Vai ai contenuti

Museo del brigantaggio e dell'Unità d'Italia a Sante Maria (Aq) - Info Point Regione Abruzzo

www.infopointabruzzo.it
Salta menù
Salta menù
www.infopointabruzzo.it

Museo del brigantaggio e dell'Unità d'Italia a Sante Maria (Aq)

Le meraviglie > Musei d'Abruzzo > Musei nell'Aquilano
I principali Musei e Raccolte nella Provincia de L'Aquila - Abruzzo

Il Museo del Brigantaggio e dell'Unità d'Italia, situato nel Palazzo Colelli di Sante Marie (AQ), racconta la storia di uno dei periodi più complessi e turbolenti della storia d'Italia, quello del brigantaggio post-unitario. La scelta di ospitare il museo in questo storico edificio settecentesco non è casuale: è proprio in queste terre che, nel dicembre del 1861, venne catturato il generale José Borjes, inviato da Francesco II di Borbone nelle regioni dell'ex Regno delle Due Sicilie per tentare di riconquistare i territori perduti. La cattura di Borjes avvenne grazie alla delazione di alcuni abitanti locali nella cascina Mastroddi, tra Sante Marie e Castelvecchio, e la sua morte, avvenuta poche ore dopo, segnò uno degli episodi emblematici della resistenza al nuovo Stato unitario. Nonostante la morte di Borjes, il brigantaggio continuò ad essere un fenomeno diffuso nelle zone della Marsica e del Cicolano almeno fino al 1870, quando la presa di Roma segnò simbolicamente la fine di questo movimento di resistenza. Il museo, inaugurato nel 2008, racconta non solo la storia della cattura e dell'esecuzione di Borjes, ma anche il contesto più ampio di una lotta che coinvolse molti altri briganti e le comunità locali che vi presero parte. L'allestimento museale, realizzato in collaborazione con l'Archivio di Stato dell'Aquila e la sezione di Avezzano, raccoglie numerosi documenti e reperti storici che testimoniano le dure vicende di un'epoca segnata dalla lotta tra il nuovo Regno d'Italia e le resistenze locali. La collezione del museo, arricchita anche grazie alle donazioni di cittadini, tra cui Gianvincenzo Sforza di Celano, offre un'ampia panoramica sugli eventi che caratterizzarono il brigantaggio, mettendo in luce non solo gli aspetti militari e politici, ma anche quelli sociali e culturali che ne furono alla base. Il museo si propone infatti di approfondire le radici di questo fenomeno, raccontando le storie di uomini e donne che, spesso contro la loro volontà, si trovarono coinvolti in una guerra civile che li segnò profondamente. Le esposizioni permettono ai visitatori di comprendere meglio come il brigantaggio fosse percepito dalle diverse comunità locali e come la lotta per la resistenza alla modernità e all'unità d'Italia divenisse un elemento centrale della loro identità. Il museo di Sante Marie rappresenta anche un importante punto di riferimento per il Cammino dei Briganti, inaugurato nel 2016, che attraversa i luoghi legati a questi eventi storici. Questo itinerario, che unisce storia e natura, permette ai visitatori di rivivere le tracce lasciate dal brigantaggio sul territorio, offrendo un'esperienza immersiva che si intreccia con la storia locale. Grazie al suo ruolo di conservazione della memoria storica e alla sua capacità di attrarre un pubblico di appassionati e studiosi, il Museo del Brigantaggio e dell'Unità d'Italia continua a essere una tappa fondamentale per chi desidera comprendere meglio il complesso processo di unificazione dell'Italia e le sue ripercussioni sulle popolazioni del sud.Musei e Mostre in Abruzzo:
Museo del brigantaggio e dell'Unità d'Italia a Sante Marie (Aq). Il Museo del brigantaggio e dell'Unità d'Italia è un museo collocato nel palazzo Colelli di Sante Marie (AQ) in Abruzzo. La sede museale, dedicata al brigantaggio e all'Unità d'Italia è situata nel settecentesco palazzo Colelli di Sante Marie, comune abruzzese dove nel dicembre del 1861, pochi mesi dopo la proclamazione del Regno d'Italia, venne catturato il generale catalano José Borjes inviato nelle regioni dell'oramai ex Regno delle Due Sicilie da Francesco II di Borbone nel tentativo di riconquistare i territori perduti. La cattura di Borjes e dei suoi uomini, per delazione di alcuni abitanti della zona, avvenne nella cascina Mastroddi in val di Luppa, tra Sante Marie e la frazione di Castelvecchio. Poche ore dopo questi vennero fucilati nella piazza dell'Obelisco a Tagliacozzo. Tuttavia i territori della Marsica e del Cicolano continuarono ad essere al centro delle vicende legate al brigantaggio postuntario almeno fino al 1870, anno della presa di Roma. L'inaugurazione del museo risale al 2008 dopo i lavori di ristrutturazione del palazzo storico dei Colelli promossi dalla Regione Abruzzo e dalla Comunità montana Marsica 1. Per l'allestimento museale hanno collaborato l'Archivio di Stato dell'Aquila e la sezione di Archivio di Stato di Avezzano. Le donazioni di numerosi cittadini, tra questi Gianvincenzo Sforza di Celano, hanno arricchito la dotazione museale. Il museo di Sante Marie rappresenta il punto di partenza della prima tappa del cammino dei Briganti, ufficialmente inaugurato nel 2016. Museo del brigantaggio e dell'Unità d'Italia a Sante Marie (Aq)
Via Benedetto Croce, 2 - 67067 Sante Marie Aq
Tel.: 333.8601069

