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La cucina tipica aquilana: Le mortadelline di Campotosto - Mortadella di Campotosto - Info Point Regione Abruzzo

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La cucina tipica aquilana: Le mortadelline di Campotosto - Mortadella di Campotosto

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La cucina abruzzese nella provincia de L'Aquila - Abruzzo
Le ricette gastronomiche in Provincia de L'Aquila - Abruzzo

Le mortadelline di Campotosto (Coglioni di mulo)

Secondo piatto a base di carne e frattaglie



Le mortadelline di Campotosto. Settore: Carni (e frattaglie) fresche e loro preparazione. La mortadella di Campotosto, popolarmente denominata coglioni di mulo, è un salume tipico prodotto in limitate quantità nel territorio del comune di Campotosto in provincia dell'Aquila e zone limitrofe. Storia delle mortadelline di Campotosto: Per un periodo di tempo la città di Amatrice si era appropriata della paternità del salume, in seguito al dominio che nel periodo medioevale aveva avuto sulle zone di Campotosto e paesi vicini. La tradizione della mortadella di Campotosto è molto antica, si ritiene abbia più di 500 anni, per come la conosciamo oggi, solo pochi campotostari continuano la tradizione della mortadella, e solo pochi palati hanno oggi la possibilità di degustarla, causa la rarità del prodotto. Descrizione delle mortadelline di Campotosto: La mortadella è composta solamente da carne di suino, che i pastori e i vari fattori allevavano nel territorio dei Monti della Laga. Ha una forma ovoidale (ed un peso tradizionalmente individuato in 330 gr.); ha una grana fine e all'interno, lungo tutta la sua lunghezza, ha infilata una barretta di lardo che caratterizza il prodotto rispetto agli altri salumi. Quando viene tagliata, la sezione presenta un colore roseo, mentre la barretta centrale di lardo ha un colore bianco. La preparazione dell'insaccato avviene nella seguente maniera: macinazione molto fine delle carni; condimento con sale, pepe e vino bianco; maturazione dell'impasto per almeno 24 ore all'interno di un contenitore di legno (lo scifone) oppure di acciaio. L'impasto viene rimescolato più volte con infuso di chiodi di garofano e cannella. L'insaccatura avviene manualmente, con cucitura del budello attorno all'impasto. Nella parte inferiore del salame viene apposto un tralcetto che avvolge lo spago durante l'allentamento dovuto alla stagionatura. Il prodotto può essere consumato dopo almeno tre mesi dalla macinatura. Riconoscimento: P.A.T. delle Le mortadelline di Campotosto. (Vengono definiti PAT (Prodotti Agroalimentari Tradizionali) i prodotti agroalimentari e agricoli destinati all'alimentazione umana, caratteristici di un territorio e legati alle produzioni tradizionali locali. L'art.8 del D.lgs n° 173/98 sancisce l'importanza della valorizzazione del patrimonio gastronomico ed il DM 350/99 fissa le norme per l'individuazione dei prodotti tradizionali. I PAT sono alimenti caratterizzati da metodiche di lavorazione, conservazione, stagionatura consolidate in un dato territorio da almeno 25 anni: essi sono inoltre strettamente vincolati a fattori quali la tradizione, il territorio, le materie prime e le tecniche di produzione. Un prodotto agroalimentare può essere insignito del riconoscimento “PAT” dalla Regione o dalle Provincie autonome di Trento e Bolzano qualora vengano accertati i requisiti specifici. La richiesta di riconoscimento può essere avanzata da parte di enti pubblici o privati e deve essere corredata da apposita documentazione storica e tecnica. L'iter di riconoscimento è descritto dalle Circolari Ministeriali n. 10 del 21/12/1999 e n. 2 del 24/01/2000. Non possono rientrare tra i PAT prodotti ai quali siano già stati attribuiti il marchio di tutela DOP o il marchio di origine IGP. Le Regioni e le Provincie autonome di Trento e Bolzano hanno il compito di fornire annualmente al Ministero delle Politiche Agricole l'elenco aggiornato dei PAT presenti nel territorio di loro competenza, per permettere l’aggiornamento dell'elenco nazionale. La denominazione PAT offre al consumatore garanzie in termini di tipicità del prodotto, legandone la produzione e la lavorazione alle metodiche tradizionali utilizzate.)Settore: Carni (e frattaglie) fresche e loro preparazione
 
La mortadella di Campotosto, popolarmente conosciuta come coglioni di mulo, è un salume tipico prodotto in quantità limitate nel territorio del comune di Campotosto, in provincia dell’Aquila, e nelle zone limitrofe.
 
