degli alimenti e fosse adibite allo smaltimento dei rifiuti. Questi elementi forniscono una visione dettagliata dell'organizzazione della vita quotidiana e delle abitudini delle comunità preistoriche. I reperti rinvenuti comprendono vasi in ceramica figulina decorati con motivi impressi o dipinti, strumenti domestici e idoletti fittili antropomorfi, che attestano le prime forme di artigianato artistico e culto. Di particolare interesse sono i manufatti in ossidiana, materiale di origine vulcanica non presente in Abruzzo, che indicano l'esistenza di reti di scambio con popolazioni lontane. La varietà e la qualità dei reperti confermano l'importanza del sito come centro di interazione culturale e commerciale. Le sepolture scoperte, spesso collocate in prossimità delle abitazioni, suggeriscono la credenza in una funzione protettiva dei defunti. Tra le sepolture più significative vi è quella di una donna adulta con tracce di trapanazioni craniche e quella di un bambino accompagnato da un corredo ceramico. Il ritrovamento di resti scheletrici di cani, privi di segni di macellazione, lascia ipotizzare una possibile sacralizzazione dell'animale. Il progetto di valorizzazione presentato dal Comune nel 2022 mira a rendere l'area archeologica fruibile al pubblico, offrendo un'esperienza immersiva alla scoperta delle origini della civiltà umana in Abruzzo.Siti Archeologici in Abruzzo:
Area archeologica di Catignano (Pe). L'area archeologica di Catignano è un sito archeologico dove sono stati ritrovati resti di un abitato del neolitico (V millennio a.C.), in località Sterpara-Ponte Rosso vicino a Catignano in provincia di Pescara. A partire dagli anni ’60-’70 del Novecento una serie di ricognizioni e scavi archeologici, effettuati in località Ponte Rosso al km 39 della SS. 602, portarono alla luce nel 1970 resti di un importante centro abitato risalente al VI – V millennio a.C. (Neolitico). Nel 2022 il comune ha presentato un progetto per rendere visitabile l'area archeologica. In questo luogo, su di un terrazzo fluviale posto alla confluenza tra il fiume Nora e il Fosso dei Cappuccini, gruppi di umani organizzarono un villaggio del quale restano interessantissime tracce, testimonianza dell'avvenuto passaggio dal nomadismo alla sedentarietà, oggi visibili presso l’area archeologica. Nel sito sono state rilevate cavità di varie forme che testimoniano le attività e l’organizzazione di vita di questi gruppi preistorici: capanne di forma rettangolare con absidi, fosse di combustione utilizzate per la cottura della ceramica, pozzetti per la conservazione del cibo o per il rilascio dei rifiuti. Sono stati rinvenuti inoltre numerosi reperti che testimoniano delle abitudini quotidiane, delle prime forme culturali e di artigianato artistico elaborate da questi preistorici insediamenti umani. Si tratta soprattutto di vasi in ceramica figulina con elementi decorativi impressi o dipinti, oggetti d’uso domestico e qualche idoletto fittile in forme antropomorfe. Tra i manufatti ne sono stati ritrovati alcuni in ossidiana, materiale vulcanico non originario dell'Abruzzo, che testimonia contatti, forse anche di tipo commerciale, con genti lontane. Le sepolture rinvenute a Catignano nella maggior parte dei casi sono ubicate in corrispondenza dei punti più deboli delle strutture abitative, quasi a voler evidenziare il potere protettivo rivestito dal defunto nei confronti del nucleo domestico. Emblematiche sono la cosiddetta sepoltura Catignano 1, posta lungo la parete est della struttura numero 9 che contiene un individuo di sesso femminile di età compresa tra i 40 e i 50 anni, posto in posizione rannicchiata sul fianco sinistro entro una fossa contemporanea alla deposizione del cadavere; il cranio presenta lesioni traumatiche e due trapanazioni. L'individuo Catignano 2 è stato deposto all'interno della buca numero 39: si tratta di un bambino di età compresa tra i 3 e i 5 anni, posto in posizione rannicchiata e accompagnato da un corredo costituito da una ciotoletta a pareti diritte posizionata in prossimità della testa. In prossimità del bambino inumato sono stati rinvenuti resti scheletrici di due bambini e di animali. Interessanti appaiono anche le deposizioni di resti scheletrici di cane: nella buca numero 146 della capanna 2 giacciono i frammenti del cranio, una mandibola e un'ulna, mentre nella fossa di combustione numero 3 due emimandibole. Il ritrovamento di deposizioni di cani in questo sito come in altri, non solo del Neolitico italiano ma anche levantino, permetterebbe di valutare l'ipotesi di una sacralizzazione del cane, anche perché nella maggior parte dei casi i resti scheletrici di cane non presentano tracce di macellazione o di combustione. Gli idoletti fittili e le varie rappresentazioni antropo-zoomorfe sono stati rinvenuti sia nella vecchia area di scavo, denominata A, sia nella più recente area denominata D. Le rappresentazioni zoomorfe si possono riassumere in un vaso in ceramica figulina e decorato con pittura rossa, in un frammento di protome animale, in una serie di peducci di vasi polipodi e in un frammento di cornetto. Le rappresentazioni antropomorfe sono connesse a oggetti lavorati secondo diverse tecniche artigianali: sono stati rinvenuti vasi le cui rappresentazioni furono effettuate in pittura o incisione e ancora più particolari risultano diverse rappresentazioni plastiche costituenti sopraelevazioni di anse, idoletti a modulo cilindrico, idoletti con resa stilizzata del viso e idoletti con resa a tutto tondo. Area archeologica di Catignano (Pe)
 
