Tradizioni popolari in Provincia de L’Aquila – Abruzzo: Lo Zirè a L’Aquila (Aq)
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Le Tradizioni popolari e il Folklore in Provincia de L'Aquila - Abruzzo

Lo Zirè (o ju Zirè in dialetto aquilano) è un gioco tradizionale che ha caratterizzato per secoli le festività popolari della città dell'Aquila, particolarmente diffuso fino agli anni Settanta. Questo gioco, che mescola abilità, strategia e forza fisica, rappresenta una delle tradizioni folkloristiche più affascinanti della zona. La sua natura goliardica e la sua struttura, che si sviluppa all'interno di un ampio campo, ne fanno una delle manifestazioni ludiche più ricche di storia della città.
Il campo di gioco deve essere un'area di almeno 100 metri di diametro, con un cerchio tracciato al suo interno, dal raggio di circa 75 centimetri. Due squadre si sfidano alternandosi tra attacco e difesa. L'attrezzatura necessaria è semplice, ma cruciale per il corretto svolgimento del gioco: un bastone cilindrico lungo circa 50 centimetri, denominato tirolò, funge da mazza, mentre un altro bastone appuntito a entrambe le estremità, chiamato zirè, viene utilizzato come oggetto da lanciare. I giocatori si posizionano in due squadre e il gioco prende vita quando uno dei membri della squadra attaccante, il "battitore", si colloca all'interno del cerchio e lancia il zirè con l'intento di colpirlo al volo.
Il battitore, armato di tirolò, lancia il zirè cercando di colpirlo con forza per farlo volare il più lontano possibile. La squadra difendente è disposta lungo la traiettoria di volo e cerca di afferrare il zirè al volo. Se uno dei difensori riesce nell'impresa, il battitore è eliminato; in caso contrario, uno dei difensori raccoglie il zirè e lo rilancia verso il battitore, cercando di farlo cadere vicino al cerchio. In questa fase, il battitore ha la possibilità di colpire nuovamente il zirè al volo. Se ci riesce, il turno termina, altrimenti il gioco continua, con il battitore che può tentare la "smazzata".
La smazzata è una fase cruciale del gioco: consiste nel tentare di far saltare il zirè in aria, colpendolo con la mazza su una delle sue estremità appuntite. Il battitore ha a disposizione tre tentativi per eseguire questa manovra, e, se non riesce al primo tentativo, può riprovare due volte. Ogni tentativo è accompagnato da una frase rituale: "unu, e mazza", "'ddu, e mazza", "tre, e pusi la mazza". La riuscita della smazzata permette al battitore di proseguire il gioco, ma in caso di fallimento, il turno termina e si passa alla fase successiva.
Una volta completata la smazzata, si entra nella fase della "conta", in cui i difensori stimano la distanza del zirè dal cerchio usando la mazza come unità di misura. Se la distanza stimata è corretta, il battitore può accettare l'offerta di punti proposta dai difensori, con la possibilità di guadagnare punti extra se la distanza reale supera quella indicata. In caso contrario, il battitore può rifiutare l'offerta e procedere alla misurazione, ma in tal caso un errore nella stima della distanza penalizzerà la sua squadra. Il gioco continua alternando i turni tra le due squadre, e il vincitore è colui che conquista più turni. Lo Zirè, con le sue regole semplici ma ricche di strategia, resta una delle tradizioni più affascinanti e coinvolgenti di L'Aquila.


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