Riti Agro-Pastorali e Cicli della Natura in Abruzzo: La Transumanza
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Le Tradizioni popolari e il Folklore in Abruzzo

La Transumanza abruzzese, una tradizione secolare che ha segnato la vita delle comunità montane, continua a essere un simbolo indelebile di un passato che ha plasmato la cultura e l’economia della regione. Sebbene i tempi in cui il poeta Gabriele D’Annunzio osservava le immense greggi dirigersi verso i pascoli della Puglia siano ormai lontani, il ricordo di quegli spostamenti stagionali vive nei racconti degli abitanti delle zone montuose dell’Abruzzo. La pastorizia, con la sua dura vita agli stazzi e la produzione del pecorino, resta ancora oggi un elemento fondamentale per la conservazione delle tradizioni. Il viaggio verso i pascoli invernali, che un tempo rappresentava una sfida quotidiana, era accompagnato dalla necessità di conservare il formaggio, unico sostentamento durante il lungo cammino verso le terre lontane.
Castel del Monte, insieme agli altri Comuni che fanno parte del Consorzio di tutela e valorizzazione del Canestrato di Castel del Monte, rappresenta il cuore pulsante della transumanza. Questo territorio ha visto nei secoli il passaggio di migliaia di pecore che, attraversando una fitta rete di tratturi, scendevano dai monti abruzzesi per raggiungere i pascoli del Tavoliere delle Puglie. Già in epoca romana e ancora prima, la pratica della transumanza veniva documentata, ma fu tra il XVI e il XVII secolo che il fenomeno raggiunse il suo apice, con oltre 4 milioni di pecore in movimento. Durante quei secoli d’oro della pastorizia, gli uomini di queste terre seguivano le greggi in Puglia per quasi otto mesi all’anno, vivendo lontano dalle proprie case e immergendosi completamente nella vita pastorale.
Oggi, sebbene le lunghe migrazioni verso terre lontane abbiano ceduto il passo alla modernità e ai mezzi di trasporto più rapidi e funzionali, la transumanza non è stata dimenticata. Si è trasformata, infatti, in una "transumanza verticale", in cui le greggi si spostano dalle valli più basse agli altipiani montani durante la stagione primaverile-estiva, continuando a mantenere viva una tradizione che ancora oggi lega l’uomo al territorio. Questo spostamento, pur meno estremo rispetto al passato, conserva un valore straordinario che si estende ben oltre l’aspetto economico: è un patrimonio storico, culturale, antropologico e gastronomico che racconta la storia di un popolo che ha imparato a convivere con la natura e a trarre da essa sostentamento e identità.
Il valore della transumanza è stato riconosciuto e tutelato dal Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga, che ha promosso iniziative per valorizzare questa tradizione, anche attraverso la creazione del Museo della Transumanza. Questo museo, che sorgerà nei pressi di Castel del Monte, diventerà un centro di memoria storica, un luogo dove il passato della transumanza abruzzese potrà essere raccontato alle nuove generazioni. La sua apertura rappresenterà un passo importante per preservare e diffondere una tradizione che è tornata di grande attualità, poiché offre nuove opportunità di sviluppo per le aree montane e svantaggiate, aiutando a riscoprire e valorizzare l’identità di questi luoghi.
In un mondo che guarda sempre più al futuro, la transumanza abruzzese rimane un legame tangibile con un passato che ha forgiato la cultura di una regione. Seppur adattata ai tempi moderni, questa tradizione continua a rappresentare un patrimonio vivente che non solo celebra la resistenza e la fatica degli uomini di montagna, ma anche la loro capacità di adattarsi, di innovare e di mantenere viva la memoria di un’arte antica che ha sempre avuto la forza di guardare avanti.


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