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La cucina abruzzese nella provincia de L'Aquila - Abruzzo

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La cucina abruzzese nella provincia de L'Aquila - Abruzzo

Baccalà all'aquilana. Di origine pastorale, la cucina abruzzese si è sviluppata in modo indipendente dalle altre. Formaggi, pasta, carne e pane hanno un ruolo importantissimo e piatti come gli spaghetti alla chitarra e gli arrosticini sono entrati nell’immaginario collettivo degli italiani e non solo, così come molti altri più marinari. Il baccalà è l'alimento costituito dal merluzzo nordico Gadus macrocephalus o Gadus morhua salato e stagionato. G macrocephalus è un pesce presente nell'Oceano Pacifico settentrionale mentre G. morhua è un pesce presente nell'Oceano Atlantico settentrionale. La salagione ne consente la conservazione per lungo tempo, e per questo viene impiegata fin da tempi lontanissimi per consentire il trasporto e la consumazione del pesce in luoghi anche molto distanti da quelli d'origine. Sembra che la procedura di salagione del baccalà si debba attribuire ai pescatori baschi che, seguendo i branchi di balene e arrivati al Mare del Nord, si imbatterono in enormi banchi di merluzzo verso l'isola di Terranova e usarono per questo pesce il procedimento di conservazione già da essi usato per la carne di balena. I paesi principali di produzione del baccalà sono: Danimarca, Isole Faroe, Norvegia, Islanda e Canada. Il baccalà è elemento essenziale di molte cucine popolari, nelle quali il suo utilizzo si alterna a quello dello stoccafisso che è sempre merluzzo, ma conservato mediante essiccazione. Tanto il baccalà quanto lo stoccafisso, per essere utilizzabili, hanno bisogno di una lunga immersione in acqua fredda, che provvede ad eliminare il sale per il primo e a restituire ai tessuti l'originale consistenza per il secondo. La maggior parte del merluzzo pescato nel mondo proveniva dai Grandi Banchi di Terranova (Grand Banks), una zona di bassi fondali situata nell’Atlantico settentrionale, e dalle coste del Labrador. Rientra nella lista rossa di Greenpeace, che segnala le specie marine a rischio di estinzione a causa della pesca intensiva o i cui metodi di allevamento siano estremamente dannosi per l'ambiente. In Basilicata, in particolare ad Avigliano, il cosiddetto baccalà alla lucana viene preparato, come da tradizione, con peperoni rossi dolci essiccati e scottati detti cruschi. In Calabria è molto in voga il baccalà alla cosentina tipico della città di Cosenza e parte della sua provincia preparato da tradizione con patate, olive nere, peperoni, salsa di pomodoro, alloro, prezzemolo, sale e pepe. Nella cucina tradizionale siciliana viene consumato il baccalà alla siciliana (con pomodori, patate, olive nere, pinoli e uvetta). A Roma il filetto di baccalà pastellato e fritto è uno dei pezzi del tradizionale fritto misto alla romana e viene servito assieme al fiore di zucca, al supplì, al carciofo alla giudia e alla crema fritta (quest'ultima caduta in disuso negli ultimi decenni). Nel Triveneto e nelle altre aree un tempo appartenenti all'antica Repubblica di Venezia il termine "baccalà" (es. baccalà alla vicentina) o baccalà ancor oggi identifica comunemente lo stoccafisso (merluzzo essiccato) e non il merluzzo salato. L'Italia è il secondo consumatore mondiale di questo prodotto, dopo il Portogallo.

Gratificata da una situazione ambientale pressoché priva di inquinamento e favorita dai prodotti della sua terra, esenti da qualsiasi modificazione o sofisticazione, la cucina aquilana vanta una tradizione ricca di pietanze semplici e sane, secondo regole antichissime, che sono consone alle tradizioni della vita agreste e molto frugale delle popolazioni locali. La specificità di questa cucina, che unitamente al patrimonio architettonico e alle bellezze naturali costituisce il fascino della terra aquilana, è prettamente locale.