Il Museo del Brigantaggio e dell'Unità d'Italia, situato nel Palazzo Colelli di Sante Marie (Aq), rappresenta un'importante testimonianza storica della Marsica e delle vicende legate al brigantaggio post-unitario. Il museo è ospitato in un edificio settecentesco che, oltre a essere un centro culturale, custodisce la memoria di eventi cruciali avvenuti nella zona. In particolare, il museo è dedicato alla cattura del generale catalano José Borjes, avvenuta nel dicembre del 1861, pochi mesi dopo la proclamazione del Regno d'Italia. Borjes, inviato dal re Francesco II di Borbone per tentare di riconquistare i territori persi, fu catturato nella cascina Mastroddi in Val di Luppa, tra Sante Marie e Castelvecchio, grazie alla delazione di alcuni abitanti locali. Poche ore dopo, Borjes e i suoi uomini furono fucilati a Tagliacozzo, segnando un episodio significativo della lotta per la resistenza al nuovo regno.
Nonostante la cattura di Borjes, il brigantaggio continuò a essere una problematica rilevante nelle terre della Marsica e del Cicolano, persistendo fino al 1870, anno della presa di Roma. Questo periodo turbolento e complesso è al centro del racconto del museo, che esplora non solo gli aspetti violenti del brigantaggio, ma anche le sue radici sociali e politiche, legate alla resistenza contro l'unificazione e alla disgregazione del vecchio Regno delle Due Sicilie. Il museo offre uno spunto per riflettere sul difficile processo di unificazione italiana, mettendo in luce le divisioni tra il nuovo Stato e le popolazioni del sud, che vedevano nell'unità una minaccia alla propria identità e autonomia.
Il museo è stato inaugurato nel 2008, dopo un intervento di ristrutturazione del Palazzo Colelli, finanziato dalla Regione Abruzzo e dalla Comunità Montana Marsica 1. L'allestimento museale ha visto la collaborazione dell'Archivio di Stato dell'Aquila e della sezione di Archivio di Stato di Avezzano, che hanno contribuito con materiali d'epoca e documenti che raccontano le storie di briganti, soldati e persone comuni coinvolte in quei drammatici eventi. L'arricchimento della collezione è stato possibile grazie alle donazioni di numerosi cittadini, tra cui quella di Gianvincenzo Sforza di Celano, che ha donato oggetti e testimonianze legate al brigantaggio.
Oltre alla sua funzione storica e culturale, il Museo del Brigantaggio e dell'Unità d'Italia è anche un punto di partenza per il Cammino dei Briganti, un itinerario storico-culturale inaugurato nel 2016, che ripercorre le tracce lasciate dai briganti nel territorio. Questo cammino offre ai visitatori un'opportunità unica di immergersi nella storia del brigantaggio e di comprendere il contesto sociale e politico che lo ha alimentato. Il museo di Sante Marie, con il suo ricco patrimonio di documenti e reperti, continua a svolgere un ruolo centrale nel raccontare una delle pagine più turbolente e affascinanti della storia italiana.
I musei d'Abruzzo rappresentano una sintesi affascinante e spettacolare del ricchissimo patrimonio storico e artistico della regione. Attraverso una rete variegata e ben articolata, il territorio offre un panorama culturale di straordinaria ampiezza: dalle grandi collezioni archeologiche all’arte classica, dai musei dedicati alla vita quotidiana di contadini e pastori alle molteplici espressioni dell’arte moderna e contemporanea. All’interno di questo sistema spiccano realtà di rilievo nazionale, come il Museo Nazionale d’Abruzzo all’Aquila, il Museo Archeologico Nazionale di Chieti e il Museo delle Genti d’Abruzzo di Pescara. Particolarmente suggestivi anche i due musei che custodiscono le celebri maioliche di Castelli, uno nel borgo stesso e l’altro a Loreto Aprutino, sede della prestigiosa Collezione Acerbo. Tuttavia, è soprattutto grazie alla presenza diffusa di musei locali, spesso sorprendentemente ricchi e curati, che l’Abruzzo si configura come un autentico “museo diffuso”. Piccoli gioielli come il Museo Capitolare di Atri, il Museo Archeologico Francesco Savini di Teramo, il Museo della Civitella a Chieti, il Museo dello Splendore a Giulianova, quello della Civiltà Contadina a Picciano, il Museo Civico di Sulmona o il Castello-Museo di Crecchio contribuiscono a disegnare una mappa culturale viva, densa di storia e di bellezza, capace di raccontare l’identità profonda della regione.I musei d’Abruzzo offrono uno straordinario viaggio attraverso la storia, l’arte e le tradizioni di una regione ricca di cultura. La loro varietà riflette la complessità e la profondità del territorio: dalle testimonianze dell’antichità ai linguaggi dell’arte contemporanea, passando per le espressioni della vita rurale e pastorale che da sempre caratterizzano l’identità abruzzese. Nelle principali città, ma anche nei piccoli centri, i musei raccontano storie affascinanti, custodendo reperti archeologici, opere d’arte, documenti, oggetti del quotidiano e manufatti artigianali che restituiscono un’immagine viva e autentica della regione. Alcuni musei si distinguono per il loro valore nazionale e internazionale, ma ciò che rende unico il sistema museale abruzzese è la sua capillarità. Anche i musei locali, spesso meno noti, sorprendono per la ricchezza delle collezioni e per la cura degli allestimenti, contribuendo a creare un vero e proprio “museo diffuso” che abbraccia l’intero territorio. Visitare i musei d’Abruzzo significa immergersi in un patrimonio culturale stratificato, dove ogni luogo conserva e racconta un frammento prezioso della memoria collettiva. I Musei d'Abruzzo. Una sintesi efficace e spettacolare del patrimonio storico e artistico dell’Abruzzo è offerta dalla sua ricca e variegata rete di musei. Dalle ampie raccolte dedicate all’archeologia ai musei di arte classica, dai musei che celebrano il folklore e la vita dei contadini e dei pastori ai numerosi spazi espositivi di arte moderna e contemporanea, il sistema museale abruzzese vanta eccellenze assolute, come il grande Museo Nazionale d’Abruzzo a L’Aquila, il Museo Archeologico Nazionale di Chieti, il Museo delle Genti d’Abruzzo di Pescara, e i due splendidi musei dedicati alle prestigiose Maioliche di Castelli, a Castelli e Loreto Aprutino (la famosa Collezione Acerbo). Ma sono soprattutto i numerosi musei locali, spesso di sorprendente bellezza e ricchezza, a qualificare in modo capillare il territorio, trasformandolo in un vero e proprio “museo diffuso”. Il Museo Capitolare di Atri, il Museo Archeologico Francesco Savini di Teramo, il Museo della Civitella di Chieti, il Museo dello Splendore di Giulianova, il Museo della Civiltà Contadina di Picciano, il Museo Civico di Sulmona, il Castello-Museo di Crecchio sono solo alcune delle perle museali che arricchiscono il paesaggio culturale abruzzese.


