Vai ai contenuti

Tradizioni popolari in Provincia de L’Aquila – Abruzzo: Ju calenne a Tornimparte a Torninparte (Aq) - Info Point Regione Abruzzo

www.infopointabruzzo.it
Salta menù
Salta menù
www.infopointabruzzo.it

Tradizioni popolari in Provincia de L’Aquila – Abruzzo: Ju calenne a Tornimparte a Torninparte (Aq)

Info Abruzzo > Le Tradizioni popolari > Nell'aquilano
Le Tradizioni popolari e il Folklore in Provincia de L'Aquila - Abruzzo

A Tornimparte, ogni anno, la notte tra il 30 aprile e il 1° maggio si celebra un’antica tradizione chiamata "Ju Calenne", che ha radici profonde nella cultura popolare del paese. Questo rito, noto anche come l'Albero del Maggio, si svolge in un'atmosfera carica di fascino e sacralità. Un gruppo di uomini, rigorosamente selezionato, si reca nei boschi vicini al paese per tagliare un albero maestoso, alto e diritto, che dovrà essere portato davanti alla chiesa del Santo Patrono prima dell’alba. L'albero, simbolo di rinascita e fertilità, resterà fissato davanti alla chiesa fino alla fine del mese di maggio, per poi essere abbattuto e venduto in un'asta pubblica. Questa tradizione, che unisce il sacro e il profano, si svolge ogni anno con un’intensità che mantiene viva la memoria di un passato lontano. Le origini di "Ju Calenne" si intrecciano con la storia dei Longobardi, un popolo che, come testimoniato dai toponimi di origine germanica presenti nel territorio, aveva una forte connessione con la natura e il culto degli alberi. L'Albero del Maggio, infatti, affonda le sue radici in rituali antichi che celebravano la primavera e la fertilità della terra, temi centrali nelle tradizioni pagane. La scelta di un albero maestoso da erigere simbolicamente davanti alla chiesa riflette il legame profondo tra l’uomo e la natura, un legame che si perpetua da secoli. Sebbene oggi il rito abbia perso gran parte del suo significato pagano, rimane un simbolo di forza, speranza e rinnovamento per la comunità di Tornimparte. Il paesaggio naturale di Tornimparte, ricco di boschi e foreste, offre lo scenario ideale per questa festa. Le alte montagne, dominati da faggi e altre piante tipiche dell'Appennino, sono parte integrante di questa tradizione. I boschi non erano solo una risorsa economica per la comunità, ma anche un luogo sacro, un rifugio per i miti e le leggende che si tramandano di generazione in generazione. Fino agli anni ‘50, il legame con la terra era talmente profondo che l’intera economia del paese dipendeva dal bosco e dalle sue risorse. Questo legame si traduceva in pratiche come il taglio ceduo, un metodo di gestione forestale che permetteva alla natura di rigenerarsi e che garantiva alla comunità risorse vitali come legna, foraggio e carbone. La festa del 1° maggio a Tornimparte non si limita però al solo rito dell'Albero del Maggio. Si intreccia con altre tradizioni locali, come la festa di San Panfilo, il patrono di Villagrande, una frazione del comune. La benedizione delle sementi, la scelta dei pastori e il ramo di faggio fiorito, simbolo della fine dell’inverno e del ritorno della vita, sono segnali di un'epoca in cui l'agricoltura e la pastorizia erano l’anima della comunità. Ogni gesto, ogni rito, aveva un significato profondo legato al ciclo della natura e alla sopravvivenza. Il ramo di faggio, esposto davanti alla chiesa, rappresentava il segno di speranza per la fine dei rigori invernali e l'inizio della stagione della crescita. Oggi, seppur con le inevitabili trasformazioni portate dalla modernità, "Ju Calenne" rimane una delle tradizioni più sentite dalla comunità. Sebbene la festa non abbia più il carattere sacro e magico di un tempo, continua a rappresentare un momento di unione e di celebrazione collettiva. I giovani partecipano con entusiasmo, imparando dagli anziani come si erige l'albero e riscoprendo l’importanza della tradizione. Ogni anno, la notte del 30 aprile si trasforma in un’occasione unica per vivere un’esperienza che unisce passato e presente, per mantenere viva la memoria storica e culturale di Tornimparte, un paese che custodisce gelosamente le sue radici e la sua identità.Ju calenne a Tornimparte (Aq)
 
