Itinerari del Gusto in Abruzzo
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Itinerari del Gusto in Abruzzo

Adriatico sud: dalla Costa dei Trabocchi al Parco della Majella
Un viaggio del gusto nell’Abruzzo meridionale è un percorso che unisce il blu dell’Adriatico, il verde delle colline e l’austera bellezza della Majella madre. Da Francavilla al Mare, poco a sud di Pescara, l’itinerario risale verso l’entroterra toccando San Martino sulla Marrucina, patria di alcuni tra i più rinomati viticoltori della regione. Proseguendo si arriva a Guardiagrele, scrigno di tesori d’arte e di una cucina tradizionale tra le più apprezzate dell’Abruzzo. Da qui si entra nel cuore del Parco Nazionale della Majella, dove piccoli borghi incastonati nella roccia raccontano una storia antica fatta di pastorizia, artigianato e sapori autentici. Tra questi spicca Fara San Martino, celebre capitale abruzzese della pasta, circondata da un paesaggio di vallate, sorgenti e maestose gole montane che rendono unica l’esperienza di viaggio.
Dalle montagne si torna verso il mare puntando a sud, attraversando le terre generose di Casoli, dove vigneti, uliveti e campi di cereali disegnano un mosaico agricolo di grande fascino. Si raggiungono Lanciano e poi la città di Vasto, affacciata su un tratto di costa luminoso e ricco di tradizioni gastronomiche, tra cui il celebre brodetto alla vastese, celebrato ogni anno con una settimana di eventi dedicati. Da qui, risalendo lungo la storica S.S. 16, si percorre la suggestiva Costa dei Trabocchi, dove le antiche macchine da pesca si protendono sull’acqua come leggere architetture sospese. Rocca San Giovanni, Fossacesia, San Vito Chietino e Ortona costellano questo tratto costiero con trattorie e ristoranti dove gustare la cucina marinara nella sua forma più autentica e semplice. A Ortona, una sosta all’Enoteca Regionale d’Abruzzo permette di approfondire la conoscenza dei vini locali grazie alle degustazioni guidate da esperti sommelier, concludendo il viaggio con un’intensa esperienza sensoriale.

Olio, parrozzo e movida: Pescara e le sue colline
Pescara, moderna e vivace città affacciata sull’Adriatico, accoglie i visitatori con un ricco panorama gastronomico fatto di ristoranti, osterie e locali che reinterpretano la tradizione abruzzese. Nel quartiere della Pescara vecchia, tra le vie amate da D’Annunzio e Flaiano, si incontrano pub storici, birrerie artigianali, librerie, musei e spazi culturali che animano la città fino a tarda notte, soprattutto durante l’estate. Da questo cuore pulsante vale la pena di spingersi verso le colline occidentali, dove si trova il celebre “triangolo d’oro” dell’olio — Moscufo, Pianella e Loreto Aprutino — un territorio punteggiato da antichi frantoi e agriturismi immersi tra uliveti di pregio. Qui la qualità dell’olio extravergine è protagonista assoluta, così come lo sono i sapori autentici offerti dalle cucine rurali, tra cui i rinomati arrosticini di carne ovina, immancabili in ogni tappa del percorso.
Proseguendo verso il versante orientale del Gran Sasso, le strade serpeggiano tra vigneti, oliveti e boschi che anticipano lo scenario montano, raggiungendo borghi come Farindola e Civitella Casanova, celebri per tradizioni culinarie radicate e panorami suggestivi. Dopo aver superato il valico di Forca di Penne si scende nella valle dell’Alto Tirino, dove le acque limpide del fiume danno vita a specialità uniche come i piatti a base di gamberi di fiume, perfetti in abbinamento ai vini di una delle sottozone più promettenti dell’enologia abruzzese. Questo tratto di itinerario è arricchito da tesori storico-artistici come la chiesa di San Pietro ad Oratorium e il Castello Piccolomini di Capestrano. Rientrando verso Pescara, la strada suggerisce una deviazione a Scafa per raggiungere Caramanico Terme, immersa in un paesaggio naturale rigoglioso e celebre per le sue acque termali. Prima di tornare sulla costa, una sosta all’Abbazia di San Clemente a Casauria, nel territorio di Castiglione a Casauria, completa il viaggio con una delle testimonianze più affascinanti dell’architettura medievale abruzzese.

