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Chiese e Santuari in Provincia di Chieti: Santuario della Madonna del Carmine (Tornareccio) - Info Point Regione Abruzzo

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Chiese e Santuari in Provincia di Chieti: Santuario della Madonna del Carmine (Tornareccio)

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Le chiese e i santuari In Provincia di Chieti - Abruzzo

Il culto della Madonna del Carmine a Tornareccio è un elemento centrale nella vita spirituale della comunità locale. La devozione alla Madonna, sotto il titolo del Carmine, risale a secoli fa e ha trovato espressione nel santuario che ancora oggi accoglie numerosi fedeli. La Madonna del Carmine è considerata una figura protettrice, che intercede per il popolo in momenti di difficoltà e pericolo. La tradizione popolare attribuisce alla sua intercessione la capacità di ottenere grazie, protezione e guarigioni, facendo del santuario un luogo di pellegrinaggio per chi cerca conforto nella sua fede. Ogni anno, il 16 luglio, la comunità di Tornareccio celebra la festa della Madonna del Carmine, un evento di grande importanza religiosa. In questa giornata, il paese si riempie di fedeli, che partecipano alla messa solenne e alla processione che attraversa le strade del paese. La statua della Madonna del Carmine viene portata in processione, simbolo della protezione che la Vergine offre alla comunità. La celebrazione rappresenta non solo un atto di devozione religiosa, ma anche un momento di coesione per il paese, che si unisce nella preghiera e nella celebrazione. Il culto della Madonna del Carmine è sempre stato strettamente legato alla vita quotidiana dei residenti di Tornareccio. La chiesa e il santuario non sono solo luoghi di culto durante le festività, ma sono anche un punto di riferimento quotidiano per la preghiera e la riflessione. Molti fedeli si recano al santuario per pregare in silenzio, chiedendo protezione o gratitudine per le grazie ricevute. La presenza costante della Madonna del Carmine nella vita della comunità è segno di un legame profondo tra il popolo e la sua patrona, che rappresenta un faro di speranza e fede. Oggi, il culto della Madonna del Carmine continua a essere un pilastro della spiritualità di Tornareccio. La chiesa, con la sua storia e la sua atmosfera di sacralità, rimane un luogo di preghiera vivace e costantemente frequentato. La comunità, pur evolvendosi nel tempo, mantiene viva la tradizione di venerare la Madonna del Carmine, che rappresenta non solo un simbolo di protezione spirituale, ma anche un'importante radice di identità culturale e religiosa. Il santuario è quindi un segno tangibile di come la fede possa durare nel tempo, adattandosi alle esigenze dei fedeli pur mantenendo la sua essenza intatta. Il Santuario della Madonna del Carmine (Tornareccio) L’edificazione della chiesa è dovuta in seguito ad un’apparizione della Madonna a 2 ragazzine che pascolavano i maiali nel “Colle della Porcareccia”. Secondo la tradizione locale, la Madonna sarebbe apparsa il 30 agosto, sempre secondo la tradizione la Madonna garantì il debellamento dell’epidemia di colera che aveva colpito il paese se le fosse dedicato un tempio, edificazione che avvenne poco tempo dopo a spese accollate totalmente dai cittadini. All’interno viene conservato il tronco d’acero ove apparve la Madonna. L’anno di apparizione è tuttora al vaglio di studi, ma documentazioni attestano che sia avvenuta nella prima metà del XVI secolo in quanto la chiesa risulta attestata da documentazioni già nel 1568, anno della 1ª visita pastorale documentata a Tornareccio. La chiesa venne ristrutturata sul finire del XIX secolo di nuovo con spese a carico dei cittadini di Tornareccio, lavori che ampliarono la vecchia struttura nell’odierna a 3 navate con navata principale a croce latina. I lavori iniziarono nel 1886 per terminare nel 1897, data certificata da un’iscrizione su un architrave posta sulla facciata d’accesso. Il campanile risulta essere successivo (1937-1949). Della struttura originaria ne rimane solo l’altare maggiore ov’è la statua della Madonna. Secondo una leggenda popolare di Tornareccio la statua non dev’essere mai spostata dalla sua nicchia altrimenti causa sciagure, sventure e disgrazie. La struttura attuale è voluta del successivo restauro voluto negli anni ottanta dall’allora parroco, restauro terminato solo recentemente. I restauri sono stati guidati da Gennaro Bravo di Atessa e di nuovo col finanziamento della popolazione della cittadina abruzzese. Nel 1997 è stato celebrato il centenario della sua ricostruzione. In quest’occasione molta gente si recava nel santuario per ottenere l’indulgenza plenaria. L’interno: Nell’interno è conservato una statua lignea della Madonna opera di Gian Francesco Gagliardelli, scultore di Città Sant’Angelo, attivo in Abruzzo nel XV secolo. Lo stile di questa scultura è simile a quella conservata nella chiesa di Santa Maria Mater Domini di Chieti, le 2 sculture paiono formare un dittico. In un secondo momento venne posto il bambinello sulla Madonna di Tornareccio. Altre statue poste all’interno sono quelle di Sant’Apollonia e Santa Lucia. Inoltre vi sono 2 tele di Gennaro Bravo nel presbiterio di cui una raffigurante San Vincenzo Ferrer. A destra dell’ingresso vi è l’organo degli anni quaranta. Al posto delle originarie camere sepolcrali è stata costruita una cripta sulla cui scalinata sono stati posti degli ex voto di gente proveniente anche dal di fuori del paese stesso. L’esterno: La facciata è in stile romanico-barocco. Il portale, corrispondente alla navata centrale, è arricchito da lunetta in alto è colonne ai 2 lati. Più in alto vi sono 3 nicchiette bordate da lesene: la centrale è a finestra, le 2 ai lati constano di statue. Più in alto ancora è il frontone con accenno di rosone. Altre lesene suddividono la parte centrale dalle 2 laterali più piccole corrispondenti alle 2 navate laterali, ognuna delle 2 parti constano sulla facciata di una finestra bordata da lesene. Il campanile con tettoia ottagonale a forte spiovente è posto a sinistra guardando la facciata.Santuario della Madonna del Carmine (Tornareccio)