A Tornimparte, ogni anno, la notte tra il 30 aprile e il 1° maggio è consacrata a un rito antico che affonda le sue radici nella storia più profonda del paese: "Ju Calenne", ovvero la tradizione dell'Albero del Maggio. Questo rituale coinvolge un gruppo di uomini robusti che, nel cuore della notte, si recano nei boschi circostanti il paese per tagliare un albero maestoso, dritto e alto, da trasportare davanti alla chiesa del proprio Santo Patrono. L’albero, scelto con grande attenzione, deve essere innalzato e fissato prima dell'alba, dove rimarrà per tutto il mese di maggio, simbolo di rinascita e fertilità. La tradizione afferma che, al termine di questo periodo, l’albero sarà abbattuto e venduto in un’asta pubblica, con i proventi che un tempo venivano destinati alla festa del Santo Patrono.
(Foto Giacomo Carnicelli)
Le origini di questo rito sono legate ai Longobardi, come confermato dai numerosi toponimi di origine germanica che si trovano nel territorio di Tornimparte. Il culto degli alberi, infatti, risale a tradizioni pagane antiche che celebravano la fertilità della terra e il risveglio della natura. I Longobardi, come altri popoli germanici, attribuivano grande sacralità ai boschi, che erano considerati luoghi protetti dalle divinità della vegetazione. Questo culto è stato integrato con i rituali greco-romani legati alla primavera, creando un connubio di fede e paganesimo che ancora oggi caratterizza la festa. Tornimparte, con la sua ricca vegetazione boschiva, offre un perfetto scenario per la celebrazione di questo rito che affonda le sue radici nella cultura del bosco e nella mitologia delle foreste sacre.
Il paesaggio di Tornimparte, dominato dal faggio che cresce fino a 1700 metri, è un luogo ideale per questa tradizione. Gli alberi e i boschi hanno sempre avuto un ruolo fondamentale nella vita della comunità, sia dal punto di vista economico che spirituale. Fino agli anni '50, la popolazione dipendeva dai boschi per la sopravvivenza, praticando il taglio ceduo, una tecnica che permetteva al bosco di rigenerarsi, assicurando legna per il riscaldamento, foraggio per gli animali e carbone per i vari usi domestici. Questa conoscenza profonda del bosco ha creato un legame indissolubile tra l'uomo e la natura, legame che si riflette nel rituale dell'Albero del Maggio, il quale rappresenta un simbolo di rinnovamento e speranza per la comunità.
La festa si intreccia con altri eventi religiosi e folkloristici, come la celebrazione di San Panfilo, il santo patrono di Villagrande, una frazione di Tornimparte. La benedizione dei semi e la scelta dei pastori per il pascolo avvengono proprio in concomitanza con il rito dell'Albero del Maggio, unendo così il mondo agricolo e pastorale in un momento di forte simbolismo. Il ramo di faggio fiorito, esposto sulla porta della chiesa di San Panfilo, segna il passaggio dalla durezza dell'inverno alla speranza della primavera, rappresentando la fine delle difficoltà stagionali e il ritorno della vita. Questo gesto si inserisce in un contesto di antiche tradizioni, che mescolano elementi pagani e cristiani, e che vengono tramandate di generazione in generazione, mantenendo viva la memoria storica e culturale della comunità.
