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Personaggi illustri dell’Abruzzo: Vincenzo Alicandri

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I Personaggi che hanno portato lustro all'Abruzzo

Vincenzo Alicandri, nato a Sulmona il 21 maggio 1871, rappresenta una figura di spicco nel panorama artistico abruzzese tra la fine dell’Ottocento e la prima metà del Novecento. Figlio di Giuseppe Alicandri, un commerciante, e Clorinda Vitto, completò il suo percorso scolastico nel 1888 conseguendo la Licenza Tecnica, ma fin da giovane mostrò una spiccata vocazione artistica. Nonostante le poche informazioni disponibili sulla sua formazione, si sa che a fine Ottocento si trasferì a Pescara, dove iniziò una fruttuosa collaborazione con Basilio Cascella. Insieme, i due artisti fondarono uno stabilimento litografico, che trasformò questa tecnica in una vera e propria forma d’arte. Alicandri contribuì a elevare la litografia da semplice mezzo di riproduzione a espressione creativa, rendendo le sue opere un punto di riferimento per il dibattito artistico dell’epoca. La collaborazione con Cascella proseguì con la partecipazione di Alicandri alla rivista “Illustrazione Abruzzese”, un progetto culturale che divenne un punto di svolta nella sua carriera. Attraverso questa rivista, l’artista poté mettere in mostra la sua maestria nella grafica e nel disegno, contribuendo alla creazione di alcune delle più significative produzioni litografiche dell’Abruzzo. Nel 1905 realizzò una serie di disegni caratterizzati da un innovativo uso dell’effetto pastello, oggi conservati presso il Museo Civico “Cascella” e la Biblioteca Provinciale di Pescara. Le sue creazioni per la rivista, assieme a cartoline e stampe, testimoniano la sua capacità di fondere tecnica e sensibilità artistica, ponendolo tra i principali interpreti dell’arte grafica abruzzese. Negli anni successivi, Alicandri partecipò a diverse mostre e manifestazioni artistiche che consolidarono la sua reputazione. Nel 1932 espose il suo celebre dipinto “I Prati di Tivo” alla “Mostra dell’Abruzzo e del Molise” a L’Aquila. Nel 1935 fu chiamato a Sulmona per affrescare la Direzione della Banca Agricola con un ciclo pittorico dedicato alle Quattro Stagioni, mentre ad Avezzano, in collaborazione con Francesco Antonio Bianchi, decorò il prestigioso Palazzo Torlonia. Questi lavori dimostrano la versatilità dell’artista, capace di spaziare tra litografia, pittura a olio e decorazioni murali, sempre mantenendo una cifra stilistica personale che combinava tradizione e modernità. Lo stile pittorico di Alicandri si distingue per un equilibrio tra realismo e sensibilità romantica. Le sue opere, spesso ispirate alla scuola napoletana e michettiana, riflettono l’influenza delle sue esperienze litografiche, con una precisione quasi fotografica che non sacrifica però l’emozione e il calore espressivo. Tra le sue opere più rappresentative si annovera il Parlatorio delle Monache, custodito nel Museo Diocesano di Arte Sacra presso la Chiesa di Santa Chiara di Sulmona. Questo lavoro esemplifica la capacità dell’artista di catturare l’essenza del soggetto, arricchendola con una profondità emotiva che rende ogni opera unica. Vincenzo Alicandri trascorse gli ultimi anni della sua vita a Torino, dove si spense l’8 giugno 1955. La sua eredità artistica, che abbraccia litografia, grafica e pittura, costituisce un prezioso patrimonio per l’Abruzzo e per l’arte italiana in generale. Alicandri non fu soltanto un interprete del suo tempo, ma un innovatore che seppe tradurre le influenze della sua epoca in un linguaggio personale, lasciando un segno indelebile nella storia culturale della sua terra natale.Vincenzo Alicandri
(Nato a Sulmona il 21 maggio del 1871 – deceduto l'8 giugno del 1955)

