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Chiese e Santuari in Provincia di Chieti: Chiesa di Santa Maria del Tricalle (Chieti) - Info Point Regione Abruzzo

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Chiese e Santuari in Provincia di Chieti: Chiesa di Santa Maria del Tricalle (Chieti)

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Le chiese e i santuari in Provincia di Chieti - Abruzzo

Tempietto del Tricalle. La chiesa di Sancta Maria a Tribus Callis sorge nell’omonimo quartiere del Tricalle, nel punto di innesto delle tre vie maestre (tribus callis) che collegavano la città di Chieti con la costa e con l’interno. La data della costruzione del Tempietto di Santa Maria del Tricalle non è certa; secondo Ferdinando Ughelli un’attestazione certa è riferibile al XIV secolo, quando era Vescovo di Chieti Pietro III, mentre il Bindi e il Nicolino ipotizzano datazioni più certe; il primo richiama un’edificazione del 1317 sulle fondamenta di un tempio dedicato a Diana Trivia, mentre il secondo, nella sua “Historia della città di Chieti”, in base ad un’iscrizione oggi scomparsa la vuole costruita nel 1322. È del 1939 un’interessante pubblicazione di un quotidiano locale che riporta l’articolo approfondito del prof. Francesco Verlengia, che non accetta letteralmente tali ipotesi, poiché non proprio la morfologia ottagona del monumento, che è di certo riferibile ai battisteri di epoca romana, quanto più l’elevato, ricorda più letteralmente l’architettura lombarda quattrocentesca. In effetti, secondo il Verlengia, il laterizio a vista, le decorazioni geometriche, gli archetti ad ogiva e la cupola sormontata da un torrino cilindrico ricordano molto il rinascimento lombardo, tanto da far pensare ad un parallelismo tra il Tempietto e la cupola del campanile della Cattedrale teatina. Il progetto della torre campanaria di San Giustino infatti porta la firma dell’architetto lombardo Antonio da Lodi, che nel 1498 concluse la costruzione dell’ultimo livello; dello stesso autore sono anche il campanile della Basilica di Santa Maria Assunta di Atri, del campanile del Duomo di Teramo, della Chiesa di Santa Maria in Platea di Campli e della parrocchiale di Sant’Agnese di Corropoli. Secondo altre ipotesi l’aspetto decorativo più nordico del monumento risale ad un rinnovamento quattrocentesco dell’impianto originale, in particolare proprio il coronamento e la cupola. Il Tempietto del Tricalle conserva la sua morfologia armonica, compresa di un ampio portico, fino ai lavori del 1879, quando un restauro troppo ardito portò alla demolizione dell’annesso, lasciando il tempio ottagono completamento libero su tutti i prospetti. In una nota dell’11 agosto del 1894 trasmessa dal Ministero della Pubblica Istruzione – Divisione per i monumenti e le scuole d’arte alla Direzione Regionale per la conservazione dei monumenti è possibile raccogliere informazioni di cantiere relativi proprio ai restauri del 79. Dalla lettera a firma del Ministro si legge che il progetto originale prevedeva una spesa di 1324.53 Lire, aumentate a 2775.44 Lire a seguito del deposito presso il competente ufficio del Genio Civile provinciale; i lavori riguardavano il consolidamento dell’estradosso della cupola con rinforzo in calcestruzzo. Ma nella nota si legge anche che “al momento di metter mano all’opera, sorse il dubbio se dovessero i restauri estendersi anche ad una cappellina aggiunta al tempietto in epoca molto posteriore alla costruzione di esso, o se non convenisse invece demolirla. La locale Commissione conservazione dei monumenti, affermando che quella fabbrica contrastava con il carattere e lo stile del tempio, opinò che potesse togliersi, e così fu fatto”. Se il riferimento alla cappellina fosse da intendersi rispetto al portico o rispetto ad una superfetazione questo non è chiaro, ma la certezza è che a seguito dei lavori del ’79 dell’antico ampio portico resta solo una piccola porzione ruderizzata nell’angolo sinistro della scalinata di accesso. Riguardo il rapporto tra il monumento e il suo contesto, la sua localizzazione che la collocava in eccellente posizione soprelevata rispetto alle vie di accesso alla città è divenuta nel tempo una forte fragilità. Nel 1908, con la costruzione della ferrovia elettrica che la costeggiava, i riempimenti di terreno e la riorganizzazione urbanistica della zona del Tricalle finirono per rialzare la quota di attestazione del nuovo assetto, tanto da relegare il tempietto ad una quota di oltre due metri al di sotto del piano stradale. Evidentemente tale operazione fu supportata dallo stato di abbandono del monumento, non più officiata già dal XIX secolo, la cui funzione passò da chiesa cimiteriale a magazzino comunale. Nella metà del Novecento fu finalmente riportata alla luce, con operazioni di restauro e di pulizia e soprattutto di valorizzazione dello spazio esterno, con la piantumazione dei cipressi e la sistemazione dell’accesso. Negli ultimi anni del secolo scorso fu nuovamente restaurata dalla Soprintendenza Belle Arti e Paesaggio dell’Abruzzo. Oggi il Tempietto, di proprietà del Demanio dello Stato, anche grazie a piccole operazioni di restyling, di adeguamento impiantistico e dell’accessibilità è un luogo culturale, uno spazio che viene restituito alla città. L’edificio monumentale si presenta oggi con dimensioni contenute e proporzionate, con uno spazio interno di circa 90 metri quadri. La pianta è ottagona, con quattro piccole esedre poste nei prospetti interni verso l’ingresso. L’interno della chiesa è uno spazio pulito, semplice e slanciato, ricoperto di intonaco bianco, certamente non originale. Si leggono nello spazio bianco i 4 archetti in laterizio delle esedre laterali e dell’arco di fondo, nonché la cornice di coronamento e i costoloni della volta ottagonale. Dalla porticina di destra si accede ad una strettissima gradinata ricavata nello spessore murario che conduce ad una delle finestrelle, dalla quale è possibile leggere dall’alto l’impianto geometrico del monumento. All’interno e all’esterno del Tempietto sono stati eseguiti in passato piccoli scavi, dai quali sono emerse tombe e risultanze delle attestazioni murarie dell’antico edificio.Chiesa di Santa Maria del Tricalle (Chieti)