Adriatico nord e Appennino teramano: dal parco marino al cuore del Gran Sasso
L’itinerario del gusto lungo l’Adriatico settentrionale abruzzese prende avvio dalla Torre di Cerrano, antico fortilizio costiero e simbolo dell’area marina protetta tra Silvi, Pineto e Roseto degli Abruzzi. In questo tratto di litorale, la cucina marinara trova alcune delle sue espressioni più autentiche, con ristoranti e trattorie che valorizzano il pesce locale attraverso ricette semplici e schiette. Lasciata la costa, il percorso si dirige verso l’entroterra raggiungendo Atri, città d’arte che custodisce una magnifica cattedrale e una tradizione casearia celebre per l’ottimo pecorino. Proseguendo verso la Val Vomano si incontra Canzano, patria del rinomato tacchino alla canzanese, prima di risalire lungo la grande arteria che attraversa i due versanti del Gran Sasso, oggi trasformata in una panoramica via d’accesso tra boschi, scorci montani e piccoli centri ricchi di storia. Da Montorio al Vomano il tracciato conduce verso Isola del Gran Sasso e Castelli, quest’ultima nota in tutto il mondo per le sue ceramiche artistiche, fino a raggiungere l’altopiano di Campotosto, dove il grande lago e le caratteristiche “mortadelle” artigianali offrono un’esperienza di sapori e paesaggi indimenticabile.
Dalla montagna si ridiscende verso Teramo attraverso una strada panoramica che introduce alla ricca tradizione gastronomica della città, celebre per piatti iconici come le mazzarelle e le scrippelle ’mbusse. Lungo il cammino merita una deviazione Civitella del Tronto, borgo dominato da una delle più imponenti fortezze borboniche d’Europa e famoso per le “ceppe”, pasta casalinga preparata a mano. Da qui lo sguardo può spaziare dai Monti della Laga al profilo del Gran Sasso fino al mare Adriatico, offrendo uno dei panorami più suggestivi della regione. L’itinerario si conclude addentrandosi nei boschi dell’Appennino teramano, tra Valle Castellana, Rocca Santa Maria e le aree montane dove funghi e tartufi arricchiscono una cucina genuina e profumata, prima di fare ritorno a Teramo e alla sua atmosfera accogliente.

La strada delle regine: dall’Aquila al Gran Sasso fino all’Alto Sangro
Questo itinerario attraversa alcuni dei paesaggi più suggestivi dell’Abruzzo interno, estendendosi dall’Aquila fino alle alture dell’Alto Sangro e richiedendo spesso più di una giornata per essere vissuto appieno. Si parte dal capoluogo, custode di tesori come la Basilica di Collemaggio, la Fontana delle 99 Cannelle e il Castello Spagnolo, e si imbocca la statale per Pescara deviando, dopo pochi chilometri, verso Barisciano. Da qui la strada sale tra scenari che diventano via via più spettacolari, incontrando il Convento di San Colombo con la sua Scuola di Cucina, il Museo Floristico e l’Orto Botanico. Nel cuore del Parco del Gran Sasso si raggiungono Santo Stefano di Sessanio, magnifico borgo mediceo rinato grazie al suo celebre albergo diffuso, e i bastioni della Rocca di Calascio, da cui lo sguardo corre libero sull’altopiano di Campo Imperatore. Poco oltre si trova Castel del Monte, culla di tradizioni pastorali secolari, mentre a breve distanza sorge Navelli, patria dello Zafferano dell’Aquila DOP. La discesa verso la Valle del Tirino attraversa borghi come Bussi e Popoli, per poi condurre a Sulmona, città dei confetti e dell’aglio rosso, dove storia, dolcezza e gastronomia si intrecciano in un percorso di grande fascino. Dopo una sosta rigenerante a Pacentro, si riprende a salire verso l’Altopiano delle Cinque Miglia, un valico carico di storia che per secoli ha rappresentato la via naturale di collegamento tra L'Aquila e Napoli.
Giunti nell’Alto Sangro si incontrano località note come Roccaraso, Rivisondoli e Pescocostanzo, quest’ultima annoverata tra i Borghi più belli d’Italia per la sua straordinaria integrità architettonica. Qui l’accoglienza è scandita da una cucina regionale ricca e genuina, da alberghi dotati di centri benessere e da atmosfere eleganti e rilassate, mentre in inverno entrano in scena piste da sci e impianti di alto livello che attirano appassionati da tutta Italia. Da questi altipiani si aprono inoltre numerose possibilità di escursione verso il vicino Molise, passando per borghi come Castel di Sangro e Ateleta, dove la tradizione casearia è protagonista assoluta. Caciocavalli, mozzarelle e stracciate rappresentano solo alcune delle prelibatezze che si possono gustare e acquistare nei tanti caseifici disseminati lungo il percorso, rendendo questo viaggio un’autentica immersione nei sapori e nelle identità dell’Abruzzo montano.