Gli ingredienti che danno successo e risonanza a questa gastronomia di montagna sono semplici e gli stessi di sempre: il grano coltivato sui terreni collinari o montani, per preparare deliziose paste alimentari, le carni oltremodo fresche e saporite dei bovini ed ovini allevati sugli elevati pascoli appenninici, i formaggi, gli insaccati di carne di maiale, il prosciutto magro, i prodotti ortofrutticoli, le verdure, i legumi, la cacciagione, i tartufi neri delle montagne circostanti, lo zafferano coltivato nella non lontana Piana di Navelli, i dolci di realizzazione prevalentemente casalinga, nonché il delizioso torrone tenero al cioccolato o bianco alle mandorle.
Da questo velocissimo elenco di ingredienti ci permettiamo di segnalare due ricette rappresentative della terra aquilana, che sono i maccheroni alla chitarra e l’agnello cacio e uova.

La cucina tipica Abruzzese. Primi piatti abruzzesi: Spaghetti alla chitarra. Lo stesso argomento in dettaglio: Spaghetti alla chitarra, Ceppe, Sagne, Scrippelle, Virtù (gastronomia) e Mazzarelle. Spaghetti alla chitarra: Primo piatto simbolo della cucina abruzzese; è una varietà di pasta all'uovo con larghezza e spessore entrambi di circa 2-3 mm: visti in sezione, si presentano infatti quadrati. L'attrezzo utilizzato per la realizzazione è detto appunto chitarra (la sfoglia si pone sopra la chitarra e viene pressata con il matterello facendolo scorrere in avanti e indietro, in modo che i fili della chitarra taglino la sfoglia in maccheroni) che conferisce alla pasta uno spessore squadrato e una consistenza porosa che consente al condimento di aderire completamente. I maccheroni alla chitarra vengono generalmente preparati con ragù misto di carne di manzo, maiale e agnello. Meno tradizionali i sughi di cinghiale, di lepre o anche di cacciagione. Spaghetti all'amatriciana: La pasta, in particolare gli spaghetti, vengono frequentemente serviti anche all'amatriciana; si tratta di un condimento originario della zona di Amatrice (da cui il nome) che fino al 1927 era ricompresa nella provincia dell'Aquila e dunque in Abruzzo, anche se successivamente è diventato un piatto tipico della cucina romana. Ad oggi l'amatriciana è ancora molto diffusa in tutta l'area sabina dell'Abruzzo e in particolar modo all'Aquila e nel Cicolano. Gli ingredienti principali sono aglio, guanciale, pecorino e pomodoro mentre non è molto utilizzata la cipolla, frequente invece nella versione romana. Scrippelle: Le scrippelle sono un piatto tipico della cucina teramana e, nonostante si stiano diffondendo sempre più in tutto l'Abruzzo, rimangono comunque un elemento caratterizzante delle zone da cui hanno origine. Sono costituite da sottilissime frittatine preparate versando su una padella caldissima una pastella di farina, acqua e uova; sono in effetti molto simili alle crêpes francesi che, secondo alcuni, da Teramo furono portate oltralpe al seguito dei loro eserciti. Le scrippelle sono alla base di diversi piatti fondamentali della cucina teramana tra i quali: le scrippelle 'mbusse, cioè bagnate, immerse in un leggero brodo di gallina dopo essere state cosparse di parmigiano o pecorino d'Abruzzo stagionato ed arrotolate; il timballo di scrippelle, dove sostituiscono la pasta sfoglia nel separare gli strati di ingredienti; le scrippelle in forno dove vengono farcite e cotte in forno in modo simile ai cannelloni. Spesso si fa riferimento alle scrippelle teramane intendendo il piatto delle scrippelle 'mbusse e questo, molto probabilmente, è legato alla difficoltà della forma dialettale. Rintroc'l o Rintrocilo: Il Rintroc'l è una pasta all'uovo lunga tipica del lancianese. In genere si fa con il sugo di pecora o con il tipico ragù di castrato (in dialetto sug' d'agnell). Secondo la vera tradizione lancianese il Rintrocilo dovrebbe essere un unico spaghetto lunghissimo, steso a mano, senza l'aiuto della chitarra o del mattarello. La sezione è rotonda e può arrivare a 5 mm di diametro. Un tempo, durante le feste, le massaie capaci di stendere il rintrocilo erano chiamate dalle famiglie più ricche per il pranzo di Natale. Questo piatto infatti per molte famiglie frentane è considerato il vero primo piatto natalizio.Maccheroni alla chitarra
Tagliare le carni di agnello e manzo a pezzetti. In un tegame di terracotta, soffriggere nell’olio extravergine di oliva un trito di cipolla, sedano, carota, aggiungere le carni e far rosolare il tutto bagnandolo ogni tanto con del vino bianco. Salare, pepare, unire la polpa di pomodoro, mescolare e cuocere a fuoco lento per venti minuti. Nel frattempo i maccheroni alla chitarra, la cui forma è ottenuta dal tipico strumento, vanno cotti in abbondante acqua salata e conditi con il sugo sopra descritto.