Storia della mortadella di Campotosto. La tradizione della mortadella di Campotosto ha origini molto antiche, risalenti a oltre 500 anni fa. Per un certo periodo, la città di Amatrice rivendicò la paternità di questo salume, complice il dominio esercitato nel Medioevo su Campotosto e i paesi vicini. Oggi, solo pochi artigiani di Campotosto continuano a produrre questa prelibatezza, che resta un prodotto raro e riservato a pochi intenditori.
 
Descrizione e preparazione della mortadella di Campotosto. La mortadella è composta esclusivamente da carne di suino, proveniente da maiali allevati nel territorio dei Monti della Laga. Si presenta con una caratteristica forma ovoidale e un peso tradizionale di circa 330 grammi. La grana dell’impasto è molto fine e al suo interno, lungo tutta la lunghezza, è inserita una barretta di lardo che distingue questo prodotto dagli altri salumi. Quando viene affettata, il colore roseo della carne contrasta con il bianco brillante del lardo centrale.
 
La preparazione segue un procedimento accurato:
  • Le carni vengono macinate finemente;
  • Condite con sale, pepe e vino bianco;
  • L’impasto riposa per almeno 24 ore in un contenitore di legno (scifone) o di acciaio, durante le quali viene rimescolato più volte con un infuso di chiodi di garofano e cannella.

Successivamente, l’impasto viene insaccato manualmente e il budello cucito con cura. Alla base del salame si applica un tralcetto per sostenere lo spago, che si allenta durante la stagionatura. Il prodotto è pronto per il consumo dopo almeno tre mesi dalla macinatura, sprigionando aromi e sapori inconfondibili che lo rendono unico nel panorama gastronomico.



La produzione vinicola in provincia de L’Aquila si sviluppa in un territorio variegato, caratterizzato da altitudini elevate, forti escursioni termiche e terreni ricchi di minerali che favoriscono una viticoltura di qualità. Le vallate interne, come la Valle Peligna, e gli altopiani soleggiati che circondano il Gran Sasso e il Sirente-Velino offrono condizioni ideali per la coltivazione di vitigni autoctoni e tradizionali. Le cantine della zona, spesso a gestione familiare, uniscono tecniche moderne a pratiche antiche, puntando su una produzione sostenibile che esalta l’identità del territorio. I vini che nascono in questa provincia sono apprezzati per la loro personalità e il loro equilibrio. Il Montepulciano d’Abruzzo si distingue per struttura e intensità, con note fruttate e una buona persistenza, mentre il Trebbiano offre profumi delicati e una spiccata freschezza. Negli ultimi anni è cresciuto anche l’interesse per vitigni come il Pecorino e la Cococciola, che regalano bianchi aromatici e minerali. L’insieme di microclimi, altitudini e tradizione enologica rende la provincia de L’Aquila un territorio capace di esprimere vini di grande autenticità, ricchi di carattere e profondamente legati al paesaggio montano abruzzese.

L’Enologia aquilana
L’enologia in provincia de L’Aquila rappresenta uno dei pilastri dell’identità agricola abruzzese, grazie a un territorio che alterna altopiani soleggiati, vallate fresche e pendii montani capaci di conferire ai vini carattere e complessità. In quest’area nascono etichette pregiate come il Montepulciano d’Abruzzo, il Trebbiano e il Pecorino, affiancate da produzioni più di nicchia legate ai microclimi dell’altopiano di Navelli, della Valle Peligna e delle aree pedemontane del Gran Sasso. Le cantine locali, spesso a conduzione familiare, portano avanti una tradizione enologica secolare unendo tecniche moderne a pratiche antiche, valorizzando vitigni autoctoni e promuovendo un modello di produzione sostenibile. Il risultato è un panorama vinicolo autentico, ricco di sfumature, che racconta la storia e la cultura della provincia attraverso aromi, profumi e sapori unici.
La preparazione delle ricette aquilane nasce da un forte legame con i prodotti tipici del territorio, frutto di una tradizione agricola e pastorale che privilegia ingredienti genuini e lavorazioni artigianali. Zafferano, legumi, carni ovine e bovine allevate in montagna, formaggi e cereali locali rappresentano la base di molti piatti tramandati nel tempo. Le cucine dei borghi e delle vallate mantengono vive tecniche antiche, che esaltano i sapori naturali senza eccessi, puntando sulla qualità delle materie prime e su una trasformazione minima che rispetta la stagionalità. Ogni ricetta racconta la storia della provincia attraverso gesti semplici e ingredienti selezionati. Le paste fatte a mano vengono preparate con farine locali, mentre brodi, sughi e contorni valorizzano ortaggi e aromi delle coltivazioni d’altitudine. L’uso sapiente dello zafferano conferisce profumi unici a primi e secondi, e i legumi come le lenticchie di Santo Stefano di Sessanio arricchiscono zuppe e minestre. La cucina aquilana, pur evolvendosi, rimane fortemente radicata nella tradizione e continua a proporre piatti che riflettono l’identità e l’autenticità del territorio.