Alla scoperta del Parco Nazionale d’Abruzzo: la strada della natura
Il Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, il più antico tra i grandi parchi italiani, accoglie il visitatore attraverso numerosi ingressi, ma quello più frequentato segue l’autostrada A25, la direttrice che da Roma, L’Aquila e Teramo conduce verso Pescara. Il percorso costeggia la vasta piana del Fucino, un tempo occupata dall’omonimo lago poi prosciugato a fini agricoli dalla famiglia Torlonia, fino a raggiungere l’uscita di Pescina, città natale di Ignazio Silone. Da qui la strada comincia a salire verso Gioia Vecchia, piccolo borgo ricco di iniziative culturali e teatrali, per poi proseguire lentamente, con lo sguardo attento ai possibili attraversamenti della fauna selvatica, verso Pescasseroli, sede principale del Parco. Nel cuore di questo affascinante centro montano la gastronomia locale racconta l’identità del territorio attraverso formaggi caprini, dolci tradizionali e numerose specialità da scoprire nelle botteghe storiche e nei ristoranti che propongono una cucina semplice, autentica e profondamente legata al paesaggio.
Da Pescasseroli l’itinerario conduce a Villetta Barrea e al suo lago, attraversando una valle verde e luminosa che introduce gradualmente alle alture più interne del Parco. Superato il valico, si raggiunge Scanno, uno dei borghi più suggestivi dell’Abruzzo montano, celebre per il suo lago cristallino, la tradizione orafa e le specialità gastronomiche che raccontano secoli di vita pastorale. Inserito tra “I Borghi più belli d’Italia”, Scanno ha ispirato alcuni dei più grandi fotografi del Novecento grazie alla sua atmosfera sospesa e al fascino intatto delle sue architetture. Da qui è possibile scendere verso Sulmona, collegandosi agevolmente a uno degli altri itinerari abruzzesi dedicati ai sapori, alla cultura e alla natura, completando così un viaggio immerso nelle meraviglie del paesaggio appenninico.