La cucina tipica Abruzzese. Partiamo dal pane, l’insostituibile compagno di ogni viaggio gastronomico che si rispetti. In provincia dell’Aquila, in attesa di una Doc in grado di salvaguardare e valorizzare la tradizione, l’arte del panificatore viene tramandata di padre in figlio. In ogni angolo della provincia escono dai forni (molti dei quali, per fortuna, ancora a legna, nonostante la discutibile e repressiva normativa Ue) profumatissimi filoni, fragranti pagnotte, inimitabili pizze che vengono esportati nel Nord Italia o addirittura negli Stati Uniti. Bianco, nero (per la presenza di farina integrale) o giallo (per l’uso dello sfarinato di mais) il pane aquilano ha conquistato anche i palati più esigenti (insostituibile con la bruschetta) e attende ora un riconoscimento in grado di inserirlo in un mercato sempre più difficile (la ciabatta polesana e il suo inventore insegnano). Il trionfo del gusto continua poi con i primi piatti: asciutti, in brodo, a zuppa. Frutto di una terra in alcune zone particolarmente avara, i piatti d’apertura sono tradizionalmente legati alla fantasia, quella di generazioni di massaie che hanno dovuto spesso fare i conti con le ristrettezze del bilancio, con madie pressoché vuote e con una vasta prole sempre affamata. Il piatto della festa era ed è rappresentato dai maccheroni alla chitarra, impreziositi dal sugo di castrato o di maiale e imbiancati dal pecorino di Pizzoli, di Castel Del Monte, di Anversa Degli Abruzzi. L’uovo sodo, in quantità non certo dietetiche, insaporisce il timballo all’aquilana, farcito di scamorza e di carne macinata di maiale e di vitello. Le volarelle accompagnano indistintamente un corroborante brodo di carne e una bella zuppa di lenticchie, quelle di Santo Stefano di Sessanio, le uniche a non aver bisogno di ammollo prima della cottura. La zuppa di farro, nella variante con cicoria selvatica, viene preparata nei centri montani del Parco Nazionale d’Abruzzo con particolare maestria, mentre a Paganica regnano i fagioli, con le loro infinite varianti che li collocano come prodotto da tutto pasto. In inverno, e in particolare nella festività dedicata a Sant’Antonio, si usa accompagnarli con la cotica di maiale a tocchetti, ben sgrassata, mentre nei periodi più caldi, specialmente dopo il raccolto, si propongono con rinfrescanti erbette aromatiche. La “spianatora”, rigorosamente in legno d’ulivo, accoglie fumanti polente che nulla hanno a che fare con le cugine venete o valdostane, sempre figlie del granturco, ma con macinature decisamente più grossolane che influiscono in maniera determinante sulla finezza del sapore. La polenta aquilana, nella ricchezza o povertà del condimento, con abbondanti spuntature di maiale in salsa rossa o con la semplice pancetta (sempre di maiale) soffritta nell’olio con generoso peperoncino, è un piatto unico che non ha eguali sul territorio italiano.Agnello cacio e uova
Disossare un cosciotto d’agnello, tagliano a pezzi piuttosto piccoli, metterlo in un tegame di terracotta con olio extravergine di oliva, condirlo con sale, pepe, poco aglio e rosmarino, farlo cuocere con del vino bianco fino a raggiungere la cottura desiderata.