Il Santuario della Madonna del Carmine di Tornareccio, in provincia di Chieti, è un luogo di culto profondamente radicato nella tradizione locale. La sua edificazione è legata a un’apparizione mariana che, secondo la tradizione, avvenne il 30 agosto nel "Colle della Porcareccia". Qui, la Madonna apparve a due ragazzine che pascolavano i maiali, promettendo di debellare un’epidemia di colera che affliggeva il paese, a condizione che le fosse dedicato un tempio. L’intera comunità si fece carico delle spese per la costruzione della chiesa, che fu eretta poco dopo. All’interno del santuario, si conserva il tronco d’acero sul quale si narra sia avvenuta l’apparizione.

Storia e restauri
Sebbene la data esatta dell’apparizione sia ancora oggetto di studio, documenti attestano che il santuario esistesse già nel 1568, anno della prima visita pastorale documentata a Tornareccio. Nel XIX secolo, la chiesa venne ampliata e ristrutturata per adattarla alla struttura attuale a tre navate con croce latina. I lavori, iniziati nel 1886, terminarono nel 1897, come indicato su un’architrave della facciata. Il campanile, invece, fu costruito successivamente, tra il 1937 e il 1949. Un’ulteriore ristrutturazione, promossa negli anni Ottanta dal parroco dell’epoca, si è conclusa recentemente, con il contributo economico della popolazione locale. Nel 1997, il centenario della ricostruzione fu celebrato con grande partecipazione di fedeli, che si recarono al santuario per ottenere l’indulgenza plenaria.

L’interno
L’interno del santuario ospita un pregevole patrimonio artistico e spirituale. Tra i principali tesori si trova una statua lignea della Madonna, attribuita a Gian Francesco Gagliardelli, scultore di Città Sant’Angelo attivo nel XV secolo. La statua, simile a quella di Santa Maria Mater Domini a Chieti, potrebbe costituire parte di un dittico. In un secondo momento, alla statua della Madonna di Tornareccio fu aggiunto il bambinello. Altre opere presenti includono le statue di Sant’Apollonia e Santa Lucia, oltre a due tele di Gennaro Bravo, una delle quali raffigura San Vincenzo Ferrer. L’organo risale agli anni Quaranta del Novecento. Al posto delle originarie camere sepolcrali, è stata realizzata una cripta, ornata lungo la scalinata da ex voto offerti da devoti anche di paesi limitrofi.