La Gastronomia aquilana
La gastronomia della provincia de L’Aquila è un viaggio nei sapori autentici dell’Abruzzo interno, dove la tradizione contadina e pastorale si esprime in piatti ricchi di identità e materie prime di qualità. Borghi montani, altopiani e vallate offrono ingredienti unici come lo zafferano dell’altopiano di Navelli, le lenticchie di Santo Stefano di Sessanio e i formaggi prodotti nelle aree del Gran Sasso e del Sirente-Velino. La cucina locale fonde semplicità e gusto con specialità iconiche quali gli arrosticini, le paste fatte a mano e i sapori decisi della carne ovina e bovina allevata in montagna. A completare l’esperienza gastronomica ci sono dolci tradizionali come il torrone aquilano e la pizza rustica, che raccontano storia e cultura attraverso ricette tramandate nei secoli.
La provincia de L’Aquila offre un’ampia varietà di luoghi da visitare, tra città d’arte, borghi storici e scenari naturali di grande fascino. Il capoluogo, con la sua Basilica di Collemaggio, la Fontana delle 99 Cannelle e il Castello Cinquecentesco, rappresenta un punto di partenza ideale per scoprire il patrimonio culturale del territorio. Le aree montane del Gran Sasso e del Sirente-Velino regalano panorami spettacolari e numerosi percorsi escursionistici, mentre borghi come Santo Stefano di Sessanio, Scanno e Tagliacozzo custodiscono tradizioni, architetture medievali e scorci suggestivi. Completano il quadro luoghi iconici come Rocca Calascio, uno dei castelli più alti d’Europa, e le riserve naturali che proteggono la straordinaria biodiversità dell’Appennino abruzzese.

I Borghi aquilani
I Borghi più belli d’Italia presenti in provincia de L’Aquila rappresentano alcune delle testimonianze più autentiche della storia e della cultura abruzzese, caratterizzati da architetture medievali, vicoli in pietra e paesaggi montani suggestivi. Località come Santo Stefano di Sessanio, Castel del Monte, Castelvecchio Calvisio e Tagliacozzo conservano un patrimonio fatto di torri, palazzi storici, chiese antiche e tradizioni che si tramandano da secoli. Passeggiare in questi borghi significa immergersi in atmosfere senza tempo, tra botteghe artigiane, sapori tipici e scenari naturali che si aprono sul Gran Sasso, sul Sirente-Velino e sulle vallate interne. Luoghi curati e ricchi di fascino, ideali per chi desidera scoprire l’Abruzzo più autentico.
I prodotti artigianali della provincia de L’Aquila si distinguono per la loro qualità e per il forte legame con la tradizione locale. Tra questi, spiccano i tessuti e i ricami, realizzati seguendo tecniche antiche che valorizzano motivi geometrici e floreali tipici del territorio. La lavorazione del legno e del ferro battuto dà vita a oggetti di uso quotidiano e decorativo, mentre la ceramica, spesso decorata a mano, riflette l’estro creativo degli artigiani locali. Ogni pezzo racconta storie di abilità tramandate nel tempo e di un profondo rispetto per i materiali naturali. Accanto a questi prodotti tradizionali, trovano spazio anche eccellenze legate al territorio come il merletto e le lavorazioni in lana e feltro, che conservano tecniche secolari ancora oggi utilizzate nei laboratori dei borghi. Gli artigiani della provincia de L’Aquila riescono a coniugare tradizione e innovazione, creando oggetti unici apprezzati sia a livello locale sia nel panorama nazionale, contribuendo così a mantenere viva l’identità culturale del territorio attraverso forme, colori e materiali autentici.

L’Artigianato aquilano
L’artigianato in provincia de L’Aquila rappresenta una tradizione viva che unisce creatività, abilità manuale e materiali locali, raccontando la storia e l’identità del territorio. Botteghe e laboratori artigiani producono oggetti unici, dai tessuti e ricami tradizionali alle ceramiche e lavorazioni in legno, passando per la lavorazione del ferro e del rame. Ogni creazione riflette la cura del dettaglio e la maestria tramandata di generazione in generazione, esprimendo un legame profondo con le risorse naturali e con le tecniche storiche. L’artigianato locale non è solo prodotto, ma esperienza culturale, che permette di scoprire l’anima autentica dei borghi e delle comunità della provincia aquilana.
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