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Sito archeologico in Provincia de L’Aquila: Necropoli di Scurcola Marsicana (Aq) - Abruzzo - Info Point Regione Abruzzo

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Sito archeologico in Provincia de L’Aquila: Necropoli di Scurcola Marsicana (Aq) - Abruzzo

Le meraviglie > Archeologia in Abruzzo > Archeologia AQ
I principali siti archeologici in Provincia de L'Aquila - Abruzzo

La Necropoli di Scurcola Marsicana, situata nel comune di Scurcola Marsicana, in provincia dell'Aquila, è uno dei siti archeologici più significativi della regione, testimoniando la lunga storia del territorio che risale a oltre 3.000 anni fa. Le origini di Scurcola precedono di gran lunga la fondazione di Roma, e le evidenze archeologiche rinvenute spaziano dall’età del bronzo all’età del ferro, tra il 1.500 e l’800 a.C. La necropoli, scoperta nelle campagne intorno alla località Cardosa, offre un’ampia panoramica sulla vita e le tradizioni della popolazione che abitava la Marsica in quel periodo. I ritrovamenti includono numerosi resti di tombe, alcune delle quali contenevano corredi funebri di grande valore, come armi, vasellame e gioielli in bronzo e ambra. La zona di Scurcola, in particolare, ha rivelato la presenza di centri fortificati italici, come quello sul Monte S. Nicola, che testimoniano l'importanza strategica del sito già nel periodo pre-romano. La necropoli è stata utilizzata per secoli come luogo di sepoltura, e attraverso gli scavi è stato possibile ricostruire le abitudini alimentari e sociali della popolazione dell’epoca. Gli scheletri ritrovati mostrano segni di una vita relativamente pacifica, con pochi indizi di violenza. Gli abitanti di Scurcola si nutrivano di una dieta variegata, che comprendeva prodotti agricoli, carne e pesce, e praticavano anche la caccia e la raccolta di frutta e erbe selvatiche. Nel corso dei secoli, la zona di Scurcola Marsicana ha visto l'insediamento di diverse popolazioni, tra cui i Sabini e successivamente gli Equi, un popolo che si stanziò nell'area tra il VI e il V secolo a.C. Con l'arrivo dei Romani, la zona fu gradualmente romanizzata, e Scurcola divenne parte integrante dell'Impero, assumendo un ruolo strategico nella difesa della Via Tiburtina-Valeria. I Romani costruirono nuovi insediamenti, strutture militari e miglioramenti agricoli, come l’irrigazione dei campi e l’introduzione di nuove tecniche di coltivazione, che contribuirono al benessere economico della regione. La creazione della colonia romana di Alba e la costruzione della Via Valeria fecero di Scurcola un punto di riferimento per il controllo del territorio marsicano. Durante il periodo medievale, la necropoli continuò a essere un luogo di interesse, anche se la regione attraversò un periodo di grande instabilità a causa delle invasioni barbariche e della successiva dominazione longobarda. La Marsica divenne parte del Ducato di Spoleto, e Scurcola visse una fase di incastellamento, con la costruzione di un castello sul Monte S. Nicola, che segnò l'inizio del periodo medievale. La religiosità, intensificata dalla presenza delle abbazie benedettine, come quella di Farfa, contribuì a rafforzare l’identità spirituale della regione. Nel corso dei secoli, il sito archeologico di Scurcola Marsicana ha continuato a rivelare importanti testimonianze del passato, che offrono uno spunto per comprendere meglio le radici storiche e culturali di questo affascinante angolo di Abruzzo.Siti Archeologici in Abruzzo:
Necropoli di Scurcola Marsicana (Scurcola Marsicana - Aq). Eta’ pre-romana. Scurcola vanta oltre 3.000 anni di storia. Le origini di Scurcola precedono ampiamente la fondazione di Roma. A testimoniare questa lontana origine ci sono importanti ritrovamenti archeologici, risalenti tra l’età del bronzo e l’età del ferro, cioè intorno al 1.500-800 a.C. Tra questi ritrovamenti più antichi, tutti in stato di ruderi, figurano: 1) il “centro fortificato italico”, situato sul Monte S. Nicola di Scurcola; 2) il “centro fortificato italico”, situato sul Monte S. Felice; 3) la grande necropoli, ora interrata, scoperta in località Cardosa di Scurcola; 4) il santuario italico-romano, ora interrato, in località S. Quirico; 5) il santuario italico-romano, visibile come grandi massi poligonali sparsi sul terreno, in valle S. Giovanni. E’ il caso di aggiungere che il territorio tra Scurcola e Cappelle ha evidenziato molti altri siti archeologici, specie lungo la Valeria (S. Egidio, Conca d’oro, casale Falcone) e poi: Casa Madonna, Cappuccini, Prati di S. Lucia, Macerine, La Cava e Castello-recinto sotto Monte S. Felice, Pratelle o Cretaro, ecc. Recenti ricerche archeologiche, condotte nella zona della necropoli, hanno fornito una serie di interessanti informazioni, a partire dallo stato di salute degli abitanti del tempo. Gli scheletri ritrovati recano rari segni di fatti violenti e l’alimentazione risulta piuttosto varia. Per il sostentamento infatti si faceva ricorso; alla caccia, pesca, agricoltura primitiva, frutta (specie dei boschi), erbe commestibili e medicinali. Tuttavia non si tratta di condizioni di vita “primitive”. Infatti i ritrovamenti di vari oggetti di bronzo e ferro, anche con lavorazioni artistiche, testimoniano la presenza di persone esperte nella lavorazione dei metalli. Inoltre venivano praticati scambi con altre popolazioni (es. collane d’ambra). Dall’esame dei reperti archeologici, emerge che l’area del Fucino era abitata da una popolazione appartenente alla stessa cultura. Intorno al VI-V sec. a. C. nell’ambito di una migrazione di sabini, si installa nella zona un gruppo etnico, denominato Equi. Scurcola con Alba è in territorio equo, al confine con quello marso. Questa distinzione scompare con l’occupazione romana. Eta’ Romana: Scurcola Marsicana è la sentinella di Alba e porta della Marsica. La storia più antica di Scurcola è fortemente connessa con quella di Alba, ambedue in territorio degli Equi, distrutte da Roma nel 304 a. C. e assoggettate al suo dominio. Inizia così il periodo detto di “romanizzazione” durato circa 800 anni. I conquistatori romani riedificano subito Alba trasformandola in colonia romana, con una funzione strategica: di interesse militare, di crescita demografica, di assimilazione delle popolazioni. Per questi fini costruiscono la Tiburtina-Valeria (con un lungo rettifilo sotto Scurcola), si appropriano del territorio e lo trasformano attraverso la centuriazione, l’irrigazione, nuove tecniche di lavoro, nuovi prodotti e nuovi animali. Nelle colline di Scurcola, e quella di Albe, prosperano l’ulivo e i vigneti. I superstiti abitanti locali, ridotti a sudditi, si trasferiscono verso il basso, in abitazioni sparse. Per evitare le continue esondazioni e accrescere il territorio coltivabile della Marsica, l’imperatore Claudio, nel 52 d.C., fa prosciugare il lago Fucino. La zona assume così un ruolo importante per la produzione agricola. Scurcola, per la sua importanza strategica legata alla sua collocazione geografica (di controllo e difesa della Via Valeria), diviene la “porta della Marsica”.(W. Cianciasi). Intanto, lungo la Via Valeria, specie nel tratto compreso tra le località oggi chiamate Conca d’Oro e Valle S. Giovanni, vengono creati vari insediamenti abitati e santuari, come testimoniato dai numerosi resti rinvenuti, compresi: cippi, are votive, lapidi, tegole, terracotte. L’antica Via Valeria, a seguito dei depositi causati dalle annuali inondazioni protrattesi sino a pochi anni fà, giace a più di due metri sotto l’attuale sede stradale. Dal tempo dei romani e fino al secolo scorso, l’economia scurcolana è strettamente legata: alla coltivazione dei campi, all’allevamento e commercio del bestiame. La facilità di comunicazioni rende importanti le