L’esterno
La facciata del santuario combina elementi romanici e barocchi. Il portale centrale, corrispondente alla navata principale, è decorato con una lunetta e colonne laterali. Più in alto, si trovano tre nicchie delimitate da lesene: la centrale è una finestra, mentre le due laterali ospitano statue. Ancora più in alto si erge un frontone con un accenno di rosone. Le lesene dividono la parte centrale della facciata dalle due sezioni laterali, che corrispondono alle navate minori e presentano ciascuna una finestra incorniciata da lesene. Sul lato sinistro della facciata si innalza il campanile, sormontato da una copertura ottagonale con tetto a forte spiovente, aggiungendo un elemento distintivo al profilo architettonico del santuario.
Le principali chiese e santuari presenti nella regione Abruzzo
Il Santuario della Madonna dei Miracoli di Casalbordino, situato nel comune di Casalbordino in provincia di Chieti, è uno dei principali luoghi di culto della regione. La sua origine risale al XV secolo, quando si narra che la Madonna apparve a una giovane pastorella, chiedendo la costruzione di una chiesa in suo onore. Nel corso dei secoli, il santuario è diventato meta di pellegrinaggi per numerosi fedeli, attratti dal miracolo legato all'apparizione e dalla fama di guarigioni e grazie ricevute. La chiesa, di stile romanico-gotico, è caratterizzata da un'imponente facciata e un interno decorato con pregevoli opere d'arte che ne fanno un importante esempio di architettura religiosa abruzzese. Ogni anno, il santuario attira migliaia di pellegrini, specialmente durante la festività della Madonna dei Miracoli, celebrata il 15 agosto. La tradizione vuole che, durante il pellegrinaggio, i fedeli percorrano a piedi la distanza tra il paese e il santuario, come segno di devozione e riconoscenza. Il santuario è anche un centro di spiritualità, dove numerose attività religiose, come messe e celebrazioni liturgiche, sono organizzate per mantenere viva la fede dei devoti. La bellezza del luogo, immerso in un paesaggio naturale suggestivo e vicino alla costa adriatica, rende il santuario non solo un punto di riferimento spirituale, ma anche una meta per coloro che cercano un'esperienza di pace e riflessione.Il culto nella provincia di Chieti rappresenta una delle espressioni più antiche e radicate della spiritualità abruzzese. Chieti, capoluogo della provincia, è nota per la sua Cattedrale di San Giustino, uno dei luoghi di culto più antichi della regione, che custodisce reliquie e tradizioni secolari. La Settimana Santa a Chieti, con la suggestiva Processione del Venerdì Santo, è una delle manifestazioni religiose più sentite e partecipate d’Italia. Nei borghi e nelle campagne della provincia, il culto mariano è particolarmente forte, con luoghi come il Santuario della Madonna dei Miracoli di Casalbordino, meta di pellegrinaggi e legato a un’apparizione della Vergine nel XV secolo. La provincia di Chieti è anche un territorio di forte spiritualità legata alla natura e alla storia. L’Abbazia di San Giovanni in Venere, a Fossacesia, è uno dei simboli del cristianesimo medievale abruzzese, affacciata sulla Costa dei Trabocchi e circondata da ulivi secolari. Gli eremi e i piccoli santuari delle aree montane, come quelli nei pressi della Maiella, testimoniano una religiosità raccolta e intima, spesso collegata alla vita degli eremiti e dei santi che li hanno abitati. Il culto nella provincia di Chieti non è solo un atto di fede, ma anche un percorso tra arte, tradizioni e paesaggi unici, che continuano ad attrarre fedeli e visitatori in cerca di spiritualità e bellezza.


Abruzzo, la regione più verde d’Europa
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La funzione che l’Abruzzo dei Parchi svolge a livello nazionale e internazionale nella conservazione dell’ambiente e della biodiversità è difficilmente sottovalutabile, se si pensa che la regione custodisce un grandissimo numero di specie animali e vegetali.


L’Abruzzo montano
Con numerosi centri sciistici con impianti di avanguardia, comprende i maggiori massicci dell’Appennino (il Gran Sasso d’Italia e la Majella), numerosi rilievi che raggiungono anch’essi notevole altitudine e altipiani intervallati dalle conche dell’Aquila e di Sulmona, mentre verso il confine con il Lazio si stende la fertile conca del Fucino, risultante dal prosciugamento del lago omonimo portato a termine dal Duca Alessandro Torlonia nel 1875, opera grandiosa, che peraltro era stata più volte programmata fin dall’epoca dell’impero Romano.


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