Personaggi illustri dell’Abruzzo: Vincenzo Alicandri
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I Personaggi che hanno portato lustro all'Abruzzo

(Nato a Sulmona il 21 maggio del 1871 – deceduto l'8 giugno del 1955)
Vincenzo Alicandri, nato a Sulmona il 21 maggio 1871, è stato un artista poliedrico che ha dato un contributo significativo alla cultura abruzzese tra la fine dell’Ottocento e la metà del Novecento. Figlio del commerciante Giuseppe Alicandri e di Clorinda Vitto, completò il suo percorso di studi nel 1888 conseguendo la Licenza Tecnica. Tuttavia, le informazioni riguardanti la sua formazione artistica rimangono scarse. Sappiamo che, alla fine del XIX secolo, collaborò con Basilio Cascella a Pescara, contribuendo alla fondazione di uno stabilimento litografico. Questa attività, inizialmente concepita come fonte di guadagno, divenne presto un’espressione artistica che si inserì nel dibattito del tempo sul valore estetico delle litografie rispetto alla pittura e alla fotografia. Alicandri, insieme a Cascella, difese la validità artistica di queste opere, sottolineando il ruolo creativo dell’artista nell’interpretazione dei soggetti rappresentati.
L’alleanza artistica con Cascella portò Alicandri a collaborare alla prima serie della rivista “Illustrazione Abruzzese” nel 1899, dove poté esprimere le sue competenze grafiche e pittoriche. Le sue creazioni per questa rivista, insieme a cartoline e stampe, rappresentano alcune delle più significative produzioni litografiche dell’Abruzzo dell’epoca. Tra i suoi contributi più noti vi sono i disegni realizzati per la rivista nel 1905, caratterizzati dall’uso dell’effetto pastello, oggi conservati presso il Museo Civico “Cascella” e la Biblioteca Provinciale di Pescara. Alicandri collaborò inoltre ad altre importanti pubblicazioni artistiche come “Il Natale Abruzzese” (1897) e “Pescara e Gabriele d’Annunzio”, consolidando ulteriormente il suo ruolo nel panorama culturale abruzzese.
Negli anni Trenta, Alicandri partecipò a diverse esposizioni pubbliche. La sua prima apparizione avvenne nel 1932 alla “Mostra dell’Abruzzo e del Molise” a L’Aquila, dove presentò il dipinto “I Prati di Tivo”. Successivamente, nel 1935, affrescò la Direzione della Banca Agricola di Sulmona con un ciclo dedicato alle Quattro Stagioni e collaborò alla decorazione di Palazzo Torlonia ad Avezzano, lavorando accanto a Francesco Antonio Bianchi. Queste opere evidenziano il suo legame con la tradizione pittorica abruzzese, influenzata dalla scuola napoletana e michettiana, ma arricchita da un’originale fusione tra litografia e pittura.
Lo stile pittorico di Alicandri rifletteva una forte influenza delle sue esperienze fotografiche e litografiche. Le sue opere, pur mantenendo un’impronta realistica quasi “fotografica”, puntavano a catturare l’immediatezza e l’emozione del soggetto, un tratto distintivo del Romanticismo meridionale. Questo stile è particolarmente evidente in lavori come il Parlatorio delle Monache, custodito nel Museo Diocesano di Arte Sacra presso la Chiesa di Santa Chiara di Sulmona. Qui, Alicandri dimostrò la capacità di fondere precisione tecnica e calore espressivo, offrendo uno spaccato unico della cultura visiva abruzzese.
Vincenzo Alicandri trascorse gli ultimi anni della sua vita a Torino, dove si spense l’8 giugno 1955. Il suo lascito artistico, che spazia tra pittura, litografia e grafica, rappresenta un’importante testimonianza della vitalità culturale dell’Abruzzo tra Ottocento e Novecento. Alicandri continua a essere ricordato come un artista che seppe interpretare il suo tempo con sensibilità e innovazione, lasciando un’impronta indelebile nella storia dell’arte della sua terra natale.


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