Colline Teramane e dintorni: paesaggi, vitigni e tradizioni enologiche
Le Colline Teramane rappresentano uno dei territori più affascinanti dell’enologia abruzzese, un mosaico di suoli che alterna terre bianche e rosse, calcari friabili, argille compatte e antichi depositi fluviali modellati dai fiumi Vomano e Tronto. In questa fascia collinare, la montagna è vicinissima e porta con sé correnti fresche, mentre il mare dista in alcuni punti appena pochi chilometri, creando un microclima ideale per la viticoltura. Trentuno comuni compongono quest’area in cui convivono una DOCG e una DOC: la prima, Colline Teramane Montepulciano d’Abruzzo, consacra il vitigno simbolo della regione; la seconda, Controguerra, nasce in un territorio versatile che accoglie con successo sia varietà internazionali come Merlot, Cabernet, Chardonnay e Riesling, sia autoctoni in piena riscoperta come Pecorino e Passerina. È un territorio giovane dal punto di vista normativo, con la DOC istituita nel 1996 e la DOCG nel 2003, ma già riconosciuto come un vero e proprio “wine park” grazie alla ricchezza dei suoi paesaggi: dai calanchi chiari di Atri alle colline sassose del Vomano, fino ai terreni più scuri e ferrosi della Val Vibrata.
L’itinerario si sviluppa lungo un ideale triangolo che ha il suo vertice interno a Campli, antica culla del vino teramano, per poi aprirsi verso località come Casal Thaulero, Morro d’Oro e Notaresco da un lato, e Ancarano, Torano, Controguerra e Colonnella dall’altro. Qui si incontrano aziende storiche che hanno segnato l’identità enologica del territorio, accanto a realtà emergenti capaci di innovare con entusiasmo, unite da una forte attenzione alla qualità e da un legame profondo con la tradizione agricola locale. Le indicazioni delle “Strade del Vino” guidano il visitatore alla scoperta delle migliori cantine, tra degustazioni, panorami collinari e percorsi immersi in una terra che continua a rivelare nuovi profumi, sapori e interpretazioni del suo straordinario patrimonio vitivinicolo.

Dal Tirino alla Valle Peligna: la nuova frontiera nel territorio più antico dell'Abruzzo
Nel cuore dell’Abruzzo enologico esiste un’area in cui storia e innovazione si incontrano da secoli: il territorio compreso tra il Tirino e la Valle Peligna. Qui, secondo molte fonti, affondano le radici di una tradizione vitivinicola antichissima, legata a Carapelle — un tempo feudo dei Medici — e a Torre de’ Passeri, considerata la “madre” del Montepulciano d’Abruzzo. Il viaggio può iniziare a Vittorito, piccolo centro noto per la sua lunga tradizione nel Cerasuolo, un crocevia ideale tra due mondi: a sud la Valle Peligna, dove Corfinio e i paesi limitrofi si distinguono per ottimi bianchi e per una produzione di Montepulciano vigorosa; a nord l’area del Tirino, tra Bussi e Popoli, dove i vigneti risalgono i versanti in cerca del microclima perfetto. In questo territorio di transizione, sospeso tra l’altopiano aquilano e la discesa verso l’Adriatico, un tempo il vino maturava grazie al tepore invernale; oggi sono invece le notti fresche e le forti escursioni termiche a garantire profumi, eleganza e finezza. Un mosaico di vitigni storici — Bombino, Camplese, Moscato, Cococciola — racconta la ricchezza agricola di un’area che da sempre unisce biodiversità, panorami aperti e una cultura della vigna tramandata nei secoli.
In questo paesaggio dinamico, caratterizzato da suoli diversificati e correnti fresche che scendono dalle montagne, sta crescendo una nuova generazione di produttori che affianca le storiche aziende locali, dando vita a un movimento vitivinicolo vivace e in continua evoluzione. Il risultato è una produzione che rappresenta una delle frontiere più promettenti dell’enologia abruzzese: Cerasuolo moderni e luminosi, Montepulciano dal profilo sempre più elegante, Pecorino dalla struttura importante e dal grande potenziale d’invecchiamento. La Valle Peligna, dal canto suo, continua a raffinarsi, trasformando la naturale potenza dei suoi vini in equilibrio e profondità aromatica. Questo itinerario, che attraversa zone ricche di tradizione ma proiettate verso il futuro, offre così un viaggio completo tra vigne in altura, borghi storici e cantine in cui l’antico sapere contadino incontra nuove sensibilità produttive.