La ex-chiesa di Santa Maria a Tricalle, uno degli esempi più interessanti in Abruzzo di tempio a pianta centrale, si trova nella località nota come "Tribus Callis", all’incrocio di tre strade principali. Questo posizionamento strategico riflette l’antica funzione della zona come luogo di incontro e passaggio, arricchendo l’importanza storica del sito. La chiesa è oggi un simbolo dell’evoluzione architettonica e culturale della regione.
Edificata originariamente nel 1317, probabilmente sui resti di un tempio pagano dedicato a Diana "Trivia", la struttura ha subito diversi interventi nel corso dei secoli. Fu riedificata e trasformata nel XV secolo e ulteriormente modificata nel 1879, adeguandosi alle esigenze di epoche diverse. Questi cambiamenti testimoniano una continua stratificazione storica che ha conferito all’edificio un carattere unico.
La chiesa presenta una pianta ottagonale in laterizio, elemento distintivo che richiama modelli architettonici di ispirazione lombarda. Dell’originaria costruzione trecentesca sono visibili il porticato, che un tempo dava accesso all’edificio, e un semplice portale a sesto acuto in cotto. Sopra il portale si trova una lunetta decorata con un affresco raffigurante una “Madonna con Bambino”, una delle poche testimonianze artistiche superstiti. La cornice di coronamento con arcatelle in laterizio, su cui si innesta la cupola, conferma l’influenza della “Scuola Lombarda”.
La cupola, interamente realizzata in mattoni, è sormontata da una torretta cilindrica che culmina in una croce in ferro. All’interno, la superficie della volta è intonacata, mentre i costoloni in mattoni a vista si dirigono verso un elemento circolare centrale, creando un effetto di sobria eleganza. Questo equilibrio tra semplicità e raffinatezza rende l’edificio un esempio di grande interesse per lo studio dell’architettura medievale e rinascimentale abruzzese.
Attualmente, la ex-chiesa di Santa Maria a Tricalle è stata riconvertita in un centro culturale che ospita eventi, mostre e attività sociali. La struttura è accessibile ai portatori di disabilità grazie all’eliminazione delle barriere architettoniche, ed è circondata da un’area verde attrezzata che ne valorizza ulteriormente il contesto. Questo nuovo utilizzo riflette la capacità del patrimonio storico di adattarsi a esigenze contemporanee, mantenendo viva la memoria di un passato ricco e stratificato.
Le principali chiese e santuari presenti nella regione Abruzzo
Il Santuario della Madonna dei Miracoli di Casalbordino, situato nel comune di Casalbordino in provincia di Chieti, è uno dei principali luoghi di culto della regione. La sua origine risale al XV secolo, quando si narra che la Madonna apparve a una giovane pastorella, chiedendo la costruzione di una chiesa in suo onore. Nel corso dei secoli, il santuario è diventato meta di pellegrinaggi per numerosi fedeli, attratti dal miracolo legato all'apparizione e dalla fama di guarigioni e grazie ricevute. La chiesa, di stile romanico-gotico, è caratterizzata da un'imponente facciata e un interno decorato con pregevoli opere d'arte che ne fanno un importante esempio di architettura religiosa abruzzese. Ogni anno, il santuario attira migliaia di pellegrini, specialmente durante la festività della Madonna dei Miracoli, celebrata il 15 agosto. La tradizione vuole che, durante il pellegrinaggio, i fedeli percorrano a piedi la distanza tra il paese e il santuario, come segno di devozione e riconoscenza. Il santuario è anche un centro di spiritualità, dove numerose attività religiose, come messe e celebrazioni liturgiche, sono organizzate per mantenere viva la fede dei devoti. La bellezza del luogo, immerso in un paesaggio naturale suggestivo e vicino alla costa adriatica, rende il santuario non solo un punto di riferimento spirituale, ma anche una meta per coloro che cercano un'esperienza di pace e riflessione.Il culto nella provincia di Chieti rappresenta una delle espressioni più antiche e radicate della spiritualità abruzzese. Chieti, capoluogo della provincia, è nota per la sua Cattedrale di San Giustino, uno dei luoghi di culto più antichi della regione, che custodisce reliquie e tradizioni secolari. La Settimana Santa a Chieti, con la suggestiva Processione del Venerdì Santo, è una delle manifestazioni religiose più sentite e partecipate d’Italia. Nei borghi e nelle campagne della provincia, il culto mariano è particolarmente forte, con luoghi come il Santuario della Madonna dei Miracoli di Casalbordino, meta di pellegrinaggi e legato a un’apparizione della Vergine nel XV secolo. La provincia di Chieti è anche un territorio di forte spiritualità legata alla natura e alla storia. L’Abbazia di San Giovanni in Venere, a Fossacesia, è uno dei simboli del cristianesimo medievale abruzzese, affacciata sulla Costa dei Trabocchi e circondata da ulivi secolari. Gli eremi e i piccoli santuari delle aree montane, come quelli nei pressi della Maiella, testimoniano una religiosità raccolta e intima, spesso collegata alla vita degli eremiti e dei santi che li hanno abitati. Il culto nella provincia di Chieti non è solo un atto di fede, ma anche un percorso tra arte, tradizioni e paesaggi unici, che continuano ad attrarre fedeli e visitatori in cerca di spiritualità e bellezza.