Oggi, nonostante la modernità abbia attenuato i caratteri strettamente pagani della festa, "Ju Calenne" continua a essere un momento di grande importanza per Tornimparte. La fatidica notte del 30 aprile è un'occasione di condivisione, di riscoperta delle tradizioni e di legame con il passato. I giovani, che partecipano con entusiasmo al trasporto dell'albero, imparano dagli anziani le tecniche antiche, mentre l'intera comunità si ritrova insieme, intorno al fuoco e al suono degli organetti, a celebrare il risveglio della natura e della vita. Sebbene il rito abbia perso il suo significato magico-religioso originario, mantiene intatta la sua forza simbolica, diventando un’occasione per riscoprire l’identità culturale di Tornimparte, un'identità che si è sedimentata nel tempo, preservando un legame indissolubile con la natura e le sue leggi.
L'enogastronomia abruzzese è un viaggio tra sapori autentici e tradizioni antiche, una sintesi perfetta di mare e montagna che racconta l'anima profonda della regione. Qui, ogni piatto e ogni vino riflettono l'essenza di un territorio generoso, dove la natura incontaminata e la cultura locale si intrecciano per creare un patrimonio culinario unico. In Abruzzo, il cibo non è solo nutrimento, ma una forma di espressione, un legame con le stagioni e con le radici storiche delle comunità. Dai borghi montani alle località costiere, la cucina si distingue per la semplicità e la genuinità degli ingredienti, spesso prodotti artigianalmente. Le ricette, tramandate di generazione in generazione, portano con sé gesti e sapori che parlano di tempi lontani. La terra abruzzese è nota per prodotti straordinari che vanno dall’oro rosso dello zafferano di Navelli ai tartufi profumati delle montagne. I formaggi di pecora, come il pecorino e la ricotta affumicata, raccontano la maestria dei pastori, mentre la pasta fatta a mano, come i celebri maccheroni alla chitarra, celebra l’arte e la pazienza delle cuoche abruzzesi. Il vino gioca un ruolo fondamentale in questo racconto di gusto. Il Montepulciano d'Abruzzo, robusto e avvolgente, è una delle etichette più amate e apprezzate a livello internazionale, affiancato dal delicato Trebbiano d'Abruzzo. Ogni bicchiere racchiude il carattere di queste colline baciate dal sole, dove i vigneti prosperano tra la brezza del mare e l’aria fresca dei monti. Ma l’enogastronomia abruzzese è anche convivialità, un rito che si consuma attorno a una tavola ricca di sapori e storie. Ogni assaggio è un incontro con una cultura che rispetta la natura e valorizza la tradizione, rivelando un equilibrio perfetto tra semplicità e raffinatezza. È un’esperienza che va oltre il palato, coinvolgendo i sensi e lasciando un ricordo indelebile, un legame profondo con una terra che sa come regalare emozioni.
---
L'Enogastronomia. La cucina abruzzese è la tradizionale cucina dell'Abruzzo; essa è molto vasta ed è originaria dalle tradizioni sia pastorali delle zone interne montane che marinare della zona costiera; tra gli alimenti più utilizzati troviamo: il pane, la pasta, la carne, i formaggi e il vino. L'isolamento che per decenni ha caratterizzato la regione ha fatto sì che quest'ultima mantenesse un'arte culinaria viva ed indipendente. Tra i prodotti abruzzesi che sono entrati nell'immaginario collettivo di tutto il mondo troviamo i classici confetti tipici della città di Sulmona, lo zafferano coltivato principalmente nell'altopiano di Navelli, gli arrosticini di pecora, gli spaghetti alla chitarra e il prestigioso vino Montepulciano d'Abruzzo. Altri prodotti...