Casauria e Vestini: il cuore tra vite e olivo lungo la direttrice del gusto abruzzese
Nel panorama vitivinicolo d’Abruzzo, Torre de' Passeri rappresenta la cerniera simbolica tra un passato antichissimo e un presente in continua evoluzione, motivo per cui è considerata la “madre” del vino abruzzese moderno. Qui la sottozona Casauria della DOC Montepulciano d’Abruzzo si estende fino a sfiorare quella del Tirino, confermando un’identità che è diventata norma e riconoscimento ufficiale. Il viaggio ideale comincia proprio nelle Terre di Casauria e risale diagonalmente verso nord-est, oltre Bolognano e i suoi vigneti celebri, attraversando le colline di Cugnoli, Manoppello e Serramonacesca. È un territorio dove la vite convive da millenni con l’olivo, grazie all’arrivo dell’antica cultivar “dritta”, approdata dall’Egeo e diventata parte integrante del paesaggio. Qui, vino ed extravergine formano un equilibrio naturale, un’unione di qualità che definisce l'identità dei Vestini, un’area certificata e celebrata con orgogliosa ironia dagli abitanti come “terra dei c... unti”, chiaro riferimento alla presenza quasi inevitabile dell’olio in ogni gesto quotidiano.
Questo suggestivo cuneo collinare che da Pianella si estende verso Moscufo fino a toccare Loreto Aprutino, è un territorio che da tempo ha conquistato la cartografia del vino internazionale. A Loreto, in particolare, nasce un pezzo importante dell’aristocrazia enologica abruzzese, anticipatore dell’ascesa del Montepulciano e del Trebbiano in tutto il mondo. Negli ultimi anni nuove realtà produttive si sono affiancate alle storiche aziende, consolidando un tessuto vitivinicolo vivace e raffinato. Si è diffusa la scelta consapevole di imbottigliare e firmare il proprio vino, valorizzando identità e territorio, laddove un tempo la produzione confluiva anonima in etichette altrui. Oggi Casauria e Vestini rappresentano un itinerario del gusto che unisce tradizione, innovazione e un patrimonio agricolo unico, dove ogni calice racconta la forza di una terra e la visione di chi la abita.

I colli del Chietino: il cuore produttivo del Montepulciano d’Abruzzo
Tra le colline che accompagnano la costa teatina, la produzione vinicola ha trovato da sempre un habitat ideale: un territorio generoso, un clima equilibrato e una tradizione agricola radicata. Qui la cooperazione è diventata la risposta vincente a un mercato sempre più esigente, sostituendo le rese esasperate dei singoli viticoltori con Cantine sociali capaci di garantire qualità, continuità e prezzi competitivi su scala internazionale. È così che quest’area si è trasformata nella vera “banca” del Montepulciano, un presidio produttivo che ha portato il nome dell’Abruzzo in tutto il mondo. Ortona, Tollo e Miglianico sono le tappe principali di un itinerario che segue la statale adriatica da Francavilla al Mare fino al confine con il Molise, con brevi deviazioni verso l’interno per incontrare aziende accoglienti, degustazioni generose e vini che raccontano una storia di competenza e dedizione. A completare l’esperienza, la costa offre una sorprendente costellazione di ristoranti e osterie dove il pescato locale incontra ricette antiche, mentre le trattorie dell’entroterra celebrano la cucina contadina con paste fatte in casa, carni bianche e verdure di qualità straordinaria.
Proseguendo verso l’interno, il percorso si arricchisce di un momento simbolico: la salita verso Guardiagrele e San Martino sulla Marrucina, terre legate indissolubilmente alla figura di Gianni Masciarelli. Qui, tra le vigne accarezzate dalle correnti che corrono tra la Majella e il mare, ha preso forma un progetto visionario che, insieme a quello di Edoardo Valentini, ha contribuito in modo decisivo alla consacrazione internazionale del vino abruzzese. Visitare questi luoghi significa entrare in un paesaggio che profuma di passione, rigore e rispetto per la natura; significa respirare il sogno di un uomo che ha trasformato la sua terra in un laboratorio di eccellenza. E quando, la sera, ci si accomoda in uno dei raffinati ristoranti o wine-bar della zona con un calice di Montepulciano in mano, si percepisce forse l’essenza più autentica dell’Abruzzo: una terra sincera, forte e capace di sorprendere, che nel vino trova una delle sue espressioni più compiute.