Abruzzo, la regione più verde d’Europa
In Abruzzo la natura è una risorsa protetta. Con un terzo del proprio territorio destinato a parchi, la regione non solo esprime un primato culturale e civile nella protezione dell’ambiente, ma si colloca come maggiore area naturalistica d’Europa, vero cuore verde del Mediterraneo.
La funzione che l’Abruzzo dei Parchi svolge a livello nazionale e internazionale nella conservazione dell’ambiente e della biodiversità è difficilmente sottovalutabile, se si pensa che la regione custodisce un grandissimo numero di specie animali e vegetali.


L’Abruzzo montano
Con numerosi centri sciistici con impianti di avanguardia, comprende i maggiori massicci dell’Appennino (il Gran Sasso d’Italia e la Majella), numerosi rilievi che raggiungono anch’essi notevole altitudine e altipiani intervallati dalle conche dell’Aquila e di Sulmona, mentre verso il confine con il Lazio si stende la fertile conca del Fucino, risultante dal prosciugamento del lago omonimo portato a termine dal Duca Alessandro Torlonia nel 1875, opera grandiosa, che peraltro era stata più volte programmata fin dall’epoca dell’impero Romano.


L'Enogastronomia
Una cucina, quella abruzzese, che ha molte anime, per la varietà del territorio e delle culture che in essa convivono. C’è l’evoluzione della cucina agropastorale, quella dei contadini e dei pastori “poveri” delle zone montane e pedemontane, fatta di piatti semplici e saporiti, di carni ovine, zuppe e minestre, formaggi ed erbe aromatiche e quella “colta e borghese” di Teramo, capace di valorizzare sapori primari con preparazioni più complesse: timballo di scrippelle, le “mazzarelle” e le “virtù”.
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Un grande museo all’aperto
Noto in tutto il mondo per la sua natura, l’Abruzzo espone, come un grande museo all’aperto senza orari né mura, opere d’arte e monumenti nel suo peculiare e intatto paesaggio. Accanto a luoghi celeberrimi come la rocca di Calascio, lo straordinario centro storico di Pescocostanzo, il Museo Archeologico Nazionale di Chieti, il poderoso castello cinquecentesco dell’Aquila, emozionano il viaggiatore decine e decine di meraviglie meno note, sparse in ogni angolo della regione. I restauri di chiese e castelli, la sistemazione e la valorizzazione dei siti...
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