In una ciotola sbattere le uova, unitamente al pecorino grattugiato e al succo di limone, regolare di sale e pepe. Versare il composto nel tegame e mantecare velocemente, facendolo condensare senza rapprendere e servire ben caldo.
Alcune ricette della cucina tipica abruzzese

Primi piatti:
Secondi piatti e contorni:
Qui nascono vini di grande qualità, espressione del clima montano e delle peculiarità del suolo. Tra i protagonisti spicca il Montepulciano d’Abruzzo, un rosso corposo e intenso, dal profumo fruttato e speziato, che ben rappresenta la forza del territorio. Accanto a questo, il Trebbiano d’Abruzzo offre un bianco fresco e versatile, perfetto per accompagnare piatti della tradizione locale. Da non dimenticare sono i vitigni autoctoni come il Pecorino e la Passerina, che stanno vivendo una rinascita grazie a produttori attenti alla valorizzazione delle tipicità regionali. Infine, il Cerasuolo d’Abruzzo, un rosato unico nel suo genere, conquista per il suo equilibrio tra freschezza e struttura, rendendolo ideale per i pasti estivi. Ogni calice racconta una storia di antiche tradizioni e di passione per la terra, offrendo un viaggio sensoriale nel cuore dell’Abruzzo.
I Vini d'Abruzzo - Altre parti d’Italia producono dei vini più celebri. Nessuna regione, però, ha fatto negli ultimi anni dei progressi altrettanto importanti, in materia di vino, di quelli dell’Abruzzo. A testimoniarlo, oltre al crescente interesse che incontrano i vini DOC abruzzesi (bianchi, rossi e rosati) sui mercati di tutta Europa, sono i numerosi premi e riconoscimenti internazionali raccolti negli ultimi anni dai migliori produttori della regione. I vitigni tradizionali dell’Abruzzo sono il Trebbiano tra i bianchi, il Montepulciano tra i rossi e il Cerasuolo. A essi, negli ultimi anni, sono stati affiancati il Sauvignon, lo Chardonnay, l’Aglianico, il Sangiovese e il Pinot. Le zone di produzione più importanti sono la valle del Pescara tra Popoli e il capoluogo e le colline di Teramo, Pescara e Chieti. L’elenco dei vini DOC della regione include il Montepulciano d’Abruzzo (nelle varietà rosso e cerasuolo) profumato e dal sapore asciutto e robusto, il Trebbiano d’Abruzzo asciutto e dal delicato profumo, e il Controguerra, un vino bianco fruttato prodotto nel Teramano.I vini in Provincia de L'Aquila
 

La provincia dell’Aquila, con il suo variegato territorio che spazia dalle vette del Gran Sasso agli altopiani e alle vallate, è una terra ricca di tradizioni vitivinicole.
