Museo Civico Aufidenate - Castel di Sangro (Aq)
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I principali Musei e Raccolte nella Provincia de L'Aquila - Abruzzo

Il Museo Civico Aufidenate di Castel di Sangro (Aq) fu istituito nel 1898 per volontà del sindaco Clemente Marchionna, con il contributo dello studioso Vincenzo Balzano e l'appoggio di Antonio De Nino. La sua fondazione nacque dall'esigenza di raccogliere e preservare i reperti archeologici rinvenuti nel territorio, in un periodo in cui si delineava la reale posizione dell'antica città di Aufidena. Durante la seconda guerra mondiale, gran parte della collezione andò dispersa, ma i reperti parzialmente recuperati furono successivamente raccolti nell'Antiquarium Comunale e trasferiti nel 1999 nel restaurato Convento della Maddalena, inaugurato ufficialmente l'anno successivo.
Il museo ospita tre sezioni principali: preistoria e protostoria, epoca romana e periodo medievale-moderno. Nella sezione preistorica sono esposti fossili, ornamenti funerari come bracciali, collane e fibule, oltre a due bronzetti mutili raffiguranti Ercole. Di particolare rilievo sono due iscrizioni in lingua osca, una delle quali rinvenuta nel 2009 dall'Archeoclub locale. La sezione romana presenta materiali lapidei, epigrafi, elementi architettonici funerari, monete, ceramiche e una statua acefala di personaggio togato, risalenti al III secolo d.C., insieme al celebre toro in lamina di bronzo.
La sezione medievale e moderna comprende ceramiche settecentesche, frammenti di epoca altomedievale e una scultura policroma di San Michele Arcangelo. Il museo offre anche una sezione dedicata alla seconda guerra mondiale e ospita il Museo Internazionale della Pesca a Mosca, intitolato a Stanislao Kuckiewicz, celebre pescatore di origine polacca noto per le sue innovazioni tecniche nel lancio con canne corte e code sottili.
All'interno del complesso museale si trova un orto botanico, con percorsi naturalistici che conducono alla "tavola dei monaci", un masso calcareo utilizzato probabilmente per la meditazione. Il giardino conserva alberi da frutta piantati dai frati francescani, con tutte le piante mappate e corredate di scheda botanica. La struttura dispone inoltre di una sala polifunzionale ricavata nella ex chiesa, utilizzata per mostre ed eventi, nonché di spazi per esposizioni temporanee.




Un grande museo all’aperto
Noto in tutto il mondo per la sua natura, l’Abruzzo espone, come un grande museo all’aperto senza orari né mura, opere d’arte e monumenti nel suo peculiare e intatto paesaggio. Accanto a luoghi celeberrimi come la rocca di Calascio, lo straordinario centro storico di Pescocostanzo, il Museo Archeologico Nazionale di Chieti, il poderoso castello cinquecentesco dell’Aquila, emozionano il viaggiatore decine e decine di meraviglie meno note, sparse in ogni angolo della regione. I restauri di chiese e castelli, la sistemazione e la valorizzazione dei siti...

Abruzzo, la regione più verde d’Europa
In Abruzzo la natura è una risorsa protetta. Con un terzo del proprio territorio destinato a parchi, la regione non solo esprime un primato culturale e civile nella protezione dell’ambiente, ma si colloca come maggiore area naturalistica d’Europa, vero cuore verde del Mediterraneo.
La funzione che l’Abruzzo dei Parchi svolge a livello nazionale e internazionale nella conservazione dell’ambiente e della biodiversità è difficilmente sottovalutabile, se si pensa che la regione custodisce un grandissimo numero di specie animali e vegetali.

L’Abruzzo montano
Con numerosi centri sciistici con impianti di avanguardia, comprende i maggiori massicci dell’Appennino (il Gran Sasso d’Italia e la Majella), numerosi rilievi che raggiungono anch’essi notevole altitudine e altipiani intervallati dalle conche dell’Aquila e di Sulmona, mentre verso il confine con il Lazio si stende la fertile conca del Fucino, risultante dal prosciugamento del lago omonimo portato a termine dal Duca Alessandro Torlonia nel 1875, opera grandiosa, che peraltro era stata più volte programmata fin dall’epoca dell’impero Romano.

L'Enogastronomia
Una cucina, quella abruzzese, che ha molte anime, per la varietà del territorio e delle culture che in essa convivono. C’è l’evoluzione della cucina agropastorale, quella dei contadini e dei pastori “poveri” delle zone montane e pedemontane, fatta di piatti semplici e saporiti, di carni ovine, zuppe e minestre, formaggi ed erbe aromatiche e quella “colta e borghese” di Teramo, capace di valorizzare sapori primari con preparazioni più complesse: timballo di scrippelle, le “mazzarelle” e le “virtù”.