Vincenzo Alicandri, nato a Sulmona il 21 maggio 1871, è stato un artista poliedrico che ha dato un contributo significativo alla cultura abruzzese tra la fine dell’Ottocento e la metà del Novecento. Figlio del commerciante Giuseppe Alicandri e di Clorinda Vitto, completò il suo percorso di studi nel 1888 conseguendo la Licenza Tecnica. Tuttavia, le informazioni riguardanti la sua formazione artistica rimangono scarse. Sappiamo che, alla fine del XIX secolo, collaborò con Basilio Cascella a Pescara, contribuendo alla fondazione di uno stabilimento litografico. Questa attività, inizialmente concepita come fonte di guadagno, divenne presto un’espressione artistica che si inserì nel dibattito del tempo sul valore estetico delle litografie rispetto alla pittura e alla fotografia. Alicandri, insieme a Cascella, difese la validità artistica di queste opere, sottolineando il ruolo creativo dell’artista nell’interpretazione dei soggetti rappresentati.
L’alleanza artistica con Cascella portò Alicandri a collaborare alla prima serie della rivista “Illustrazione Abruzzese” nel 1899, dove poté esprimere le sue competenze grafiche e pittoriche. Le sue creazioni per questa rivista, insieme a cartoline e stampe, rappresentano alcune delle più significative produzioni litografiche dell’Abruzzo dell’epoca. Tra i suoi contributi più noti vi sono i disegni realizzati per la rivista nel 1905, caratterizzati dall’uso dell’effetto pastello, oggi conservati presso il Museo Civico “Cascella” e la Biblioteca Provinciale di Pescara. Alicandri collaborò inoltre ad altre importanti pubblicazioni artistiche come “Il Natale Abruzzese” (1897) e “Pescara e Gabriele d’Annunzio”, consolidando ulteriormente il suo ruolo nel panorama culturale abruzzese.
Negli anni Trenta, Alicandri partecipò a diverse esposizioni pubbliche. La sua prima apparizione avvenne nel 1932 alla “Mostra dell’Abruzzo e del Molise” a L’Aquila, dove presentò il dipinto “I Prati di Tivo”. Successivamente, nel 1935, affrescò la Direzione della Banca Agricola di Sulmona con un ciclo dedicato alle Quattro Stagioni e collaborò alla decorazione di Palazzo Torlonia ad Avezzano, lavorando accanto a Francesco Antonio Bianchi. Queste opere evidenziano il suo legame con la tradizione pittorica abruzzese, influenzata dalla scuola napoletana e michettiana, ma arricchita da un’originale fusione tra litografia e pittura.
Lo stile pittorico di Alicandri rifletteva una forte influenza delle sue esperienze fotografiche e litografiche. Le sue opere, pur mantenendo un’impronta realistica quasi “fotografica”, puntavano a catturare l’immediatezza e l’emozione del soggetto, un tratto distintivo del Romanticismo meridionale. Questo stile è particolarmente evidente in lavori come il Parlatorio delle Monache, custodito nel Museo Diocesano di Arte Sacra presso la Chiesa di Santa Chiara di Sulmona. Qui, Alicandri dimostrò la capacità di fondere precisione tecnica e calore espressivo, offrendo uno spaccato unico della cultura visiva abruzzese.
Vincenzo Alicandri trascorse gli ultimi anni della sua vita a Torino, dove si spense l’8 giugno 1955. Il suo lascito artistico, che spazia tra pittura, litografia e grafica, rappresenta un’importante testimonianza della vitalità culturale dell’Abruzzo tra Ottocento e Novecento. Alicandri continua a essere ricordato come un artista che seppe interpretare il suo tempo con sensibilità e innovazione, lasciando un’impronta indelebile nella storia dell’arte della sua terra natale.