L'area archeologica di Catignano è uno dei siti più rilevanti del Neolitico in Abruzzo, situata in località Sterpara-Ponte Rosso, nei pressi del comune di Catignano, in provincia di Pescara. Il sito, risalente al V millennio a.C., conserva resti di un insediamento stabile, testimoniando il passaggio cruciale dalla vita nomade a quella sedentaria. Le prime campagne di ricognizione e scavo, condotte tra gli anni '60 e '70 del Novecento, hanno portato alla luce reperti di straordinaria importanza, che fanno di Catignano un punto di riferimento per lo studio delle prime comunità agricole della regione.
Il villaggio sorgeva su un terrazzo fluviale alla confluenza tra il fiume Nora e il Fosso dei Cappuccini, in una posizione strategica per l'approvvigionamento idrico e la protezione naturale. Gli scavi hanno individuato tracce di capanne rettangolari con absidi, fosse di combustione utilizzate per la cottura della ceramica, pozzetti per la conservazione di cibo e fosse di scarico per i rifiuti. Questi elementi offrono uno spaccato dettagliato sull'organizzazione quotidiana e sulle abitudini delle comunità preistoriche.
Tra i reperti più significativi vi sono vasi in ceramica figulina decorati con motivi impressi o dipinti, strumenti domestici e idoletti fittili antropomorfi, che riflettono le prime forme di artigianato artistico e culto. Particolarmente rilevanti sono i manufatti in ossidiana, una pietra vulcanica non presente in Abruzzo, che attestano l'esistenza di reti di scambio e contatti con popolazioni lontane. Questi ritrovamenti confermano l'importanza del sito come nodo di interazione culturale e commerciale.
Le sepolture rinvenute, spesso situate in corrispondenza dei punti più vulnerabili delle abitazioni, evidenziano il ruolo protettivo attribuito ai defunti. Tra queste, spiccano la sepoltura Catignano 1, che conserva i resti di una donna adulta con tracce di trapanazioni craniche, e la sepoltura Catignano 2, in cui è stato ritrovato un bambino accompagnato da un corredo ceramico. Anche le deposizioni di resti scheletrici di cani, privi di segni di macellazione, suggeriscono una possibile sacralizzazione dell'animale, una pratica documentata in altre culture neolitiche del Mediterraneo. Il progetto di valorizzazione presentato dal Comune nel 2022 mira a rendere l'area archeologica accessibile al pubblico, offrendo un'esperienza immersiva alla scoperta delle origini della civiltà umana in Abruzzo.
L’Abruzzo medievale e rinascimentale
Splendide chiese medievali al centro di solitari altopiani ed eremi nascosti negli anfratti delle montagne, imponenti abbazie e poderosi castelli, sono gli elementi che più originalmente qualificano il paesaggio abruzzese. Il Medioevo è infatti l’epoca che ha lasciato sul territorio le tracce più evidenti e suggestive, capaci di imprimersi per sempre negli occhi e nel cuore dei visitatori. La montagna abruzzese ebbe nel Medioevo una grande importanza militare ed economica, e fu quindi interessata da una straordinaria fioritura di opere d’arte. Lungo tutta la dorsale appenninica e nei suoi centri abitati, grandi e piccoli, i palazzi, i castelli e le chiese romaniche, gotiche e rinascimentali d’Abruzzo fiorirono con grande rigoglio, spesso abbellite dall’apporto di artisti di grande valore: gli enormi capitali prodotti in regione dalla grande stagione della pastorizia produssero infatti in quest’epoca i loro frutti più ricchi e duraturi.