Altre ricette della gastronomia in Provincia de L'Aquila
 
  • Patate all'Aquilana
  • I maccheroni alla chitarra
  • L'agnello cacio e uova
  • I ciuffulitti di Magliano dei Marsi
  • Il caciocavallo abruzzese dell’Aquila
  • La zuppa aquilana di cardi
  • I fritti di "pane in carrozza" di Ovindoli
  • La trota del Sangro di Castel di Sangro
  • Il calcione di Castel del Monte
  • Il Baccalà all’Aquilana
  • La pizza rustica di Santa Chiara di Sulmona
  • L'incanestrato Foggiano di Castel del Monte
  • Il timballo all'aquilana
  • Le Patate sotto il coppo di Avezzano
  • Lu Brudusiji
  • Lo spezzatino di castrato con le patate
  • I cannarozzetti con gli olaci
  • Le mortadelline di Campotosto
  • Le scamorze di Rivisondoli
  • Le mozzarelle di Rivisondoli
  • Chitarra allo zafferano dell' Aquila con tartufo nero d'Abruzzo
  • I provoloni di Rivisondoli
  • Lo spezzato di agnello di Rocca di Cambio
  • L'agnello arrosto sui carboni di Rocca di Cambio
  • Stufato di Polenta
  • La ricotta al fumo di ginepro o affumicata di Anversa degli Abruzzi
  • La scamorza Abruzzese
  • Il caciofiore aquilano
Sciare in Abruzzo significa immergersi in panorami mozzafiato, tra montagne maestose e borghi pittoreschi che aggiungono fascino a una giornata trascorsa sulla neve. Questa regione offre un’esperienza unica, grazie a un territorio che alterna cime innevate a spazi naturali intatti, creando l’ambiente ideale per gli appassionati degli sport invernali. L’Appennino abruzzese, con le sue cime imponenti, accoglie numerose stazioni sciistiche ben attrezzate e in grado di soddisfare le esigenze di sciatori di ogni livello. Le piste si snodano tra pendii soleggiati, boschi secolari e paesaggi aperti, garantendo una combinazione perfetta tra sport e natura. Oltre allo sci alpino, la regione è anche un paradiso per il freeride e lo snowboard, con percorsi studiati appositamente per gli amanti delle discese più adrenaliniche. Non manca poi la possibilità di praticare lo sci di fondo, un’attività che consente di esplorare in tranquillità l’Abruzzo innevato. Tra altopiani incantati e vallate suggestive, questa disciplina permette di vivere la montagna in un modo diverso, silenzioso e contemplativo. Anche le famiglie trovano opzioni ideali, con aree dedicate ai bambini e percorsi più facili pensati per i principianti. La neve abruzzese diventa così il pretesto perfetto per scoprire una terra ricca di autenticità, dove i paesaggi innevati si fondono con l’atmosfera calda e accogliente dei borghi montani. Après-ski nei rifugi, sapori tipici e tradizioni locali completano l’esperienza, regalando momenti di relax e convivialità in un contesto che non smette mai di stupire. Sciare in Abruzzo non è solo uno sport, ma un viaggio tra natura, cultura e avventura.
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Sciare in Abruzzo. L’Abruzzo è terra di montagne e di sciatori. È sufficiente spaziare con lo sguardo lungo l'orizzonte, in qualsiasi angolo della regione ci si trovi, per incontrare filari di cime che, allineate come soldatini di piombo, svettano verso il cielo. Sono i massicci della Majella, del Gran Sasso, della Laga, del gruppo Sirente-Velino, solo per citare i più grandi e noti. Un fantastico mondo di alta quota che costituisce il più formidabile complesso montano dell’Appennino (con caratteristiche a volte alpine), collocato strategicamente nel centro dell’Italia e del Mediterraneo. Grandi complessi montuosi, caratterizzati da un forte e duraturo innevamento, attrezzati con stazioni ed impianti turistici numerosi e qualificati...