L’artigianato abruzzese rappresenta una straordinaria testimonianza della tradizione e dell’ingegno della regione, un legame profondo tra passato e presente. Ogni angolo dell’Abruzzo racconta storie attraverso opere d’arte create da mani esperte che hanno saputo conservare tecniche e saperi antichi. Uno degli ambiti più celebri è la lavorazione della ceramica. Tra i centri più importanti spicca Castelli, rinomata in tutto il mondo per le sue maioliche decorate a mano con motivi floreali, geometrici e scene di vita quotidiana. Gli artigiani locali continuano a utilizzare metodi tramandati di generazione in generazione, valorizzando colori e disegni che rispecchiano il territorio e la sua cultura. Di grande pregio è anche l’arte della lavorazione del ferro battuto, tipica delle aree montane. Fabbri esperti modellano a caldo cancelli, lampade e altri oggetti, dando vita a opere di straordinaria bellezza e resistenza. Questa tradizione, radicata nella vita rurale, trova il suo apice in laboratori che combinano creatività e funzionalità. Un altro settore emblematico è quello della tessitura. La produzione di merletti e ricami, soprattutto quelli di Pescocostanzo, si distingue per l’eleganza e la finezza dei dettagli. I famosi merletti al tombolo rappresentano una delle forme d’arte più delicate e raffinate, simbolo della pazienza e della maestria delle artigiane abruzzesi. Anche il legno è un materiale protagonista nell’artigianato regionale. Gli ebanisti abruzzesi si dedicano alla creazione di mobili e oggetti decorativi, molti dei quali presentano intagli che richiamano motivi religiosi o naturali. Inoltre, l’arte della scultura del legno è strettamente legata alle tradizioni religiose, con la realizzazione di statue sacre e presepi. Di notevole interesse è l’oreficeria, un’attività che affonda le sue radici nel Medioevo. L'Abruzzo vanta gioielli di rara bellezza, come la "Presentosa", un ciondolo femminile di antica tradizione, simbolo di amore e augurio. Le tecniche di lavorazione, come l’incastonatura e la filigrana, mostrano un’altissima competenza tecnica e artistica. L’artigianato abruzzese, dunque, non è solo un insieme di abilità manuali, ma anche un’espressione di identità culturale. Attraverso i materiali, i disegni e le tecniche, gli artigiani raccontano la storia e l’anima di una terra unica, in cui passato e presente si fondono per dare vita a opere di inestimabile valore.
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L'Artigianato in Abruzzo. L’artigianato abruzzese rappresenta una delle espressioni più autentiche della cultura e delle tradizioni locali, tramandate di generazione in generazione. Tra le lavorazioni più celebri spiccano quelle della ceramica e della maiolica, con il borgo di Castelli che vanta una fama internazionale per i suoi manufatti decorati con motivi floreali, religiosi e geometrici. Ugualmente significativa è la tradizione orafa, con la creazione di gioielli come la presentosa, simbolo dell’Abruzzo, e di raffinati monili in filigrana, prodotti in centri come Sulmona e Scanno. La tessitura e il merletto trovano la loro massima espressione nei pregiati tomboli di Pescocostanzo e negli arazzi realizzati con telai tradizionali nei piccoli borghi montani...
Sciare in Abruzzo significa immergersi in panorami mozzafiato, tra montagne maestose e borghi pittoreschi che aggiungono fascino a una giornata trascorsa sulla neve. Questa regione offre un’esperienza unica, grazie a un territorio che alterna cime innevate a spazi naturali intatti, creando l’ambiente ideale per gli appassionati degli sport invernali. L’Appennino abruzzese, con le sue cime imponenti, accoglie numerose stazioni sciistiche ben attrezzate e in grado di soddisfare le esigenze di sciatori di ogni livello. Le piste si snodano tra pendii soleggiati, boschi secolari e paesaggi aperti, garantendo una combinazione perfetta tra sport e natura. Oltre allo sci alpino, la regione è anche un paradiso per il freeride e lo snowboard, con percorsi studiati appositamente per gli amanti delle discese più adrenaliniche. Non manca poi la possibilità di praticare lo sci di fondo, un’attività che consente di esplorare in tranquillità l’Abruzzo innevato. Tra altopiani incantati e vallate suggestive, questa disciplina permette di vivere la montagna in un modo diverso, silenzioso e contemplativo. Anche le famiglie trovano opzioni ideali, con aree dedicate ai bambini e percorsi più facili pensati per i principianti. La neve abruzzese diventa così il pretesto perfetto per scoprire una terra ricca di autenticità, dove i paesaggi innevati si fondono con l’atmosfera calda e accogliente dei borghi montani. Après-ski nei rifugi, sapori tipici e tradizioni locali completano l’esperienza, regalando momenti di relax e convivialità in un contesto che non smette mai di stupire. Sciare in Abruzzo non è solo uno sport, ma un viaggio tra natura, cultura e avventura.
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Sciare in Abruzzo. L’Abruzzo è terra di montagne e di sciatori. È sufficiente spaziare con lo sguardo lungo l'orizzonte, in qualsiasi angolo della regione ci si trovi, per incontrare filari di cime che, allineate come soldatini di piombo, svettano verso il cielo. Sono i massicci della Majella, del Gran Sasso, della Laga, del gruppo Sirente-Velino, solo per citare i più grandi e noti. Un fantastico mondo di alta quota che costituisce il più formidabile complesso montano dell’Appennino (con caratteristiche a volte alpine), collocato strategicamente nel centro dell’Italia e del Mediterraneo. Grandi complessi montuosi, caratterizzati da un forte e duraturo innevamento, attrezzati con stazioni ed impianti turistici numerosi e qualificati...