sue fiere, dedicate al commercio dei prodotti e degli animali. Intorno al III secolo d.C. mentre inizia a declinare la potenza di Roma, si diffonde sempre più la religione cristiana nella Marsica, destinata ad essere una costante dell’animo marso. Le prime comunità cristiane si formano nei territori attraversati dalle grandi strade romane. Tra queste potrebbe figurare anche la Chiesa di S. Egidio. Eta’ Medioevale: La caduta dell’impero romano (475 d.C.) trova l’Italia e la Marsica a vivere tra difficoltà di ogni tipo. Manca ogni forma di stabilità politica, il clima si irrigidisce e la popolazione in pochi decenni si dimezza. Le conoscenze relative a quel tempo sono piuttosto scarse, tanto che si parla di “secoli bui”. Il periodo è durato circa sei secoli, con frequenti invasioni barbariche (Bizantini, Longobardi, Franchi, Saraceni), unitamente a: epidemie, degrado delle attività economiche, insicurezza delle condizioni di vita. Particolarmente lunga risulta l’occupazione dei Longobardi (570-774). Essi riorganizzano il territorio, e la Marsica finisce compresa nel Ducato di Spoleto. Intanto inizia l’espansione benedettina e vengono create grandi Abbazie i cui feudi, via via, occupano quasi tutto l’Abruzzo. Col dominio longobardo sparisce definitivamente il mondo romano. Ai Longobardi, risale il termine sculk, (guardia-sentinella), che dà il nome a Scurcola. Primo “Castello-recinto” medievale di Scurcola. Tra l’800 e il 1000, per meglio difendersi dalle scorrerie (soprattutto saracene) che aggiungono violenza a misera, anche i pochi abitanti di Scurcola e Cappelle, allora distribuiti in borghi sparsi, ricorrono all’incastellamento, ossia tornano ad abitare sulle alture, ripristinando parte degli antichi centri fortificati italici. Intorno all’anno 1000, sul Monte S. Nicola viene costruito un Castello-recinto, utilizzando una parte della cinta muraria dell’antico centro fortificato italico. Si può così affermare che questa sia stata la prima sede della Scurcola medievale. Similmente avviene per Cappelle, sul Monte S. Felice, dove ancora sono visibili i resti della Chiesa di S. Giovanni d’Alizio. L’incastellamento coincide con una fase di ripresa religiosa, soprattutto per merito delle grandi abbazie benedettine (Farfa, Montecassino, ecc.). Nella zona appaiono nuove chiese, quali: S.M. in Valle Porclaneta e S. Pietro ad Albe, e quella citata di S. Felice da Ponte. Tra le tante, va aggiunta quella di S. Egidio, con annesso ospizio per pellegrini, proprio a ridosso della Via Valeria. Essa, è ora ricostruita e rialzata di circa due metri per l’innalzamento del terreno. Dopo l’ultimo terremoto, è stata notevolmente rimpiccolita. Scurcola si distingue, specie a partire dal XII° secolo, per un’alta presenza di chiese e conventi, nonché di forti tradizioni religiose. Si può affermare che la sua identità, trova, per molti secoli, i due maggiori fattori di aggregazione e caratterizzazione, nel comune lavoro agricolo e nel forte sentimento religioso. Necropoli di Scurcola Marsicana (Scurcola Marsicana - Aq)

La Necropoli di Scurcola Marsicana, situata nel cuore della Marsica, è una delle testimonianze più significative della preistoria e della storia antica dell'Abruzzo. Le origini di Scurcola risalgono a più di 3.000 anni fa, ben prima della fondazione di Roma. I ritrovamenti archeologici, che vanno dall’età del bronzo all’età del ferro (circa 1.500-800 a.C.), confermano la presenza di una civiltà molto sviluppata. Tra i principali siti rinvenuti, si trovano due centri fortificati italici sui monti S. Nicola e S. Felice, una vasta necropoli oggi in gran parte interrata a Cardosa, e vari santuari sparsi sul territorio. Questi ritrovamenti testimoniano un’area densamente abitata e culturalmente vivace, dove si praticavano scambi con altre popolazioni e una varietà di attività artigianali, in particolare la lavorazione dei metalli.