Il mare d'Abruzzo offre un'esperienza indimenticabile, fatta di acque cristalline, spiagge variegate e panorami che raccontano la bellezza selvaggia e incontaminata della natura. La costa abruzzese, che si estende per oltre 130 chilometri, accoglie chi cerca relax, avventura o la scoperta di angoli nascosti dove il tempo sembra essersi fermato. Le spiagge si alternano tra ampi arenili sabbiosi e tratti rocciosi, ognuno con un fascino unico. Le dolci colline che degradano verso il mare creano scenari pittoreschi, arricchiti dalla presenza di caratteristici trabocchi, antiche macchine da pesca in legno che sembrano sospese tra cielo e acqua. Questi monumenti alla tradizione marinara raccontano un passato fatto di dedizione e rispetto per il mare, ancora oggi visibile nello stile di vita delle comunità costiere. Il mare d'Abruzzo è anche una promessa di divertimento e benessere. Le acque limpide sono ideali per nuotate rinfrescanti e sport acquatici, come il kayak, il windsurf e le immersioni, che rivelano la ricca vita marina dei fondali. Passeggiate lungo i lungomari regalano momenti di quiete, mentre i piccoli porti e le antiche torri costiere narrano storie di un rapporto secolare tra terra e mare. Lungo questa costa, l’esperienza balneare si intreccia con una gastronomia profondamente legata al territorio. I sapori del mare si trasformano in piatti unici, come il celebre brodetto di pesce, che celebra la freschezza e la genuinità degli ingredienti locali. Tra un tuffo e l’altro, è possibile immergersi anche nella cultura, visitando borghi storici affacciati sul mare, dove l’ospitalità abruzzese si manifesta in tutta la sua autenticità. Il mare d'Abruzzo non è solo una destinazione, ma un invito a scoprire un modo di vivere che unisce natura, tradizione e emozioni. Ogni ondeggiare delle acque e ogni tramonto sulla costa lasciano un segno nel cuore, raccontando la storia di un territorio unico, che sa come abbracciare i suoi visitatori con tutta la forza e la bellezza della sua anima.
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Il mare d'Abruzzo. Dal Tronto a Francavilla al Mare, a sud di Pescara, la costa è una uniforme, regolare e dorata fascia di soffice arenile, larga e accogliente; dalla foce del fiume Foro, a sud di Francavilla, la linea costiera diviene invece alta, portuosa, con scogliere, calette e lunghi tratti di spiaggia a ciottoli, per poi riaprirsi ai larghi arenili solo nel Vastese, al confine col Molise. Il tratto caratteristico di questo paesaggio marino è dunque la varietà, con ambienti e paesaggi per tutti i gusti. Questa particolare bivalenza della riviera, e la stessa conformazione geografica dell’Abruzzo collinare, creano un comprensorio turistico unico nel suo genere che può vantare caratteristiche davvero esclusive: una costa che diventa porta d’accesso all’intero territorio...

L'enogastronomia abruzzese è un viaggio tra sapori autentici e tradizioni antiche, una sintesi perfetta di mare e montagna che racconta l'anima profonda della regione. Qui, ogni piatto e ogni vino riflettono l'essenza di un territorio generoso, dove la natura incontaminata e la cultura locale si intrecciano per creare un patrimonio culinario unico. In Abruzzo, il cibo non è solo nutrimento, ma una forma di espressione, un legame con le stagioni e con le radici storiche delle comunità. Dai borghi montani alle località costiere, la cucina si distingue per la semplicità e la genuinità degli ingredienti, spesso prodotti artigianalmente. Le ricette, tramandate di generazione in generazione, portano con sé gesti e sapori che parlano di tempi lontani. La terra abruzzese è nota per prodotti straordinari che vanno dall’oro rosso dello zafferano di Navelli ai tartufi profumati delle montagne. I formaggi di pecora, come il pecorino e la ricotta affumicata, raccontano la maestria dei pastori, mentre la pasta fatta a mano, come i celebri maccheroni alla chitarra, celebra l’arte e la pazienza delle cuoche abruzzesi. Il vino gioca un ruolo fondamentale in questo racconto di gusto. Il Montepulciano d'Abruzzo, robusto e avvolgente, è una delle etichette più amate e apprezzate a livello internazionale, affiancato dal delicato Trebbiano d'Abruzzo. Ogni bicchiere racchiude il carattere di queste colline baciate dal sole, dove i vigneti prosperano tra la brezza del mare e l’aria fresca dei monti. Ma l’enogastronomia abruzzese è anche convivialità, un rito che si consuma attorno a una tavola ricca di sapori e storie. Ogni assaggio è un incontro con una cultura che rispetta la natura e valorizza la tradizione, rivelando un equilibrio perfetto tra semplicità e raffinatezza. È un’esperienza che va oltre il palato, coinvolgendo i sensi e lasciando un ricordo indelebile, un legame profondo con una terra che sa come regalare emozioni.
