La Fontana delle 99 Cannelle a L'Aquila
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La sua costruzione risale al 1272, come testimoniato da una lapide che attribuisce il progetto all’architetto Tancredi da Pentima. Tuttavia, l’aspetto attuale della fontana è frutto di interventi successivi, in particolare nel Quattrocento, quando vennero rivestite le pareti con pietra bianca e rosata a scacchiera, lo stesso stile utilizzato nella basilica di Santa Maria di Collemaggio. Nei secoli successivi, il monumento fu oggetto di restauri e modifiche: il fronte sinistro è attribuito ad Alessandro Ciccarone (1582), mentre quello destro, di gusto barocco, fu ricostruito dopo il terremoto del 1703. Ulteriori restauri si susseguirono fino ai giorni nostri, con importanti interventi dopo il sisma del 2009, grazie anche al sostegno del FAI e delle donazioni private.
La fontana, a pianta trapezoidale e leggermente ribassata rispetto al livello stradale, si sviluppa su tre fronti e si conclude con una scalinata che guarda verso la chiesa di San Vito. Le sue cinque vasche, disposte su diversi livelli, permettevano anticamente il lavaggio del bucato, attività quotidiana fino ai primi decenni del Novecento. Il perimetro, costruito con pietra proveniente dalla cava di Genzano di Sassa, si integra perfettamente con l’architettura storica della città, contribuendo a rendere l’intera piazza uno degli scorci più affascinanti dell’Aquila.
Gli elementi decorativi della fontana sono carichi di significato: i mascheroni, tutti diversi tra loro, alternano volti umani e figure fantastiche. Tra questi spicca quello dell’uomo con la testa di pesce, probabilmente ispirato alla leggenda medievale di Colapesce, e che alcuni collegano simbolicamente a Federico II di Svevia. Le formelle rettangolari tra i mascheroni presentano motivi floreali o rosoni, simboli della vita e dell’eternità, mentre le sei formelle vuote sarebbero un’allusione alle piaghe di Cristo.
Infine, un alone di mistero avvolge la fontana: secondo la leggenda, la sorgente che la alimenta fu tenuta segreta per evitare contese tra i castelli fondatori della città. Si narra che il progettista fu giustiziato per impedire che rivelasse l’origine dell’acqua, e che le sue spoglie giacciano ancora sotto la pavimentazione del monumento. Oggi si presume che la sorgente si trovi nei pressi della chiesa di Santa Chiara, a nord-est della Rivera. Leggenda e storia si intrecciano, rendendo la Fontana delle 99 Cannelle non solo un capolavoro architettonico, ma anche uno scrigno di memoria collettiva e identità aquilana.


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