Durante il VI-V secolo a.C., la regione vide l’arrivo di un gruppo etnico sabino, gli Equi, che si stabilirono nella zona. Scurcola e Alba erano situate al confine tra i territori degli Equi e dei Marsi. Questo periodo segnò una fase di forti mutamenti culturali, che culminarono con l’occupazione romana nel 304 a.C. In seguito alla conquista romana, Scurcola divenne parte integrante della nuova struttura politica e militare dell’Impero. I Romani riedificarono Alba, che divenne una colonia con una forte funzione strategica. La costruzione della Via Tiburtina-Valeria, che passava sotto Scurcola, facilitò il controllo del territorio e il suo sviluppo agricolo, con l’introduzione di tecniche agricole avanzate e l’espansione della coltivazione di ulivi e vigneti. La trasformazione dell'area in una zona agricola fiorente si completò con il prosciugamento del lago Fucino, avvenuto sotto l’imperatore Claudio nel 52 d.C.
Durante il periodo medievale, la caduta dell'Impero Romano e le invasioni barbariche segnarono un periodo di instabilità. La Marsica, come molte altre zone italiane, visse nei cosiddetti "secoli bui", con la popolazione ridotta e la vita economica in declino. Tuttavia, l’occupazione longobarda (570-774 d.C.) portò una certa riorganizzazione del territorio e il processo di incastellamento. Nel X secolo, Scurcola vide la costruzione del primo castello-recinto sul Monte S. Nicola, utilizzando parti della fortificazione italica preesistente. Questo rappresentò la nascita del borgo medievale. Anche le piccole comunità di Cappelle, che si trovavano sulle alture, si rifugiarono nel nuovo sistema difensivo, preservando così la memoria storica delle antiche fortificazioni.
Nel periodo successivo, tra l’XI e il XIII secolo, Scurcola conobbe una ripresa religiosa grazie all'influenza delle abbazie benedettine, come quella di Farfa e Montecassino. Nacquero nuove chiese e conventi, tra cui la Chiesa di S. Egidio, che si trovava lungo la Via Valeria e serviva da ospizio per i pellegrini. La presenza di numerose chiese a partire dal XII secolo caratterizzò l’identità religiosa di Scurcola, che, pur mantenendo la sua vocazione agricola, divenne un centro di intensa vita spirituale. La comunità scurcolana, dunque, seppe adattarsi ai mutamenti storici e, nel corso dei secoli, mantenne viva la sua tradizione agricola e religiosa, che ha costituito la base della sua identità culturale.
L’Abruzzo medievale e rinascimentale
Splendide chiese medievali al centro di solitari altopiani ed eremi nascosti negli anfratti delle montagne, imponenti abbazie e poderosi castelli, sono gli elementi che più originalmente qualificano il paesaggio abruzzese. Il Medioevo è infatti l’epoca che ha lasciato sul territorio le tracce più evidenti e suggestive, capaci di imprimersi per sempre negli occhi e nel cuore dei visitatori. La montagna abruzzese ebbe nel Medioevo una grande importanza militare ed economica, e fu quindi interessata da una straordinaria fioritura di opere d’arte. Lungo tutta la dorsale appenninica e nei suoi centri abitati, grandi e piccoli, i palazzi, i castelli e le chiese romaniche, gotiche e rinascimentali d’Abruzzo fiorirono con grande rigoglio, spesso abbellite dall’apporto di artisti di grande valore: gli enormi capitali prodotti in regione dalla grande stagione della pastorizia produssero infatti in quest’epoca i loro frutti più ricchi e duraturi.


