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La fauna in Abruzzo: L’Orso marsicano - Info Point Regione Abruzzo

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La fauna in Abruzzo: L’Orso marsicano

Le meraviglie > Flora e Fauna > La Fauna in Abruzzo > I Mammiferi carnivori
La  fauna in Abruzzo

La biodiversità è davvero sorprendente, e in effetti le specie animali spesso meno visibili o meno note tendono a essere oscurate da quelle che sono più iconiche. In Abruzzo, così come nelle grandi savane africane, molte specie rare o peculiari si trovano in secondo piano, come il caso degli orsi marsicani, dei lupi appenninici e delle aquile reali, che dominano l'immaginario collettivo. Questo fenomeno fa sì che animali meno conosciuti ma straordinari, come il capovaccaio o il gatto selvatico europeo, rimangano quasi invisibili agli occhi di molti, nonostante la loro bellezza e unicità.

Abruzzo ospita anche altre specie peculiari di rettili, anfibi e insetti, che abitano ecosistemi unici come le faggete vetuste, patrimonio dell'UNESCO, o le aree umide e montane. È un esempio di come la diversità ecologica non si concentri solo su specie emblematiche ma includa una varietà di esseri viventi che costituiscono un patrimonio naturale eccezionale.
La fauna in Abruzzo: L’Orso marsicano
Categoria: Mammiferi
 
L’orso marsicano, rappresentante di una sottospecie tipica dell’Appennino, l’orso bruno marsicano (Ursus arctos marsicanus), un tempo presente lungo tutta la catena appenninica, dalla Toscana alla Calabria, è ora ridotto a un esiguo numero di esemplari (circa un centinaio) che vivono perlopiù nell’area protetta del Parco Nazionale d’Abruzzo. L’appartenenza di questo orso a una sottospecie distinta dalle altre popolazioni europee è stata evidenziata nel corso di accurate ricerche, che hanno rivelato differenze nella struttura del cranio, dei denti e nella dieta, più orientata verso una alimentazione vegetariana che carnivora. Con il progressivo avanzare dell’antropizzazione sulle montagne, il plantigrado ha dovuto ritirarsi in zone sempre più ristrette per sfuggire all’uomo e ai suoi fucili.
Nel 1971 è nato il gruppo Orso Italia, che ha sostenuto una vasta campagna divulgativa a favore dell’orso, volta a far conoscere, in termini reali, la vita e le abitudini di questo animale e a stroncare il bracconaggio, portando all’attenzione di tutto il paese la gravità dell’uccisione di uno degli ultimi esemplari. I ricercatori si sono inoltre impegnati nell’analisi accurata delle cause ambientali che gravano maggiormente sulla riduzione numerica della popolazione. L’orso bruno è infatti una specie molto sensibile al degrado ambientale, e la sua salvaguardia non è facile da realizzare, tenendo conto anche dell’ostilità che troppo spesso si manifesta nei confronti del plantigrado per la cattura di qualche pecora, nonostante sia previsto un risarcimento ai pastori danneggiati. Non va dimenticato che l’orso ricorre al bestiame domestico solo quando non ne può fare a meno, ossia quando le sue prede naturali sono scarse nell’ambiente e la sua necessità di cibo è impellente, soprattutto in preparazione al letargo.
Grazie alla dedizione e all’impegno del gruppo Orso Italia e del Parco, il numero di orsi nel territorio protetto risulta attualmente stabile. Il conteggio esatto è difficile, poiché si tratta di animali che si spostano molto e hanno bisogno di un territorio piuttosto vasto, specialmente in autunno, e spesso oltrepassano i confini dell’area protetta. In pratica, il territorio del Parco non è più sufficiente a contenere la popolazione di orsi, che, grazie alla protezione, ha cominciato a registrare un leggero incremento numerico. Eppure, fuori dal Parco, la caccia all’orso continua.
Si tratta di un animale pacifico che, come il lupo, evita l’uomo quanto più possibile. In genere, non costituisce alcun pericolo per l’escursionista che si trovi accidentalmente nei paraggi: sia l’orso che l’escursionista tenteranno di allontanarsi l’uno dall’altro il più rapidamente possibile. La situazione cambia se si incontra un cucciolo: l’orsacchiotto è molto curioso e si avvicina per vedere di cosa si tratta e per giocare, inducendo l’uomo, affascinato dalla bellezza e dalla simpatia del piccolo, a familiarizzare con lui. Questa familiarità, però, renderebbe molto inquieta la madre, che accorrerebbe in difesa della sua prole con intenzioni non certo pacifiche. Al di là di questo caso particolare, in un ambiente equilibrato con prede selvatiche disponibili, l’orso non rappresenta un pericolo.

L'Enogastronomia
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L’Abruzzo montano
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