L’artigianato abruzzese rappresenta una straordinaria testimonianza della tradizione e dell’ingegno della regione, un legame profondo tra passato e presente. Ogni angolo dell’Abruzzo racconta storie attraverso opere d’arte create da mani esperte che hanno saputo conservare tecniche e saperi antichi. Uno degli ambiti più celebri è la lavorazione della ceramica. Tra i centri più importanti spicca Castelli, rinomata in tutto il mondo per le sue maioliche decorate a mano con motivi floreali, geometrici e scene di vita quotidiana. Gli artigiani locali continuano a utilizzare metodi tramandati di generazione in generazione, valorizzando colori e disegni che rispecchiano il territorio e la sua cultura. Di grande pregio è anche l’arte della lavorazione del ferro battuto, tipica delle aree montane. Fabbri esperti modellano a caldo cancelli, lampade e altri oggetti, dando vita a opere di straordinaria bellezza e resistenza. Questa tradizione, radicata nella vita rurale, trova il suo apice in laboratori che combinano creatività e funzionalità. Un altro settore emblematico è quello della tessitura. La produzione di merletti e ricami, soprattutto quelli di Pescocostanzo, si distingue per l’eleganza e la finezza dei dettagli. I famosi merletti al tombolo rappresentano una delle forme d’arte più delicate e raffinate, simbolo della pazienza e della maestria delle artigiane abruzzesi. Anche il legno è un materiale protagonista nell’artigianato regionale. Gli ebanisti abruzzesi si dedicano alla creazione di mobili e oggetti decorativi, molti dei quali presentano intagli che richiamano motivi religiosi o naturali. Inoltre, l’arte della scultura del legno è strettamente legata alle tradizioni religiose, con la realizzazione di statue sacre e presepi. Di notevole interesse è l’oreficeria, un’attività che affonda le sue radici nel Medioevo. L'Abruzzo vanta gioielli di rara bellezza, come la "Presentosa", un ciondolo femminile di antica tradizione, simbolo di amore e augurio. Le tecniche di lavorazione, come l’incastonatura e la filigrana, mostrano un’altissima competenza tecnica e artistica. L’artigianato abruzzese, dunque, non è solo un insieme di abilità manuali, ma anche un’espressione di identità culturale. Attraverso i materiali, i disegni e le tecniche, gli artigiani raccontano la storia e l’anima di una terra unica, in cui passato e presente si fondono per dare vita a opere di inestimabile valore.
---
L'Artigianato in Abruzzo. L’artigianato abruzzese rappresenta una delle espressioni più autentiche della cultura e delle tradizioni locali, tramandate di generazione in generazione. Tra le lavorazioni più celebri spiccano quelle della ceramica e della maiolica, con il borgo di Castelli che vanta una fama internazionale per i suoi manufatti decorati con motivi floreali, religiosi e geometrici. Ugualmente significativa è la tradizione orafa, con la creazione di gioielli come la presentosa, simbolo dell’Abruzzo, e di raffinati monili in filigrana, prodotti in centri come Sulmona e Scanno. La tessitura e il merletto trovano la loro massima espressione nei pregiati tomboli di Pescocostanzo e negli arazzi realizzati con telai tradizionali nei piccoli borghi montani...
Sciare in Abruzzo significa immergersi in panorami mozzafiato, tra montagne maestose e borghi pittoreschi che aggiungono fascino a una giornata trascorsa sulla neve. Questa regione offre un’esperienza unica, grazie a un territorio che alterna cime innevate a spazi naturali intatti, creando l’ambiente ideale per gli appassionati degli sport invernali. L’Appennino abruzzese, con le sue cime imponenti, accoglie numerose stazioni sciistiche ben attrezzate e in grado di soddisfare le esigenze di sciatori di ogni livello. Le piste si snodano tra pendii soleggiati, boschi secolari e paesaggi aperti, garantendo una combinazione perfetta tra sport e natura. Oltre allo sci alpino, la regione è anche un paradiso per il freeride e lo snowboard, con percorsi studiati appositamente per gli amanti delle discese più adrenaliniche. Non manca poi la possibilità di praticare lo sci di fondo, un’attività che consente di esplorare in tranquillità l’Abruzzo innevato. Tra altopiani incantati e vallate suggestive, questa disciplina permette di vivere la montagna in un modo diverso, silenzioso e contemplativo. Anche le famiglie trovano opzioni ideali, con aree dedicate ai bambini e percorsi più facili pensati per i principianti. La neve abruzzese diventa così il pretesto perfetto per scoprire una terra ricca di autenticità, dove i paesaggi innevati si fondono con l’atmosfera calda e accogliente dei borghi montani. Après-ski nei rifugi, sapori tipici e tradizioni locali completano l’esperienza, regalando momenti di relax e convivialità in un contesto che non smette mai di stupire. Sciare in Abruzzo non è solo uno sport, ma un viaggio tra natura, cultura e avventura.
---
Sciare in Abruzzo. L’Abruzzo è terra di montagne e di sciatori. È sufficiente spaziare con lo sguardo lungo l'orizzonte, in qualsiasi angolo della regione ci si trovi, per incontrare filari di cime che, allineate come soldatini di piombo, svettano verso il cielo. Sono i massicci della Majella, del Gran Sasso, della Laga, del gruppo Sirente-Velino, solo per citare i più grandi e noti. Un fantastico mondo di alta quota che costituisce il più formidabile complesso montano dell’Appennino (con caratteristiche a volte alpine), collocato strategicamente nel centro dell’Italia e del Mediterraneo. Grandi complessi montuosi, caratterizzati da un forte e duraturo innevamento, attrezzati con stazioni ed impianti turistici numerosi e qualificati...