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L'Enogastronomia. La cucina abruzzese è la tradizionale cucina dell'Abruzzo; essa è molto vasta ed è originaria dalle tradizioni sia pastorali delle zone interne montane che marinare della zona costiera; tra gli alimenti più utilizzati troviamo: il pane, la pasta, la carne, i formaggi e il vino. L'isolamento che per decenni ha caratterizzato la regione ha fatto sì che quest'ultima mantenesse un'arte culinaria viva ed indipendente. Tra i prodotti abruzzesi che sono entrati nell'immaginario collettivo di tutto il mondo troviamo i classici confetti tipici della città di Sulmona, lo zafferano coltivato principalmente nell'altopiano di Navelli, gli arrosticini di pecora, gli spaghetti alla chitarra e il prestigioso vino Montepulciano d'Abruzzo. Altri prodotti...

L’artigianato abruzzese rappresenta una straordinaria testimonianza della tradizione e dell’ingegno della regione, un legame profondo tra passato e presente. Ogni angolo dell’Abruzzo racconta storie attraverso opere d’arte create da mani esperte che hanno saputo conservare tecniche e saperi antichi. Uno degli ambiti più celebri è la lavorazione della ceramica. Tra i centri più importanti spicca Castelli, rinomata in tutto il mondo per le sue maioliche decorate a mano con motivi floreali, geometrici e scene di vita quotidiana. Gli artigiani locali continuano a utilizzare metodi tramandati di generazione in generazione, valorizzando colori e disegni che rispecchiano il territorio e la sua cultura. Di grande pregio è anche l’arte della lavorazione del ferro battuto, tipica delle aree montane. Fabbri esperti modellano a caldo cancelli, lampade e altri oggetti, dando vita a opere di straordinaria bellezza e resistenza. Questa tradizione, radicata nella vita rurale, trova il suo apice in laboratori che combinano creatività e funzionalità. Un altro settore emblematico è quello della tessitura. La produzione di merletti e ricami, soprattutto quelli di Pescocostanzo, si distingue per l’eleganza e la finezza dei dettagli. I famosi merletti al tombolo rappresentano una delle forme d’arte più delicate e raffinate, simbolo della pazienza e della maestria delle artigiane abruzzesi. Anche il legno è un materiale protagonista nell’artigianato regionale. Gli ebanisti abruzzesi si dedicano alla creazione di mobili e oggetti decorativi, molti dei quali presentano intagli che richiamano motivi religiosi o naturali. Inoltre, l’arte della scultura del legno è strettamente legata alle tradizioni religiose, con la realizzazione di statue sacre e presepi. Di notevole interesse è l’oreficeria, un’attività che affonda le sue radici nel Medioevo. L'Abruzzo vanta gioielli di rara bellezza, come la "Presentosa", un ciondolo femminile di antica tradizione, simbolo di amore e augurio. Le tecniche di lavorazione, come l’incastonatura e la filigrana, mostrano un’altissima competenza tecnica e artistica. L’artigianato abruzzese, dunque, non è solo un insieme di abilità manuali, ma anche un’espressione di identità culturale. Attraverso i materiali, i disegni e le tecniche, gli artigiani raccontano la storia e l’anima di una terra unica, in cui passato e presente si fondono per dare vita a opere di inestimabile valore.
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L'Artigianato in Abruzzo. L’artigianato abruzzese rappresenta una delle espressioni più autentiche della cultura e delle tradizioni locali, tramandate di generazione in generazione. Tra le lavorazioni più celebri spiccano quelle della ceramica e della maiolica, con il borgo di Castelli che vanta una fama internazionale per i suoi manufatti decorati con motivi floreali, religiosi e geometrici. Ugualmente significativa è la tradizione orafa, con la creazione di gioielli come la presentosa, simbolo dell’Abruzzo, e di raffinati monili in filigrana, prodotti in centri come Sulmona e Scanno. La tessitura e il merletto trovano la loro massima espressione nei pregiati tomboli di Pescocostanzo e negli arazzi realizzati con telai tradizionali nei piccoli borghi montani...
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