La Cucina Tradizionale in Provincia di Chieti
La cucina tradizionale della provincia di Chieti è tra le più ricche e varie dell’Abruzzo, capace di unire i sapori intensi della montagna con quelli delicati della costa adriatica. Nei borghi dell’entroterra dominano piatti contadini come le sagne e fagioli, le zuppe di verdure e legumi e le carni di maiale e agnello cucinate secondo antiche ricette familiari. Sulle colline teatine, dove l’olio extravergine e il vino Montepulciano d’Abruzzo sono protagonisti, nascono pietanze dal gusto deciso e armonioso. Lungo la costa, invece, spiccano le specialità di pesce come il brodetto alla vastese, preparato con diverse varietà di pesce fresco e pomodoro, simbolo della tradizione marinara locale. Non mancano i dolci tipici come i celli ripieni e le neole, che esprimono la dolcezza e la creatività della cultura gastronomica teatina. Ogni piatto racconta la storia di un territorio generoso, dove la cucina è ancora oggi il cuore della vita quotidiana e delle feste popolari.

La Cucina Tradizionale in Provincia di Pescara
La cucina tradizionale della provincia di Pescara racchiude l’essenza della gastronomia abruzzese, dove la semplicità degli ingredienti locali si trasforma in piatti dal gusto autentico e conviviale. Nelle aree collinari e montane prevalgono le ricette contadine come la zuppa di verdure e legumi, i maccheroni alla chitarra con sugo di carne e le pietanze a base di agnello e maiale, simboli di una cucina sostanziosa e genuina. Lungo la costa, invece, il mare Adriatico offre pesce fresco che diventa protagonista di preparazioni tradizionali come il brodetto alla pescarese, dal sapore intenso e armonioso. I prodotti tipici, come l’olio extravergine d’oliva, i vini Trebbiano e Montepulciano d’Abruzzo, e i formaggi artigianali, esaltano i piatti della tradizione. Immancabili i dolci, come le ferratelle e il parrozzo, che raccontano la dolce eredità culturale di un territorio capace di unire mare, collina e montagna in un’unica, inconfondibile identità gastronomica.

La Cucina Tradizionale in Provincia di Teramo
La cucina tradizionale della provincia di Teramo è una delle più caratteristiche dell’Abruzzo, ricca di sapori autentici e di piatti che raccontano una lunga storia di tradizioni contadine e artigianali. Cuore della gastronomia teramana sono le famose virtù, una zuppa complessa preparata con legumi, verdure e paste miste, simbolo di abbondanza e rinnovamento primaverile. Accanto a questa specialità spiccano i maccheroni alla chitarra con pallottine, i timballi di pasta e le ricette a base di agnello, capra e maiale, espressione della cucina delle campagne e dei borghi montani. Nella zona costiera, il pesce dell’Adriatico arricchisce la tavola con il saporito brodetto di Giulianova e le fritture miste. I formaggi, come il pecorino di Farindola, e i vini locali, tra cui il Montepulciano d’Abruzzo, completano un panorama gastronomico di grande pregio. I dolci tradizionali, come le sfogliatelle teramane e i bocconotti, chiudono ogni pasto con la dolcezza tipica di una provincia che fa della cucina un’autentica espressione culturale.

La Cucina Tradizionale in Provincia de L’Aquila
La cucina tradizionale della provincia de L’Aquila rappresenta l’anima più autentica e montana dell’Abruzzo, dove la semplicità degli ingredienti si unisce alla ricchezza dei sapori. In questa terra di pastori e borghi antichi, la tavola è dominata da piatti rustici e genuini come le minestre di legumi, le carni di pecora e di agnello, i formaggi di montagna e le paste fatte a mano. I maccheroni alla chitarra, spesso accompagnati da sughi di carne o d’agnello, incarnano l’essenza della tradizione culinaria aquilana, così come la celebre zuppa di orapi, preparata con gli spinaci selvatici raccolti sui pendii del Gran Sasso. I prodotti tipici come lo zafferano dell’Aquila, le lenticchie di Santo Stefano di Sessanio e il canestrato di Castel del Monte testimoniano il legame profondo con il territorio e la sua agricoltura di qualità. I dolci, come le ferratelle e i torroni aquilani, completano un patrimonio gastronomico che racconta la storia, la cultura e l’identità di una provincia che custodisce gelosamente le sue radici.