Il mare d'Abruzzo offre un'esperienza indimenticabile, fatta di acque cristalline, spiagge variegate e panorami che raccontano la bellezza selvaggia e incontaminata della natura. La costa abruzzese, che si estende per oltre 130 chilometri, accoglie chi cerca relax, avventura o la scoperta di angoli nascosti dove il tempo sembra essersi fermato. Le spiagge si alternano tra ampi arenili sabbiosi e tratti rocciosi, ognuno con un fascino unico. Le dolci colline che degradano verso il mare creano scenari pittoreschi, arricchiti dalla presenza di caratteristici trabocchi, antiche macchine da pesca in legno che sembrano sospese tra cielo e acqua. Questi monumenti alla tradizione marinara raccontano un passato fatto di dedizione e rispetto per il mare, ancora oggi visibile nello stile di vita delle comunità costiere. Il mare d'Abruzzo è anche una promessa di divertimento e benessere. Le acque limpide sono ideali per nuotate rinfrescanti e sport acquatici, come il kayak, il windsurf e le immersioni, che rivelano la ricca vita marina dei fondali. Passeggiate lungo i lungomari regalano momenti di quiete, mentre i piccoli porti e le antiche torri costiere narrano storie di un rapporto secolare tra terra e mare. Lungo questa costa, l’esperienza balneare si intreccia con una gastronomia profondamente legata al territorio. I sapori del mare si trasformano in piatti unici, come il celebre brodetto di pesce, che celebra la freschezza e la genuinità degli ingredienti locali. Tra un tuffo e l’altro, è possibile immergersi anche nella cultura, visitando borghi storici affacciati sul mare, dove l’ospitalità abruzzese si manifesta in tutta la sua autenticità. Il mare d'Abruzzo non è solo una destinazione, ma un invito a scoprire un modo di vivere che unisce natura, tradizione e emozioni. Ogni ondeggiare delle acque e ogni tramonto sulla costa lasciano un segno nel cuore, raccontando la storia di un territorio unico, che sa come abbracciare i suoi visitatori con tutta la forza e la bellezza della sua anima.
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Il mare d'Abruzzo. Dal Tronto a Francavilla al Mare, a sud di Pescara, la costa è una uniforme, regolare e dorata fascia di soffice arenile, larga e accogliente; dalla foce del fiume Foro, a sud di Francavilla, la linea costiera diviene invece alta, portuosa, con scogliere, calette e lunghi tratti di spiaggia a ciottoli, per poi riaprirsi ai larghi arenili solo nel Vastese, al confine col Molise. Il tratto caratteristico di questo paesaggio marino è dunque la varietà, con ambienti e paesaggi per tutti i gusti. Questa particolare bivalenza della riviera, e la stessa conformazione geografica dell’Abruzzo collinare, creano un comprensorio turistico unico nel suo genere che può vantare caratteristiche davvero esclusive: una costa che diventa porta d’accesso all’intero territorio...

L'enogastronomia abruzzese è un viaggio tra sapori autentici e tradizioni antiche, una sintesi perfetta di mare e montagna che racconta l'anima profonda della regione. Qui, ogni piatto e ogni vino riflettono l'essenza di un territorio generoso, dove la natura incontaminata e la cultura locale si intrecciano per creare un patrimonio culinario unico. In Abruzzo, il cibo non è solo nutrimento, ma una forma di espressione, un legame con le stagioni e con le radici storiche delle comunità. Dai borghi montani alle località costiere, la cucina si distingue per la semplicità e la genuinità degli ingredienti, spesso prodotti artigianalmente. Le ricette, tramandate di generazione in generazione, portano con sé gesti e sapori che parlano di tempi lontani. La terra abruzzese è nota per prodotti straordinari che vanno dall’oro rosso dello zafferano di Navelli ai tartufi profumati delle montagne. I formaggi di pecora, come il pecorino e la ricotta affumicata, raccontano la maestria dei pastori, mentre la pasta fatta a mano, come i celebri maccheroni alla chitarra, celebra l’arte e la pazienza delle cuoche abruzzesi. Il vino gioca un ruolo fondamentale in questo racconto di gusto. Il Montepulciano d'Abruzzo, robusto e avvolgente, è una delle etichette più amate e apprezzate a livello internazionale, affiancato dal delicato Trebbiano d'Abruzzo. Ogni bicchiere racchiude il carattere di queste colline baciate dal sole, dove i vigneti prosperano tra la brezza del mare e l’aria fresca dei monti. Ma l’enogastronomia abruzzese è anche convivialità, un rito che si consuma attorno a una tavola ricca di sapori e storie. Ogni assaggio è un incontro con una cultura che rispetta la natura e valorizza la tradizione, rivelando un equilibrio perfetto tra semplicità e raffinatezza. È un’esperienza che va oltre il palato, coinvolgendo i sensi e lasciando un ricordo indelebile, un legame profondo con una terra che sa come regalare emozioni.
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L'Enogastronomia. La cucina abruzzese è la tradizionale cucina dell'Abruzzo; essa è molto vasta ed è originaria dalle tradizioni sia pastorali delle zone interne montane che marinare della zona costiera; tra gli alimenti più utilizzati troviamo: il pane, la pasta, la carne, i formaggi e il vino. L'isolamento che per decenni ha caratterizzato la regione ha fatto sì che quest'ultima mantenesse un'arte culinaria viva ed indipendente. Tra i prodotti abruzzesi che sono entrati nell'immaginario collettivo di tutto il mondo troviamo i classici confetti tipici della città di Sulmona, lo zafferano coltivato principalmente nell'altopiano di Navelli, gli arrosticini di pecora, gli spaghetti alla chitarra e il prestigioso vino Montepulciano d'Abruzzo. Altri prodotti...

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