L’Abruzzo montano
Con numerosi centri sciistici con impianti di avanguardia, comprende i maggiori massicci dell’Appennino (il Gran Sasso d’Italia e la Majella), numerosi rilievi che raggiungono anch’essi notevole altitudine e altipiani intervallati dalle conche dell’Aquila e di Sulmona, mentre verso il confine con il Lazio si stende la fertile conca del Fucino, risultante dal prosciugamento del lago omonimo portato a termine dal Duca Alessandro Torlonia nel 1875, opera grandiosa, che peraltro era stata più volte programmata fin dall’epoca dell’impero Romano.


L'Enogastronomia
Una cucina, quella abruzzese, che ha molte anime, per la varietà del territorio e delle culture che in essa convivono. C’è l’evoluzione della cucina agropastorale, quella dei contadini e dei pastori “poveri” delle zone montane e pedemontane, fatta di piatti semplici e saporiti, di carni ovine, zuppe e minestre, formaggi ed erbe aromatiche e quella “colta e borghese” di Teramo, capace di valorizzare sapori primari con preparazioni più complesse: timballo di scrippelle, tra cui le “mazzarelle”; “virtù”. Meno evocativa dell’Abruzzo -percepita come regione di montagne...


Un grande museo all’aperto
Noto in tutto il mondo per la sua natura, l’Abruzzo espone, come un grande museo all’aperto senza orari né mura, opere d’arte e monumenti nel suo peculiare e intatto paesaggio. Accanto a luoghi celeberrimi come la rocca di Calascio, lo straordinario centro storico di Pescocostanzo, il Museo Archeologico Nazionale di Chieti, il poderoso castello cinquecentesco dell’Aquila, emozionano il viaggiatore decine e decine di meraviglie meno note, sparse in ogni angolo della regione. I restauri di chiese e castelli, la sistemazione e la valorizzazione dei siti...
La Basilica di Santa Maria di Collemaggio, situata a L'Aquila, è uno dei luoghi più significativi e affascinanti della città, nonché un capolavoro dell'architettura romanico-gotica abruzzese. Fondata nel 1287 da Pietro da Morrone, futuro Papa Celestino V, la basilica rappresenta non solo un importante punto di riferimento religioso, ma anche un simbolo della storia di L'Aquila e della sua resilienza. La sua facciata, caratterizzata da un magnifico portale e da decorazioni marmoree, cattura immediatamente l'attenzione dei visitatori, mentre l'interno, ampio e solenne, ospita opere d'arte di grande valore. Nel corso dei secoli, la basilica ha vissuto numerosi eventi storici e spirituali, ma è celebre soprattutto per il suo legame con il Giubileo Celestiniano, una tradizione che richiama i fedeli ogni anno per celebrare il perdono e la pace. La Basilica di Santa Maria di Collemaggio è anche il luogo dove, nel 2009, venne celebrato il funerale delle vittime del devastante terremoto che ha colpito la città. Nonostante i danni subiti dal sisma, la basilica è stata restaurata e riaperta al pubblico, continuando a essere un simbolo di speranza per gli aquilani. Il restauro, che ha visto l'impegno di numerosi esperti e artigiani, ha permesso di recuperare la magnificenza originaria della struttura, rendendo la basilica ancora più maestosa e suggestiva. Oltre alla sua funzione religiosa, la basilica è anche un importante attrattore turistico, grazie alla sua storia, all'architettura e al suo legame indissolubile con la città. Visitando la Basilica di Santa Maria di Collemaggio, i turisti possono immergersi in un'atmosfera di spiritualità e cultura, apprezzando un monumento che ha attraversato i secoli senza mai perdere la sua bellezza e il suo significato.

Chiese e santuari in Abruzzo
La provincia dell’Aquila, immersa nel cuore dell’Abruzzo, è un territorio ricco di storia e spiritualità, dove chiese e santuari raccontano secoli di fede e tradizioni.
Tra i paesaggi montuosi del Gran Sasso e della Majella, sorgono luoghi di culto che custodiscono tesori artistici e culturali, attirando pellegrini e visitatori da ogni parte del mondo. L’Aquila stessa, capoluogo della provincia, vanta edifici religiosi di grande rilievo. La Basilica di Santa Maria di Collemaggio è un capolavoro del gotico abruzzese, famosa per la sua facciata policroma...
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