Il mare d'Abruzzo offre un'esperienza indimenticabile, fatta di acque cristalline, spiagge variegate e panorami che raccontano la bellezza selvaggia e incontaminata della natura. La costa abruzzese, che si estende per oltre 130 chilometri, accoglie chi cerca relax, avventura o la scoperta di angoli nascosti dove il tempo sembra essersi fermato. Le spiagge si alternano tra ampi arenili sabbiosi e tratti rocciosi, ognuno con un fascino unico. Le dolci colline che degradano verso il mare creano scenari pittoreschi, arricchiti dalla presenza di caratteristici trabocchi, antiche macchine da pesca in legno che sembrano sospese tra cielo e acqua. Questi monumenti alla tradizione marinara raccontano un passato fatto di dedizione e rispetto per il mare, ancora oggi visibile nello stile di vita delle comunità costiere. Il mare d'Abruzzo è anche una promessa di divertimento e benessere. Le acque limpide sono ideali per nuotate rinfrescanti e sport acquatici, come il kayak, il windsurf e le immersioni, che rivelano la ricca vita marina dei fondali. Passeggiate lungo i lungomari regalano momenti di quiete, mentre i piccoli porti e le antiche torri costiere narrano storie di un rapporto secolare tra terra e mare. Lungo questa costa, l’esperienza balneare si intreccia con una gastronomia profondamente legata al territorio. I sapori del mare si trasformano in piatti unici, come il celebre brodetto di pesce, che celebra la freschezza e la genuinità degli ingredienti locali. Tra un tuffo e l’altro, è possibile immergersi anche nella cultura, visitando borghi storici affacciati sul mare, dove l’ospitalità abruzzese si manifesta in tutta la sua autenticità. Il mare d'Abruzzo non è solo una destinazione, ma un invito a scoprire un modo di vivere che unisce natura, tradizione e emozioni. Ogni ondeggiare delle acque e ogni tramonto sulla costa lasciano un segno nel cuore, raccontando la storia di un territorio unico, che sa come abbracciare i suoi visitatori con tutta la forza e la bellezza della sua anima.
---
Il mare d'Abruzzo. Dal Tronto a Francavilla al Mare, a sud di Pescara, la costa è una uniforme, regolare e dorata fascia di soffice arenile, larga e accogliente; dalla foce del fiume Foro, a sud di Francavilla, la linea costiera diviene invece alta, portuosa, con scogliere, calette e lunghi tratti di spiaggia a ciottoli, per poi riaprirsi ai larghi arenili solo nel Vastese, al confine col Molise. Il tratto caratteristico di questo paesaggio marino è dunque la varietà, con ambienti e paesaggi per tutti i gusti. Questa particolare bivalenza della riviera, e la stessa conformazione geografica dell’Abruzzo collinare, creano un comprensorio turistico unico nel suo genere che può vantare caratteristiche davvero esclusive: una costa che diventa porta d’accesso all’intero territorio...

www.infopointabruzzo.it - Created with WebSite X5
Torna ai contenuti