L’Abruzzo montano
Con numerosi centri sciistici con impianti di avanguardia, comprende i maggiori massicci dell’Appennino (il Gran Sasso d’Italia e la Majella), numerosi rilievi che raggiungono anch’essi notevole altitudine e altipiani intervallati dalle conche dell’Aquila e di Sulmona, mentre verso il confine con il Lazio si stende la fertile conca del Fucino, risultante dal prosciugamento del lago omonimo portato a termine dal Duca Alessandro Torlonia nel 1875, opera grandiosa, che peraltro era stata più volte programmata fin dall’epoca dell’impero Romano.


L'Enogastronomia
Una cucina, quella abruzzese, che ha molte anime, per la varietà del territorio e delle culture che in essa convivono. C’è l’evoluzione della cucina agropastorale, quella dei contadini e dei pastori “poveri” delle zone montane e pedemontane, fatta di piatti semplici e saporiti, di carni ovine, zuppe e minestre, formaggi ed erbe aromatiche e quella “colta e borghese” di Teramo, capace di valorizzare sapori primari con preparazioni più complesse: timballo di scrippelle, tra cui le “mazzarelle”; “virtù”. Meno evocativa dell’Abruzzo -percepita come regione di montagne...


Un grande museo all’aperto
Noto in tutto il mondo per la sua natura, l’Abruzzo espone, come un grande museo all’aperto senza orari né mura, opere d’arte e monumenti nel suo peculiare e intatto paesaggio. Accanto a luoghi celeberrimi come la rocca di Calascio, lo straordinario centro storico di Pescocostanzo, il Museo Archeologico Nazionale di Chieti, il poderoso castello cinquecentesco dell’Aquila, emozionano il viaggiatore decine e decine di meraviglie meno note, sparse in ogni angolo della regione. I restauri di chiese e castelli, la sistemazione e la valorizzazione dei siti...
La Basilica di Santa Maria di Collemaggio, situata a L'Aquila, è uno dei luoghi più significativi e affascinanti della città, nonché un capolavoro dell'architettura romanico-gotica abruzzese. Fondata nel 1287 da Pietro da Morrone, futuro Papa Celestino V, la basilica rappresenta non solo un importante punto di riferimento religioso, ma anche un simbolo della storia di L'Aquila e della sua resilienza. La sua facciata, caratterizzata da un magnifico portale e da decorazioni marmoree, cattura immediatamente l'attenzione dei visitatori, mentre l'interno, ampio e solenne, ospita opere d'arte di grande valore. Nel corso dei secoli, la basilica ha vissuto numerosi eventi storici e spirituali, ma è celebre soprattutto per il suo legame con il Giubileo Celestiniano, una tradizione che richiama i fedeli ogni anno per celebrare il perdono e la pace. La Basilica di Santa Maria di Collemaggio è anche il luogo dove, nel 2009, venne celebrato il funerale delle vittime del devastante terremoto che ha colpito la città. Nonostante i danni subiti dal sisma, la basilica è stata restaurata e riaperta al pubblico, continuando a essere un simbolo di speranza per gli aquilani. Il restauro, che ha visto l'impegno di numerosi esperti e artigiani, ha permesso di recuperare la magnificenza originaria della struttura, rendendo la basilica ancora più maestosa e suggestiva. Oltre alla sua funzione religiosa, la basilica è anche un importante attrattore turistico, grazie alla sua storia, all'architettura e al suo legame indissolubile con la città. Visitando la Basilica di Santa Maria di Collemaggio, i turisti possono immergersi in un'atmosfera di spiritualità e cultura, apprezzando un monumento che ha attraversato i secoli senza mai perdere la sua bellezza e il suo significato.

Chiese e santuari in Abruzzo
La provincia dell’Aquila, immersa nel cuore dell’Abruzzo, è un territorio ricco di storia e spiritualità, dove chiese e santuari raccontano secoli di fede e tradizioni.
Tra i paesaggi montuosi del Gran Sasso e della Majella, sorgono luoghi di culto che custodiscono tesori artistici e culturali, attirando pellegrini e visitatori da ogni parte del mondo. L’Aquila stessa, capoluogo della provincia, vanta edifici religiosi di grande rilievo. La Basilica di Santa Maria di Collemaggio è un capolavoro del gotico abruzzese, famosa per la sua facciata policroma...
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