Un grande museo all’aperto
Noto in tutto il mondo per la sua natura, l’Abruzzo espone, come un grande museo all’aperto senza orari né mura, opere d’arte e monumenti nel suo peculiare e intatto paesaggio. Accanto a luoghi celeberrimi come la rocca di Calascio, lo straordinario centro storico di Pescocostanzo, il Museo Archeologico Nazionale di Chieti, il poderoso castello cinquecentesco dell’Aquila, emozionano il viaggiatore decine e decine di meraviglie meno note, sparse in ogni angolo della regione. I restauri di chiese e castelli, la sistemazione e la valorizzazione dei siti...


Abruzzo, la regione più verde d’Europa
In Abruzzo la natura è una risorsa protetta. Con un terzo del proprio territorio destinato a parchi, la regione non solo esprime un primato culturale e civile nella protezione dell’ambiente, ma si colloca come maggiore area naturalistica d’Europa, vero cuore verde del Mediterraneo.
La funzione che l’Abruzzo dei Parchi svolge a livello nazionale e internazionale nella conservazione dell’ambiente e della biodiversità è difficilmente sottovalutabile, se si pensa che la regione custodisce un grandissimo numero di specie animali e vegetali.


L’Abruzzo montano
Con numerosi centri sciistici con impianti di avanguardia, comprende i maggiori massicci dell’Appennino (il Gran Sasso d’Italia e la Majella), numerosi rilievi che raggiungono anch’essi notevole altitudine e altipiani intervallati dalle conche dell’Aquila e di Sulmona, mentre verso il confine con il Lazio si stende la fertile conca del Fucino, risultante dal prosciugamento del lago omonimo portato a termine dal Duca Alessandro Torlonia nel 1875, opera grandiosa, che peraltro era stata più volte programmata fin dall’epoca dell’impero Romano.


L'Enogastronomia
Una cucina, quella abruzzese, che ha molte anime, per la varietà del territorio e delle culture che in essa convivono. C’è l’evoluzione della cucina agropastorale, quella dei contadini e dei pastori “poveri” delle zone montane e pedemontane, fatta di piatti semplici e saporiti, di carni ovine, zuppe e minestre, formaggi ed erbe aromatiche e quella “colta e borghese” di Teramo, capace di valorizzare sapori primari con preparazioni più complesse: timballo di scrippelle, le “mazzarelle” e le “virtù”.
www.infopointabruzzo.it - Created with WebSite X5
Torna ai contenuti