Tradizioni popolari in Provincia di Chieti – Abruzzo: Sagra dei Bandaresi a Bucchianico
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Le Tradizioni popolari e il Folklore in Provincia di Chieti - Abruzzo

Il Santo
San Urbano fu papa dal 222 al 230, ma di lui si hanno poche notizie certe e documentate. Nato a Roma durante l'impero di Diocleziano, fu eletto pontefice sotto il regno di Alessandro Severo. La storia che lo lega a Bucchianico è piuttosto singolare: si narra che, molti secoli fa, apparve in sogno ai cittadini pugliesi di Troia, esortandoli a recuperare il suo corpo sepolto a Roma per custodirlo nella loro chiesa. Giunti a Roma, i pellegrini posero le sue reliquie in un'urna e iniziarono il viaggio di ritorno. Tuttavia, una volta giunti nei pressi di Bucchianico, furono costretti a fermarsi a causa di un violento temporale che si scatenava ogni volta che tentavano di ripartire. Interpretarono questo evento come un segno della volontà del santo di rimanere nel paese e affidarono le sue reliquie ai frati benedettini della chiesa di Santa Maria Maggiore.
Il Sergentiere
Il Sergentiere è la massima autorità della festa e la sua carica è ereditaria, spettante alla famiglia Tatasciore, conosciuta localmente come "Papè". Il termine "Sergentiere" significa comandante dell’Arma Santa, un titolo che in passato si riferiva a chi impugnava un’alabarda. Attualmente, il ruolo è ricoperto da Guglielmo Tatasciore, in carica da sei anni. Egli ha il diritto di essere consultato per ogni decisione relativa alla festa e partecipa attivamente alle riunioni organizzative. Secondo la tradizione popolare, il Sergentiere è discendente del comandante medievale a cui San Urbano apparve in sogno, rivelandogli la strategia per sconfiggere l'esercito nemico.
La storia della festa - L'origine della "Ciammaichella"
La leggenda narra che nel XIV secolo la città di Chieti minacciava di invadere Bucchianico. Con l’esercito nemico alle porte, gli uomini del paese si prepararono a difendere le mura. Fu allora che San Urbano apparve in sogno al Sergentiere, suggerendogli un'astuta strategia: far correre i soldati lungo le mura, vestiti con fasce rosse e azzurre e con pennacchi colorati, per far sembrare più numeroso l'esercito. Il trucco funzionò e i Teatini, spaventati, rinunciarono all’attacco. Da allora, ogni anno, si ripete la "Ciammaichella", una suggestiva rievocazione storica in cui migliaia di persone sfilano in corteo per la piazza principale con movimenti a zig-zag, portando cesti decorati con fiori di carta variopinti.
I Banderesi
I Banderesi sono gli uomini che, durante i giorni di festa, indossano abiti rituali con bande rosse e azzurre, completati da pennacchi sui copricapi, indossati esclusivamente il 25 maggio. Essi affiancano il Banderese per tutto l’anno nell’organizzazione della festa. Uno dei loro compiti più solenni è quello di trasportare a spalla le reliquie di San Urbano durante la processione. Inoltre, sfilano per le vie del paese con i vessilli comunali, eseguendo danze tradizionali in onore del santo.
Le Pacchianelle
Le "Pacchianelle", o popolane, rappresentano l’esodo simbolico degli abitanti dalle campagne verso il centro del paese. Sono le donne della festa e indossano abiti tradizionali, spesso tramandati di generazione in generazione o realizzati artigianalmente. L’elemento distintivo del loro abbigliamento è il canestro decorato con fiori di carta, che viene portato sul capo. Le Pacchianelle sono abili artigiane e creano con maestria composizioni floreali che riproducono fedelmente una vasta gamma di fiori. Ogni anno stupiscono per la qualità artistica, l’originalità e la vivacità cromatica delle loro creazioni, rendendo la manifestazione ancora più affascinante e suggestiva.


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